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Torna a casa Wilson

La ricetta di Klei Entertainment per il divertimento è composta da fame, paura e mostri in quantità

RECENSIONE di Mattia Armani   —   01/05/2013
Don't Starve
Don't Starve
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Grafica semplice, meccaniche survival e struttura sandbox sono tre capisaldi dell'universo indie che proprio grazie alla modestia tecnologica ha ritrovato quell'antica complessità dimenticata da svariate super produzioni moderne. Lo stesso Minecraft, attuale sovrano del mondo indie, include meccaniche survival e questo mix di generi ci ha regalato anche perle come Project Zomboid, probabile ispirazione di quel Fortnite che porterà Epic nella next-gen. In un panorama così ricco l'apparentemente più modesto Don't Starve è riuscito ad attirare l'attenzione del mondo videoludico grazie a un comparto estetico peculiare e grazie alla combinazione tra meccaniche intuitive e difficoltà elevata.

Meglio di Bear Grylls

Alla radice Don't Starve è un sandbox survival con una discreta componente farming. Il protagonista è il debole ma geniale Wilson che si trova improvvisamente catapultato in un mondo selvaggio e sconosciuto. Lo scopo principale dello sventurato scienziato è quello di sopravvivere in un ambiente a dir poco ostile nella speranza di poter infine tornare a casa. Nulla di più semplice per l'eroe medio del videogioco moderno, ma Wilson non ha i muscoli e si deve affidare all'intelletto. Questo, per fortuna, può essere un'arma potente e consente al nostro sventurato avventuriero di assemblare un equipaggiamento degno di Bear Grylls evitandogli, tra l'altro, l'orribile esperienza di dover mangiare interiora di animale andate male.

Torna a casa Wilson

Per assemblare gli strumenti di base sono necessari diversi materiali che ci portano a costruire attrezzi e vestiti sempre più complessi attraversando diversi stadi di evoluzione tecnologica. Si parte, ovviamente, con le materie prime più accessibili, come stecchi o pietre, che consentono di costruire torce e falò, risorse fondamentali per sopravvivere quando il buio sopraggiunge. La notte infatti è nera, impenetrabile e nasconde ombre minacciose, lunghi artigli e creature fameliche. Il fuoco le può scacciare ma, purtroppo per Wilson, non è sufficiente per garantire la sopravvivenza in un luogo tanto ostile. Spesso, infatti, il freddo è troppo intenso e le precarie condizioni di vita possono indurre a uno sconveniente stato di pazzia trasformando il protagonista in uno svitato snack per mostri. Per questo non è sufficiente fermarsi a vestiti di paglia e fuocherelli ed è anzi obbligatorio evolvere le proprie conoscenze per affrontare gli infiniti pericoli e per poter pianificare una sopravvivenza che attraversi le stagioni. Meglio puntare subito ai vestiti pesanti o raccogliere del cibo? Quanta saggezza c'è nell'assaggiare piante sconosciute sperando che non abbiano effetti perversi? A che cosa serve quell'enorme pietra luccicante? Queste ed altre domande rappresentano il nocciolo dell'esperienza, in un trial and error costellato di sorprese talvolta piacevoli e spesso pericolose. Ed ecco che, con il passare delle ore, l'apparente semplicità del titolo lascia il posto a una complessità notevole in un maelstrom di situazioni, emergenze climatiche, potenti mostri e oggetti a profusione.

Torna a casa Wilson

Con il procedere dello sviluppo il numero degli elementi che costituiscono il gameplay del titolo si è ampliato notevolmente includendo paraorecchie, zaini, oggetti misteriosi, mostri sempre più pericolosi e persino un parafulmini. Un'introduzione, quest'ultima, tutt'altro che accessoria, visto che l'evoluzione del titolo comprende l'implementazione di devastanti tempeste. E se Don't Starve risulta già una sfida durante le prime partite, che se affrontate alla cieca sono veri e propri incubi, immaginate la difficoltà che comporta tenere acceso il fuoco tra fulmini e rovesci temporalischi, tra rane mostruose che piovono dal cielo e creature orribili che osservano bramose il nostro fuoco che si estingue inesorabilmente. Animali e mostri proliferano in ogni dove e per eliminare gli avversari è necessario ricorrere a diverse strategie che prevedono tanto l'uso di oggetti sempre più complessi quanto l'ingegno del giocatore che può incendiare una foresta piena di mostri, condurre due creature di specie diverse ad eliminarsi reciprocamente o utilizzare un cadavere come esca. Tutte tattiche, ampliate dallo sviluppo di travestimenti e mura, fondamentali per ottimizzare le ridotte tempistiche e aumentare le probabilità di sopravvivere. In un panorama di questo genere ogni risorsa è indispensabile ma non è detto che sia saggio raccogliere tutto quello che ci si para davanti. In determinati frangenti, infatti, è meglio rinunciare a qualche comodità per puntare ad evolvere la tecnologia, costruendo macchinari avanzati e migliorando sensibilmente l'abbigliamento per non restare in brache di tela all'arrivo neve. L'inverno è infatti letale e non solo per il freddo ma anche per l'accorciarsi delle giornate durante le quali, per ottenere cibo a sufficienza in poco tempo, è imperativo ricorrere a trappole e armi avanzate.

