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Atteso come il nuovo messia degli shooter vecchio stampo, Wolfenstein: The New Order arriva finalmente sul mercato

RECENSIONE di Pierpaolo Greco   —   20/05/2014
Wolfenstein: The New Order
Wolfenstein: The New Order
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La recensione è stata effettuata tenendo conto della patch dayone disponibile al lancio.

Dentro questo nuovo Wolfenstein c'è paradossalmente più Starbreeze Studios che id Software: un qualche legame sottile con il passato che, durante le ore di gioco, ci ha fatto ricordare i cunicoli bui e i freddi scenari dei due Riddick, quella frenesia nelle sparatorie stimolata dalle lunghe scivolate di Syndicate o, ancora, l'affascinante e delicata storia d'amore appena accennata di The Darkness. In realtà però, The New Order è il primo progetto della piccola software house svedese MachineGames, che proprio da ex dipendenti di Starbreeze (tra cui i due fondatori originali) fu messa in piedi nel 2009 per poi essere acquistata appena un anno dopo da Bethesda Softworks. Ma c'è qualcosa nel DNA dello sviluppatore che permea tutto il gioco e lo fa sentire decisamente lontano dai canoni della ex software house texana di John Carmack e dai precedenti remake di quel capolavoro iconografico che fu Wolfenstein 3D. Se questo è un bene o male, ancora non l'abbiamo capito e lasciamo a voi il difficile compito di schierarvi da una parte o dall'altra. Per quello che ci riguarda invece, cercheremo di raccontarvi in questo articolo cosa ci ha colpito in positivo di The New Order e cosa invece ci ha fatto storcere la bocca perché il titolo pecca sicuramente di qualche errore di gioventù ma, di fondo, è una frenetica, godibile e divertente esperienza.

Wolfenstein è tornato più in forma che mai. Ma siamo sicuri che sia proprio lui?

Partiamo dai fondamentali

Wolfenstein: The New Order è uno shooter in prima persona, dallo stile decisamente classico, che apre il fianco ad alcune delle contaminazioni viste negli sparatutto delle ultime due generazioni. E così se da un lato non troviamo il multiplayer, di alcun tipo, dall'altro non possiamo fare a meno di notare qualche micro-elemento ruolistico e soprattutto una buona dose, assolutamente facoltativa, di stealth. Ma facciamo un piccolo passo indietro non solo in senso figurato. La Seconda Guerra Mondiale è al suo culmine.

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I nazisti stanno vincendo grazie ai numeri dell'esercito messo sul campo, alla ferocia della loro campagna offensiva ma soprattutto alle incredibili meraviglie tecnologiche di cui sono dotati e che li piazza, inesorabilmente, un gradino più in alto rispetto alle altre potenze mondiali. A gestire un tale apparato militare c'è l'immancabile losco figuro, spietato e crudele, che sembra prendere le decisioni solo in funzione dei suoi istinti più bassi, affiancato da una sparuta manciata di comprimari piuttosto anonimi e appena abbozzati. Nei panni del soldato perfetto, americano d'adozione, infallibile ma dal cuore tenero, William BJ Blazkowicz, ci siamo ovviamente noi e dopo un lungo prologo che funge anche da tutorial, ci ritroviamo catapultati nel perfetto futuro distopico. Gran parte del gioco è ambientato infatti negli anni '60, in un mondo completamente dominato dai nazisti che, nazione, dopo nazione, hanno visto l'intera umanità cadere, esanime, ai loro piedi.

