Cosa fareste nel caso in cui si verificasse davvero un'invasione di zombie? Di certo ci avrete pensato qualche volta, fantasticando sulle soluzioni migliori da adottare per non finire sbranati dai non-morti ma, al contempo, cercando di salvare quanti più amici e parenti possibile. Barricarsi in casa, sbarrare porte e finestre pregando che le provviste bastino il più a lungo possibile? Oppure tentare la fuga verso un ipotetico luogo sicuro, riempiendo l'auto di persone e beni di prima necessità, ma con la costante paura che il carburante possa finire a metà strada? È esattamente questa la situazione descritta in The Walking Dead: Survival Instinct, tratto dalla serie televisiva prodotta da AMC e dunque non direttamente dal fumetto di Robert Kirkman, come invece accaduto per l'eccellente adventure a episodi di Telltale Games.
Nel gioco non avremo a che fare con il cast completo del telefilm, bensì soltanto con Daryl e Merle Dixon, visto che gli eventi narrati si pongono come un vero e proprio prequel, illustrandoci cosa stavano facendo i due fratelli quando si è verificata l'invasione. Daryl, che è il personaggio che controlliamo, era impegnato in una battuta di caccia insieme a suo padre e ad alcuni amici, nel mezzo del bosco, quando gli zombie hanno fatto la propria comparsa. Le prime sequenze da questo punto di vista sono simboliche di quella che poi si rivelerà essere la filosofia alla base del titolo sviluppato da Terminal Reality. Vestiremo infatti i panni del padre di Daryl e Merle, armati di un fucile da caccia, ma verremo rapidamente sopraffatti dai non-morti. Dopodiché ci ritroveremo a controllare Daryl, in fuga insieme all'unico sopravvissuto della comitiva, con l'obiettivo di recuperare Merle che nel frattempo è rinchiuso nelle prigioni di un commissariato a qualche decina di chilometri di distanza. Sarà questa la soluzione giusta? Poco importa: tra fratelli bisogna aiutarsi.
Survival horror
Le prime immagini di The Walking Dead: Survival Instinct avevano magari fatto pensare a un titolo orientato verso l'azione pura, uno sparatutto vecchio stile in cui far saltare la testa a centinaia di zombie spostandoci da una location all'altra, ma la realtà è ben diversa. Il gioco si presenta infatti come un survival horror in prima persona, che ci sprona a camminare silenziosamente piuttosto che a fare rumore, a utilizzare le armi con saggezza e parsimonia anziché lanciandoci all'attacco.
Le mandrie di non-morti sono infatti terribilmente numerose e affrontarne più di uno alla volta si rivela spesso fatale, dunque bisogna usare l'astuzia e qualche espediente (ad esempio il lancio di una bottiglia vuota per fare un po' di rumore e distogliere l'attenzione dei nemici) anche solo per passare da una zona all'altra dello scenario. Daryl può esplorare i livelli alla ricerca di armi bianche o da fuoco, munizioni, provviste e carburante, ma l'inventario è limitato e ad un certo punto dovremo scaricare parte di ciò che abbiamo raccolto nel bagagliaio dell'auto che stiamo usando per spostarci da una città all'altra, prima con l'obiettivo di recuperare Merle e poi di trovare insieme a lui un qualche luogo sicuro. Si tratta di concetti interessanti, come peraltro l'uso di "regole di ingaggio" orientate al realismo, con gli zombie che possono essere eliminati solo fracassandogli il cranio ma che molte volte riescono a prenderci alle spalle di sorpresa, sollevandosi da quello che sembrava uno stato passivo e avvicinandosi senza fare rumore. Quando il nostro personaggio viene afferrato, l'unica possibilità di sopravvivere è cercare di inquadrare la testa del non-morto e premere il grilletto destro per infilzarla con il coltello da caccia, ma si tratta di una pratica ostica, soprattutto quando i nemici sono tanti. È interessante anche la resa delle armi, che a seconda dell'entità richiedono più o meno colpi per togliere di mezzo un morto vivente: quattro fendenti con il coltello, tre colpi con il tubo, uno solo con il martello da demolizione, ma bisogna considerare il timing per non andare a vuoto ed esporsi a un letale contrattacco.
