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America in fiamme

Ecco la recensione PC del nuovo Call of Duty: Ghosts

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   11/11/2013
Call of Duty: Ghosts
Call of Duty: Ghosts
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Ne abbiamo ampiamente parlato la settimana scorsa, in occasione della recensione PlayStation 4 e "current gen", ma ora grazie al codice giunto in redazione possiamo esprimere il nostro giudizio in ambito home computer di Call of Duty: Ghosts. La nuova fatica di Infinity Ward non ci ha convinto in maniera entusiastica, zoppicando in quelli che sono da sempre i suoi punti di forza, ovvero una campagna - breve, ma pur sempre tesa e appassionante - e la componente multiplayer che pur essendo come da tradizione ricca di contenuti e molto divertente, soffre di alcuni piccoli problemi di bilanciamento. Ma dobbiamo anche sottolineare che tra i "pro" troviamo le due nuove inclusioni decisamente azzeccate, ovvero l'interessante modalità asincrona Squads e l'avventura tattica e cooperativa Extinction. Molto materiale da valutare, con tanti alti ma anche - e purtroppo! - tanti bassi.

Call of Duty: Ghosts non riesce a replicare con lo stesso successo la solita formula vincente

Yankee leave home

La campagna è, senza mezzi termini, dimenticabile. Non che sia fallimentare e poco divertente, ma è poco più di un compitino nemmeno troppo ben fatto, poco appassionante, senza quei "momenti WOW!" che da sempre hanno contraddistinto la serie.

America in fiamme

Il comparto single player, della durata compresa tra le cinque e le sei ore se giocato a livello di difficoltà normale, ci fa impersonare uno dei due fratelli "fantasmi" che con la progressione si trasformeranno da semplici soldati ad ultimo baluardo degli Stati Uniti contro l'esercito della Federazione, ovvero tutto il sud America unito per annientare gli odiati yankee dopo la distruzione (?!?) dei campi petroliferi del Medio Oriente. Fantapolitica con tanto di deriva spaziale, quando gli spietati brasileros abbordano e usano il satellite Odin, dotato di enormi barre cinetiche capaci di scatenare una distruzione pari a quella di una bomba atomica, ma senza tutte quelle noie derivanti dalle radiazioni. Diciotto brevi e frammentarie missioni per un gameplay classico, scriptato e del tutto lineare: potremmo quasi dire che il cane Riley ha più libertà, dato che si passa tutto il tempo a seguire qualcuno. Nulla di nuovo per il franchise, ma si ha davvero l'impressione di non essere mai al comando, anche se d'altronde siamo novizi fantasmi e non esperte macchine da guerra. Il ritmo è buono come al solito, Infinity Ward mette in scena tanta varietà sia in termini di eventi sia di ambientazione; c'è tutto quello che ci si aspetta da un Call of Duty, ma per la prima volta, a causa forse di un'ambientazione e di una caratterizzazione dei personaggi che certamente non colpiscono il giocatore, c'è poco trasporto.

Anche quelli che in teoria si configurano come sconvolgenti colpi di scena non lasciano il segno, assimilabili in tutto e per tutto a passaggi obbligati per arrivare alla fine della storia, con tanto di ovvio sotto finale dopo i titoli di coda. Anche il racconto di una nazione sconfitta e spezzata viene del tutto a mancare, e quelle che potrebbero essere vicende tutte giocate in difesa, con importanti conseguenze a livello di gameplay, si rivelano come le solite missioni alla Call of Duty. Insomma, c'è una forte distanza tra quello che i personaggi raccontano e quello che effettivamente giochiamo.

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Anche il cane Riley si perde un po' in questo grigiore generale: è una semplice comparsa in un paio di missioni iniziali stealth, e poi nulla più. Una sorta di cammeo, più che un protagonista a tutti gli effetti come tanto decantato in fase di annuncio. A livello di design, gli sviluppatori non hanno certamente stravolto canoni ormai standard: c'è tanta varietà e non mancano piccole trovate che rinfrescano un po' il solito trantran, ma senza dubbio l'originalità non è proprio il punto forte di questa produzione. C'è da dire però che il ritmo è sempre molto alto e Infinity Ward ha tentato anche con successo di rendere gli ambienti più ricchi in termini verticali ma certamente i momenti memorabili sono pochi. L'intelligenza artificiale si attesta sui soliti livelli: decisamente sotto tono, e pur senza movimenti senza senso, ci ha colpito negativamente per come si lasci colpire allo scoperto, o per come non conosca il significato del termine copertura. Anche qui tutto come da manuale, per fortuna gli spazi stretti e il ritmo frenetico mascherano un pò, ma non troppo queste deficienze.