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Ma naturalmente grazie al nostro, fondamentale contributo, riusciremo prima a riunire una piccola sacca di resistenza per poi avviare una lenta, ma inesorabile rivolta contro il regime. Non andiamo oltre per non rischiare di incappare in qualche spoiler ma ci preme sottolineare, in questo nostro giudizio, che proprio la trama non sembra essere il fiore all'occhiello di Wolfenstein: The New Order. O per meglio dire, la narrativa funziona anche piuttosto bene, adeguatamente intervallata tra sequenze scriptate, bei dialoghi e piccoli scorci di umanità e vita quotidiana che rappresentano adeguatamente la metamorfosi subita da un mondo squarciato dal più tragico degli epiloghi. Il problema semmai è tutto nel poco carisma degli antagonisti di BJ che, a parte il loro essere praticamente fuori dalla scena per tre quarti del gioco, non riescono proprio a convincere perché appena abbozzati, poco credibili persino nella loro cieca crudeltà e quindi non in grado di giustificare adeguatamente le azioni del giocatore che infatti si ritrova decisamente più attratto dal voler vedere come vanno a finire le vicende dei suoi comprimari piuttosto che mosso dal desiderio di vendetta o di giustizia. Tornando al concreto svolgersi del single player, la campagna è suddivisa in sedici capitoli e garantisce una buona dose di rigiocabilità. A parte tutti i collezionabili sparsi in grande abbondanza nei livelli del gioco, The New Order offre in realtà una sorta di doppia campagna parallela. Nel primissimo livello saremo infatti posti davanti a una scelta molto tragica che ci porterà a decidere il destino di due soldati a noi cari.

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A seconda dell'esito di questo drammatico momento avremo accesso a una differente abilità speciale per Blazko: la possibilità di scassinare le serrature oppure di cortocircuitare alcuni meccanismi. Questo porterà ad alcune leggere differenze nelle aree esplorabili all'interno delle mappe, alla possibilità di raccogliere un diverso potenziamento per il nostro soldato preferito (più energia massima, rispetto a più armatura massima) e ci saranno anche alcune piccole deviazioni nella trama raccontata visto che cambieranno i comprimari al fianco di William. Questo non vuol dire che ci sono finali multipli o due campagne alternative a tutti gli effetti, ma è sicuramente da apprezzare la decisione di MachineGames di offrire una sorta di Game Plus per rendere decisamente più interessante la rigiocabilità di un titolo, che lo ricordiamo, è solo ed esclusivamente single player. Non è purtroppo possibile offrire una statistica precisa del tempo impiegato da chi scrive per completare il gioco al primo passaggio, mancando un dato ufficiale nel gioco, ma siamo all'incirca sulle undici ore scarse con il 62% di completamento totale e almeno il 70% di collezionabili raccolti. Il tutto al terzo livello di difficoltà dei cinque selezionabili.

Trofei PlayStation 4

Wolfenstein: The New Order contiene i soliti cinquantuno trofei sbloccabili. A parte il platino, l'unico oro può essere guadagnato finendo il gioco a qualsiasi difficoltà, mentre quelli argento sono relativi allo sblocco dell'abilità massima di ognuno dei quattro rami di talenti, alla raccolta di tutti gli oggetti d'oro, alla decodifica dei quattro codici Enigma sparsi per le mappe di gioco e al completamento del gioco ai due livelli di difficoltà massima. Tutti i trofei bronzo sono invece relativi allo sblocco dei singoli perk di abilità e alla raccolta degli altri collezionabili. Completando il gioco la prima volta abbiamo sbloccato ventotto trofei.

