Un anno fa abbiamo recensito XCOM: Enemy Unknown con un certo entusiasmo, intuendo la ventata di novità che Firaxis Games stava riportando nel mondo dei videogiochi e, soprattutto, degli strategici in tempo reale. Ne avevamo esaltato la capacità di riproporre un gameplay profondo e articolato sul mercato di massa, senza rinunciare alla dinamicità e alla maggiore spettacolarità guadagnata con lo sviluppo tecnologico (nonostante dal punto di vista della strategia pura gli XCOM originali rimangano su un altro pianeta).
Con il passare dei mesi il gioco si è arricchito di patch e di qualche DLC minore, fino all'uscita, oggi, di Enemy Within, espansione maggiore talmente grossa che per console non è stato possibile lanciarla separatamente, ma ha richiesto un'edizione stand alone contenente anche il titolo originale (la versione PC, invece, viene venduta come normale DLC).
Dal punto di vista della narrazione, XCOM: Enemy Within è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al titolo originale. Una razza aliena sconosciuta ha iniziato ad attaccare il nostro pianeta senza un motivo apparente. Cosa vogliono da noi? Risorse naturali? Le nostre tecnologie? Il nostro senso dell'umorismo? Sasha Grey? Lo scopriremo solo giocando. Quel che è certo è che non hanno intenzioni pacifiche, visto che rapiscono e uccidono esseri umani e distruggono intere città come fossero di cartapesta, colpendo in particolare le abitazioni dove individuano i CD di Justin Bieber (allora un po' ci stanno simpatici... sentendolo dovranno aver pensato che una razza capace di produrre roba simile non meritasse di sopravvivere). Purtroppo gli eserciti regolari non possono nulla contro di loro perché dotati di armi completamente inadeguate. Quindi l'unico modo per fermarli è chiedergli scusa e dargli in sacrificio il ragazzino gorgheggiante dalla pettinatura improbabile? Non che ci dispiacerebbe, ma purtroppo non basta. Bisogna invece far intervenire un gruppo militare sovranazionale dotato di tutte le tecnologie più avanzate del pianeta, capace anche di studiare e utilizzare le tecnologie aliene: la squadra XCOM.
Il mondo non basta
Come avrete capito leggendo il paragrafo precedente, dal punto di vista della trama non ci sono differenze rispetto alla versione originale. È solo andando a esaminare le singole novità che ci si rende conto del lavoro fatto da Firaxis Games per affinare il gioco in tutti i suoi aspetti (introducendo anche qualche squilibrio di cui parleremo più avanti).
Una delle prime novità che spiccano agli occhi è la maggior varietà degli scenari. Ammettiamolo, l'XCOM originale da questo punto di vista era un po' carente. Non che mancassero le mappe, solo erano molto ripetitive. Ci si faceva poco caso per via del contesto e perché, in fondo, negli strategici a turni gli aspetti meramente tecnologici passano spesso in secondo piano, ma fa piacere vedere che ora sono state aggiunte nuove ambientazioni che si amalgamano alla perfezione con le vecchie, tipo astronavi aliene, autostrade piene di carcasse d'automobili, nuovi scenari urbani, porti pullulanti di creature malsane o di Exalt e così via. I campi di battaglia inediti sono un totale di quaranta. Ovviamente molti di questi sono legati ai nuovi obiettivi maggiori da raggiungere, che introdurremo mano mano nell'articolo.
Intanto sappiate che a livello d'interfaccia e di struttura di gioco poco è cambiato rispetto al passato; XCOM: Enemy Within è sempre diviso in due fasi principali, ossia la ricerca e pianificazione, che si svolge nella base XCOM (identica a quella di Enemy Unknown tranne che per le nuove funzioni), e quella operativa, identica nell'interfaccia, ma arricchita da qualche elemento extra di cui andiamo subito a parlare.
La Fusione
Nella primissima missione di Enemy Within viene introdotta una nuova risorsa chiamata Fusione. Si tratta di una fonte energetica aliena che servirà per far lavorare due nuove infrastrutture della base strategica: il laboratori genetico, gestito dai ricercatori, e il laboratorio cibernetico, gestito dagli ingegneri.
La Fusione non è una risorsa come le altre, ossia non si ottiene casualmente o vendendo oggetti recuperati sul campo di battaglia, ma va letteralmente raccolta mentre si combatte. In alcune missioni, infatti, appariranno dei contenitori di questa nuova energia (sempre due) che andranno avvicinati e cliccati per eseguire l'assimilazione. Nel caso non si riesca a raggiungerli entro un certo numero di turni, oppure nel caso li si distrugga sparandogli, la Fusione andrà perduta irrimediabilmente. All'inizio della mappa gli indicatori dei contenitori di fusione, posizionati in alto a destra, sono grigi. Per attivarli e farsi mostrare quanti turni utili ci sono ancora per la raccolta, bisogna prima trovarne l'ubicazione sulla mappa. Un altro modo efficace per ottenere la fusione è quella di liberare un livello dagli alieni prima che scadano i turni per la raccolta. Badate bene però che difficilmente si riuscirà a raccogliere entrambi i contenitori prima di essere riusciti a fare pulizia completa, perché solitamente uno si esaurisce più velocemente dell'altro. Quindi conviene raccogliere a mano almeno il primo. Riportata alla base, la Fusione andrà prima studiata, quindi potrà dare tutti i suoi frutti.
