Il caporale Winter era nervoso. Dopo aver ricevuto una richiesta d'aiuto dalla USS Sulaco, i Colonial Marine avevano raggiunto la nave e stavano procedendo alla ricerca di eventuali sopravvissuti, ma fin dall'inizio l'operazione si era rivelata difficile e le prime squadre inviate non avevano fatto ritorno. Winter aveva il compito di osservare e riferire tutto ciò che vedeva al suo superiore, il capitano Cruz; ma "vedere" era una parola grossa, nella fitta oscurità che avvolgeva i corridoi della Sulaco, e che le torce a malapena fendevano. La cosa inquietante però, è che non c'era solo il buio ad attendere lui e i suoi compagni. Avrebbe giurato di aver visto qualcosa muoversi e sibilare in modo sinistro, qualcosa di grosso ma al contempo rapido e sfuggente come un lucertola.
L'unica cosa che poteva fare era concentrarsi sulla missione e sperare che tutto andasse per il meglio, ma la vista di alcuni cadaveri con uno strano foro nel torace non prometteva nulla di buono. Si può certamente parlare di uno sviluppo travagliato per Aliens: Colonial Marines: SEGA e Gearbox Software avevano annunciato nel lontano 2006 di essere al lavoro su un progetto legato al franchise Aliens, rivelandone due anni dopo il titolo ufficiale. I lavori sono andati avanti a rilento per vari motivi, dunque quello che ci viene consegnato oggi è, similmente a Duke Nukem Forever, un first person shooter un po' fuori dal tempo. La trama si pone come un sequel diretto del film "Aliens: Scontro Finale" come avrete capito dalle prime righe dell'introduzione, e ci vede vestire i panni del caporale Christopher Winter durante un'operazione di soccorso dei Colonial Marine nei confronti dell'equipaggio della USS Sulaco, la nave su cui si trovavano Hicks, Ripley, la piccola Newt e l'androide Bishop.
Dalle fottute pareti
La campagna di Aliens: Colonial Marines è composta da undici livelli e può essere completata nel giro di circa cinque ore, il che ci è sembrato decisamente poco anche rispetto a quanto fatto nel 2010 da Rebellion con Aliens Vs. Predator. L'azione si svolge all'interno di differenti scenari, dalla già citata Sulaco alla superficie di LV-426, la luna che fa da sfondo alle prime scoperte del film "Alien", e il nostro personaggio viene quasi sempre accompagnato da altri marine, elemento questo strettamente legato alla possibilità di giocare la campagna in modalità multiplayer cooperativa per quattro giocatori (vedi box sul comparto online).
È bene precisare però, che Gearbox non ha inteso la presenza di alleati come una scusa per "scriptare" in modo completo lo svolgimento delle missioni, con i compagni che vanno avanti e noi che dobbiamo seguirli senza fare il minimo ragionamento su dove andare e cosa fare. No, per fortuna questa interpretazione ci è stata risparmiata in favore di un approccio più solido e tradizionale, in cui sta a noi operare le scelte e dettare la linea, per poi godere dell'eventuale supporto degli alleati di turno. E così eccoci a saldare o dissaldare delle porte, proprio come si vedeva nel sequel diretto da James Cameron, a disattivare torrette automatiche trovando il percorso migliore per non farci sparare contro e ad utilizzare il celebre rilevatore di prossimità per determinare la presenza di nemici nei dintorni. Quest'ultima feature purtroppo non è stata implementata nel migliore dei modi, nel senso che dopo qualche esperimento ci troveremo a riporre il dispositivo e a fidarci unicamente del "beep" emesso quando c'è un segnale molto vicino. Diverso sarebbe stato il discorso se gli Xenomorfi avessero spesso approfittato dei canali di areazione per coglierci di sorpresa, ma visto che nella maggior parte dei casi la loro presenza è ben visibile, l'uso dello scanner si limita al puro fan service.