E “poi” ci sono le sparatorie

E qui entra in gioco la vera natura di Wolfenstein: The New Order, visto che senza dubbio è il gameplay puro e duro, la punta di diamante dell'intera produzione. Pur nella sua classicità e senza introdurre elementi di gioco particolarmente innovativi, il titolo sa essere divertente e molto coinvolgente offrendo sparatorie stimolanti, frenetiche e che riescono a rappresentare una sfida piuttosto adeguata, anche grazie all'abbondanza dei cinque livelli di difficoltà, tutti selezionabili fin dalla prima partita e modificabili anche a missione iniziata. Il feedback delle armi è sempre credibile, il grilletto è molto reattivo e la sensazione di colpire il nemico riesce a restituire un piacevole godimento a chi controlla il pad o l'accoppiata mouse e tastiera. È interessante far notare che praticamente tutte le armi possono essere equipaggiate anche in modalità akimbo imbracciandone due dello stesso tipo e controllando le bocche di fuoco con i relativi grilletti . Alcune armi, inoltre, posseggono anche modalità di fuoco secondarie, come il fucile a pompa che è in grado di sparare pallettoni esplosivi, oppure il mitragliatore d'ordinanza che si potenzierà più avanti nel gioco anche con un lanciarazzi. Non mancano un paio di granate differenti e i coltelli che possono essere lanciati o utilizzati nel combattimento per effettuare le classiche uccisioni silenziose. Il sistema di crescita del personaggio, che offre quel leggerissimo sapore ruolistico al titolo di cui parlavamo all'inizio, è piuttosto basico ma effettivo. Blazkowicz ha accesso a quattro rami di talenti (furtività, tattica, assalto, demolizione) ognuno composto da otto abilità (la maggior parte passive, ma non mancano una manciata di skill attive) che si sbloccano raggiungendo determinati traguardi in game relativi proprio alle caratteristiche di quello skill tree. Ad esempio effettuando uccisioni silenziose con il lancio di coltelli potremo equipaggiarne un numero maggiore, oppure facendo fuori dei nemici sporgendosi dalle coperture avremo accesso a caricatori più capienti per l'arma utilizzata durante queste uccisioni. Sarà possibile rilanciare una granata verso il nemico quando ne avremo ammazzati abbastanza con gli esplosivi e potremo muoverci imbracciando due armi alla stessa velocità di quando ne teniamo in mano una sola dopo aver raggiunto un ragguardevole numero di kill in modalità akimbo. Ce n'è insomma per tutti i gusti e lo stimolo a sbloccare questa sorta di obiettivi interni è sempre piuttosto marcato visto che le ricompense sono tutte ugualmente interessanti.

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Abbiamo parlato poco più sopra di coperture e infatti in questo nuovo Wolfenstein è possibile ripararsi dietro a ogni ostacolo o muro e sporgersi in qualsiasi direzione semplicemente tenendo premuto il grilletto sinistro e utilizzando poi l'analogico sinistro per "inclinarsi" in quella direzione. Il sistema è piuttosto effettivo quando ci si limita a fare "capolino" da una paratia oppure quando ci si vuole sporgere dallo stipite di una porta, ma in condizioni di maggiore caos risulta piuttosto macchinoso e rende praticamente inutilizzabile la visione dal mirino, a meno di non avere una padronanza estrema delle proprie dita. Se a questo aggiungiamo il fatto che sporgersi da un riparo non mette automaticamente il giocatore al riparo dai colpi nemici (molto old school come meccanismo) e consideriamo la presenza della scivolata per avvicinarsi rapidamente ad un nemico, potrete immaginare come nei combattimenti più corposi diventa decisamente più comodo e stimolante esibirsi in corse rapide attraverso lo scenario, magari con due mitragliatori imbracciati, mentre si spara all'impazzata contro tutto ciò che si muove. Un'altra meccanica che arriva dritta dal passato, pur con i dovuti aggiornamenti, riguarda la gestione della vita di BJ.

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L'energia viene infatti recuperata in automatico per un massimo di venti punti dopo che si viene colpiti, se si rimane abbastanza al coperto. Per farla crescere oltre è necessario raccogliere cibo e medikit di cui sono ricchi gli scenari. Con un vero e proprio tuffo nel passato della serie, è possibile anche superare il "tetto" massimo di energia continuando a raccogliere cure. Così facendo, la vita inizierà a scendere piuttosto velocemente per ritornare al valore "standard". La gestione dell'armatura è invece piuttosto tradizionale: anche questa può essere aumentata raccogliendo i numerosi pezzi di corazza disseminati in ogni livello, ha un limite massimo e viene persa quando si viene colpiti evitando in questo modo che i colpi del nemico riducano direttamente i punti ferita di William. E visto che abbiamo parlato della raccolta, è essenziale far notare una meccanica implementata da MachineGames ma che proprio non siamo riusciti a digerire. Ogni arma, munizione, medikit, armatura, oggetto, tutto ma proprio tutto quello che può essere preso dal protagonista, deve essere effettivamente raccolto con la pressione di un tasto (quadrato nella versione PlayStation 4 da noi testata). Questo si traduce in una pressione furibonda e ripetuta dello stesso pulsante ogni volta che si attraversa una stanza o un campo di battaglia appena ripulito. Non si tratta ovviamente di un elemento che mina l'esperienza di gioco, ma non possiamo negare che ci è risultata piuttosto fastidiosa dopo le prime ore di gameplay.

