Uscito nel novembre del 2011, il precedente Rayman Origins si era caricato sulle spalle l'ingrato compito di riportare in auge un personaggio oramai quasi finito nel dimenticatoio, peraltro poggiando su una struttura ludica - quella del platform bidimensionale classico - con la quale è impresa ardua oggigiorno raggiungere una platea particolarmente vasta, a meno che non ci si chiami Mario. Nonostante le evidenti difficoltà, l'opera di Michel Ancel seppe conquistare la critica e si fece largo fra le diffidenze del pubblico di massa, raggiungendo un volume di vendite sufficiente a giustificarne un seguito. Strada spianata per il qui presente Rayman Legends, dunque? Non proprio: il secondo capitolo del nuovo corso dell'uomo melanzana deve ora dimostrare che il brand ha la forza per potersi reggere sulle proprie gambe e diventare una serie vera e propria. Per raggiungere un simile obiettivo, gli studios di Ubisoft Montpellier hanno fatto la cosa migliore, evitando di adagiarsi sugli allori e riempiendo fino all'orlo questo seguito di idee e contenuti nuovi.
Sblocco tutto
Se già Rayman Origins presentava una storia appena abbozzata di cui si poteva tranquillamente fare a meno, Rayman Legends va addirittura oltre, eliminando quasi completamente la trama dall'economia ludica e concentrandosi solo nell'offrire una grande quantità di stage diversi fra loro: libero da qualunque vincolo di coerenza stilistica o narrativa, il titolo Ubisoft può dunque sbizzarrirsi nell'unico, nobilissimo scopo di far divertire il giocatore, adottando un approccio di fondo che assomiglia a quello dei titoli bidimensionali di Super Mario.
Una scelta che si riflette anche nell'adozione di un hub centrale che consente di affrontare i vari livelli senza rigidi meccanismi di successione: è possibile dunque scorrazzare liberamente lungo questa sorta di galleria d'arte dove ogni dipinto rappresenta l'ingresso per un singolo stage, con gli elementi momentaneamente inaccessibili coperti da un telo rosso. Una cosa che colpisce subito di Rayman Legends è la grande enfasi posta nell'atto di sbloccare nuovi contenuti, con diversi tipi di collezionabili ognuno dotato di un proprio specifico scopo: i Lum servono a rendere disponibili nuovi personaggi giocabili, con i Teens salvati lungo il cammino si apre l'accesso ai livelli più avanzati, mentre le coppe ottenute in premio per le proprie performance contribuiscono ad aumentare il tasso di Miticaggine, il quale a sua volta determina l'accesso alle diverse sfide giornaliere e settimanali affrontabili online. Non solo: raggiungendo il quantitativo di Lum stabilito per ogni stage, si ricevono dei gratta e vinci (da svelare rigorosamente sfregando il dito sul touchscreen del GamePad) grazie ai quali ottenere quantità extra di Lum o Teens oppure sbloccare livelli bonus o delle simpatiche creaturine che andranno ad affollare una sezione dedicata della galleria. Pur non offrendo nulla di realmente nuovo in questo ambito, Rayman Legends è molto abile nel conferire al giocatore la sensazione di essere costantemente premiato, coadiuvato in questo senso dallo schermo del controller che consente con dei semplici tap di visualizzare immediatamente gli elementi appena ricevuti.
Che si sia o meno fan del protagonista, Rayman Legends è uno dei migliori platform 2D degli ultimi anni
Melanzane di corsa
Come accennato in apertura, Michel Ancel e soci non si sono limitati a fare il compitino sulle basi del lavoro svolto con il precedente Rayman Origins, ma anzi hanno premuto ancora di più l'acceleratore sul fronte del level design, infondendo nel titolo una creatività che molti altri platform si sognano. Gli stage sono suddivisi in mondi che danno un'indirizzo stilistico di base, ma ogni singolo schema fa praticamente storia a sé, offrendo soluzioni e dettagli unici: idee di gameplay che basterebbero per un gioco intero qui vengono sfruttate al massimo per una manciata di livelli per poi essere sostituite da altre invenzioni, garantendo a Rayman Legends una varietà e dinamicità davvero straordinarie.
Un risultato ancora più eclatante se si considera l'assoluta semplicità della struttura ludica di base, ben rappresentata da un sistema di controllo che utilizza solo tre tasti deputati alla corsa, al salto ed all'attacco. Proseguendo nell'avventura ci si ritrova ad affrontare tutta una serie di situazioni diverse: ecco dunque che si passa da stage che offrono uno stile di gioco più classico ad altri che si risolvono in folli corse nelle quali la prontezza di riflessi è fondamentale; ancora, si alternano momenti in cui si viene spronati a far stragi di nemici a suon di schiaffoni a sezioni che propongono addirittura meccaniche stealth; non mancano infine gustose contrapposizioni fra attimi di azione pura e frangenti nei quali è opportuno fermarsi un attimo a ragionare per risolvere semplici puzzle ambientali o per trovare uno dei Teens prigionieri nascosto da qualche elemento del fondale. La scoperta delle innumerevoli trovate degli sviluppatori di Ubisoft Montpellier è un piacere che vogliamo lasciare all'utente, ma due parole vanno spese perlomeno per quelli che figurano fa i momenti più riusciti dell'intera produzione: parliamo anzitutto degli scontri con i boss, durante i quali ci si trova di fronte a grandi nemici tridimensionali, spettacolari da vedere - grazie a modelli poligonali renderizzati con un cel shading che li rende quasi indistinguibili dai preponderanti elementi 2D - ed anche piuttosto impegnativi da affrontare. Altra chicca sono poi gli stage musicali, che scorrono sulla base di entusiasmanti arrangiamenti di pezzi celebri (Black Betty cantata da un manipolo di mostriciattoli, o Eye of the Tiger in salsa mariachi solo per fare due esempi) e durante i quali ogni azione eseguita va a ritmo con la canzone di sottofondo. Ancora una volta, idee semplici ma realizzate con assoluta cura e genuina passione.