Tanto da giocare

Il multiplayer si conferma molto ricco in termini di offerta, con oltre dieci modalità di gioco, tra vecchie e nuove, e quattordici mappe, molte delle quali, probabilmente le migliori del lotto, decisamente grandi e aperte. A livello di meccaniche, la personalizzazione del proprio soldato - o soldatessa - avviene grazie all'unione tra il sistema di Point Streak per classe di Modern Warfare 3 e quello del Pick 10 di Black Ops 2, declinato ora su otto punti relativi unicamente ai perk. Armi, ottiche, granate e addirittura le Strike Package possono essere tutte equipaggiate in modo libero, a patto di avere gli squad point che il gioco ci elargisce con parsimonia al salire di livello o completando le missioni.

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Come spendere i punti diventa quindi molto importante: se vogliamo possiamo metterli da parte per sbloccare da subito il devastante (fin troppo) fucile d'assalto Beretta ARX-160, ma una scelta del genere di fatto può prosciugare le nostre finanze. Solo i perk si ottengono aumentando di livello, ma comunque il loro acquisto può essere anticipato pagando punti preziosi. Tutto concorre al salire di livello e all'acquisizione di squad point; siamo quindi spinti a giocare Ghosts nella sua interezza sviscerandolo a dovere. Le tre specializzazioni delle Strike Package funzionavano due anni fa e funzionano anche oggi, ma abbiamo riscontrato alcuni problemi di bilanciamento di alcune ricompense. Il cane, ricompensa per cinque kill della classe assalto, uccide i nemici col semplice tocco, e rimane sul campo di battaglia anche se veniamo uccisi, accumulando ulteriori frag, mentre anche le due tipologie di Juggernaut sembrano un filo troppo "overpowered" e lo Specialista, senza Strike Package, ma dotato di soli perk, può diventare un ninja fatto e finito nelle mani dei giocatori più smaliziati, arrivando ad equipaggiarne un totale di oltre quindici. Ma la scelta fatta da Infinity Ward sull'energia del giocatore è qualcosa che stentiamo a capire. Con pochissimi colpi a segno si muore, specialmente se sparati da armi di alto livello, cosa questa che non fa altro che esacerbare il problema del respawn non sempre impeccabile.

America in fiamme

Una scelta di design fortemente voluta da Infinity Ward per distanziarsi da quella di segno opposto di Treyarch, ma che può rendere davvero frustranti le partite in cui l'aspettativa di vita si aggira su un paio di secondi, a causa magari di un vigliacco colpo alla schiena. A livello di nuove inclusioni segnaliamo la bontà delle mappe più grandi, che uniscono il DNA del gioco, quindi frenesia e velocità, ad un layout non più, o meglio, non solo labirintico, fatto di grandi spazi, punti di vista molto aperti, tante zone rialzate, e come al solito numerosi defilamenti e passaggi verso le zone calde della mappa. Emblematica, in tal senso, la verde vallata di Stone Heaven con tanto di castello diroccato al centro, ricca di collinette, montagnole e ruscelli. Ma dobbiamo citare anche Chasm, ambientata in una Los Angeles devastata dagli impatti dell'Odin, strutturata su più livelli, dotata di una spiccata verticalità e anche molto intricata e Whiteout, un buon miscuglio tra campi lunghi e zone per il combattimento ravvicinato, tutta giocata tra un villaggio di pescatori, piccole colline innevate, grotte e cunicoli intorno ad una radura boscosa perfetta per il fuoco incrociato. In tal senso, le mappe più piccole perdono un po' di mordente rispetto a quelle grandi, anche se oggettivamente il loro level design non è per nulla disprezzabile.

Un (mezzo) salto nel futuro

Riguardo alle modalità di gioco inedite, molte delle inclusioni sono azzeccate e possono essere intese come valida alternativa a quelle "classiche" più giocate e amate. Quella più intrigante, "tattica e ragionata", ma allo stesso tempo perfettamente inserita nei canoni del franchise è Search and Rescue, ovvero Search and Destroy ibridato con Kill Confirmed, mentre Blitz impegna i due team in una corsa furiosa verso la base avversaria, dove "segnare" calpestando una piccola zona circolare per poi essere teletrasportati nella nostra base. Ma anche Hunted ci è sembrata molto divertente, anche se più un passatempo che una modalità competitiva vera e propria. Si parte tutti con una pistola, si ottengono armi più efficaci grazie a casse che ogni tanto cadono sulla mappa: grandi corse in attesa del nuovo "drop", insomma.