Diversamente intelligente...

È essenziale spendere qualche parola anche per le mappe che compongono la campagna di The New Order. A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, pur denotando tutte una linearità tipica degli shooter di ultima generazione, è assolutamente da lodare il lavoro svolto da MachineGames per cercare di offrire tante vie di accesso secondarie al giocatore, premiando la sua voglia di esplorare ogni singolo anfratto e cunicolo nascosto, non solo con decine di collezionabili ma anche e soprattutto, con punti di osservazione e accesso alle varie aree in grado di mettere BJ in posizione di vantaggio rispetto al nemico.

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Questa attenzione per il level design riesce persino ad esaltare una componente stealth che attraversa un po' tutto il gameplay di questo nuovo Wolfenstein. Sembra quasi un'eresia da dire, e qui più che mai si nota la distanza dalla tradizione id Software, ma il game si lascia giocare con grande piacere e soddisfazione anche da chi adora muoversi nell'ombra cercando di colpire il nemico di soppiatto. E non è un caso che un intero ramo di talenti sia dedicato proprio a questo stile di gioco. Non giungete a conclusioni affrettate però, perché non stiamo parlando di un concorrente di Thief o Dishonored, è ovvio che di fondo The New Order rimane uno shooter vecchia scuola dove sono i numeri (degli avversari) a farla da padrone e dove bisognerà quindi fare i conti con diverse tonnellate di piombo su schermo. Se vogliamo proprio andare a cercare il pelo nell'uovo, non abbiamo gradito fino in fondo la scelta dello sviluppatore di farci tornare più volte nella stessa ambientazione che funge da base della resistenza, per svolgere alcune missioni di raccordo della trama assolutamente secondarie e al limite del "pixel hunting", ma ci si fa subito l'abitudine e si superano altrettanto velocemente. L'altro immancabile elemento da giudicare in questo genere è l'intelligenza artificiale. Non vi aspettate miracoli su questo fronte: i nemici sanno svolgere il loro dovere in Wolfenstein ma non riescono mai a brillare per doti di strategia e tattica in grado di lasciarvi stupiti.

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Sanno gestire a dovere i ripari e qualche volta saranno anche bravi ad accerchiarvi ma denotano una certa stitichezza nell'uso delle granate e quando entrano in gioco i nemici più corazzati, si nota una loro tendenza a limitarsi a venirvi incontro con il dito premuto sul grilletto piuttosto che esibirsi in qualche furba mossa azzardata. Sia chiaro che, il più delle volte, questo basta ad offrire un livello di sfida assolutamente al di sopra della norma, ma al salire del livello di difficoltà, oltre al numero di nemici su schermo e alla loro resistenza fisica, cambia veramente poco.

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Semmai ci saremmo aspettati, per mitigare un poco la sensazione della pura carne da cannone con texture differenti, una maggiore diversità nei nemici incontrati, quando in realtà si esauriscono in una manciata di soldati corazzati in modo differente, un paio di robot e un cane protetto da un po' di armatura. Ci sono altre piccole eccezioni come degli insulsi droni volanti e un mastino robotico che, al netto delle sequenze scriptate, affronteremo una sola volta, ma si nota una certa mancanza di idee su questo fronte in casa MachineGames. Mancanza di idee che è possibile riscontrare anche nell'armamentario che pur essendo ben variegato, è piuttosto standard in quello che offre: un paio di pistole, due mitragliatori, un fucile da cecchino con una variante energetica e un paio di fucili a pompa. Oltre ai coltelli e ad una sorta di fucile laser multiuso utile anche per tagliare paratie e recinzioni. Forse ci saremmo aspettati qualcosa di più da uno shooter che punta tutto sulle sparatorie ma è evidente che questa "avarizia" non ha ripercussioni importanti sulla tenuta del gameplay e sul coinvolgimento nei conflitti a fuoco.

