Prima di parlare del gioco, una piccola necessaria premessa: "Esteban e le misteriose città d'oro" è un cartone animato andato in onda in Italia a inizio anni '80, sulla Rai.
Non stiamo parlando di una serie entrata nei cuori di milioni di spettatori, ma comunque di un prodotto che ha goduto, ai tempi, di un'enorme visibilità anche in paesi, come l'Italia, dove non ha raggiunto l'apice del successo. Il cartone è stato prevedibilmente seguito soprattutto in Francia e Giappone, questo perché realizzato dallo Studio Pierrot, che ha dato il via a una collaborazione franco-nipponica, sia tra disegnatori che - soprattutto - tra sceneggiatori. Il tutto poi si basa su un romanzo pubblicato a metà anni '60 negli Stati Uniti, scritto da Scott O'Dell: nel complesso si tratta di un lavoro dalle varie influenze culturali, suggestioni ben evidenti nel risultato finale, pur dominando l'impronta grafica nipponica. Tutto questo preambolo per chiarire che per molti clienti, soprattutto in certi paesi, già solo il brand potrebbe invogliare all'acquisto: si tratta di un tie-in, sebbene in Italia molti utenti nemmeno se ne renderanno conto. Un tie-in uscita in concomitanza col rilancio della serie, con nuove stagioni attualmente in onda in vari stati, dopo una pausa quasi trentennale.
Esteban, dal cartone animato al videogioco. Mai sentito nominare? Ve lo presentiamo noi
I cartoni non li guardo
Prima di chiudere totalmente la parentesi sul cartone animato, segnaliamo che il gioco fa veramente poco in termini di storytelling: i video sono carini e comprensibili da chiunque, ma per essere apprezzati appieno presuppongono un'affezione pregressa ai personaggi.
Difficilmente desidererete vedere il cartone dopo aver finito il gioco, ecco: è pensato e realizzato per compiacere il percorso opposto. Fin dai primi momenti si capisce che è un progetto a basso budget, e in effetti è arrivato su WiiU, e tablet in generale, grazie al crowfounding su Kickstarter. Non per questo si tratta di un pessimo prodotto, anzi: consapevole dei limiti tecnici, Neko Entertainment, sviluppatore francese del gioco, ha confezionato uno stile grafico pulito e curato, dettagli compresi. Nonostante venga spacciato come avventura, genere sicuramente più congeniale all'anima della serie animata, è evidente fin da subito che l'ossatura è quella di un puzzle game, con una leggera spruzzata di action che non guasta mai. I controlli sono immediati e reattivi, sia che si voglia giocare con lo stilo che coi pulsanti tradizionali: entrambi i metodi hanno i loro pro e contro, ma si tratta di uno dei pochi casi in cui è davvero il gusto personale a fare la differenza. Il touch screen rende più immediato passare da un personaggio all'altro, mentre il control stick dona il solito feedback tattile ai movimenti del protagonista. Gli stage da affrontare, ambientati in Cina e inquadrati con visuale quasi isometrica, sono una trentina. Alcuni ancora non disponibili, ma non temete: lo saranno presto, al momento della messa in onda delle rispettive puntate del cartone animato, senza alcun costo aggiuntivo. Ce ne sono già abbastanza per divertirsi, comunque.
Le meccaniche essenziali sono molto semplici: far interagire i tre protagonisti (Esteban, Lia e Tao), ognuno dotato di abilità uniche, così da risolvere degli enigmi e raccogliere le pergamene necessarie ad accedere al livello successivo. Si può passare da un personaggio all'altro senza nessuna limitazione - se non quando si è sotto sorveglianza, come vedremo tra poco - ma non si possono spostare in contemporanea. A volte sembra di giocare a un Pikmin 3 in miniatura, impegnati a capire dove è meglio spedire uno dei protagonisti e come: il livello di complessità non raggiunge mai vette elevate, nel senso che spesso sarà il gioco stesso a suggerirvi il da farsi, mettendo un enigma a tema su un sentiero destinato a uno solo dei tre personaggi. Enigmi che costituiscono la base del gioco, piacevoli, ma mai troppo vari o impegnativi: si ripetono più o meno regolarmente durante l'arco dell'esperienza, e vanno dallo spostare pietre all'attivare blocchi, il tutto declinato in modo via via sempre più intricato, senza sfociare mai nella complessità vera e propria. In generale diventa sempre più pressante, con l'avanzare degli stage, far collaborare - spesso a distanza - i tre protagonisti, che riescono a mantenere vivaci delle meccaniche che, prese in sé e per sé, non sono certo originali.
Splinter Cell for dummies
A parte il controllo diretto dei protagonisti, ad ampliare l'esperienza action del gioco ci pensano le sezioni stealth, le uniche in cui non è possibile cambiare personaggio.
Ce ne sono diverse, almeno una in ogni stage, e rendono ulteriormente chiaro come quest'opera sia rivolta principalmente ai bambini: atmosfera a parte, è proprio la morbidezza con cui sono gestite sorveglianza ed eventuale cattura a circoscrivere il tutto a un pubblico infantile. Se i puzzle possono solleticare anche l'attenzione dei giocatori più esperti, magari desiderosi di un passatempo di genere ben curato, queste parti stanno al videogioco come i pulsanti rumorosi nei libri per l'infanzia: divertenti per un bambino, quasi comiche per chiunque altro. Le guardie prima di decidersi ad attaccarvi aspetteranno svariati secondi - in cui vi sarà chiaro da un tratteggio che vi stanno osservando - e, una volta catturati, avrete come unica punizione quella di dover rifare la sezione (non lo stage). Gli sviluppatori hanno tentato di ampliare il pubblico potenziale inserendo degli obbiettivi che comportino un'esecuzione perfetta del livello, tra cui non farsi vedere mai dai nemici, ma francamente appaiono fuori luogo. Il gioco di Esteban è un buon titolo per bambini, e come tale andrebbe apprezzato.
Conclusioni
Esteban e le Misteriose Città d'Oro è un buon puzzle game, con meccaniche semplici e ortodosse, ma ben realizzate. Si tratta, lo chiariamo, di un prodotto pensato e realizzato per i più piccoli: non pensiate di trovare difficoltà se siete dei veterani, e in questo senso appaiono fuori luogo le sfide ad essi rivolte, per quanto secondarie. Anche graficamente il lavoro svolto è di pregevole fattura, quindi, pur evidenziando tutti i limiti concettuali e ludici del progetto, non possiamo non elogiarlo per quello che è. Certo, conoscere il cartone animato lo rende più interessante, ma non gliene si può fare una colpa.
PRO
- Bella grafica, dettagli compresi
- Puzzle non originali ma curati
- Ottimi controlli, touch e non
CONTRO
- È rivolto solo a un pubblico infantile
- Dà per scontata la conoscenza del cartone animato
- Fasi stealth troppo semplicistiche