Il fascino della sfida

Visuale dall'alto, grafica fumettosa e animazioni curate conferiscono al titolo un look modesto, forse per qualcuno persino piatto, ma alla fine dei conti decisamente piacevole. L'obiettivo è quello di tratteggiare una fiaba oscura e il titolo lo centra indubbiamente potenziando il tutto con sette protagonisti degni di un film horror, tocchi noir, habitat ben distinti, effetti climatici, sciami di creature strambe e maiali palestrati. In alcuni frangenti il farming può risultare comunque noioso, soprattutto per chi non gradisce questo tipo di formula, e l'ambientazione, per quanto ricca, è una sola, ma tra mostri in quantità e tocchi d'atmosfera c'è sempre di che distrarsi. Inoltre i personaggi alternativi e le mappe generate proceduralmente mantengono alta la rigiocabilità, fattore portante del gioco. La notte, poi, rappresenta una vera sfida a sé stante e rimanere a corto di materiali per accendere un fuoco può dare vita a situazioni piuttosto convulse. La torcia allontana le creature della notte ma ha breve durata e non garantisce un'ampia visuale. Per questo è facile finire tra le braccia di mostri e animali che non temono le fiamme e che non vedono l'ora di divorare un bel boccone ancora caldo.

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Ovviamente, presa confidenza con il titolo, situazioni di questo genere diventano sempre più rare. Per quanto la casualità nel ritrovamento dei materiali preziosi possa accelerare o rallentare rapidamente una partita, le meccaniche di gioco sono piuttosto rifinite e prevedono ampie possibilità di ottimizzazione che dopo qualche partita diventano il centro stesso del gameplay. La crescente conoscenza delle tecnologie disponibili e del potenziale dei materiali consente di pianificare una strategia, di non restare a corto di risorse essenziali, di cercare solo gli elementi indispensabili e, quindi, di accorciare il numero di giorni necessari per assemblare un equipaggiamento degno di questo nome. Un processo che può essere ottenuto anche consultando, attraverso il web, le esperienze degli altri giocatori, imparando quali piante sono dannose per la salute e quali sono fondamentali per non soccombere alla tensione. Ma, ricorrendo ai consigli di terzi, viene meno parte del piacere della scoperta che in Don't Starve è fondamentale per mantenere vivo l'interesse del giocatore. Comunque, il titolo non ci lascia completamente abbandonati a noi stessi. Il tipo e il numero di materiali per costruire ogni oggetto viene indicato nel tooltip del relativo progetto. E per scoprire nuovi progetti è sufficiente raccogliere i materiali necessari per costruire specifici macchinari avanzati che conducono a un nuovo balzo tecnologico e a un netto incremento dell'aspettativa di vita. Ma, nonostante le ampie possibilità di evoluzione del personaggi, la sfida resta sempre elevata.

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Non è possibile, infatti, fare troppo affidamento sulla proprio abilità con un sistema combattimento che prevede esclusivamente il click del tasto sinistro del mouse sulla creatura da attaccare. Le strategie di cui abbiamo poc'anzi parlato consentono di risolvere svariate situazioni, ma gli incontri vis a vis con i mostri sono spesso pericolosi, tanto più quando ad attaccarci ci sono interi sciami di creature fameliche. In sostanza, l'impatto iniziale risulta decisamente ostico e nonostante l'intuitività è necessario un bagaglio di informazioni notevoli per costruire esperienze degne di nota. Gli sviluppatori, in ogni caso, hanno pensato anche a quei giocatori che non hanno tempo o voglia di affrontare meccaniche troppo dispersive. Stiamo parlando della modalità avventura strutturata lungo sei livelli di crescente difficoltà e che, come gli altri elementi del titolo, si evolverà ulteriormente in futuro. Questa modalità è accessibile attraverso speciali portali situati nel survival mode standard e rappresenta un'esperienza diversa ma non per questo più semplice. Nonostante gli obiettivi prefissati l'adventure mode, che ci mette alle calcagna del misterioso Maxwell, offre un grado di sfida ancora più elevato tra l'enorme numero di mostri e piccole scomodità come il proliferare di arbusti pieni di spine, la cui raccolta causa automaticamente danni fisici.

Conclusioni

Versione testata: PC
Digital Delivery: Steam
Prezzo: 13,99€
Multiplayer.it
8.5
Lettori (115)
8.5
Il tuo voto

Don't Starve è un titolo calibrato per offrire decine di ore di gioco a un prezzo contenuto. La componente tecnica è funzionale alla ricchezza del gameplay mentre il farming, contenibile aguzzando l'ingegno, è decisamente più avventuroso che nella maggior parte dei sandbox o degli MMO in circolazione. Se a questo aggiungiamo le sfide rappresentate dal clima, la modalità avventura, le numerose sorprese e i continui aggiornamenti quello che emerge è un quadro decisamente positivo.

PRO

  • Stile peculiare
  • Rigiocabilità assicurata
  • Meccaniche rifinite
  • Varietà assicurata
  • In continua espansione

CONTRO

  • Talvolta il farming diventa noioso
  • Nonostante la varietà di strategie il sistema di combattimento è fin troppo limitato
  • Multiplayer e single player strutturati farebbero faville in una struttura del genere

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit

Requisiti minimi

  • OS: Windows XP, Vista, 7, OSX 10.7.X
  • CPU: 1.7GHz AMD/Intel (2GHz Mac)
  • RAM: 1 GB (4GB Mac)
  • Scheda video: Radeon HD5450 / 256 MB
  • Spazio su disco: 500 MB (512 Mac)

La ricetta di Klei Entertainment per il divertimento è composta da fame, paura e mostri in quantità