StarDrive è un mix tra RTS spaziale e gestionale 4X creato da un piccolo team il cui fondatore è un ex avvocato divorzista dello stato dell'Oregon. Il lancio del titolo è avvenuto a due anni di distanza dal momento in cui Dan "Zero" DiCicco ha fondato Zero Sum Games per imbarcarsi in una campagna Kickstarter attraverso la quale ha ottenuto i fondi con cui assumere un grafico, un musicista e qualche programmatore part-time per aiutarlo. Parliamo, insomma, di un titolo sorto esclusivamente da un'idea e sviluppato con mezzi decisamente modesti, ma il genere a cui appartiene ne fa quasi automaticamente un titolo ambizioso e dalle meccaniche non banali.
In questi casi è difficile valutare il lavoro altrui visto che il valore di produzione è inevitabilmente basso e, almeno inizialmente, bug e sbilanciamenti sono pressochè inevitabili, tanto più se il progetto riguarda un complesso strategico spaziale 4X. In ogni caso, nonostante le origini modeste, è da subito chiaro che il comparto estetico di StarDrive si difende adeguatamente e non mancano meccaniche intriganti a sostenere il gameplay. Lo sfondo stellato è suggestivo, la colonna sonora è avvolgente e il titolo si avvale di disegni di ottima qualità che vanno a delineare vascelli e razze piuttosto originali e apprezzabili.
Un capitano, c'è solo un capitano!
Il primo passo, una volta lanciato il gioco, consiste nella taratura della velocità FTL e nell'attivazione, o meno, del pozzo gravitazionale dei pianeti. La possibilità di modificare questi due parametri è decisamente gradita visto che può alterare in modo radicale l'esperienza. I pozzi gravitazionali, infatti, impediscono di compiere salti iperspaziali e quindi ostacolano la fuga, mentre l'ipervelocità regola la durata degli spostamenti andando ad alterare le tempistiche di gioco. Una volta impostati i parametri di base si passa, quindi, alla scelta della razza ognuna delle quali è abbinata a un set di talenti. Questi perk razziali possono essere modificati, aumentando la personalizzazione dell'esperienza, e offrono bonus corposi che vanno anche ad alterare il comportamento delle fazioni gestite dell'intelligenza artificiale. Come in ogni 4X il centro dell'esperienza è lo spazio, infinito oceano di possibilità, popolato da nemici assetati di sangue, da navi alla deriva e da pianeti da conquistare. E lo spazio di StarDrive consente al giocatore di prendere il controllo diretto della propria ammiraglia sparando agli avversari con il mouse.
Questa formula, pubblicizzata a gran voce dagli svilupptori, esalta l'azione consentendoci di combattere in prima persona tra astronavi che seguono traiettorie credibili, cercando la giusta linea di tiro ed evitano i colpi nemici. Tutto questo in battaglie che possono diventare piuttosto animate visto che il titolo ci consente, con pochi click, di gestire svariate flotte e prevede anche la possibilità di impostare delle manovre di massa prima dell'inizio della battaglia. Una sorta di Men of War in chiave spaziale, insomma, abbinato a una struttura 4X. Purtroppo dalla componente RTS emerge il primo difetto che riguarda quel punto dolente del mondo videoludico chiamato Intelligenza Artificiale. E questa, in StarDrive, non sembra essere in grado di seguire i summenzionati ordini in modo dignitoso. Anzi, spesso le nostre astronavi non riescono nemmeno a procedere in formazione rendendo il ruolo di ammiraglio a dir poco ingrato. Per fortuna l'universo è ampio e non è sempre necessario soprassedere direttamente alle scandalose lacune dei nostri uomini. Un'impero spaziale è inevitabilmente enorme e implica la possibilità di delegare diversi compiti all'intelligenza artificiale. Questa meccanica, in StarDriv, è facilitata da un'interfaccia semplice, intuitiva e corredata da utili shortcut preimpostate.
Per accedere alle opzioni contestuali di pianeti, stazioni e navi spaziali, per esempio, basta selezionare l'oggetto che ci interessa e premere il tasto Q. Diplomazia e spionaggio sono compresi in un'unica comoda schermata e con un click è possibile visionare il bilancio globale che rappresenta l'elemento di maggior rilevanza quando si gestisce un impero galattico. Questo, in StarDrive prevede anche dettagli come la capacità di immagazzinamento delle risorse di un dato pianeta. Una volta riempite le scorte è necessario esportare i beni in eccesso per non sprecare produttività e per fornire eventuali risorse mancanti a un altro pianeta. D'altronde la crescita della popolazione riduce la produzione di cibo e questo fattore può causare grossi problemi di sostenibilità. Per questo è necessario produrre dei cargo e assegnarli al trasporto in modo che ridistribuiscano automaticamente le risorse.
