Non sarà stato avveniristico come Karateka, né avrà avuto la suggestività fiabesca di Prince of Persia, ma The Last Express condivide con le altre opere di Jordan Mechner lo stile affascinante e immaginifico del game designer newyorkese. Cambia tutto, basta un'occhiata alle immagini, ma nonostante il titolo faccia a meno delle acrobazie, dei combattimenti o della struttura 2D dei precedenti giochi di Mechner, si porta appresso l'enorme cura per la narrazione e per i suoi personaggi.
Peccato davvero che la qualità di un titolo non sempre sia apripista per il suo successo, e con lo scorso millennio che giungeva al termine, The Last Express si è giusto tolto la soddisfazione di diventare un piccolo cult tra gli appassionati di avventure grafiche, complice una sfilza di valutazioni positive da parte della critica. Quindici anni dopo, col primo Prince of Persia riproposto su iOS e un remake di Karateka in arrivo su XBLA, per l'autore sembra essere arrivato il momento di raccontare nuovamente del misterioso viaggio verso oriente.
Un bastimento carico carico di...
L'anno è il 1914, il palcoscenico è l'Orient Express, il celebre treno di lusso che da Parigi viaggiava verso la vecchia Costantinopoli. Con una scena d'intermezzo lunga pochi istanti si è subito lanciati in quinta nel giallo che fa da sfondo all'intera avventura: protagonista è Robert Cath, dottore statunitense ricercato per un presunto omicidio e che clandestinamente si è introdotto nel treno per incontrare un suo vecchio amico, Tyler Whitney. Il colpo di scena non tarda ad arrivare, e raggiunta la sua cabina, Robert trova il cadavere insanguinato di Tyler.
L'assassinio dell'amico accende così la miccia per una storia fatta di intrighi, segreti e complotti, in cui l'utente ha il doppio compito di scoprire quale dei passeggeri è l'assassino e qual era il motivo tanto urgente per cui era stato convocato sull'Orient Express. Per farlo bisogna così mescolarsi tra le persone, interagire con loro e interrogarle, a volte entrando di soqquatto nelle loro cabine o incontrandole nei corridoi del treno. Con The Last Express Mechner ha raggiunto una lunga serie di traguardi, ma sono sicuramente due quelli che, oggi come nel '97, colpiscono più a fondo. A seguito di evidenti ricerche e studi, l'autore è riuscito a ricreare uno spaccato estremamente credibile della società europea alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e delle forze che erano in ballo: dal gentiluomo britannico alla musicista austriaca, passando per un ufficiale serbo, un anarchico russo e un venditore d'armi tedesco; se si contano controllori e passeggeri di minore importanza ai fini della trama, si arriva facilmente a una trentina di personaggi, ma ognuno è caratterizzato da un profilo e una personalità unici.
Mentre chiacchierano tra di loro li si sente parlare in tedesco, in francese, in russo o in serbo, e a seconda che Robert conosca o meno la loro lingua, i vari dialoghi sono sottotitolati in italiano. Non si tratta però di stereotipi, e anzi con l'avanzare nella trama emergono tutti i retroscena e le verità di ciascuno dei personaggi chiave. Il secondo strike Mechner lo ha fatto nel riuscire a trasmettere in maniera pressoché perfetta le mille sensazioni che si provano viaggiando in treno; è un tessuto fatto di sottigliezze, di dettagli che può apprezzare solo chi si sposta spesso stando seduto in un vagone, magari chi fa il pendolare, chi di tanto in tanto passa la nottata in una cuccetta o chi semplicemente è affascinato da questo mezzo di trasporto tanto romanzato. Certo, viaggiare in una lussuosa carrozza all'inizio del Ventesimo secolo doveva essere ben diverso che prendere un treno regionale al giorno d'oggi, in Italia, così come differenti erano le convenzioni sociali tra i passeggeri.
