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Ravensword: Shadowlands, recensione

Dopo oltre tre anni arriva su App Store il seguito di Ravensword, uno dei primi e ambiziosi RPG per dispositivi mobile

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   10/01/2013
Ravensword: Shadowlands
Ravensword: Shadowlands
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Nonostante le dimensioni ridotte del team e i limiti tecnologici di smartphone e tablet, lo sviluppatore statunitense Crescent Moon Games ha sempre ambito a ricreare un'esperienza ruolistica quanto più vicina possibile a capisaldi come Gothic e The Elder Scrolls. Il debutto su App Store con Ravensword: The Fallen King venne accolto in maniera entusiasta dalla critica e dal pubblico, ma col senno di poi è facile ipotizzare che buona parte del merito andasse soprattutto alla mancanza di alternative di rilievo nel genere dei GDR occidentali.

Ravensword: Shadowlands, recensione

Tre anni dopo, con tecnologie più avanzate e un know-how nettamente superiore, Crescent Moon Games riporta gli utenti iOS nell'universo di Ravensword con il seguito diretto di The Fallen King. Fin dalle prime missioni ci si rende conto di come Ravensword: Shadowlands sia un gioco molto più vasto, completo e tecnicamente superiore rispetto al primo capitolo, ma con l'arrivo di grandi nomi su App Store e le aspettative sempre maggiori di chi gioca su iPhone e iPad, siamo sicuri sia sufficiente?

Una ravenstone per ghermirli...

Il canovaccio narrativo di Shadowlands non spicca certo per originalità e voglia di osare: il giocatore viene catapultato nel regno di Tyreas mezzo secolo dopo gli eventi narrati in The Fallen King, stavolta nei panni dell'unico sopravvissuto alla sanguinosa Guerra di Heronmar. Pensare a un colpo di fortuna sarebbe troppo facile, e così il protagonista parte per un'avventura nel tentativo di scoprire perché, fondamentalmente, non ci ha lasciato le penne. Pochi minuti e l'arcimago di turno invia l'utente a cercare le Ravenstone, reliquie che sono nascoste in ogni angolo del regno e che indicano la strada che conduce alla leggendaria spada Ravensword. Prevedibilmente ci si fa strada attraverso una serie di quest e missioni secondarie incollate assieme da poteri magici e antiche profezie, ma il tutto soltanto dopo aver creato il proprio alter-ego con un editor molto simile a quello degli ultimi The Elder Scrolls.

Ravensword: Shadowlands, recensione

Non appena si lascia la città di Aven e si comincia a viaggiare nell'Overworld è evidente come uno dei principali obiettivi degli sviluppatori fosse quello di offrire un'esperienza molto più vasta di quella avuta in The Fallen King e Aralon. I passi avanti si notano soprattutto nel numero e nella varietà di ambientazioni presenti, ma sfortunatamente non ci si trova mai davanti a dungeon davvero elaborati, e nel complesso non ci si scrolla mai di dosso la sensazione di seguire un percorso assai lineare. Il problema è la mancanza di sorprese e imprevisti in cui imbattersi mentre ci si sposta da un posto all'altro: di luoghi nascosti ce ne sono relativamente pochi e molte aree non sono altro che desolate lande con qualche rara creatura lasciata qua e là. Sia chiaro, di tanto in tanto ci si imbatte in panorami d'effetto e l'impatto visivo nel complesso è molto buono, ma alle texture altalenanti si affianca un effetto pop-in assai fastidioso.

...e nel bug incatenarli

Rispetto al primo Ravensword, Shadowlands si presenta insomma più vasto e più sfarzoso, con il giocatore che può personalizzare la specializzazione del personaggio sia attraverso l'albero delle abilità, sia distribuendo punti esperienza per migliorarne le caratteristiche. Come in The Elder Scrolls, inoltre, la capacità di combattere con un tipo di arma aumenta man mano che la si utilizza, e lo stesso vale per gli incantesimi, per le parate o per gli spostamenti furtivi. La possibilità di decidere con una certa libertà se potenziare la forza fisica, la costituzione, la salute o il vigore era una delle principali mancanze del primo Ravensword, ed è apprezzabile come Crescent Moon Games abbia voluto ascoltare gli appassionati e correre ai ripari.

Ravensword: Shadowlands, recensione

Quello che lascia però a bocca aperta è il modo in cui gli sviluppatori sembrano aver ignorato tutte le restanti critiche ricevute da The Fallen King. Ancora una volta orientarsi nel regno di Tyreas è tutt'altro che facile: la mappa dà solo delle indicazioni generali e in alcuni casi, soprattutto per via di passaggi poco visibili, si finisce per girare a vuoto senza riuscire a trovare il percorso corretto. Il sistema di combattimento è poco coinvolgente e si limita alla continua pressione del tasto attacco: consumare l'energia ad ogni fendente e ad ogni incantesimo rende necessario un minimo di strategia, ma il tutto è reso inutile da una mediocre intelligenza artificiale. In alcuni casi le creature nemiche non riescono nemmeno ad avvicinarsi al giocatore, restando bloccate se nel mezzo c'è un particolare ostacolo e diventando così un facile bersaglio per frecce e palle di fuoco. È un peccato enorme, soprattutto dal momento che il team di sviluppo ha provato a creare diverse situazioni emozionanti, come la battaglia contro un branco di enormi dinosauri in una palude, combattimenti all'arma bianca sui tetti della città o la possibilità di cavalcare uno pterodattilo. Sebbene l'ultimo aggiornamento abbia risolto qualche problema e introdotto la possibilità di personalizzare i controlli, Ravensword: Shadowlands resta ancora un gioco rozzo e pieno di piccoli e grandi problemi, che partono dalla macchinosità nel raccogliere i loot all'incapacità di introdurre il giocatore a molti elementi chiave, come il potenziamento degli oggetti attraverso le rune o la necessità di nutrirsi per non ricevere malus temporanei.

Conclusioni

Versione testata: iOS (1.1)
Terminale utilizzato: iPad 2
Prezzo: 5,99€
Multiplayer.it
ND
Lettori (3)
7.3
Il tuo voto

L'incontro con un gigantesco Carnosauro bloccato dietro a un tronco d'albero riassume tristemente la nostra esperienza con Ravensword: Shadowlands. L'esaltazione iniziale nell'esplorare un mondo fantasy vasto e pieno di nemici interessanti lascia il posto al disappunto di un'intelligenza artificiale carente, numerose imperfezioni tecniche e un regno che offre ben poche sorprese. Forse Shadowlands è quanto di più vicino a un The Elder Scrolls in miniatura, ma è indubbio che la qualità media dei giochi per smartphone e tablet stia sempre più aumentando: i giocatori, ne siamo sicuri, sono stanchi di avventure povere, rozze e senza una personalità propria.

PRO

  • Visivamente d'impatto
  • Buona personalizzazione del personaggio
  • Un mondo più vasto e vario...

CONTRO

  • ...ma con poche sorprese
  • Trama assai banale
  • Svariati bug e imperfezioni grafiche
  • Sistema di combattimento superficiale