Lo scorso anno la serie Mortal Kombat è ritornata finalmente ai livelli che le competono nell'ambito delle produzioni di genere, grazie al lavoro compiuto dal team di sviluppo, i ragazzi di NetherRealm Studios. Questi senza stravolgere troppo il concept da sempre alla base del brand se non nei contenuti e nel comparto visivo (non a caso gli stessi sviluppatori hanno usato il termine fan service per indicare il loro progetto), che fa leva su una notevole dose di violenza e su di un'ottima giocabilità, sono riusciti nell'impresa di coniugare una grafica che sfrutta la terza dimensione con un gameplay ancorato alla più tradizionale espressione del picchiaduro, azzerando di fatto la saga e facendola ripartire, bene, praticamente dall'inizio.
A distanza di tempo il gioco sbarca finalmente su PlayStation Vita con quello che, diciamolo subito, non è il solito porting da console domestica riveduto, semplificato e corretto a cui troppo spesso le software house ci hanno abituato in passato. Per quanto concerne i contenuti, infatti, il gioco propone praticamente tutte le modalità e le feature presenti nella sua controparte casalinga, ma queste, chi più, chi meno, sono state ulteriormente arricchite con del materiale extra, compresi tutti i DLC rilasciati nei mesi scorsi per le edizioni Xbox 360 e PlayStation 3, inclusi quelli dei personaggi. Ciò significa che Kratos (eroe presente in precedenza solo sull'ammiraglia Sony), Skarlet, Rain, Freddy Krueger e Kenshi vanno ad aggiungersi alla pletora di combattenti comprendente i vari Liu Kang, Sub-Zero, Cage e Sonya Blade. Entrando comunque nel dettaglio, andiamo con ordine iniziando ad analizzare quello che è a nostro parere ancora una volta il cuore pulsante del gioco, e cioè la modalità Storia. Essa permette ai giocatori di vivere quasi una sorta di avventura raccontata da più punti di vista come se fosse un film, grazie a un'ottima regia che alterna le sequenze di scontro con filmati di intermezzo creati ad hoc per correlare gli eventi legati ai vari protagonisti. In pratica non si ha solo una sequela di combattimenti sul ring che portano poi a un filmato finale, ma anche momenti fuori dal torneo vero e proprio.
Ritorno al futuro
La trama narra di come, dopo secoli di Mortal Kombat, l'Imperatore Shao Kahn stia per coronare il suo piano di conquista del mondo, visto che ha praticamente sconfitto Raiden e i suoi alleati. Ma proprio Raiden riesce all'ultimo istante a inviare indietro nel tempo un messaggio mentale al sé stesso del passato per avvisarlo del pericolo e indicargli la via giusta per impedire che quegli eventi si verifichino nel futuro.
Chiusa la parentesi relativa alla Storia, passiamo a parlare di altre due modalità che a loro volta danno lustro a Mortal Kombat, e cioè quella chiamata Kombattimento e quella denominata Torre delle Sfide. La prima è idealmente la classica Arcade, solo però arricchita da vari contenuti e da diverse possibilità di competizione, come per esempio quella nominata Skalata, da dove effettuare il lungo cammino che porta fino allo scontro finale con Shao Khan, anche in tag. Quest'ultima funzione permette infatti al videogiocatore di selezionare una squadra composta da due personaggi da alternare successivamente sul ring in qualsiasi momento, dando origine, nel momento del cambio, a mosse assistite o combinate semplicemente utilizzando assieme le due levette analogiche, con quella destra adibita anche al compito di gestire il secondo lottatore. La seconda modalità merita invece un discorso a parte. Per chi non la conoscesse la Torre delle Sfide è una sezione di Mortal Kombat dove bisogna affrontare decine di prove una dietro l'altra, con l'inclusione di alcuni dei mini giochi celebri della saga come le classiche sfide di sempre sulla forza, sui riflessi o sulla fortuna (presenti anche in Test, all'interno della modalità Kombattimento), che mettono a dura prova la capacità mentali e riflessive del giocatore.
La Torre raddoppiata
Ebbene, questa modalità su PlayStation Vita torna più ricca che mai con tutti i contenuti già apprezzati sulle console domestiche ma arricchita in più da una seconda versione chiamata Bonus, che propone una enorme quantità di prove inedite, circa centocinquanta, concepite per sfruttare le caratteristiche tecniche del nuovo portatile Sony, attraverso le quali sbloccare altro materiale aggiuntivo, come per esempio nuovi costumi per i combattenti provenienti da Ultimate Mortal Kombat 3.
