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Elementare Watson!

Una nuova avventura grafica con protagonista il detective Sherlock Holmes; non uomo d'azione come nei recenti film ma armato di sola intuizione e ragionamento

RECENSIONE di Pietro Quattrone   —   10/10/2012
Il Testamento di Sherlock Holmes
Il Testamento di Sherlock Holmes
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Dopo un lungo periodo in cui le avventure grafiche sono state dimenticate dagli utenti e dagli sviluppatori, a causa di un globale cambiamento dei gusti e di conseguenza anche di una riduzione dei profitti del publisher, nell'ultimo periodo questo genere sta ritornando in auge. Grazie a produzioni indie di alta qualità come To The Moon, Gemini Rue e Home ma anche ad esperimenti che sfruttano il digital delivery su console tramite Xbox Live e PlayStation Network come The Walking Dead di Telltale Games, nuove avventure punta e clicca si sono affacciate e sono state capaci di riscuotere un deciso successo. Gli sviluppatori di Frogwares Games in realtà in questi anni hanno continuato a proporre diversi titoli che continuano a ripercorrere lo stesso genere e che puntano sul fascino di uno dei più grandi investigatori di sempre, Sherlock Holmes. Il grande personaggio ideato dalla penna di A. Conan Doyle che, armato della sola intelligenza si muove nella Londra vittoriana, dopo aver affrontato Jack Lo Squartatore e Arsenio Lupin, questa volta si trova in mezzo ad una storia decisamente intricata.

Londra 1898

L'incipit è fornito da tre ragazzini che in un solaio abbandonato trovano il diario del Dottor Watson e iniziano a leggerlo tutto d'un fiato catapultandoci così direttamente nei panni dell'investigatore e del suo fido assistente. L'avventura inizia nel 1898 con l'incredibile sparizione di una preziosissima collana samoana, furto per il quale Sherlock si trova a supportare la Polizia e l'ispettore Baynes.

Elementare Watson!

In poco tempo l'investigatore riesce a risolvere l'enigma della sparizione, in una lunga scena che funge da tutorial che spiega come muovere il personaggio e come analizzare la scena del crimine. Peccato che quando tutto sembra essere stato risolto il giornale Globe Explorer, con articoli decisamente pesanti, accusa il detective di aver scambiato la collana restituendo al legittimo proprietario solamente un falso di poco valore. La reputazione e la libertà di Sherlock Holmes sembrano vacillare ma c'è poco tempo per riflettere visto che si viene subito catapultati in una nuova indagine. Il susseguirsi di vicende, che sembrano realmente narrate dall'abile autore inglese, diventa sempre più avvincente fino al gran finale.

Analisi e deduzioni

Le scene del crimine vengono sempre analizzate insieme a Watson che è capace alle volte di fornire qualche valida indicazione, ma in realtà senza troppi problemi basta muovere il personaggio verso gli oggetti da esaminare, che vengono evidenziati con l'icona di una lente d'ingrandimento, per scendere nei dettagli. Quando ci si trova bloccati senza sapere come procedere è possibile, utilizzando uno dei trigger dorsali, sfruttare il sesto senso di Sherlock Holmes per trovare indizi che ad una prima analisi sono sfuggiti.

Elementare Watson!

Alle volte però questi suggerimenti che dovrebbero servire da "aiuto in game" non si rivelano così efficaci, e probabilmente per delle lacune nella programmazione o semplici piccole ingenuità del codice conducono ad elementi inaccessibili (come ad esempio stanze ancora chiuse e inavvicinabili). Una volta trovate le prove è possibile, tramite l'apposita funzione all'interno del menu, procedere per deduzioni scegliendo tra varie soluzioni quella che risulta essere la più azzeccata sulla base di quanto trovato sulla scena e dagli elementi emersi dai dialoghi. Un valido sistema, anche se in realtà non è possibile incolpare la persona sbagliata o percorrere una strada completamente errata. La struttura delle deduzioni basata sul menu di gioco risulta un po' rigida e spezza il ritmo dell'avventura e non possiamo tralasciare il fatto che alle volte questi ragionamenti sono un po' forzati e risultano portati avanti un po' troppo a tentativi. A proposito dell'interfaccia di gioco ricordiamo che non esistono salvataggi automatici o check point di qualsiasi tipo ed è necessario ricordarsi di salvare entrando nel menu dedicato. Nel corso dell'avventura tutte le scene da analizzare vengono affrontate nei panni di Sherlock ma ogni tanto è possibile impersonare anche il dottor Watson, magari semplicemente per recuperare certi oggetti o per esaminare poche e semplici tracce. Ogni volta che i protagonisti vengono gestiti direttamente, il loro comportamento è allineato a quello che farebbe realmente il personaggio, mentre quando restano affidati alla CPU non aspettatevi niente di più che una banale compagnia.