Obiettivi Xbox 360
I cinquanta Obiettivi di The Walking Dead: Survival Instinct si ottengono completando le varie missioni ma anche e soprattutto eseguendo azioni particolari: dire addio a un passeggero, eliminare quattro zombie di fila durante un "abbraccio", visitare un certo numero di location non segnate sulla mappa, trovare e utilizzare tutti i veicoli disponibili e così via.
Buone idee male implementate
Abbiamo detto che i concetti alla base di The Walking Dead: Survival Instinct sono tutt'altro che malvagi. Il punto però, è come questi elementi siano stati implementati, e la risposta purtroppo è molto sintetica: male. L'impressione che si ha giocando è che gli sviluppatori si siano limitati a mettere sul tavolo degli argomenti senza però svilupparli in alcun modo, e ciò che ne deriva è un'esperienza estremamente limitata e ripetitiva, che riesce a coinvolgere unicamente per via dell'alto grado di difficoltà. Durante il suo viaggio, Daryl incontra dei personaggi che si offrono di accompagnarlo e a cui possiamo affidare dei compiti ogni volta che ci fermiamo in qualche luogo, ad esempio cercare proiettili, cibo o materiali, con percentuali di rischio variabili a seconda dell'obiettivo.
Diciamo pure che non è il caso di preoccuparsi troppo della loro incolumità: se anche dovessero morire nel tentativo di darci una mano, ciò avrebbe un impatto pressoché nullo, visto che in ogni caso i posti nel veicolo di turno sono limitati e dunque per forza di cose dovremo abbandonare un passeggero laddove volessimo accoglierne un altro. Peraltro il contributo dei compagni è del tutto "virtuale", dato che non li vedremo in-game esplorare lo scenario ed eventualmente accompagnarci seppur per brevi tratti. I vari livelli si "completano" semplicemente raccogliendo degli oggetti o interagendo in qualche modo con altre persone, dopodiché si torna alla schermata della mappa e ci viene data la possibilità di decidere se vogliamo procedere verso la prossima meta usando autostrade, strade normali o statali. Ogni scelta nasconde possibili inconvenienti dovuti al consumo di carburante oppure a guasti dell'auto, ma è davvero stupefacente come gli scenari di un'eventuale sosta d'emergenza siano sempre gli stessi e non cambino mai. Si tratta purtroppo solo di uno degli aspetti del comparto tecnico che davvero non abbiamo gradito: determinate porzioni delle location sono infatti "fotocopiate" fra loro, mancano completamente di interagibilità e, soprattutto, vantano una realizzazione mediocre, specie per quanto concerne le texture, alcune delle quali letteralmente inguardabili. Gli zombie, su cui a conti fatti bisognava puntare di più, si dividono solo in quattro o cinque tipologie differenti e i loro modelli poligonali non reggono minimamente il confronto con quanto visto in alcune produzioni recenti. Sul fronte tecnico diciamo che si salva solo il sonoro, che presenta le voci originali di Norman Reedus e Michael Rooker, usati per dare lustro a una produzione che non stentiamo a definire davvero deludente.
Conclusioni
The Walking Dead: Survival Instinct mette sul tavolo alcuni concetti interessanti, nella fattispecie i risvolti tattici di un approccio survival in cui bisogna evitare gli zombie piuttosto che affrontarli, muoversi lentamente e prediligere le armi silenziose anziché quelle da fuoco, passando infine per il discorso della collaborazione fra sopravvissuti rispetto alla ricerca di risorse. Il problema è che ci si è fermati lì, ovvero i temi non sono stati sviluppati come sarebbe stato lecito aspettarsi, probabilmente a causa di grossi limiti nel budget, e il tutto è stato messo insieme utilizzando come collante un comparto tecnico decisamente inadeguato.
PRO
- Interessante approccio survival
- Voci originali di Reedus e Rooker
CONTRO
- Pessimo comparto tecnico
- Gameplay fortemente limitato
- Sistema di combattimento macchinoso e frustrante
- Campagna breve e poco significativa