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Virus informatici

Un gameplay antico e qualche spunto basterà a far decollare Retrovirus? Forse no...

RECENSIONE di Luca Olivato   —   08/02/2013
Retrovirus
Retrovirus
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Si attendeva sicuramente di raccogliere qualche finanziamento in più lo sviluppatore yankee Cadenza Interactive, soprattutto dopo il buon successo di critica e pubblico di Sol Survivor, un istrionico tower defense uscito nel marzo del 2010. Invece la casa di Orange Country, in California, non è riuscita a raggiungere neppure la metà dei 75.000 dollari che si era prefissata di ottenere tramite il sempre più presente Kickstarter. Per fortuna in aiuto è arrivato il facoltoso neozelandese Chris "Mobius" Davies, un vero e proprio fanatico di Descent 3, l'immortale sparatutto a cui il qui recensito Retrovirus è ben più che ispirato, che ha permesso al team capitanato dal coraggioso Spencer Roberts di concludere la fase alpha e di arrivare, seppur con tre mesi di ritardo, all'appuntamento con i maggiori store digitali (naturalmente Steam, ma anche Desura e GameStop).

Sei sfumature di libertà

Si tratta quindi di un FPS "6DoF", acronimo che indica la possibilità di muoversi sui tre assi dimensionali: tanta libertà di movimento, ripresa recentemente da un'altra produzione indie (Miner Wars 2081 della praghese Keen), può spaventare i giocatori meno "hardcore" ed è per questo motivo che i programmatori hanno deciso di abilitare di default l'auto-roll, ossia di impedire che l'astronave possa ruotare su sé stessa:

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per ottenerne il pieno controllo bisognerà pertanto spuntare la poco visibile opzione nel menù di configurazione. I retrovirus in informatica sono quei virus che riescono a disabilitare firewall e antivirus lasciando esposto il computer ad ogni tipo di minaccia, proprio come è accaduto al software all'interno del quale si svolge l'azione. Prendendo ispirazione da Portal e da Tron, senza dimenticarsi della commistione tra hi-tech e materiale organico rispolverata in pompa magna da Quake III Arena, con innumerevoli noduli viola che infestano metri quadri di pareti, gli sviluppatori californiani mettono il giocatore al comando di una astronave/tool (Agent) deputata a debellare l'infezione dal sistema operativo. I controlli si lasciano padroneggiare velocemente: all'accoppiata WASD più mouse è demandato il solito compito gestire i movimenti, mentre i tasti Maiusc SX e Spazio servono per variare l'altezza di volo. Meritano una menzione sia il pulsante destro del mouse, che serve per accelerare, sia il tasto F, con il quale si attiva uno scanner il cui scopo primario è quello di evidenziare la posizione di nemici e altri oggetti sensibili all'interno dell'area, ma che può essere combinato con le armi per ottenere delle esplosioni particolarmente efficaci.

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Queste ultime si suddividono nel canonico arsenale che prevede l'equivalente di fucili a pompa, pistole laser, mitragliatori et similia: peccato che nessuna riesca a restituire una soddisfacente sensazione di potenza distruttiva. Le munizioni si rigenerano automaticamente, mentre bisogna prestare costante attenzione a non sprecare un colpo, considerata la facilità con cui si surriscaldano diventando temporaneamente inutilizzabili. La struttura di gioco è basilare: sarà sufficiente distruggere ogni minaccia che si annida all'interno delle location, risolvendo di tanto in tanto qualche rompicapo che raramente va oltre al classico "trova-la-chiave-e-apri-la-porta". L'azione tende a diventare più coinvolgente con l'avanzare dei livelli: inizialmente infatti bocche da fuoco e mobilità del mezzo sono limitate, ma eliminando le parti di codici infette si accumulano "kilobyte" che permettono di potenziare svariati aspetti dell'astronave, dalla velocità di movimento, al rateo di fuoco, alla resistenza degli scudi e via discorrendo.