Elementare Watson!

Le scene del crimine sono tutte affrontabili o in prima o in terza persona semplicemente premendo il tasto dedicato. Nel nostro giocato abbiamo decisamente preferito utilizzare la prima persona, sia per la velocità e l'immediatezza che quella impostazione garantisce, sia per il fatto che la visuale in terza persona mette in luce la legnosità delle animazioni dei personaggi. Una volta che vengono raccolti indizi sulla scena del crimine è possibile analizzarli uno per uno nel laboratorio e ci si trova quindi a muovere provette e pinzette alla ricerca di elementi per avanzare nell'indagine, in una sorta di CSI d'epoca. Le sfide da affrontare solitamente si risolvono nella ricerca degli indizi e poi nella soluzione di puzzle molto vari ma spesso fin troppo frustranti. Alle volte purtroppo scoraggiati dall'eccessiva difficoltà diventa necessario procedere a tentativi fino alla soluzione dell'enigma. In questi casi sarebbe di sicuro stato gradito una sorta di aiuto, magari tramite il personaggio di Watson, o comunque una qualche sorta di supporto o di alternativa valida.

Obiettivi Xbox 360

I classici 1000 punti sono divisi in 32 obiettivi che obbligano a giocare con attenzione ed intelligenza il titolo di Frogware Games. Non ci sono obiettivi particolarmente abbondanti ma tutti ruotano attorno ai 20, 30 punti di ricompensa, ciò significa che sarà necessario giocare più volte al Testamento di Sherlock Holmes per riuscire a recuperarli tutti e non è possibile seguire una sola linea guida per ottenere il bottino di 1000. Il gioco premia se non si usano troppi aiuti, ma al contrario un obiettivo è proprio quello che richiede di "consumare" tutti i suggerimenti dati dal sesto senso di Sherlock.

Tecnicamente deludente

Se dal fronte del gameplay, a parte qualche piccola lacuna, non si possono fare troppe critiche agli sviluppatori, dal punto di vista tecnologico i problemi ci sono e sono evidenti. È chiaro che questo genere di gioco non mette sotto pressione gli hardware per i quali è stato creato, siano Xbox 360, PlayStation 3 o PC, presentando poche scene dinamiche e per lo più rigidi ambienti all'interno dei quali si muovono con calma i pochi personaggi (non vedrete mai su schermo più di quattro o cinque soggetti). Proprio per questo le problematiche relative al frame rate e alla lentezza in certi caricamenti risultano decisamente inspiegabili. In un'avventura grafica la velocità di reazione può non essere un elemento necessario, ma di certo dover aspettare ogni volta qualche secondo per passare dall'analisi di un indizio ad un altro spezza più del dovuto il ritmo di gioco. I modelli poligonali dei personaggi sono stati creati nei dettagli e Watson e Sherlock sono realizzati con cura così come i vari co-protagonisti del titolo. Lo stesso non si può dire degli scenari che mano a mano si affrontano, non tanto per la credibilità e lo stile con il quale sono stati ricreati quanto per il dettaglio delle texture e la qualità grafica altalenante. I dialoghi sono stati realizzati decisamente bene, tutti in inglese, e offrono una buona recitazione. In nostro aiuto sono presenti i sottotitoli in italiano che presentano una buona traduzione.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
6.5
Lettori (26)
8.0
Il tuo voto

Le avventure grafiche sono da sempre un genere non adatto a tutti i giocatori. Il Testamento di Sherlock Holmes si rivela un buon prodotto che sfrutta nel modo corretto il fascino intrigante del personaggio creato da A. Conan Doyle. L'ambientazione riveste inoltre un ruolo decisamente importante dato che la Londra vittoriana della seconda metà del 1800 fa pensare immediatamente a omicidi oscuri alla Jack lo Squartatore e a complotti dietro ogni angolo. Il gameplay risulta discretamente vario tra indagini, analisi delle prove e interrogatori, il tutto guidato da una storia ben orchestrata e avvincente. Queste indubbie qualità purtroppo si scontrano con alcuni evidenti problemi, primo fra tutti il motore grafico incredibilmente limitato e secondariamente un livello di sfida a tratti troppo impegnativo che porta ad affrontare certi enigmi con il semplice intento di ripeterli fino al superamento. Un'occasione per provare una buona avventura grafica chiaramente influenzata dal grande fascino del suo protagonista, ad un prezzo ridotto rispetto agli standard ai quali siamo abituati.

PRO

  • Storia e ambientazione
  • Doppiaggio
  • Enigmi difficili...

CONTRO

  • ...ma troppo spesso finiscono per essere frustranti
  • Tecnicamente da rivedere