Eppure gli habitué noteranno di sicuro quelli che a livello umano sono da sempre i punti fermi di un viaggio in treno: da quei soggetti fin troppo socievoli a chi invece evita di incrociare lo sguardo standosene sempre sulle sue, da chi si arrabbia se viene infastidito al controllore, sempre attento e cordiale ma costantemente pronto a rimproverare chi non si comporta a modo, da chi lascia il proprio scompartimento per accendersi una sigaretta nella carrozza fumatori fino a quel bambino petulante che gira chiassosamente nel vagone mentre la mamma cerca inutilmente di calmarlo. L'impressione di trovarsi a viaggiare in un treno vero è rafforzata da quello che era uno degli aspetti più caratteristici del gioco originale: l'intero viaggio da Parigi a Costantinopoli avviene in tempo reale, il che non vuol dire che il gioco duri tre giorni (il tempo che impiega l'Orient Express ad arrivare a destinazione), ma che determinati eventi scattano solo in precisi momenti e a orari specifici. Può ad esempio capitare di avere un appuntamento nel vagone ristoro a ora di cena, oppure che alcuni passeggeri debbano lasciare il treno in mattinata, o ancora che la signorina Wolff si esibisca in un lungo concerto per intrattenere i presenti; le azioni dell'utente possono influenzare in maniera più o meno evidente l'agenda dei personaggi e le azioni che svolgono, ma in generale è sempre buona prassi controllare l'orologio e avere sempre tutto sotto controllo. Ogni situazione viene raccontata attraverso una riuscitissima alchimia estetica, che combina lo stile artistico dell'art nouveau all'utilizzo della rotoscopia, tecnica digitale già utilizzata da Mechner in Karateka e Prince of Persia e successivamente ripresa da produzioni televisive e cinematografiche come A Scanner Darkly.
Treno fuori controllo!
The Last Express di rattoppi non ne aveva bisogno, e non è un caso che il lavoro di rifinitura di questo porting si sia limitato a poche aggiunte. DotEmu, il team che si è occupato della versione iOS del gioco, ha infatti soltanto integrato qualche elemento di contorno, come la possibilità di sbloccare obiettivi o di riguardarsi in qualsiasi momento le scene d'intermezzo.
Più sensata è un'inedita galleria nella quale si sbloccano le biografie dei personaggi man mano che si interagisce con loro, ma probabilmente la novità più importante riguarda un sistema di suggerimenti dinamici "a strati", che permette di ricevere indizi più o meno vaghi a seconda di quante volte si preme un tasto a schermo. Dove DotEmu ha fallito clamorosamente è stato invece nel compito di adattare e ammodernare l'interfaccia di gioco per renderla godibile anche sullo schermo touchscreen di iPad: in particolare il sistema di controlli si dimostra assai carente e impreciso, rendendo fin troppo difficile spostarsi da una schermata all'altra; questo vale sia per le situazioni più banali che per quelle un po' più intricate, e anche il semplice voltarsi di 180° per uscire dal proprio scompartimento può richiedere in alcuni casi diversi tentativi.
Attraversare i corridoi in cerca della cabina giusta diventa un procedimento assai meccanico, e ovviamente a farne maggiormente le spese è l'interazione con lo scenario quando bisogna risolvere degli enigmi. È davvero assurdo quanto possa rivelarsi frustrante spostarsi all'interno di un treno la cui geografia si limita a una serie di corridoi e scompartimenti, col rischio magari di restare bloccati per svariati secondi o di perdere l'orientamento all'interno di una toilette. Sia chiaro, non si tratta di un difetto che rovescia completamente la valutazione dell'opera, ma è chiaro che condiziona in negativo parte dell'esperienza, non permettendo neanche al giocatore più paziente di immergersi completamente nell'avventura e apprezzare spensieratamente il lavoro enorme e impeccabile fatto da Mechner.
Conclusioni
Nel raccontare la vigilia della Prima Guerra Mondiale con una trama di stampo chiaramente hitchcockiano, The Last Express si dimostra un'esperienza come poche: affascinante, visionario e coinvolgente, in grado anche dopo quindici anni di stupire per alcune idee originali, una grande cura per i dettagli e una ricercatezza estetica notevole. In particolare, il modo con cui emerge la personalità di ogni personaggio, le differenze sociali e l'interazione con ciascuno di loro è qualcosa che raramente il genere è stato in grado di offrire alla stessa maniera. Giocarlo su PC resta forse la scelta migliore, ma nonostante gli evidenti problemi nel sistema di controllo, anche la versione iPad rappresenta un acquisto consigliato per tutti gli appassionati di avventure grafiche che non vogliono far mancare al proprio bagaglio culturale un magnifico viaggio.
PRO
- Artisticamente eccelso
- Personaggi estremamente dettagliati
- Lo scorrere del tempo aggiunge sfida
- Un magnifico viaggio in treno...
CONTRO
- ...che però deraglia nei controlli