Versioni a confronto
Abbiamo testato il gioco nelle versioni PC e Xbox 360, notando alla fine dei conti poche differenze al di là della maggiore risoluzione e di un frame rate che, nella configurazione di prova, mantiene senza problemi i 60 frame per secondo con tutti i parametri al massimo. Come accennato nel corpo della recensione, Aliens: Colonial Marines purtroppo non supporta le DirectX 11 e le opzioni video disponibili sono relativamente limitate: si può selezionare la risoluzione, attivare o meno la sincronia verticale e l'FXAA (unico antialiasing disponibile), quindi eventualmente scalare il campo visivo e il livello di dettaglio di texture, sfondo e ombre per ottenere maggiore fluidità su PC meno potenti. La versione per computer supporta nativamente il controller per Xbox 360 e il layout dei comandi è identico a quello sulla console Microsoft, ma ovviamente si può usare anche il binomio mouse / tastiera. Su Xbox 360 il frame rate è ancorato ai 30 FPS e la risoluzione è 720p, ma in termini di dettaglio e campo visivo non c'è affatto un abisso, anzi cogliere le differenze si rivela spesso difficile.
Voglio presentarti un mio amico personale
C'è sicuramente una certa progressione nella storia che ci viene raccontata da Aliens: Colonial Marines, seppure le situazioni siano fondamentalmente quelle che un qualsiasi fan della serie si aspetta di vedere. Anche sul fronte degli avversari: si passa dai "ragni" agli Xenomorfi classici, dalle varianti prive di vista a quelle che sputano acido da lontano, per finire con gli esemplari più grossi e pericolosi, regina inclusa. In mezzo ci sono poi anche i mercenari al soldo della Weyland-Yutani, la mega corporazione interessata a studiare gli alieni per cercare di controllarli e farne un'arma. È un peccato che il medesimo approccio non sia stato dedicato alla gestione delle armi, che non solo ci vengono assegnate in modo confuso ma senza neppure la dovuta valorizzazione.
Cerchiamo di spiegarci meglio: la dotazione di base del nostro marine è composta da un fucile a impulsi (dotato dello stesso, identico effetto sonoro del film "Aliens", per la cronaca), da un fucile a pompa, da una pistola di servizio e da una granata. Il quadruplo slot tradizionale di molti FPS insomma, che però ben presto si arricchisce di alcune varianti: fucile d'assalto, fucile da battaglia, mitragliatrice, fucile tattico e pistola d'assalto. Ognuna di queste armi può essere potenziata accedendo all'apposita schermata, sostituendo il mirino di default con un red dot e modificando l'appendice per consentirle di ospitare un lanciafiamme piuttosto che un lanciagranate, e così via. Il problema è che affrontando la campagna al livello di difficoltà "normale" (ce ne sono quattro in tutto) non solo non siamo mai rimasti senza proiettili, ma neppure abbiamo sentito l'esigenza di provare tutte le armi a disposizione. Non abbiamo mai lanciato una granata, né ci siamo ritrovati a usare la pistola se non nelle sequenze in cui uno Xenomorfo "esploratore" ci piomba addosso e, da terra, apriamo il fuoco con la prima cosa a portata di mano. È ovvio che si tratta di un problema di design quando hai una certa quantità di armi, singolarmente più che valide e dotate di una discreta "personalità", ma non sproni in alcun modo il giocatore a provarle, non crei situazioni in cui sia necessario "arrangiarsi" e dunque magari scoprire i vantaggi di una determinata mitragliatrice piuttosto che del fucile a pompa.
Le modalità multiplayer
Il comparto online di Aliens: Colonial Marines comprende una modalità multiplayer cooperativa per quattro giocatori e quattro modalità competitive per un massimo di dieci giocatori: "Partita Mortale", "Sterminio", "Fuga" e "Sopravvissuto". L'offerta è per molti versi simile a quella di Left 4 Dead: nelle modalità competitive si può entrare nella squadra dei marine oppure in quella degli Xenomorfi, e in quest'ultimo caso è possibile selezionare la tipologia di alieno (soldato, spitter e lurker), ognuna dotata dei propri attacchi speciali. Il problema sono i numerosissimi glitch e il lag estremo che abbiamo riscontrato durante le partite, e che in particolare rende arduo giocare con gli Xeno. Molto meglio la modalità cooperativa, che specie al massimo livello di difficoltà può rappresentare un extra di valore rispetto alla campagna in single player.
