Attorno a Gravity Rush (precedentemente noto come Gravity Daze, almeno in Giappone) orbitano svariati nomi di una certa importanza, tutti in un modo o nell'altro coinvolti nello sviluppo di un gioco pensato oltre dieci anni fa e concretizzatosi soltanto ora. Ci sono Keiichiro Toyama e Naoko Sato, per cominciare, rispettivamente direttore e scrittore del gioco ma sopratutto artefici del primo, mitico Silent Hill e della meno famosa serie Siren; poi c'è, inaspettatamente, Crackdown, lo sparatutto in terza persona di Realtime Worlds che pare abbia influenzato in maniera considerevole alcune meccaniche del gameplay;
e c'è anche Mœbius, grandissimo fumettista francese, recentemente scomparso, le cui opere sono state la prima fonte d'ispirazione nella creazione di Hekseville. E ci sono anche tanti fumetti e cartoni animati che hanno dato un'impostazione e un tono all'avventura, contribuendo a creare un universo ricco di personalità che riesce però a non cadere in stereotipi, sopratutto visivi. Ma sopratutto, c'è un'idea, un'idea all'apparenza semplicissima ma integrata in modo davvero ingegnoso e originale. Signore e signori, vi presentiamo Kat...
L'amichevole gatta di quartiere
Gravity Rush è un'avventura che si sviluppa attorno a una trama tutt'altro che scontata o banale, nonostante l'incipit non sia certo dei più originali, narrata in terza persona dalla stessa protagonista, che si risveglia all'inizio del gioco completamente priva di ricordi, accompagnata da uno strano gattino che le conferisce il potere di alterare la gravità. Ribattezzata Kat, la nostra bionda eroina scoprirà che la gente di Hekseville, la strana città in cui si trova, chiama "shifter" quelli come lei, individui dotati di strani poteri speciali. E da grandi poteri derivano grandi responsabilità, questo lo sappiamo un po' tutti, e quindi Kat,
che ha un cuore d'oro, decide di metterli al servizio di Hekseville, nel tentativo di ricostruire la città, devastata da misteriosi vortici gravitazionali e bizzarre creature gelatinose chiamate Nevi, in grado perfino di possedere le persone. E come se non bastasse, Kat deve vedersela anche con Raven, una bella "shifter" come lei che sembra però avere scopi meno nobili, e una serie di individui misteriosi dai loschi obiettivi. La storia, divisa in episodi, è raccontata tramite una miscela di cutscene, testi e veri e propri fumetti che è possibile scorrere toccando il touch-screen; una combinazione che rende Gravity Rush ancora più simile a una specie di anime interattivo e che rispetta tutti i canoni del genere supereroistico: l'avvenente eroina prima incompresa e poi adorata, l'interesse sentimentale, la rivale, i nemici misteriosi nell'ombra.
Curiosa, invece, la scelta del doppiaggio, volutamente incomprensibile: Kat parla in una lingua inesistente che assomiglia vagamente al francese (un altro riferimento al compianto Mœbius?) ma non è il caso di disperarsi visto che tutti i testi del gioco sono tradotti in un ottimo italiano. La storia di Gravity Rush, insomma, è una componente fondamentale del gioco, intrigante quanto basta a tenere incollato il giocatore per scoprire cosa succederà dopo, grazie anche alla caratterizzazione dell'adorabile protagonista e dei suoi buffi nemici e comprimari, ma sopratutto per via di una narrazione frizzante e originale, accompagnata da una colonna sonora azzeccata, esaltante nei momenti più avvincenti e di perfetto accompagnamento durante le nostre peregrinazioni in giro per Hekseville.
Trofei PSVita
Ci sono 40 Trofei da sbloccare in Gravity Rush: per la precisione 25 Bronzo, 10 Argento, 4 Oro e l'immancabile Platino. La maggior parte è facile da ottenere, basta completare i vari capitoli della storia, ma altri richiederanno un po' più di pazienza: dovrete sconfiggere ogni tipo di nemico, potenziare al massimo le abilità di Kat, completare tutte le sfide e altro ancora.