Anche in XCOM: Enemy Within gli alieni sembrano inarrestabili. Ma noi siamo bravi e belli!
Soldati MEC e modifiche genetiche
I frutti della Fusione non sono altro che due nuovi tipi di unità: i soldati geneticamente modificati, che vengono creati dal laboratorio genetico, e i soldati MEC, frutto del laboratorio cibernetico. I primi non sono altro che normali militari che vengono dotati di innesti genetici capaci di potenziarli in diversi aspetti. Ad esempio è possibile dare ai soldati dei riflessi enormemente più potenti di quelli normali, che ne migliorano i movimenti, oppure la capacità di rigenerare alcuni punti vita tra i turni. Non mancano innesti per migliorarne la mira e altri per proteggerli dagli attacchi cerebrali.
In generale i soldati geneticamente modificati mantengono la stessa classe del soldato di partenza e usano lo stesso equipaggiamento. I soldati MEC invece, sono tutta un'altra storia. Quando un XCOM viene trasformato in MEC, il suo corpo cambia radicalmente diventando metà uomo e metà macchina. Il soldato perde completamente la sua classe di partenza e ottiene quella MEC, dotata di abilità specifiche come ad esempio la riparazione automatica di due punti ferita per turno, per un massimo di sei, quella di assorbire i danni in eccesso o di ridurre i danni in generale, oppure la capacità di distruggere completamente le coperture entro un dato raggio, con un colpo mirato. Anche l'equipaggiamento del soldato MEC è molto differente rispetto a quello degli altri soldati. Intanto non può portare con sé altri oggetti se non la propria arma. Non vi preoccupate, guidando un MEC non sentirete il bisogno di granate, corpetti protettivi, mirini e affini. Quando si impugna un cannone su rotaia e si indossa una corazza completa (che va costruita a parte), anche l'alieno più minaccioso diventa meno orrido. È soprattutto la corazza, con i suoi innesti, a caratterizzare il soldato MEC, intanto dandogli un aspetto massiccio al pari di quello dei nuovi alieni meccanizzati, inoltre dotandolo di una serie di abilità esclusive come la capacità di diventare una vera e propria copertura completa ambulante. Armi come il lanciafiamme o il lanciagranate portatile valgono il prezzo del biglietto, vista la quantità di danni capaci di procurare (ai nemici e allo scenario).
Gli Exalt e altri nuovi nemici
Di fronte alle nuove truppe non potevano mancare nuovi nemici. Ce ne sono sia di alieni, sia di... umani. Come avviene per ogni attacco alieno che si rispetti, un gruppo di esseri umani, che in questo caso ha preso il nome di Exalt, ha deciso che i simpatici ET hanno ragione e che è giusto che ci conquistino e ci sterminino. Quindi, invece di aiutare i membri della razza umana a salvarsi, impiegano le loro forze per aiutare gli extraterrestri. Tanta simpatia si manifesta in gioco con una nuova serie di quest e missioni. Uno degli obiettivi degli XCOM sarà infatti quello di stanare la base degli Exalt per mettere fine alla loro inutile esistenza.
