Mettiamo subito i puntini sulle belate (che non hanno puntini): Goat Simulator non è simulatore di studente italiano (si scherza eh... basta con queste #selfie compulsive. Su, cacciate via la tristezza tornando a mandare foto dei vostri genitali agli amici).
Non è nemmeno un simulatore di Vittorio Sgarbi, a dirla tutta, nonostante il noto critico d'arte italiano le citi in continuazione per appellare amorevolmente i suoi interlocutori. Goat Simulator è invece un'opera somma, capace di ridare lustro a un nobile animale troppo spesso sottovalutato e connotato negativamente dal volgo! Come scrisse Dante in visita a un ermo colle, dove la nebbia piovigginando sale: "In una capra dal viso semita / sentiva querelarsi ogni altro male, / ogni altra vita." Poi dite che Multiplayer.it non fa cultura. Comunque, torniamo a noi e togliamoci di torno un po' di burocrazia. Il nuovo titolo di Coffee Stain Studios, cui dobbiamo i due Sanctum, è un simulatore di capre in senso lato. Sì, è vero che si vestono i panni di una capra e sì, alcuni elementi grafici sono copiati dai più seriosi simulatori di cui ogni tanto parliamo anche su queste colorate pagine, ma ogni pretesa simulativa si ferma qui. Anzi, non è difficile riscontrare nelle somiglianze qualche velleità comica. Lo scopo del giocatore è infatti quello di andare in giro per un ridente quartiere suburbano e spaccare letteralmente tutto. La capra può correre, incornare oggetti e persone, leccare gli oggetti per afferrarli e trascinarseli dietro, saltare e compiere diverse evoluzioni mentre è in aria. All'inizio non si capisce cosa bisogna fare, visto che non c'è una trama e non ci sono missioni da svolgere. Certo, ci sono degli obiettivi che fruttano punti, ma niente di più. Insomma, come mai la nostra dolce capretta si deve affannare in questo mondo pieno di pericoli?
Anarchia unica via
È difficile descrivere Goat Simulator, non tanto perché presenti chissà quali complicati elementi di gameplay o perché richieda chissà quale impegno mentale per essere compreso. Anzi, forse è vero l'esatto contrario: si tratta di un titolo concettualmente così semplice che si rimane stupefatti quando ci si accorge di averci passato sopra diverse ore, oltretutto senza rimpiangere un singolo momento del tempo speso insieme al selvaggio caprino.
Se possiamo osare, lo definiremmo la rappresentazione perfetta del divertimento puro, un concentrato di anarchia videoludica che non conosce paragoni. Andando in giro per la mappa ci si trova di fronte a varie scenette, tutte da mandare a catafascio. Che ne dite di incornare i partecipanti a una festa in giardino? Oppure di far volare via una tizia che si sta rilassando in veranda? Ogni azione distruttiva è sottolineata da alcune scritte, collegate a un moltiplicatore di punteggio, che appaiono con grande enfasi sullo schermo. Si fa scoppiare una pompa di benzina? Ecco che veniamo definiti dei "Michael Bay". Diamo una testata a un pallone e facciamo goal in una porta posizionata in un cortiletto? Allora diventiamo "Baggio". La quantità di situazioni divertenti da scoprire è davvero elevata e spesso si rimane sorpresi di fronte alla loro follia. Sembra quasi di trovarsi davanti a una raccolta di easter egg. Ad esempio ci può venire richiesto di compiere dei sacrifici di esseri viventi per trasformare la capra in un essere demoniaco con un potere distruttivo incredibile, oppure possiamo trovare un jetpack per volare per i cieli della mappa (utile per concludere alcuni obiettivi). Ma ancora: è possibile abbattere Stonehenge a testate, oppure farsi rapire dagli alieni e finire sospesi nello spazio. In un altro caso dovremo farci incoronare re delle capre, ottenendo il potere di far cadere dal cielo i nostri sudditi. Non mancano citazioni di recenti fatti di "cronaca" dell'industria dei videogiochi, se così li vogliamo definire. Ad esempio uno degli edifici è la ricostruzione degli uffici di Coffee Stain Studios (chissà se sono davvero così). Entrandoci dentro, oltre a prendere a cornate mobili e sviluppatori, sarà anche possibile provare il loro 'nuovo titolo', giocabile davvero con tanto di leaderboard online: Flappy Goat (non dobbiamo specificare a cosa fa il verso, vero?).
