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Tropico 5, recensione

Riuscirà il neo dittatore di uno stato tropicale a rubare abbastanza soldi prima di distruggere la sua gente?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   27/05/2014
Tropico 5
Tropico 5
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Se qualcuno vi mettesse in mano uno stato dandovi il potere assoluto, voi che governanti sareste? Dei terribili tiranni accentratori o degli amanti della democrazia partecipativa? Con Tropico 5, Haemimont Games vuole continuare a dire la sua nel mondo delle simulazioni cittadine, aiutata da una concorrenza mai così debole, rappresentata soprattutto da un SimCity in crisi d'identità e di risultati.

Tropico 5, recensione

Paradossalmente il tentativo di Maxis di rinnovare il suo brand storico, avvicinandolo al moderno concetto di videogioco come servizio, ha lasciato praterie spalancate per quei prodotti come Tropico che hanno invece scelto la via della conservazione, introducendo sì l'online come caratteristica extra, ma puntando, più che a conquistare il nuovo pubblico, a non scontentare quello storico. Così Tropico 5 appare sin da subito riconoscibile (fin troppo) a chiunque abbia giocato il terzo o il quarto capitolo della serie, di cui comunque sono state rafforzate molte meccaniche. Il concept di base è sempre lo stesso, già espresso all'inizio dell'articolo, esplorato con un taglio leggero e allegro in forte contrasto con i contenuti spesso controversi, per quanto affrontati in modo ironico e asettico. Così far ammazzare un oppositore diventato un po' troppo fastidioso o darsi al commercio di materie prime con pirati e nazisti, diventa una mera scelta economica dettata da un unico fine: riuscire a far prosperare il proprio conto in Svizzera senza mandare la popolazione sul lastrico. Non vi stupite, perché nella gestione di certi aspetti della politica nel suo senso più generale, la serie Tropico è stata sempre meno ipocrita di altre, che di fatto sfidano il giocatore ad adeguarsi a un'idea standard di buon governo per permettergli di progredire. In Tropico 5 (come in tutta la serie del resto) comportarsi da feccia non solo permette di fare soldi a palate, ma spesso è l'unico modo per tenere sotto controllo lo stato e farlo prosperare, con la complicità di cittadini ignoranti e spesso ben felici di avere qualcuno che li bastoni per bene.

Le gioie della tirannide

La campagna per giocatore singolo inizia dalla colonizzazione dell'isola. Anzi, dal dittatore, che va creato a immagine e somiglianza di molti suoi colleghi reali, tramite un comodo editor. Volete essere un tiranno moderno? Allora potete vestire il vostro avatar con abiti di design presi dai negozi giusti per il repressore che non deve chiedere mai. Vi piace andare sul classico? Che ne dite di una bella divisa militare piena di mostrine, che rendono benissimo agli aperitivi con gli altri governanti? Ovviamente bisogna fare anche scelte più sostanziali, come determinare le nostre competenze così da avere dei bonus in alcuni settori, tipo la produzione alimentare o la costruzione degli edifici. Creato il nostro dittatore su misura, che con l'evolversi della campagna potrà essere sostituito da degli eredi, dotati di caratteristiche diverse, è arrivato il momento di fare ciò per cui siamo stati chiamati in questo logoro mondo: governare. Impiantati nel nostro piccolo paradiso terrestre, scopriamo presto che i dazi imposti dalla casa madre ci stanno davvero stretti.

Tropico 5, recensione

Il primo passo da compiere, quindi, è accumulare abbastanza soldi per pagarsi l'indipendenza, così da svincolarsi dalle continue richieste di tasse. La musica di sottofondo ci racconta dove ci troviamo più del titolo del gioco stesso: siamo da qualche parte in Sud America, pronti a stabilire la nostra dittatura. La campagna procede per obiettivi, che a intervalli regolari, o in seguito ad alcuni eventi, appaiono sul nostro palazzo sotto forma di icone roteanti. Cliccandoci sopra ci verrà detto cosa dobbiamo fare. Gli obiettivi sono vari e vanno dall'inviare una spedizione per perlustrare l'isola, così da scoprire risorse o tesori nascosti, al modificare la produzione agricola per soddisfare le richieste degli alleati. Non mancano obiettivi di tipo politico/militare, con dissidenti da reprime o gruppi di pressione da accontentare. A volte può intervenire anche la vita privata del capo a dettare l'ordine degli eventi. Così un novello Fidel un po' troppo Mandrillo, potrebbe concepire un figlio illegittimo scontentando la fazione religiosa dell'isola. Che fare? Eliminare il problema alla radice? Insabbiarlo? Oppure ignorare completamente i religiosi? I metodi per risolvere problemi e conflitti interni sono spesso poco ortodossi, con il sistema di gioco che di fatto penalizza i comportamenti virtuosi, o le scelte più umane, seguendo con coerenza i principi più brutali del realismo politico. In fondo quello che ci interessa è mantenere il potere. Il resto conta davvero poco. Di cose da dire su questo aspetto del gioco ce ne sarebbero tante, soprattutto su come Haemimont Games sia riuscita a rendere coerente il flusso degli eventi integrandoli con il gameplay tramite una convincente catena di cause ed effetti che si riflettono sul governo. Purtroppo lo spazio è tiranno e dobbiamo ancora parlare dell'aspetto più importante di Tropico 5: il sistema di costruzione e gestione della città.