Ripulire lo schermo dal sangue schizzato sul video durante uno scontro sfregando il touchscreen, pena la totale perdita di vista della situazione, scuotere la console, inclinare lo scenario da un lato o dall'altro per cercare di ottenere un vantaggio nei confronti dell'avversario, far esplodere o deviare la traiettoria di nugoli di bombe, farle cadere sopra un'orda di zombi per proteggere la versione bambina di un lottatore, raccogliere bonus che incrementano velocità, salute e potenza degli attacchi sono solo alcune delle sfide da fare coi comandi di Vita. A proposito di questi ultimi ci sono poi anche due ulteriori mini giochi che si aggiungono a quelli già presenti e che sfruttano rispettivamente il touchscreen e il giroscopio del portatile di Sony. Il primo è infatti una sorta di Fruit Ninja in versione sanguinolenta, con i meloni da tagliare qui sostituiti da teste umane saltellanti da tagliare in due strusciando le dita sullo schermo sopra di esse, e da alcune bombe, da fare esplodere scuotendo la console. Il secondo è invece un vero e proprio test dell'equilibrio nel quale il videogiocatore deve cercare di tenere il suo personaggio in bilico, entro un certo lasso di tempo, sopra a un baratro sul cui fondale sono presenti alternativamente spuntoni, piranha affamati o affilatissime lame, evitando di farcelo cadere e morire. La cosa diventa sempre più difficile visto che col procedere di livello aumentano i secondi entro i quali resistere sospesi nel vuoto e vengono lanciati contro il lottatore delle parti umane per sbilanciarlo.
Trofei PlayStation 3
Sono 51 i Trofei messi a disposizione da Mortal Kombat per PS Vita: 38 di Bronzo, 10 d'Argento, 2 d'Oro e 1 di Platino. I premi, molti dei quali difficili da ottenere, sono distribuiti in tutte le modalità di gioco sia offline che online e prevedono il raggiungimento di determinati obiettivi per essere sbloccati. Nel primo caso bisognerà per esempio finire le modalità Torre delle Sfide o quella Storia, superare tutti i mini giochi, eseguire tutte le finisher segrete di tutti i personaggi o sconfiggere un avversario particolare. Nel secondo, invece, si possono ottenere dei Trofei partecipando a un centinaio di combattimenti online, vincendone almeno 10 classificati e così via. Il Platino si ottiene solo alla fine, sbloccando tutti gli altri premi.
Fatality in punta di dita
Se dunque dal punto di vista dei contenuti il lavoro svolto dagli sviluppatori è risultato essere molto accurato, i controlli a loro volta di certo non deludono. Trasporre un picchiaduro su una console portatile senza snaturarlo o semplificarlo eccessivamente sappiamo essere certo un compito non facile, come abbiamo detto all'inizio, ma sia le generose dimensioni di PS Vita che la volontà di NetherRealm Studios di proporre un prodotto all'altezza delle aspettative dei fan hanno indubbiamente "aiutato" il processo di porting. Se la giocabilità e la violenza sono di fatto rimaste intatte rispetto al prodotto originale, con i frenetici combattimenti che nulla o quasi concedono ai tatticismi e che avvengono in scenari bidimensionali con un effetto finto 3D per i fondali, con tanto di telecamera che segue l'azione zoomando o allargando nei momenti topici delle sfide, un paio di cambiamenti si registrano sostanzialmente solo nella diversa disposizione dei comandi sui pulsanti della console e per alcune opzioni legate alle specifiche del portatile Sony. Per questi ultimi va fatto un plauso agli sviluppatori, che hanno saputo implementare il touchscreen frontale e l'accelerometro in maniera intelligente in modo da non snaturare il gameplay. Come già noto da diverso tempo invece, la superficie tattile sul retro della console è rimasta inutilizzata: dopo diverse sperimentazioni, NetherRealm Studios ha deciso che si sarebbe trattato più di una forzatura che di un'introduzione positiva per la gestione degli scontri. Tornando comunque a parlare dei comandi tradizionali, i vecchi giocatori di Mortal Kombat, una volta presoci la mano, troveranno fin da subito il feeling di sempre coi controlli, così come i nuovi arrivati troveranno una giocabilità epurata dalle complicazioni che la serie si era nel tempo concessa.
Nel dettaglio abbiamo i tasti frontali adibiti ad accogliere i colpi singoli, il D-Pad che si rivela più preciso nel gestire gli spostamenti rispetto all'analogico (utilizzabile per lo stesso scopo), specie per le combinazioni più complicate, mentre i due dorsali sinistro e destro sono deputati rispettivamente all'esecuzione delle prese e della parata, o alle X-Ray se premuti contemporaneamente. Queste ultime, mosse devastanti in grado di ridurre l'energia vitale dell'avversario di un buon 25-30% rompendogli letteralmente le ossa, possono essere eseguite anche toccando l'apposita icona nella parte bassa del touchscreen. In tutti i casi tale attacco può essere eseguito solo quando l'apposita barra è colma. Essa, chiamata Super Meter, è divisa in tre porzioni e gestisce anche altre mosse a seconda del suo livello di riempimento: con una tacca si può eseguire un attacco potenziato, con due una Breaker per interrompere la combo dell'avversario e con tre la già citata X-Ray. Anche per le Fatality, le terribili ma spettacolari "mosse finali" che all'oramai celeberrimo grido di "Finish Him!" permettono al vincitore di fare scempio del corpo inerme del nemico, si può scegliere tra comandi tradizionali e tattili, con questi ultimi più comodi da usare.
