The Legend of Zelda: Ocarina of Time ha subito un'operazione di totale reverse engineering attraverso un progetto specificamente mirato a quest'operazione, da parte di ZRET, cosa che potrebbe aprire la porta ad eventuali mod e nuove versioni del gioco.
Quest'operazione di decompilazione risulta importante per lavorare in profondità sul gioco, consentendo modifiche come aumento di risoluzione, nuove impostazioni grafiche e anche l'introduzione di effetti avanzati come il ray tracing, per esempio, oltre alla creazione di vere e proprie mod classiche, proprio come successo con il medesimo progetto applicato a Super Mario 64.
Il progetto di ZRET, in particolare, si configura come legale, perché non utilizza alcun asset ricavato dall'originale The Legend of Zelda: Ocarina of Time. La grossa operazione effettuata consente ai modder e sviluppatori di ricreare completamente il gioco da zero, replicando il codice ma senza utilizzare materiali e asset originali, che farebbero scattare le cause legali da parte di Nintendo.
Con la compagnia nipponica è difficile avere certezze in questo senso, vista l'aggressività con cui difende le proprietà intellettuali, ma se davvero i modder si attenessero a questi principi, sarebbe possibile vedere come delle "nuove versioni" di Zelda: Ocarina of Time dotate di caratteristiche anche molto diverse.
Sebbene il valore dell'operazione non sia forse molto evidente, rappresenta un lavoro veramente notevole da parte di una community di modder, che è ovviamente molto orgogliosa dei risultati raggiunti a questo punto. Si tratta, peraltro, di una situazione simile a quella vista dal RE3 Project di GTA, che è stato denunciato da Rockstar Games ma i cui sviluppatori hanno recentemente contrattaccato appellandosi proprio al fatto che non hanno rubato alcun materiale originale.