Goat Simulator: ovvero quando essere una capra è un complimento, oltre che divertentissimo
In bug veritas
Leggiamo la descrizione di Goat Simulator sul sito ufficiale: "Goat Simulator è un gioco piccolo, buggato e stupido. È stato fatto in un paio di settimane, quindi non aspettatevi un gioco dalle dimensioni e dalla portata di un GTA con le capre. In effetti è meglio che non vi aspettiate nulla. A essere sinceri, sarebbe meglio che spendiate i vostri 10 dollari per un hula hoop, un mucchio di mattoni o una capra vera."
A pensarci bene Goat Simulator è un gioco piccolo, rotto e stupido, ma lo è al punto da essere sublime in tutto quello che fa. Anche nei bug. Ecco, forse per la prima volta ci troviamo di fronte a un videogioco in cui i bug sono divertenti al punto da non dare fastidio. Anzi, si finisce per considerarli parte del gioco. Anche perché lo sono. In un contesto così assurdo, lanciare la capra in cielo e vederla piombare fuori dalla mappa, per poi trovarsi a esplorare quello che dovrebbe essere semplicemente lo scenario, è una scoperta, più che un problema. Vedere la capra appesa per il collo a qualche muro, con la testa dall'altro lato, o ritrovarsela a trapassare un soffitto dopo una caduta rovinosa, diventano situazioni buffe, più che frutti marci della cattiva realizzazione. Entrare in una delle case del quartiere e mettersi a spaccare tutto a testate crea un caos indescrivibile, su cui non si ha alcun controllo, ma è un caos bello nella sua infantilità. Ricordate quando da bambini allagavate i formicai solo per vedere tutte le formiche fuggire in preda al panico (ora si capiscono tante cose...)? Ecco, il gusto che regala Goat Simulator è più o meno lo stesso. Definiamola come una distruzione spensierata in cui si immerge con un'innocenza e un trasporto tali da rendere tutto il resto superfluo. Una vera e propria destrutturazione del concetto stesso di videogioco, la cui purezza primigenia si riverbera su tutta l'esperienza di gioco. Ma aggiungiamo: colli che si allungano in modo insensato, compenetrazioni poligonali in ogni dove, fisica completamente sballata; tutto concorre a creare un mondo fuori da ogni canone, che però si lascia vivere e rivivere oltre ogni aspettativa. Anzi, grazie alla possibilità di attivare alla bisogna l'effetto ralenty, è possibile creare delle scenette spettacolari, da gustarsi da soli o in compagnia degli amici. Magari sorseggiando un buon bicchiere di latte caprino.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- OS: Windows 8.1 Pro 64-bit
- CPU: Intel Core i7-4770 a 3.40GHz
- RAM: 16 GB
- Scheda video: nVidia GeForce GTX 660
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows XP (SP3), Windows Vista (SP2), Windows 7, Windows 8
- Processore: 2.0 GHz Intel Core 2 Duo (Dual-Core)
- RAM: 2 GB
- Scheda video: DirectX 9.0c-compatible, SM 3.0-compatible
- Spazio su disco: 2 GB
- DirectX: 9.0c
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows XP (SP3), Windows Vista (SP2), Windows 7, Windows 8
- Processore: QuadCore 2.0 GHz +
- RAM: 4 GB
- Scheda video: DirectX 9.0c-compatible, SM 3.0-compatible DirectX, 512MB VRAM+; NVIDIA GeForce 8800 GTS o superiore
Conclusioni
Il voto che abbiamo dato a Goat Simulator merita di essere ben inquadrato. Se è vero che chi scrive lo ama alla follia, è anche vero che alla fine siete voi che dovete investirci sopra dei soldi. Quindi è giusto non lasciarsi trasportare dall'entusiasmo e cercare di inquadrare bene il titolo di Coffee Stain Studios. Oltre ad un magnifico concentrato di anarchia realizzativa, di contenuti ce ne sono davvero pochi. La mappa è una soltanto e, se non vi divertite a ripetere le situazioni già vissute e non vi fate coinvolgere dal gusto della distruzione fine a se stesso, le cose da fare dopo un po' latiteranno. Sicuramente è da evitare se si è alla ricerca di un titolo strutturato, perché qui non lo troverete. Ovviamente, se leggendo la recensione vi siete lasciati coinvolgere dal concept di Goat Simulator e non vedete l'ora di diventare capre anche voi, allora fidatevi e compratelo, perché non rimpiangerete un secondo i soldi spesi per l'acquisto, considerando anche che nel workshop di Steam ci sono già delle mod per espanderlo. Mai come in questo caso quello che per alcuni potrebbe essere un gioco da tre, per altri potrebbe essere un gioco da nove.
PRO
- Divertimento allo stato puro
- Anarchico e folle in ogni vertice
- In fondo lo ha voluto la comunità
CONTRO
- Il classico concept che non ammette mezze misure: se si rimane freddi, è un gioco da tre
- Una sola mappa è un po' poco