Per farcela bisognerà raccogliere informazioni in missioni specifiche, dove bisognerà vedersela contro truppe umane. Generalmente le missioni Exalt iniziano tutte nello stesso modo: individuata una cellula nemica, bisogna spedire un agente in missione segreta per farla uscire allo scoperto, per poi recuperarlo dopo avergli garantito protezione durante la raccolta delle informazioni. In alcune missioni bisognerà proteggere delle zone dall'attacco degli Exalt che vogliono violarle per fermare delle trasmissioni di dati. Gli Exalt sono dei normali esseri umani dotati di armi in tutto simili a quelle a disposizione degli XCOM. Nelle fasi avanzate di gioco i loro membri sul campo riceveranno degli innesti genetici potenzianti e saranno dotati di armi avanzate. Alle fine di ogni missione le loro armi saranno raccolte e potranno essere usate dagli XCOM o vendute. Nel corso della trama gli Exalt saranno la scusa per una delle missioni più lunghe e difficili dell'intero gioco, ossia l'assalto alieno alla base XCOM che costringerà a resistere a diverse ondate aliene con risorse davvero limitate. Exalt a parte, che comunque sono la novità più grossa dal punto di vista dei nemici, Enemy Within introduce anche nuove razze aliene, come le resistenti unità biomeccaniche da combattimento, solitamente accompagnate da due droni, e delle strane piovre che hanno come tattica d'attacco base il diventare invisibili per arrivare sopra i soldati e succhiargli il cervello, che hanno come risultato pratico quello di costringere tutta la squadra a essere più guardinga, evitando azioni solitarie.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670
- Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows Vista
- Processore: 2 GHz dual core o superiore
- RAM: 2 GB
- Scheda video: NVIDIA GeForce 8600 GT / ATI Radeon HD 2600 XT o superiore
- Spazio su disco: 20 GB
- DirectX: 9.0c
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 7
- Processore: 2 GHz Dual Core (Intel Core 2 Duo 2.4 GHz o Athlon X2 2.7 GHz)
- RAM: 4 GB
- Scheda video: NVIDIA GeForce 9000 serie / ATI Radeon HD 3000 serie
Equilibri instabili
Illustrate tutte le novità resta da capire se queste valgono il prezzo del biglietto. Probabilmente molti di voi si staranno ponendo le domande classiche che affollano la mente in questi frangenti. Il prezzo, effettivamente alto, vale il giro? Quanto le novità aggiungono effettivamente al gioco? Beh, come considerazione generale possiamo dirvi che, quantomeno, vi faranno rigiocare con gusto l'intera campagna, anche se avete appena finito quella del titolo base.
Diciamo che se la campagna di XCOM: Enemy Unknown si finiva in circa venti ore, ora ce ne vorranno più di trenta per arrivare in fondo (anche grazie all'integrazione degli altri DLC). Purtroppo però, in fase di test sono emersi alcuni problemi che vanno considerati. Il più plateale è che Enemy Within è più facile di Enemy Unknown. Nonostante Firaxis Games abbia introdotto dei nuovi nemici per equilibrare l'introduzione dei potenti soldati geneticamente modificati e degli ancora più potenti soldati MEC, il livello di sfida è più basso che in passato. Quando si dispone di un gruppo dotato di due soldati MEC e di quattro soldati genetici full optional, a livello Normale si è praticamente inarrestabili, a meno di non fare stupidaggini colossali. Le cose migliorano aumentando la difficoltà ma è chiaro che il rischio di essere spazzati via è diminuito enormemente. Per questo vi consigliamo, nel caso abbiate già esperienza con Enemy Unknown, di partire subito dagli ultimi due livelli di difficoltà, così da non ammorbidire troppo la sfida. Altro problema, questo di natura strutturale, riguarda il respiro delle novità sulla lunga distanza.
È vero: sono tante e articolate. Però è altrettanto vero che a volte vanno a cozzare con i contenuti base e che, soprattutto nelle vecchie missioni, i cambiamenti sono irrilevanti se non addirittura, in alcuni casi, dannosi. L'introduzione di tanti contenuti ha dilazionato l'apparizione di alcune missioni fisse, rendendole di fatto un fastidio. Ad esempio alcune missioni di salvataggio, con solo alieni Smilzo come nemici, possono ora apparire verso la fine del gioco (nel nostro caso dopo aver distrutto gli Exalt), quando la squadra è talmente potenziata da renderle una specie fastidio da superare che non richiede alcuna strategia, visto che i nemici non hanno una potenza di fuoco capace di impensierirci. Altre, come ad esempio la missione finale, sono diventate molto più semplici perché non sono state riviste in virtù delle novità introdotte. Insomma, verso la seconda metà della campagna si inizia ad avvertire un grosso scollamento tra i nuovi e i vecchi contenuti, scollamento che fa percepire chiaramente un'integrazione quantomeno problematica. Insomma, Enemy Within sembra dare il meglio di sé nelle prime ore, mentre perde un po' nelle ultime, quando alcuni nodi vengono inesorabilmente al pettine.
Conclusioni
Se avete letto l'articolo saprete già che XCOM: Enemy Within innesta nel gioco base una grande quantità di nuovi contenuti, alcuni dei quali di grande rilievo. Saprete anche che l'innesto non è stato indolore e che a pagarne è stata soprattutto la difficoltà. Nella sostanza, comunque, i problemi non compromettono più di tanto l'esperienza generale e se avete amato Enemy Unknown non potete lasciarvi sfuggire questa espansione, magari partendo subito da un livello di difficoltà più elevato o attivando alcune delle opzioni avanzate per rendere la campagna molto più impegnativa. Anche se siete dei nuovi giocatori e volete entrare nel mondo di XCOM la vostra scelta dovrebbe cadere su Enemy Within, che attualmente si offre come l'esperienza di gioco definitiva nel suo genere.
PRO
- Molti nuovi contenuti
- La quest line dell'Exalt è ben fatta
- Durata garantita
CONTRO
- Più facile di Enemy Unknown
- L'introduzione di alcuni elementi ne ha squilibrati altri
- Il prezzo può spaventare