Potere alla gravità
Gravity Rush è un'avventura in terza persona che ricorda parecchio franchise più recenti come inFamous e Prototype, con i quali non condivide soltanto il concept dell'eroe dotato di superpoteri, ma anche l'impostazione vagamente free-roaming: Kat può infatti esplorare Hekseville i suoi quartieri, man mano che si sbloccano progredendo nella storia, interagendo con alcuni abitanti e affrontando alcune sfide opzionali tra un capitolo e l'altro. In realtà, non c'è poi tantissimo da fare quando non si è intrapresa una missione, e il mondo di Gravity Rush sembra esistere soltanto per il piacere dell'esplorazione; la comoda mappa della città, del resto, ci segnala tramite delle icone colorate dove dobbiamo recarci per iniziare un nuovo capitolo della storia o una sfida, dunque il giocatore non è mai abbandonato a sé stesso. Ma d'altra parte è impossibile non approfittare dei superpoteri di Kat per esplorare delle ambientazioni così curate e ricche di dettagli: l'atmosfera steampunk di Hekseville si sposa perfettamente con la cosmesi in cel-shading e i cromatismi scelti con cura di quartiere in quartiere; il risultato è una gioia per gli occhi, minata soltanto da un po' di aliasing che viene preso ignorato di fronte alla qualità delle animazioni e delle complesse architetture. La voglia di premere il tasto R per alterare la gravità è quindi tantissima in ogni momento, semplicemente perché è divertente:
a quel punto Kat resta sospesa a mezz'aria ed è possibile muovere la telecamera con lo stick analogico destro o, ancora meglio, muovere direttamente la console per puntare una sorta di mirino verso la direzione in cui vogliamo spostare la forza di gravità. Di conseguenza, Kat verrà attirata verso la nuova superficie, sulla quale potrà camminare un po' come Spiderman, ribaltando il su e il giù a piacimento. La nuova attrazione gravitazionale può essere manipolata anche in altri modi, per esempio consentendoci di spostarci ad alta velocità da un punto all'altro, un po' come se stessimo volando, in una spettacolare quanto funzionale esibizione dei nostri superpoteri. Bisogna tenere sempre d'occhio l'apposito indicatore, però, perché Kat può alterare la gravità solo per una manciata di secondi, poi tutto tornerà come prima, e guai a voi se non avete un tetto (o un pavimento!) sopra la testa.
Per fortuna, è possibile raccogliere delle speciali gemme azzurre in giro per il mondo che ricaricano subito l'indicatore o altre gemme viola, ancora meglio, che ci permettono di potenziare le nostre abilità, aumentando per esempio la durata dei nostri poteri, la velocità di spostamento, la resistenza fisica, la potenza degli attacchi e altro ancora.
Ecco quindi l'influenza di Crackdown, in una sorta di meccanica da Role Playing Game estremamente semplice e intuitiva: Kat dovrà infatti utilizzare i suoi poteri per combattere i nemici, i Nevi sopratutto, e potrà farlo in vari modi. L'immancabile combo di calci è solo uno di questi, poco elegante ma efficace, oppure potrà sollevare in un campo gravitazionale gli oggetti circostanti per scagliarli contro il punto debole dei Nevi, l'unica parte vulnerabile del loro corpo, spesso perfino celata da corazze protettive. Ancora più potente è il calcio gravitazionale che sfrutta la velocità di attrazione e che può essere utilizzato a catena, un po' come l'attacco rotante di Sonic il porcospino. Chiudono il cerchio una serie di super attacchi utilizzabili periodicamente e che svolgono la funzione di vere e proprie smart-bomb ad area. Il sistema di controllo permette di compiere tutte queste azioni con grande semplicità e talvolta coinvolge anche il touch-screen, sopratutto nel caso si voglia schivare,
sfiorandolo appena a destra o a sinistra, o compiere una spettacolare scivolata pigiando gli angoli inferiori dello schermo e sfruttando il giroscopio di PlayStation Vita per direzionare Kat. Le numerose applicazioni del superpotere di Kat sono al centro delle varie sfide opzionali che è possibile completare per ottenere ancora più gemme con le quali potenziare le abilità, via via sempre più ardue e complesse: per quanto divertenti e numerose, sono forse l'offerta un po' più ripetitiva del pacchetto, fortunatamente trascurabile nel caso si voglia soltanto avanzare nella storia, nonostante sia consigliabile comunque approfittarne per potenziare la nostra eroina, sopratutto in vista dei giganteschi boss di fine capitolo che dovremo spesso affrontare, i quali richiedono spesso un uso più originale dei poteri e una sempre maggior potenza e precisione degli attacchi.
Conclusioni
Se dobbiamo fare una critica a Gravity Rush, riguarda sopratutto la telecamera ballerina che tende a confondersi un po' troppo nel caso di repentini cambi gravitazionali, costringendoci a riposizionarla manualmente magari durante uno scontro particolarmente impegnativo, ma che comunque non ci impedisce di tenere d'occhio i nostri obiettivi grazie ad appositi indicatori e alla chiarezza dell'immagine. Detto questo, Gravity Rush è un prodotto splendido a tutto tondo, non solo per quanto riguarda l'eccezionale comparto tecnico, ma anche e sopratutto per come mette le capacità dell'hardware al servizio di un'idea semplice e ingegnosa. Ne risulta probabilmente il miglior titolo nella ludoteca della console Sony: un'avventura adorabile, appassionante e longeva, consigliatissima a tutti i possessori di PlayStation Vita.
PRO
- Tecnicamente eccellente
- Gameplay geniale che sfrutta ottimamente le capacità dell'hardware
- Storia e personaggi adorabili, sopratutto la protagonista
CONTRO
- La telecamera a volte fa i capricci
- Le sfide opzionali risultano un po' ripetitive
- La componente free-roaming poteva essere curata un po' di più