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La morte ti fa bravo

Dalla Global Game Jam 2012 fino a Steam: è arrivato Life Goes On, per premiare le nostre morti

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   18/04/2014
Life Goes On
Life Goes On
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La Global Game Jam del 2012 porta con sé alcuni aneddoti interessanti: non solo quello che l'ha vista finire, a suo tempo, nel Guinness dei Primati per la sua grandissima portata, ma anche per aver fatto da sfondo al primo incontro tra quelli che sarebbero poi diventati i ragazzi di Infinite Monkey Entertainment, team di sviluppo composto da quattro persone.

La morte ti fa bravo

Leggenda narra che essi non si fossero mai visti prima, ma che alla fine del weekend di Global Game Jam il platform che sarebbe poi diventato Life Goes On era già giocabile, anche se solo in forma di prototipo: nonostante fossero presenti diversi bug, il gradimento della comunità di sviluppatori e giocatori presenti era già arrivato a un punto tale da lasciar presagire quello che sarebbe stato il futuro di questo titolo. Lo sviluppo di Life Goes On è infatti andato avanti in modo spedito, e il gioco è tornato poi a mostrarsi nel corso del 2013 attraverso due diverse demo, con cui Infinite Monkey ha conservato gli apprezzamenti della prima ora, utili chiaramente per arrivare a vedere la pubblicazione su Steam avvenuta proprio in queste ore. Per chi non dovesse sapere di cosa stiamo parlando, facciamo un passo indietro per descrivere Life Goes On come un platform-puzzle di stampo abbastanza classico, dai controlli decisamente immediati e con una caratteristica principale alquanto particolare: quella di avere una serie di enigmi risolvibili principalmente... morendo. Un'idea sicuramente originale, che gli sviluppatori hanno deciso di mettere in atto nel modo in cui stiamo per vedere in questa recensione.

La vita va avanti, soprattutto se morire è utile come in Life Goes On!

Per un bene superiore

Life Goes On si presenta nudo e crudo, senza alcun tipo di trama, mettendo subito il giocatore nella situazione di dover andare dal punto A fino al punto B, dove termina il livello. Su schermo, tale punto è rappresentato dalla cosiddetta Coppa della Vita le cui sembianze ricordano molto da vicino quelle del Sacro Graal: non appare infatti un caso se come protagonisti del gioco troviamo una serie di cavalieri, che il giocatore deve controllare per raggiungere la destinazione.

La morte ti fa bravo

L'elemento più particolare, come già accennato, riguarda la possibilità di sacrificare il proprio personaggio per superare gli enigmi: più che una scelta, si tratta in realtà di una vera e propria necessità, da usare con la dovuta attenzione per avere la meglio sugli ostacoli proposti dal gioco. Come altri titoli simili, Life Goes On propone un sistema di classificazione che si basa essenzialmente su due diversi parametri: il tempo impiegato per completare il livello e la somma di cavalieri usati per la causa. Se sul primo c'è poco da aggiungere, il secondo potrebbe essere definito come una sorta di par golfistico, corrispondente al numero massimo di personaggi da sacrificare - secondo quanto determinato dagli sviluppatori. Un terzo parametro premia le nostre prestazioni nei vari livelli e riguarda elementi diversi, collegati all'ambientazione in cui ci troviamo a muovere i prodi cavalieri. I controlli danno la possibilità di spostare i personaggi anche con l'uso del joypad, ma al contrario di altre occasioni l'uso di questa periferica non è fondamentale: i movimenti si riducono infatti alle frecce direzionali per andare avanti e indietro, insieme a un ulteriore tasto per saltare. Lo stesso bottone viene usato per evocare un nuovo cavaliere, quando quello precedente muore.

Cavalieri senza macchia

Gli schemi di Life Goes On sono stati realizzati con un livello di difficoltà crescente, guidando inizialmente il giocatore attraverso una sorta di mini-tutorial all'interno del quale prendere confidenza con l'ambiente di gioco.