America in fiamme

Dove il comparto multiplayer si esalta è in Extinction, una modalità cooperativa concettualmente assimilabile agli Zombie di Treyarch, ma con il focus riposto sulla personalizzazione del proprio alter ego. Si parte dalla scelta delle classe, tra specialista d'armi, tank, ingegnere e medico, per poi accedere a tutto un percorso di specializzazione e crescita che modifica sia le nostre performance che l'apporto al gioco di squadra. Tutto ruota intorno ai punti che si guadagnano ondata dopo ondata, ogni volta cioè che distruggiamo i nidi alieni che infestano la cittadina liberamente esplorabile. Le scelte che il gioco ci pone sono quasi da gioco di ruolo: specializziamo il nostro personaggio al massimo o disperdiamo i preziosi punti nelle varie abilità utili tanto a noi quanto agli altri giocatori? Divertente, frenetica ma al contempo ricca di strategia e tatticismo, Extinction si rivela una felice novità nel pacchetto Call of Duty: Ghosts. A concludere il novero dei contenuti di gioco c'è Squads, ovvero una sorta di multiplayer asincrono dove dobbiamo creare una nostra squadra mossa da bot, stabilendo oculatamente i ruoli e il relativo loadout, farla livellare giocando insieme a lei, ma anche e soprattutto facendo in modo che venga scelta e utilizzata dagli altri giocatori. Il tutto gestito da un'intelligenza artificiale sulla quale Infinity Ward sembra aver lavorato molto visto che risulta capace di adattarsi alle nostre capacità e abilità in tempo reale. Squads si rivela una nuovo contenuto senza dubbio interessante, col plus poi della modalità Safeguard (un'orda arricchita da lanci casuali di armi, perk e strike package) ma che va valutata sul lungo periodo per capire se funzionerà a dovere tutto il meccanismo asincrono delle squadre.

A livello tecnico, vale quanto scritto nella recensione PlayStation 4, PlayStation 3 e Xbox 360. Call of Duty: Ghosts tradisce ampiamente il suo essere un titolo cross gen, al quale non bastano tutte le potenzialità dei PC più performanti per colpire al cuore il giocatore. Salire ai 1080p e impostare al massimo le impostazioni grafiche vuol dire solamente esaltare la pulizia delle immagini, azzerando praticamente artefatti e aliasing, ma texture e cura per i dettagli non fanno gridare al miracolo.

America in fiamme

Una maggiore attenzione per l'illuminazione e l'applicazione di effetti come la tessellation sono ormai prassi in ambito home computer, e non portano quel plus alla qualità di immagine di cui le nuove console hanno beneficiato. Più in generale, non siamo di fronte a un quadro visivo insufficiente, ma semplicemente "normale", senza particolari picchi, anche se ad onor del vero i modelli dei protagonisti sono ben curati e soprattutto ben animati, grazie al solito lavoro svolto con un superlativo motion capture. Dobbiamo segnalare, poi, che dal giorno di lancio ci sono stati numerosi problemi che hanno inficiato l'esperienza di gioco globale, a partire da numerosi crash prima dell'avvio di un match multiplayer. Ma quello che più ha disturbato l'utenza PC sono i sei GB minimi di RAM richiesti per avviare il gioco, una barriera d'ingresso decisamente alta e non giustificata dai risultati a video, senza dimenticare che una ottimizzazione non proprio a regola d'arte ha reso il gioco spesso poco efficiente anche con macchine molto potenti, che possono inoltre soffrire di problemi di gestione della memoria. Il nostro consiglio è, oltre ad aggiornare i driver della scheda video, di lavorare sui parametri, concentrandosi molto sul dettaglio del terreno, sul motion blur e sulla profondità di campo per aumentare la fluidità del gioco. Anche il sistema ibrido di server, dedicati e non, non dà l'idea di essere molto performante. Più in generale l'attesa per una patch correttiva è molto alta, viste le numerose problematiche di stabilità di cui soffre Call of Duty: Ghosts, ma per fortuna sembra che qualcosa si stia muovendo.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.5
Lettori (416)
3.4
Il tuo voto

Call of Duty: Ghosts è l'episodio più debole della serie e i punti di forza del franchise non sono stati abbastanza quest'anno. La campagna è senza dubbio dimenticabile, con poco mordente e per nulla appassionante, senza picchi, decisamente piatta. Non mancano buoni momenti e il ritmo vola spedito, ma c'è poco o nulla in grado di eccitare il giocatore. Il multiplayer è come al solito ricco di contenuti e molto divertente, ma con un bilanciamento da sistemare in alcune parti, mentre sono azzeccate le nuove inclusioni, in special modo Extinction. Pollice verso per la componente tecnica, solo sufficiente e ancorata al passato. Notevoli a tutt'oggi i problemi di ottimizzazione e crash: una patch è assolutamente necessaria.

PRO

  • Tanti contenuti per il multiplayer
  • Le mappe grandi sono le migliori del pacchetto
  • Extinction vale quasi da sola il prezzo del biglietto

CONTRO

  • Campagna dimenticabile
  • Tecnicamente ancora troppo ancorato al passato
  • Il bilanciamento nel multiplayer non ci convince
  • Problemi di ottimizzazione e crash

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit

Requisiti minimi

  • OS: Windows 7 64-Bit / Windows 8 64-Bit
  • CPU: Intel Core 2 Duo E8200 2.66 GHZ / AMD Phenom™ X3 8750 2.4 GHZ
  • RAM: 6 GB
  • Spazio su disco: 40 GB
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTS 450 / ATI Radeon HD 5870

Requisiti consigliati

  • OS: Windows 7 64-Bit / Windows 8 64-Bit
  • CPU: Intel Core i5 - 680 @ 3.6GHz
  • RAM: 8 GB
  • Spazio su disco: 40 GB
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 760 @ 4GB