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Un'avventura ricca di ricordi

Dopo cinque anni di sviluppo, Vince Twelve ci racconta la storia di quattro eroi, delle loro memorie e di una pericolosa caccia al tesoro

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   26/06/2012
Resonance
Resonance
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Passato dall'essere un one-man-team a una piccola etichetta di sviluppo e publishing a conduzione familiare, Wadjeteye Games ha visto la sua lineup arricchirsi di alcune delle avventure grafiche più interessanti degli ultimi tempi. Il merito del suo fondatore, Dave Gilbert, è duplice: oltre ad aver realizzato piccoli cult come The Shivah e la serie Blackwell, l'autore newyorchese ha dimostrato fiuto nel prendere sotto la propria ala i progetti più promettenti in cantiere nella community di Adventure Game Studio. Un esempio è la collaborazione con Erin Robinson, la giovane game designer dietro al vivace Puzzle Bots, ma la punta di diamante è rappresentata senza dubbio Gemini Rue, l'acclamata avventura grafica dello studente losangelino Joshua Nuernberger.

Un'avventura ricca di ricordi

A due anni di distanza la storia si ripete: sviluppato da Vince Wesselmann, Resonance è da cinque anni in cima alla lista dei most wanted tra gli appassionati di punta e clicca, promettendo una trama coinvolgente, personaggi ispirati, idee originali ed enigmi assai elaborati. Eppure, col tempo la parte più scettica della community ha cominciato a temere si trattasse solo di fumo negli occhi: quante probabilità c'erano di bissare il successo di Gemini Rue a così breve distanza? Dopo aver giocato e rigiocato l'intera avventura possiamo finalmente dire che la risposta, per fortuna, non poteva essere più positiva.

Una pericolosa scoperta

La storia raccontata da Vince Twelve prende forma in uno scenario fantascientifico assai diverso da quello cupo e decadente visto in Gemini Rue: il destino dei popoli che abitano la Terra è qui minacciato da una nuova scoperta scientifica battezzata resonance, nata con l'intenzione di portare enormi benefici al genere umano e al progresso in campo energetico, ma in grado di trasformarsi in una devastante arma di distruzione di massa una volta finita nelle mani sbagliate. La morte del fisico che ha scoperto il resonance dà così il via a una caccia al tesoro piena di pericoli, in cui quattro personaggi partono alla ricerca del rifugio segreto in cui sono nascosti i risultati dell'intero studio. La possibilità di passare liberamente da un protagonista all'altro è tutt'altro che inedita nel genere, ma già dalla corposa sezione introduttiva diventa chiaro quanto Resonance si distingua per la loro caratterizzazione e carisma. Ed è uno studioso un po' sociopatico, il quale ha lavorato al progetto resonance ed è intenzionato a preservare e continuare le ricerche; a lui si unisce Anna, nipote dello scienziato rimasto ucciso che spera di trovare nell'eredita dello zio qualche indizio sul suo triste e misterioso passato; poi c'è Bennet, che ha anni di esperienza come poliziotto e non si fa problemi a infrangere qualche regola pur di portare a termine un caso; e infine Ray, hacker e giornalista investigativo che viene coinvolto nella spedizione mentre è a caccia di un nuovo scoop per il suo giornale online.

Un'avventura ricca di ricordi

Ciascuno di questi quattro personaggi è caratterizzato da una personalità unica e ben delineata dal diverso modo di relazionarsi con gli altri comprimari, e se gran parte del merito va all'ottima sceneggiatura, è innegabile come il risultato sia esaltato ulteriormente dal lavoro del cast di doppiaggio. Una chicca è rappresentata dalla partecipazione di Logan Cunningham, doppiatore noto per il ruolo di narratore esterno di Bastion e che in Resonance dà voce al commissario Bennet, ma è importante sottolineare come, a differenza di alcune precedenti produzioni targate Wadjeteye Games, stavolta tutte le voci dei personaggi principali si mantengano su livelli qualitativamente elevati. Ma dove l'avventura di Wesselmann brilla su tutti è nella perfetta scrittura dei dialoghi, sempre coinvolgenti, mai banali e soprattutto in grado di mescolare momenti seri a battute ricche di humour senza sembrare mai fuori luogo o banali; lo stesso sistema di suggerimenti si nasconde intelligentemente tra le linee di dialogo, in modo tale che gli altri personaggi diano qualche piccola dritta al giocatore senza che lo scambio di battute sembri in alcun modo innaturale. Il risultato è un'avventura grafica in cui si è talmente coinvolti, divertiti o spiazzati dalle conversazioni dei protagonisti che diventa quasi un piacere perdersi tra sezioni facoltative e discorsi non necessari, mentre la narrazione mantiene un ritmo sempre elevato e non si fa mancare affascinanti sezioni oniriche e interessanti flashback. Il tutto tra personaggi carismatici e ambientazioni mai scontate, mentre pian piano ci si avvicina allo spettacolare climax che introduce a uno dei due finali possibili. Forse l'ambientazione di Resonance non sarà in grado di eguagliare il fascino di Barracus e delle sue piovose strade sullo stile di Blade Runner, ma la sua trama riesce a trattare tematiche orwelliane e problematiche sociali con la stessa e identica efficacia di quanto fatto con Gemini Rue.