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La struttura dei livelli è, si passi il termine, estremamente "lineare" e ripetitiva: nella situazione tipica, dopo aver debellato la stanza dagli avversari, bisognerà infilarsi in "tubi" (memorabili alcune sequenze) che permetteranno di raggiungere la location successiva e così via fino al completamento della mappa; di tanto in tanto sarà richiesto di tornare sui propri passi (il famoso backtracking) dopo aver raccolto oggetti che consentono di sbloccare portali inizialmente chiusi, ma non c'è nulla che richieda un attento studio dell'ambiente circostante. L'esplorazione dei livelli è resa più interessante non solo dalla presenza di power-up di svariata natura ma anche di e-mail cestinate che aiutano a capire i motivi dell'infezione che sta minacciando il sistema. Non mancano chicche sparse qua e là che fanno apprezzare un buon lavoro di sceneggiatura.

Diecimila sfumature di viola

Il grado di sfida è tuttavia innalzato dalla psichedelica palette cromatica adottata dai designer: spesso e volentieri i nemici si mimetizzano (involontariamente) con parti dello scenario, rendendo ancora più complicato il compito del giocatore, già alle prese la sopraccitata penuria di munizioni. Il motore di gioco svolge il proprio lavoro senza infamia né lodo: certo si nota una certa scarsità di poligoni e più in generale una povertà di effetti speciali che avrebbero potuto dare a Retrovirus una marcia in più, ma per i quali probabilmente sarebbero serviti maggiori investimenti. Quantomeno anche sistemi non propriamente all'avanguardia non avranno problemi a gestire il titolo anche al massimo del dettaglio.

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Quello che convince di meno è invece il level design: come già scritto, scelte cromatiche e ripetitività delle mappe (tutte troppo simili tra loro) non sono scevre da critiche, ma ciò che maggiormente latita è una direzione stilistica coinvolgente e in grado di restituire l'impressione di trovarsi all'interno di un sistema operativo; non si chiedeva a Cadenza di reinventare il mito di Tron, ma almeno di mettere sul piatto qualche idea interessante che potesse rappresentare un valore aggiunto all'esperienza di gioco. Analoghe considerazioni per l'apparato audio, con una colonna sonora che viene ben presto a noia e una serie di campionamenti già sentiti in mille altre produzioni e comunque poco efficaci. Sul fronte multiplayer l'offerta si presenta completa per una titolo a basso costo: c'è un'apprezzabile modalità cooperativa che permette a due giocatori di completare la lunga campagna principale e quella competitiva in cui possono sfidarsi sino a 16 utenti; purtroppo la gioventù del progetto ci ha impedito di trovare server popolati (l'unico spesso attivo è proprio quello del maggior finanziatore, Mobius), pertanto il giudizio su deathmatch e team deathmatch rimane in sospeso.

Conclusioni

Prezzo: 18,99€
Digital Delivery: Steam
Multiplayer.it
6.5
Lettori (7)
7.1
Il tuo voto

Retrovirus è un discreto FPS che cerca di riportare in auge uno schema di gioco ostico come quello di Descent. Qualche buona idea non gli permette tuttavia di uscire dalla mediocrità e di rendersi appetibile solo per gli affamati delle tre dimensioni, considerando che l'offerta in questa particolare nicchia di mercato è molto limitata.

PRO

  • Struttura di gioco solida
  • Buona longevità della campagna single player
  • Interessante l'idea dei potenziamenti

CONTRO

  • Design poco ispirato
  • Livelli ripetitivi
  • Multiplayer ancora acerbo

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7 2600k
  • RAM 16 GB
  • Scheda NVIDIA GeForce GTX 580

Requisiti minimi

  • Windows XP, Windows Vista, o Windows 7
  • Processore 2.0 GHz dual-core CPU
  • RAM 2GB
  • HDD 1.5 GB
  • Scheda video NVIDIA GeForce 8800 GT, AMD Radeon HD 2900