La morte ti fa bravo

In particolare, gli enigmi si presentano sulle prime di facile risoluzione per poi arricchirsi man mano di ulteriori elementi, come piattaforme che si comportano in modo differente a seconda del bottone schiacciato e cannoni spara-cavalieri da usare per raggiungere determinati luoghi. La chiave di ogni livello è, come più volte ripetuto, la possibilità di sacrificare anche più di un personaggio per raggiungere il proprio obiettivo: si può per esempio scegliere di "suicidare" un cavaliere su una lama rotante, per far sì che cadendo finisca su una piattaforma e la tenga attivata, in modo da permetterci un passaggio che prima ci era precluso. Il gioco prende tutto questo scherzosamente, proponendoci in basso allo schermo un nome diverso per ogni cavaliere attivato e depennandone il nome dalla lista quando viene sacrificato. Se inizialmente si riesce ad avere vita facile, andando avanti il titolo inizia a richiedere un quantitativo di ragionamento sempre più elevato, spingendo il giocatore a pensare e agire velocemente per completare il tutto stando nei parametri imposti da Life Goes On.

La morte ti fa bravo

Una caratteristica che favorisce anche la rigiocabilità di ogni singolo livello, nel caso in cui non si siano riusciti a ottenere tutti i premi in una prima occasione. L'aspetto tecnico di Life Goes On non è centrale, ma comunque la fatica di Monkey Entertainment si difende a dovere: i livelli e le loro ambientazioni sono ben disegnati anche dal punto di vista grafico, così come le animazioni dei personaggi. Fondamentale anche la presenza di un buon modello fisico, per permettere ai cavalieri di non sacrificarsi invano, riuscendo così a raggiungere i luoghi prescelti dal giocatore senza particolari patemi d'animo. Il sonoro risulta addirittura al di sopra della media del genere, anche grazie all'ottima colonna sonora scritta da Kevin Greenlee. Peccato invece per quella che è, almeno per il momento, l'assenza di un editor di livelli, che avrebbe potuto incrementare ulteriormente la longevità di Life Goes On: la richiesta da parte dei giocatori in realtà è già esistente, per cui nulla vieta agli sviluppatori di pubblicare in un secondo momento questo aggiornamento, soprattutto nel caso in cui il successo del gioco dovesse giustificarlo. Noi ce lo auguriamo.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP
  • Processore: Intel Core 2 Duo 2.4 GHz
  • Memoria: 2 GB di RAM
  • Scheda video: Shader Model 3.0 con 512MB
  • DirectX: 9.0c
  • Hard Disk: 625 MB di spazio

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel i3 3.3GHz
  • Memoria: 4 GB RAM
  • Scheda video: Shader Model 3.0 con 1GB
  • Hard Disk: 800 MB di spazio

Conclusioni

Digital Delivery: Steam
Prezzo: 9,99€
Multiplayer.it
8.0
Lettori (2)
8.0
Il tuo voto

Life Goes On basa il suo gameplay su un'idea originale, messa in atto in modo più che buono. Il risultato finale è un titolo che si dimostra gradevole tanto nel breve quanto nel lungo periodo, da giocare e rigiocare attraverso i suoi oltre 50 livelli, vista la presenza dei soliti incentivi per riuscire a migliorare il proprio punteggio in ognuno di essi. I difetti principali sono in realtà delle mancanze volute dagli sviluppatori, che hanno evidentemente preferito dedicarsi al cuore del gioco: l'assenza di un editor di livelli e di una trama, anche semplicemente abbozzata, è innegabilmente un peccato, ma gli amanti dei platform e dei puzzle in cerca di qualcosa di diverso non potranno sicuramente lasciarsi sfuggire questo piccolo gioiellino nato due anni fa quasi per caso. Tutti gli altri potranno comunque scegliere di approfittare del divertimento offerto da Life Goes On, anche grazie allo sconto sul prezzo del 25%, che durerà fino al 24 aprile.

PRO

  • Immediato e divertente
  • Impegnativo al punto giusto
  • Ottima colonna sonora

CONTRO

  • Neanche un accenno di trama
  • Editor di livelli assente