Come si presenta un gioco che non ha bisogno di presentazioni? Come fai a raccontare una storia di cui praticamente tutti conoscono già la fine? Aldilà dei suoi pregi e difetti, Final Fantasy VII occupa nel cuore di tanti videogiocatori un posto davvero speciale: per molti è stato il primo Final Fantasy quando la saga è diventata mainstream anche in Italia, per altri ha segnato l'indelebile passaggio dalla vecchia alla nuova generazione tecnologica del videogaming. In questo senso è stato rivoluzionario, spettacolarizzando situazioni che fino a Final Fantasy VI su SNES erano prodotte da una manciata di pixel colorati e tanta fantasia.
Sette iterazioni e quindici anni dopo, Final Fantasy VII è ancora il Final Fantasy più famoso e giocato in assoluto: ci sono stati spin-off, prequel, perfino un seguito cinematografico; ora manca solo il tanto atteso remake, anche se a casa Square Enix tutto tace. Le nuove leve e chi non ha mai avuto occasione di giocare questa pietra miliare non temano: se appartenete a questa categoria e non sapete di cosa stiamo parlando, questa recensione è fatta apposta per voi. Abbiamo giocato la recentemente lanciata revisione dell'incarnazione PC.
Tutto comincia da qui
Lo spazio. Immenso, infinito, un drappo nero punteggiato dalla luce di una miriade di stelle. Pochi secondi di oscurità, poi appare il volto sereno di una ragazza. È in un vicolo, china su qualcosa che emette un tenue bagliore. Aeris, questo il suo nome, si alza e sembra quasi raccogliersi in preghiera. Poi esce dal vicolo, in una strada illuminata dalle insegne dei negozi e dai fari delle auto. La gente le passa accanto e la telecamera si allontana sempre di più, attraversa edifici e getti di vapore, fino a mostrare dall'alto l'intera città, Midgar, che sembra uscita da un racconto steampunk, a cavallo tra l'alta tecnologia e la più misera fatiscenza.
La telecamera poi si sposta e comincia a correre verso un treno che attraversa la città, diretto chissà dove. Il treno si ferma e scendono tre passeggeri che mettono subito fuori gioco le guardie sulla banchina. Un quarto passeggero scende dal tetto del mezzo con un'elegante capriola: è il nostro protagonista, potremmo chiamarlo come vogliamo ma il suo nome in realtà è Cloud Strife. È lo storico inizio di Final Fantasy VII, ovviamente, e suscita oggi strane sensazioni, quando quindici anni fa disegnava un'espressione stupefatta sul volto del giocatore, già innamorato di quel mondo e dei suoi abitanti. A riviverla oggi, la storia della settimana Fantasia Finale è un gran minestrone, bisogna ammetterlo. C'è un po' di tutto e a volte si fatica parecchio a seguirla, tra extraterrestri, magia, tecnologia e clichè tutti giapponesi.
Un eterogeneo gruppo di eroi-per-caso si riunisce per affrontare una minaccia di proporzioni monumentali e scopre terribili segreti, viaggiando in lungo e in largo per il mondo, fino al cataclismatico confronto finale. Ma Final Fantasy VII ha il merito di aver dato vita a un universo credibile, ricco di personaggi indimenticabili: il saggio Red XIII, il burbero Barret, la sensuale Tifa, il tenebroso Vincent. E Aeris, la dolce Aeris. Ha anche uno dei più grandi villain di sempre, lo stesso Sephiroth che compare nel nome di almeno il 30% degli utenti di ogni forum nel web, ma sopratutto di aver scavato, per la prima volta nella storia del genere, nella psiche del protagonista, sostanzialmente un sociopatico che solo verso la fine capisce chi sia veramente, giusto in tempo per salvare capra e cavoli. Final Fantasy VII è sopratutto una storia sulla ricerca della propria identità, ma anche un'allegoria dell'eterna lotta tra il bene e il male. Pasticciata, a volte contraddittoria al punto da aver generato prequel e sequel per spiegarla meglio, la trama resta una delle più avvincenti e complesse nella storia del media. E scusate se è poco.
15 anni fa
Per quanto riguarda il gameplay, aspettarsi qualcosa di rivoluzionario è ovviamente fuori luogo, sopratutto se si considera che Final Fantasy VII, in effetti, è stato un'ispirazione per molti jRPG successivi. Di base non c'è molto di diverso neanche dai jRPG che l'hanno preceduto, sopratutto dai sei Final Fantasy antecedenti. Si controlla Cloud (o chi per lui, a seconda di come si sta sviluppando la storia) e si esplorano svariate "stanze" che, collegate, formano l'area di turno: una città, un complesso cavernoso, un edificio e via dicendo.
