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Il secondo assalto di DICE

Secondo DLC per Battlefield 4: si torna su vecchi campi di battaglia!

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   12/05/2014
Battlefield 4: Second Assault
Battlefield 4: Second Assault
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Il secondo del corposo pacchetto DLC ad arrivare per Battlefield 4 è Second Assault. "Secondo assalto", in quanto DICE ci fa tornare su campi di battaglia già calcati ai tempi di Battlefield 3 e Battlefield 2, ovvero Gulf of Oman, Operation Metro, Operation Firestorm e Caspian Border, inutile dire in versione riveduta e corretta con tanto di obbligato Levolution.

Il secondo assalto di DICE

Non c'è solo questo, nel pacchetto: possiamo giocare a Cattura la Bandiera in mappe più piccole rispetto alla loro grandezza standard, cosa questa che riduce drasticamente i tempo di spostamento da un estremo all'altro del livello, specialmente in presenza di veicoli. I veicoli inediti sono due, o meglio solo uno visto che accanto alla veloce Desert Patrol Vehicle, una sorta di dune buggy armata troviamo anche un piccolo bobcat, mezzo più utile in un cantiere che tra RPG e cannonate. A chiudere il ventaglio del "cosa c'è di nuovo" ci sono cinque armi per tutti i gusti, di cui quattro già presenti in Battlefield 3. Tra questo poco inedito arsenale troviamo le vecchie conoscenze F2000, il fucile d'assalto belga dall'alto ma poco preciso volume di fuoco, ma anche il vecchio mulo del Vietnam, ovvero la mitragliatrice M60A4. Se poi volessimo utilizzare un approccio meno "caciarone" c'è il silenziato As Val, prodotto in Russia, tutto l'opposto del DAO12, il fucile a pompa col maxi caricatore a tamburo. L'unica bocca da fuoco "inedita" (c'era in Bad Company 2) è il GOL Magnum, fucile da cecchino a colpo singolo made in Germany.

Second Assault per Battlefield 4: ecco la nostra recensione del DLC

E le mappe?

La regina del pacchetto è senza dubbio Caspian Border, baciata da un tiepido sole autunnale che colora l'ambiente in un modo molto diverso rispetto a quello estivo di Battlefield 3. C'è poco da dire; la mappa è grosso modo la stessa, ovvero il campo da gioco perfetto per unire in un tutt'uno gli scontri tra fanteria, mezzi terrestri e aerei, in quell'alchimia da "guerra totale" che chi gioca a Battlefield conosce. L'interattività della mappa ne cambia un po' il layout: al posto delle semplici recinzioni troviamo ora delle ben più resistenti mura di cemento, intervallate da alcuni accessi e porte apribili che creano interessanti strozzature. Come se non bastasse è possibile far saltare una gigantesca torre radio che andandosi a schiantare in terra crea una ulteriore zona di combattimento abbattendo anche una parte delle mura. Insomma nulla di nuovo, ma un mix perfetto e ovviamente più bello graficamente rispetto a quanto giocato nel passato.

Il secondo assalto di DICE

Dagli spazi aperti di Caspian Border si passa a quelli ben più angusti di Operation Metro, la mappa ambientata in una stazione della metropolitana e tutta dedicata alla fanteria. Chi ha speso ore su ore in Battlefield 3 ne conosce i limiti, ovvero sa che le due squadre si "fermeranno" in prossimità delle scale mobili, vera e propria strozzatura inevitabili. DICE per cercare di mettere una pezza a questa situazione ha inserito un paio di ascensori e un passaggio laterale ma alla fine si rimane sempre bloccati in quella zona. Il Levolution ci permette di abbattere un soffitto e poco altro (per poco altro si intende accendere e spegnere delle luci...). Una mappa senza dubbio divertente, ma che è l'esatto opposto di quello che ci si aspetta da Battlefield e con più o meno gli "stessi problemi" del precedente capitolo. Se non vi era piaciuta allora non vi piacerà anche adesso, al netto del boost grafico e di una distruzione un filo più ampia. Una delle mappe più amate dei due precedenti capitoli è senza dubbio Gulf Of Oman. È ridondante spendere fiumi di parole su questo iconico setting, di fatto i cambiamenti sono minimi rispetto al terzo capitolo, ma questa volta il Levolution aggiunge una interessante feature al gameplay. Una forte tempesta di sabbia ci mette del suo per azzerare la visibilità, rendendo di fatto molto difficile pilotare un aereo. Gli scontri a terra diventano quindi ancor più frenetici nella cittadina, ma se qualcuno volesse provare a cecchinare dall'alto, con o senza la sabbia a sferzare l'aria, può sempre approfittare di un paio di ascensori attivati ora per l'occasione. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole cocente dell'Oman potremmo quasi dire, ma ad onor del vero il Levolution destabilizza sensibilmente il gameplay ad ampio raggio della mappa, "chiudendo" gli spazi e favorendo gli scontri ravvicinati.

Il secondo assalto di DICE

L'ultima delle mappe a disposizione del pacchetto è Operation Firestorm. Il design industriale da petrolchimico è rimasto lo stesso e il Levolution è poca cosa. È possibile incendiare le ciminiere, punto perfetto di appostamento per i cecchini e chiudere le saracinesche di un paio di strutture. Una mappa quindi che funziona in virtù del suo buon level design, ma che si avvantaggia in modo minimo delle nuove feature messe a disposizione da Battlefield 4. Inutile dire che la grandezza della mappa permette di giocarla a tutti i livelli e con tutti i mezzi. Se con China Rising DICE è riuscita ad ampliare gli orizzonti del suo gameplay tipico proponendo livelli decisamente intriganti, con Second Assault si è poggiata un pò troppo sugli allori delle sue (ottime) precedenti mappe, non andando oltre alcune piccole modifiche e aggiunte. Il tasso di novità è gioco forza basso e anche il Levolution, fatto salva Oman, non è un valore aggiunto imprescindibile del pacchetto. Per questo non ci sentiamo di consigliare questo DLC, davvero troppo simile a quanto giocato in Battlefield 3.

Conclusioni

Versione testata: PlayStation 4
Digital Delivery: Xbox Live Arcade, PlayStation Network, Origin
Prezzo: 15€
Multiplayer.it

Lettori (13)

6.7

Il tuo voto

PRO

  • Il level design è indiscutibile

CONTRO

  • Le aggiunte non sono un valore aggiunto imprescindibile
  • Davvero poco diverso da quanto giocato nel precedente episodio