Memorie enigmatiche

Mettendo da parte il perfetto connubio di trama, narrazione e dialoghi, l'elemento più interessante e innovativo di Resonance è rappresentato senza dubbio dalla gestione delle memorie dei personaggi. Ce ne sono di due tipi: le memorie a lungo termine restano impresse in uno specifico personaggio a seguito di un particolare avvenimento della trama e possono essere richiamate in qualsiasi momento dell'avventura; le memorie a breve termine sono invece più effimere e possono riguardare qualsiasi oggetto o personaggio che il giocatore decide di "ricordare" momentaneamente. In entrambi i casi le memorie rivestono un ruolo fondamentale, poiché molti enigmi e dialoghi possono essere risolti soltanto ricorrendo a una particolare memoria piuttosto che a un'altra. Si tratta né più né meno di un'evoluzione della tradizionale raccolta di oggetti, ma in questo modo Vince Twelve è riuscito a dare alla sua opera una struttura molto più articolata e dinamica rispetto ai tradizionali punta e clicca.

Un'avventura ricca di ricordi

Tuttavia, prevedibilmente, l'aumento esponenziale del numero di oggetti che è possibile portare con sé o con cui interagire finisce in alcuni momenti per travolgere il giocatore con troppe possibilità, e sebbene il sistema di indizi venga spesso in aiuto, è facile perdersi e restare bloccati nell'attesa di capire quale memoria a breve termine andare a recuperare. Fortunatamente sono rari i momenti in cui non c'è un nesso chiaro tra l'enigma e la sua soluzione, e anzi non si può che fare un plauso alla qualità generale dei vari puzzle sparsi per le circa dieci ore necessarie a completare l'avventura: Ray ad esempio è dotato di uno smartphone con cui può controllare mail, obiettivi e appunti, ma è nelle fasi di hacking con lui protagonista che Resonance raggiunge alcuni dei picchi più elevati, stimolando l'utente a mettere in moto il cervello e non più a ragionare in base agli oggetti in proprio possesso. A tal proposito fa piacere notare che, sebbene gli elementi importanti si fondano perfettamente nella ricca pixel art degli ambienti, non è mai necessario ricorrere a un disordinato pixel hunting in cerca di oggetti nascosti. Infine, come in Gemini Rue, anche in questo caso è possibile perdere o venire uccisi, ma un elegante sistema di riavvolgimento del tempo permette di tornare a pochi istanti prima senza interrompere il racconto o ricorrere a salvataggi precedenti.

Conclusioni

Versione testata: PC
Prezzo: 10€
Multiplayer.it
9.0
Lettori (18)
7.9
Il tuo voto

A poca distanza dall'uscita di Gemini Rue, e mentre Tim Schafer, Jane Jensen e i Two Guys from Andromeda sono al lavoro su nuove avventure, Resonance è l'ennesima stoccata all'idea che il genere dei punta e clicca non abbia più nulla da dire. Parlare di una rinascita forse è prematuro, ma Wesselmann ha dimostrato come sia ancora possibile confezionare un'opera notevole facendo leva su un'ottima alchimia tra la qualità della narrazione e degli enigmi, e di come si possa offrire un'esperienza moderna e coinvolgente pur mantenendo uno stile visivo nostalgico.

PRO

  • Trama intrigante e dialoghi credibili
  • Idee di gameplay originali e riuscite
  • Doppiaggio di buon livello
  • Enigmi interessanti e mai banali...

CONTRO

  • ...ma a volte è facile restare bloccati

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • MacBook Pro
  • Intel Core i5 Dual Core a 2,4GHz
  • 4 GB di Ram
  • Via BootCamp

Requisiti minimi

  • Windows XP, Vista o 7
  • Processore 1GHz AMD/Intel
  • 256 Mb di RAM
  • 1GB di spazio libero su disco