Tutti dentro la Kripta
Ogni combattimento, ogni prova, ogni cosa nel gioco regala al suo superamento dei gettoni d'oro da spendere nella Kripta, un ambiente interattivo dove sbloccare costumi, mosse e una sterminata lista di altri contenuti extra. Discorso a parte merita infine il multiplayer. Le modalità per il multigiocatore sia in locale che online via Wi-Fi sono parecchie, e spaziano dai combattimenti classificati, tradizionali o in tag, a quelli veloci, passando per le diverse varianti del caso, e grazie poi a un efficace sistema di match making si incontrano sempre sfidanti del proprio stesso livello. Da quanto abbiamo potuto vedere con le nostre prove, nelle partite in locale contro un altro giocatore (indispensabile che questi abbia una sua copia del gioco), il titolo si comporta piuttosto bene mantenendo l'azione fluida, mentre in quelle online ogni tanto abbiamo avuto qualche problema, con gli imput dati al nostro personaggio che talvolta non sembravano arrivargli correttamente.
Dove Mortal Kombat pecca invece certamente è nel comparto grafico, che in alcuni momenti lascia alquanto a desiderare in termini di dettaglio. Se da un lato abbiamo infatti scenari visivamente di buona fattura, con arene riprodotte con una certa cura dei particolari e perfino condite in alcuni casi da elementi animati sullo sfondo, dall'altra abbiamo dei modelli poligonali dei lottatori decisamente non all'altezza delle potenzialità della console portatile Sony. Questi presentano infatti poca cura per i dettagli, con una struttura grezza per gli arti e texture poco rifinite per gli abiti o per la pelle. Insomma niente di minimamente paragonabile alle controparti ammirate su Xbox 360 o PlayStation 3. Queste mancanze tuttavia appaiono più un compromesso che un errore da parte degli sviluppatori, una scelta obbligata per poter mantenere un framerate costantemente fisso a 60Fps e senza cedimenti di sorta anche nelle situazioni più caotiche. E se si pensa al fatto che i difetti appena descritti vengono evidenziati ovviamente più nei primi piani che nelle inquadrature a distanza e nel bel mezzo di uno scontro, si capisce come la cosa non costituisca poi così tanto un "fastidio" allo sguardo del videogiocatore. Buono l'audio, almeno per quanto riguarda gli effetti e la colonna sonora, epica nell'introduzione di alcuni incontri, un po' retrò invece in altri frangenti, un tantino meno per quanto concerne il doppiaggio, che è in italiano solo durante le scene di intermezzo della modalità Storia, e non durante le battaglie, dove rimane in inglese. Il perché di questa critica è da ricercare nelle voci, alcune almeno, di taluni personaggi, decisamente poco azzeccate e a volte fastidiose.
Conclusioni
Tralasciando l'inevitabile ridimensionamento grafico dovuto ad esigenze tecniche, sul quale secondo noi si può tutto sommato sorvolare, e fermo restando che l'esperienza di gioco relativa a un picchiaduro per alcuni suoi aspetti si può godere forse più appieno sulle piattaforme domestiche, la versione PlayStation Vita di Mortal Kombat è uno dei migliori titoli attualmente disponibile su qualsiasi console portatile.
Ricchissimo di contenuti come la controparte per PlayStation 3 e Xbox 360, ma con in più una gran quantità di sfide inedite pensate appositamente per la piattaforma Sony, il gioco è dotato di un buon comparto multigiocatore ed è caratterizzato da un gameplay accessibile a tutti, dai giocatori occasionali, ai quali non vengono richiesti lunghi tempi di apprendimento per padroneggiare le mosse, a quelli più scafati e dal palato più esigente, grazie ai livelli di difficoltà più avanzati e ad alcune sessioni parecchio impegnative. Il prodotto è pertanto a nostro parere un acquisto praticamente obbligato per tutti gli amanti del genere.
PRO
- Tutti i contenuti delle versioni casalinghe ma con molti più extra
- Violenza e giocabilità a livelli elevati
- Trofei e tanti oggetti da sbloccare
- Ottima implementazione dei controlli di Vita
CONTRO
- Graficamente non perfetto
- Alcune delle voci in italiano lasciano a desiderare
- Nella partite online qualche saltuario ritardo nella risposta ai comandi da parte dei lottatori