Alla deriva nello spazio
L'avanzamento tecnologico, altra componente fondamentale di ogni titolo 4X che si rispetti, è regolato attraverso una coda di priorità e consuma la risorsa ricerca. Gli alberi evolutivi sono sei e vanno dalla colonizzazione, con tecniche di sfruttamento delle risorse e difese planetarie, fino alla socio-logistica che consente di avanzare nel modello gestionale dell'impero e persino di effettuare studi alieni per ottenere vantaggi strategici. Le tecnologie, ovviamente, includono la gestione planetaria, consentendo anche di migliorare la sostenibilità di un dato ecosistema. La gestione delle strutture planetarie avviene attraverso una semplice griglia che diventa un campo di battaglia strategico in caso di conflitti terrestri.
Questi non aggiungono un granchè al gameplay e sono completamente slegati dalle meccaniche spaziali, ma si tratta comunque di un'aggiunta gradita che regala profondità all'universo di gioco. Naturalmente, quando un pianeta non è occupato da un'altra fazione non c'è alcun bisogno di tirare fuori l'artiglieria. L'uso del comando Colonizza pone il pianeta sotto la nostra influenza e grazie alle autostrade spaziali è possibile includerlo in una sorta di sfera protetta all'interno della quale le nostre astronavi godono di bonus di vario tipo. Sebbene il comparto estetico sia inevitabilmente modesto, StarDrive può contare su una discreta varietà nel design dei vascelli, su razze aliene ispirate, su dettagli grafici piacevoli come il salto iperspaziale, sull'implementazione pozzi gravitazionali, sul comportamento credibile delle astronavi e su una colonna sonora semplice ma coinvolgente. Inoltre la customizzazione delle astronavi, incentrata sulla componentistica più che sull'estetica, è piuttosto complessa e ci consente di creare trasporti e navi militari sempre più efficienti. Non si tratta, però, di un compito facile e Zero Sum Games ha ben pensato di non includere tooltip dettagliati rendendo i primi momenti davvero duri e i primi test delle navi quasi drammatici. Una nave senza scudi ma con un reattore in bella vista è una bomba pronta a scoppiare, mentre un cargo senza spesse paratie e con pochi reattori è una preda fin troppo facile. Ed è questa la feature meglio riuscita del titolo che, escludendo customizzazione e possibilità di pilotare la nave ammiraglia, risulta un 4X non malvagio ma al contempo non esaltante.
Tre sole risorse limitano la complessità gestionale già azzoppata dalla poca complessità di spionaggio e diplomazia. Le interazioni con le fazioni avversarie sono infatti limitate e il commercio intergalattico prevede accordi generici senza un macrosistema economico a rendere il tutto più interessante. Troppi, in sostanza, sono gli elementi sacrificati, troppi i bug e pochi gli elementi di contorno. Non c'è infatti una trama, non c'è un filo narrativo che avrebbe certamente esaltato gli elementi atipici del tilo, e non c'è nemmeno un comparto multigiocatore (rimosso prima del lancio e presumibilmente posticipato a un aggiornamento futuro). L'unico modo per uscire da uno skirmish senza fine, in sostanza, è il modding, elemento decisamente gradito anche se non certo sufficiente per elevare il titolo al di sopra di una magra sufficienza. La speranza, dunque, risiede negli aggiornamenti, ormai parte integrante di questo tipo di pubblicazioni che potrebbero portare StarDrive verso un'auspicabile maturazione.
Conclusioni
StarDrive è un mix tra RTS e gestionale 4X che aggiunge alle classiche meccaniche del genere la possibilità di pilotare direttamente l'ammiraglia della propria flotta. Un titolo decisamente vario da una parte, con pianeti e flotte da gestire, e altrettanto limitato vista la troppa semplificazione di alcuni elementi come la componente diplomatica. La semplificazione ci regala un'interfaccia accessibile e punta i riflettori sula complessa customizzazione delle astronavi, ma il risultato lascia un retrogusto amaro in bocca, reso ancora meno piacevole dalle potenzialità del titolo. Se a quanto sopra aggiungiamo glitch e bug in quantità, risulta evidente la necessità di aggiornamenti corposi, sperando che le vendite iniziali del titolo concedano a Zero Sum Games i fondi necessari per un supporto adeguato.
PRO
- Diversi spunti interessanti
- Con i dovuti update può migliorare notevolmente
- Pieno supporto per il modding
CONTRO
- Svariate lacune nel gameplay
- Glitch e bug a profusione
- Problemi con l'intelligenza artificiale
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250:
- Processore Intel Core i7-3770K @ 3.50GHz
- 16 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX680
- Sistema operativo Windows 8
Requisiti minimi
- Processore Intel Pentium IV 2.4 GHz o AMD 3500+
- 3 GB RAM
- Scheda vide NVIDIA GeForce 8800 o ATI Radeon X1900
- 2 GB di spazio su disco