...ma fluido da vedere

Concludiamo con l'aspetto tecnico. Wolfenstein: The New Order è piuttosto buono anche in questo aspetto: non raggiunge mai vette di eccellenza in grado di lasciare il giocatore a bocca aperta, ma sa offrire diversi scorci ambientali piuttosto ben riusciti che si uniscono a un'ottima gestione delle luci quando si è all'aperto. Lo stesso non si può dire purtroppo dei numerosi interni in cui ci troveremo ad affrontare gli avversari, e che denotano tutti una certa scarsità di dettagli, pur senza sfociare in texture a bassa risoluzione.

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Su questo fronte non aiuta il taglio artistico piuttosto freddo e neutro, che non riesce a rappresentare a dovere un futuro distopico che potrebbe essere invece molto più affascinante, almeno sulla carta. Immaginate una ricerca dei dettagli in stile BioShock a partire dall'ipotesi di un mondo conquistato dai nazisti. Ecco ci sarebbe piaciuto vedere qualcosa del genere, mentre qui siamo decisamente più vicini alla razionalità tecnologica in stile Escape From Butcher Bay fatta di centinaia di casse metalliche quadrate e di lunghi corridoi con angoli a novanta gradi. Dove però si nota la forza del Tech5 di id Software è nella eccellente solidità del framerate che, sulla versione PlayStation 4 da noi testata, è praticamente inchiodato sui sessanta frame al secondo e non mostra praticamente mai un'incertezza nella risoluzione di 1080p. Ottimo il lavoro svolto anche sui caricamenti che sono sempre estremamente rapidi. Per quanto riguarda il comparto audio, è assolutamente encomiabile il lavoro svolto sul doppiaggio italiano, estremamente ben recitato e con una giusta dose di voci diverse, tutte nella parte. È un peccato quindi che non sia stato svolto un altrettanto adeguato lavoro di missaggio sonoro, visto che in moltissimi casi sarà difficile sentire correttamente i dialoghi, motivo per cui, dopo un paio di ore di gioco, ci siamo sentiti praticamente costretti ad abilitare i sottotitoli per non perderci le frasi dette durante una sparatoria. Ottima anche la colonna sonora, con un paio di tracce cantate e un accompagnamento fatto di chitarre, sintetizzatori e rumori elettronici in grado di dare la giusta carica o accompagnare i momenti di maggiore tensione narrativa.

Conclusioni

Versione testata: PlayStation 4
Multiplayer.it
8.3
Lettori (312)
8.4
Il tuo voto

The New Order è paradossalmente un Wolfenstein solo nel nome. Ok, il protagonista è quello giusto, abbiamo a che fare con un mondo dominato dai nazisti e il gameplay è fortemente sbilanciato verso le sparatorie con un ritmo forsennato. Ma c'è poco di quell'orrore cupo e di quel fascino, quasi trash, che abbiamo imparato a conoscere con il primo capolavoro di id Software e i suoi sequel/remake, spesso dimenticabili, che si sono susseguiti negli anni. E questo è un bene visto che in fin dei conti l'opera di MachineGames riesce comunque a ritagliarsi una sua personalità e soprattutto a risultare godibile e divertente fin dai primi minuti in cui si prende il pad (o il mouse) in mano. Non è un capolavoro e non lascerà un segno nell'olimpo dei videogiochi ma vi garantiamo che questo Wolfenstein: The New Order si lascia giocare che è un piacere.

PRO

  • Immediato, frenetico e coinvolgente in ogni singola sparatoria
  • Il sistema dei talenti funziona e offre un minimo di personalizzazione dell'azione
  • Molto buono il level design...

CONTRO

  • ...anche se da un punto di vista artistico non ci siamo.
  • Un po' di varietà aggiuntiva per i nemici e per le armi non avrebbe guastato.