Decolliamo e nuclearizziamo
In apertura abbiamo definito il nuovo titolo di Gearbox Software come un first person shooter un po' fuori dal tempo, e tale descrizione si rivela particolarmente calzante se andiamo ad analizzare il comparto tecnico del gioco; a maggior ragione se consideriamo la versione PC e la confrontiamo con quella per Xbox 360, visto che abbiamo testato entrambe.
Colonial Marines gira su di una versione modificata dell'Unreal Engine 3, denominata "Red Ring" e dotata di un sistema di illuminazione avanzato. La resa delle luci e delle ombre è in effetti più che buona e il level design aiuta in tal senso, alternando scenari completamente bui ad altri in cui ci sono poche fonti di luce. Purtroppo, però, i punti di forza terminano qui e lasciano spazio a un bel po' di perplessità, in primis per quanto concerne la qualità dei modelli poligonali e il grado di "rifinitura" generale. Al di là di particolari come le compenetrazioni e il simpatico bug del soldato nemico che diventa gigantesco manco fosse Ultraman (vedi immagine), non siamo assolutamente al livello delle ultime produzioni su console e, in ambito PC, il confronto con un certo Crysis 3 è impietoso.
Stiamo parlando di generazioni differenti, davvero. Che Gearbox abbia lavorato su Xbox 360 e PlayStation 3 per poi convertire su PC appare palese anche dalla mancanza di opzioni avanzate per la grafica, laddove il già citato Aliens Vs. Predator supportava le DirectX 11 e la tessellation, ma non solo: nonostante sia uscito tre anni fa, il titolo Rebellion vantava animazioni più convincenti (specie sul fronte degli Xenomorfi) e curava in modo sostanzialmente migliore le sequenze di morte, che in Colonial Marines sono davvero raffazzonate, con una patetica schermata grigia in stile telecamera di sorveglianza. Per fortuna è stato fatto di meglio per il comparto audio, che vanta non solo le musiche originali del film e, come già detto, diversi effetti che i fan riconosceranno subito, ma anche un doppiaggio in italiano molto ben fatto, a parte qualche piccola sbavatura (e una particolare scelta poco felice, ma non vogliamo anticiparvi nulla).
Conclusioni
Ci aspettavamo di più da Aliens: Colonial Marines, questo è chiaro. Il gioco ha del potenziale e non è "scriptato" come alcuni recenti FPS, ma allo stesso tempo soffre per via di mancanze tutt'altro che marginali. Stiamo parlando della campagna in single player, breve e mal bilanciata, dell'arsenale che non viene adeguatamente valorizzato e infine di una realizzazione tecnica ben al di sotto degli standard attuali, fatta di modelli poligonali "old gen" e priva di quei particolari (le sequenze di morte, le animazioni di raccordo) che fanno capire quando una produzione non è ben rifinita. È il problema di quei videogame che affrontano qualche difficoltà durante lo sviluppo e arrivano sul mercato in netto ritardo, portandosi dietro idee e contenuti ormai "vecchi".
PRO
- Il franchise mantiene il proprio fascino
- Gameplay discreto
- Molto buono il doppiaggio in italiano
CONTRO
- Tecnicamente indietro, specie su PC
- Campagna troppo breve e mal bilanciata
- Armi ed equipaggiamento poco valorizzati
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore AMD Phenom II X4 955
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 8
Requisiti minimi
- Processore Intel Dual Core da 2 GHz
- 2 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce 8500, ATI Radeon HD 2600
- 20 GB di spazio libero su hard disk
- Sistema operativo Windows XP SP3
Requisiti consigliati
- Processore Intel Quad Core da 2,3 GHz
- 2 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti, ATI Radeon HD 5850
- 20 GB di spazio libero su hard disk
- Sistema operativo Windows XP SP3, Windows Vista, Windows 7