Tanta roba
Mantenendo la tradizione inaugurata dal prequel, Rayman Legends è fruibile da un massimo di quattro utenti in contemporanea, facendo uso di un comodissimo sistema di drop-in e drop-out che consente dunque ad un giocatore di entrare ed uscire in corsa da una partita in qualunque momento tramite la pressione di un tasto sul proprio controller. Così come in Rayman Origins, questo tipo di multiplayer locale funziona alla grande, rendendo il titolo decisamente più confusionario ma anche molto divertente, con la cooperazione necessaria per portare a termine i livelli resa più pepata da un pizzico di competitività relativa a chi si aggiudica il maggior numero di Lum.
Le novità principali risiedono ovviamente nello sfruttamento del GamePad, utile non solo per giocare anche con la TV spenta, ma anzi protagonista assoluto di determinati livelli nei quali ai personaggi già in gioco si aggiunge Murfy, buffa creatura volante da controllare tramite il touchscreen del controller. Agendo con semplici tap o strisciate sullo schermo, l'utente che veste i panni di Murfy deve aiutare i propri compagni spostando oggetti, rivelando piattaforme nascoste, attivando interruttori e così via, ma può anche agevolarli in diverse maniere, ad esempio stordendo i nemici con il solletico o trascinando bonus distanti a portata di mano degli altri protagonisti. Si tratta di una feature davvero gradevole, che aggiunge ulteriore varietà ad un gameplay già straripante di inventiva, ma che giocoforza perde un po' di vigore se si affronta il titolo da soli: in questo caso, infatti, si dispone di un compagno comandato dall'intelligenza artificiale il cui comportamento non sempre risulta particolarmente brillante. Tale situazione può portare a qualche passaggio un po' frustrante, eventualità che si ripete talvolta anche in alcuni momenti dell'avventura nei quali il proverbiale bilanciamento del prodotto si lascia andare a picchi di difficoltà eccessiva. Sono comunque piccoli nei di un platform incredibilmente solido e vario, destinato peraltro a tenere impegnati davvero a lungo: se infatti otto ore sono più che sufficienti ad arrivare al termine dei cinque mondi principali, poi rimangono da affrontare gli stage della sezione Ritorno alle Origini (ovvero una corposa cernita dei migliori schemi del prequel, riadattati per l'occasione) nonché i cosiddetti Livelli Invasione, versioni modificate di scenari già completati da affrontare in chiave "time attack".
Questi ultimi rappresentano senza dubbio l'omaggio di Ubisoft Montreal ai giocatori più hardcore, presentando un tasso di sfida destinato a dare del filo da torcere anche agli appassionati di platform più esperti: gli stessi che godranno nell'affrontare le sfide giornaliere e settimanali disponibili online, completando le quali ci si potrà guadagnare il proprio spazio nelle immancabili classifiche mondiali. Dulcis in fundo, c'è spazio persino per un delizioso minigame multiplayer chiamato Kung Foot, nel quale due squadre si sfidano a segnare più goal prendendo a calci e pugni un pallone, un divertissement tanto semplice quanto efficace specialmente in compagnia di tre amici. Considerando tutti questi elementi, il computo finale dei contenuti del prodotto Ubisoft arriva ad un totale di circa cento livelli, cifre letteralmente da capogiro specie per chiunque puntasse ad ottenere il 100% in ogni singolo quadro. Quantità e qualità sono le parole d'ordine che contraddistinguono anche la realizzazione tecnica di Rayman Legends, superiore in tutto e per tutto a quella del predecessore. Da un punto di vista grafico, l'introduzione dei già citati elementi 3D e nuove routine di illuminazione aggiungono ulteriore lustro ad una cosmesi bidimensionale assolutamente strepitosa, con fondali disegnati magistralmente e personaggi dotati di grazia e fluidità difficilmente eguagliabili. Decisa evoluzione anche per il sonoro: laddove Rayman Origins peccava di jingle un po' troppo ripetuti, qui non ci si è certo risparmiati, infarcendo il prodotto di una notevole mole di musiche tutte molto orecchiabili quando non addirittura esilaranti.
Conclusioni
Chi pensava che Rayman Legends sarebbe stato una mera espansione dell'esperienza già offerta del precedente Rayman Origins si dovrà ricredere di fronte ai netti miglioramenti che l'ultimo lavoro di Michel Ancel apporta in ogni singolo ambito del prodotto. Che si parli di un comparto audiovisivo ulteriormente raffinato, della strepitosa quantità di contenuti o dell'eccezionale varietà che è capace di offrire nel corso di tutta l'avventura, Rayman Legends è un platform che semplicemente mette a segno tutti i propri colpi, rivelandosi un'esperienza non solo divertente (in particolar modo con gli amici), ma anche decisamente impegnativa e duratura per tutti coloro che non si vorranno fermare alla superficie.
PRO
- Incredibilmente vario e divertente
- Tantissimi contenuti
- Grafica e sonoro strepitosi
CONTRO
- Qualche picco di difficoltà davvero estremo
- I livelli con Murfy giocati da soli perdono molto appeal