Ogni ambientazione è piuttosto vasta, per fortuna i caricamenti di ogni nuova area sono davvero fulminei e l'esperienza ne giova tantissimo rispetto alle versioni precedenti. Nelle aree predisposte avremo a che fare con i soliti combattimenti casuali, la cui frequenza è tutto sommato accettabile: a quel punto, dopo un breve caricamento, troveremo il nostro party composto da massimo tre personaggi schierato sul campo di battaglia di fronte a un numero variabile di nemici. Il battle system a turni di Final Fantasy VII si basa sul modello Active Time Battle che Square aveva già adoperato negli episodi precedenti: quando un personaggio compie un'azione, la barretta corrispondente si scarica e ricomincia a riempirsi, in pratica visualizzando un tempo di ricarica che può essere alterato, positivamente o negativamente, tramite alcune magie. A questo proposito, vale la pena spiegare anche il sistema Materia che caratterizza questo episodio del franchise: l'equipaggiamento dei personaggi presenta dei castoni in cui è possibile inserire queste sferette colorate, chiamate appunto Materia. Ciascuna di essere conferirà al personaggio che la trasporta bonus alle statistiche e abilità aggiuntive, attive o passive, dalle tradizionali magie elementali all'evocazione delle famigerate "Summon" come Ifrit, Shiva e compagnia bella.
La Materia guadagna punti esperienza come qualsiasi personaggio e, una volta raggiunto il limite, essa si duplica, deponendo nell'inventario una Materia identica ma di livello base. In sostanza, è importante micro-gestire la Materia, associandola ai personaggi per definirne il ruolo e le abilità: di base ogni personaggio è identico agli altri, anche se alcuni sono più portati per la magia o per l'attacco fisico, ma applicando la Materia è possibile personalizzarli a piacimento, sviluppando strategie su misura per ogni area e combattimento. Da questo punto di vista, Final Fantasy VII non delude: l'enorme mondo di gioco, esplorabile interamente grazie ai mezzi di trasporto che diventano man mano disponibili, offre sfide per tutti i gusti. Si tratta probabilmente del Final Fantasy con più attività secondarie e mini-giochi di tutta la serie: i fan ricorderanno sicuramente le corse dei Chocobo alla Golden Saucer, la gara di snowboarding e tanti altri extra e segreti, mega-boss speciali inclusi, che ricompensano sempre con armi, Materia uniche e altri goodies.
15 anni dopo
Inutile girarci attorno: per quanto possa fare tenerezza agli occhi del cuore dei più anzianotti, Final Fantasy VII è oggi un gioco tecnicamente vetusto e il lifting operato da Square Enix non ha migliorato la situazione, anzi ha perfino accentuato l'età ormai avanzata del titolo.
Fermo restando che è possibile giocare disattivando ogni filtro e artificio per ripristinare la visualizzazione originale, i buffi modelli super-deformed dei vari personaggi restano comunque composti da un numero imbarazzante di poligoni: questo tipo di scelta fa certamente parte del fascino del gioco, ma chi è abituato ai virtuosismi di nuova generazione resterà senz'altro interdetto dallo stile essenziale e dalle texture estremamente piatte. D'altra parte, le migliorie grafiche apportate da questa conversione interessano proprio i modelli 3D, adesso molto più definiti e puliti. Di traverso, mettono in risalto la povera risoluzione dei background pre-renderizzati, un ammasso di pixel e colori che un tempo ci aveva lasciato a bocca aperta per dettaglio e definizione ma che ora sfigura in modo preoccupante sui nostri schermi all'ultimo grido come un vero e proprio pugno nell'occhio. La situazione migliora drasticamente in combattimento, quando peraltro i personaggi assumono proporzioni realistiche: i campi di battaglia sono poligonali come il nostro party e i suoi nemici, perciò l'intera immagine risulta incredibilmente pulita e definita, sopratutto quando si utilizzano le magie o gli attacchi più spettacolari, come le Limit Break.
Rimangono in bassa risoluzione anche le cutscene in computer grafica, con un effetto in certi casi pure un po' troppo vintage, acuito dalla splendida colonna sonora di Nobuo Uematsu in un discutibile formato midi: alcuni brani restano comunque a dir poco indimenticabili, l'epico One Winged Angel in primis. Vale la pena concludere menzionando tre feature aggiuntive di questa edizione del 2012: innanzitutto, i salvataggi in cloud; poi, l'opzione Character Booster, che permette di aumentare al massimo il denaro e i valori vitali dei personaggi, adatto a chi non ha voglia di perdere troppo tempo; infine, la possibilità di sbloccare trentasei Obiettivi specifici.
Conclusioni
Final Fantasy VII è ancora oggi un'esperienza videoludica imprescindibile, sopratutto per chi ama il genere jRPG e non ha mai avuto l'occasione di giocarlo. Resta comunque un titolo in precario equilibrio tra presente e passato: per quanto completo, comincia a sentire un po' il peso degli anni e molte meccaniche dimostrano un'ingenuità quasi pionieristica. Purtroppo, la nuova conversione cementifica la sensazione vintage a causa del contrasto tra quello che è stato migliorato graficamente e ciò che è rimasto inalterato. Se siete disposti a chiudere un occhio, basteranno pochi euro per portarsi a casa una delle avventure più avvincenti ed emozionanti di sempre.
PRO
- Storia e personaggi indimenticabili
- Prezzo contenuto
- Estremamente longevo e ricco di extra
CONTRO
- Lifting grafico controverso
- Audio di mediocre qualità
- Comincia a sentire il peso degli anni
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7 2600
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore 2GHz
- 1GB RAM
- Scheda video compatibile DirectX 9