Che tipo di dittatore sareste in uno stato sud americano? Scopritelo in Tropico 5!

Lo stato libero di Bananas

Qual è il settore da cui un bravo politico può trarre i maggiori vantaggi personali, sia a livello economico che politico? L'edilizia, ovviamente. In Tropico 5 bisogna costruire un'intera città, cercando di soddisfare le richieste dei cittadini e, contemporaneamente, accumulando tangenti e beni con vari stratagemmi non proprio legalissimi. Costruire è davvero facile, visto che basta aprire il menù relativo, selezionare una categoria di edifici e scegliere quello che vogliamo realizzare posizionandolo sulla mappa e collegandolo alla città tramite una strada (ogni edificio ha il suo ingresso).

Tropico 5, recensione

Nella campagna single player occorre spesso costruire edifici che ci vengono richiesti per completare le missioni, edifici che spesso servono per attivare opzioni altrimenti bloccate. Ad esempio, vogliamo migliorare la produzione agricola dei nostri campi? Bene, ci serve di ricercare il falcetto che attiva l'opzione per l'acquisto di un miglior fertilizzante dal menù degli edifici agricoli. Per ricercare, però, bisogna prima aver costruito una biblioteca e averci messo dentro dei lavoratori preparati, così da sbloccare il menù apposito. Il nostro stato non è ancora in grado di produrre personale abbastanza colto da gestire un centro di ricerca? La soluzione è importare lavoratori dall'estero. Farlo è semplice, ma prima di vederli all'opera bisogna attendere che arrivino con una nave da trasporto. Ovviamente i lavoratori stranieri costano di più di quelli locali, quindi sarebbe il caso di avere un po' di risorse da parte prima di chiamarli. Ma come accumulare risorse se non vendendo beni sui mercati internazionali? Sempre che non si scelga di contrattare con i pirati, che fanno prezzi molto migliori. Come avrete capito, costruire edifici in Tropico 5 consente di sbloccare molti altri aspetti del gioco, che vanno con gradualità ad arricchire la complessità della gestione dello stato. Presto si scopre che le scelte sono davvero molte e che bisogna dare una visione alla città, ossia indirizzarla verso alcune attività economiche piuttosto che altre, attività che rendono meglio o peggio a seconda del tipo di governo scelto. Ad esempio il turismo potrebbe essere penalizzato da una dittatura troppo dura, oppure scegliere di fare affari solo con i pirati potrebbe far inalberare al punto i governanti delle altre nazioni, che la guerra diventerebbe inevitabile, con le ovvie conseguenze del caso.

Pregi e difetti

Insomma, anche se non esaustivi, i paragrafi precedenti dovrebbero avervi fatto capire che Tropico 5 è un titolo complesso e articolato, con decine di valutazioni da fare e di scelte da compiere per non far tracollare lo stato mandando a ramengo l'economia. Secondo noi Haemimont Games ha fatto bene in questo caso a non tentare colpi di mano cambiando troppo le fondamenta di una formula rodata e funzionante, che darà sicuramente grosse soddisfazioni agli appassionati del genere.

Tropico 5, recensione

Purtuttavia vanno sottolineati alcuni problemi relativi proprio a quello che forse è un eccesso di conservatorismo. Se da una parte prendere Tropico 3 e 4 e migliorarne alcuni aspetti ha permesso di evitare disastri come l'ultimo SimCity, dall'altra proprio i giocatori dei capitolo precedenti potrebbero trovare fin troppo scontate certe scelte. Aggiungiamoci anche che Tropico 3 e, soprattutto, 4 sono pieni di contenuti aggiuntivi, mentre Tropico 5 arriva abbastanza liscio da questo punto di vista (sicuramente saranno prodotti DLC ed espansioni, ma per ora c'è solo il gioco base). Cosa significa? Semplicemente che per mancanza di elementi originali, alcuni potrebbero preferire rimanere sui capitoli precedenti, molto simili nel gameplay, prima di fare il salto sul nuovo. Va però detto che graficamente è stato fatto un bel passo in avanti rispetto al passato, con la città che brulica letteralmente di vita, grazie a edifici ben modellati e omini ben animati e sempre in attività. Insomma, ci sono parecchie chicche grafiche di non poco conto, visto il genere (si vede nella produzione il riflesso del milione e passa di copie vendute da Tropico 4). I vecchi giocatori potrebbero essere allettati dagli aspetti meramente cosmetici? Difficile dirlo quando si parla di uno strategico/gestionale, ma in questo caso una grafica migliore aiuta a sentire maggiore empatia per la propria creatura (e rende più difficili alcune scelte repressive), quindi è un aspetto che non va sottovalutato.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows Vista SP2, Windows 7, Windows 8
  • Processore: 2 GHz Dual Core CPU
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: GeForce 400 o superiore, AMD Radeon HD 4000 o superiore, Intel HD 4000 o superiore (compatibile con DirectX 11)
  • Spazio su disco: 4GB
  • DirectX: 11

Requisiti consigliati

  • OS: Windows 7 (64 bit), Windows 8 (64 bit)
  • Processore: 2.5 GHz Quad Core CPU
  • RAM: 8 GB
  • Scheda video: GeForce 500 o superiore, AMD Radeon HD 5000 o superiore

Conclusioni

Digital Delivery: Steam
Prezzo: 44,99€
Multiplayer.it
8.0
Lettori (98)
8.3
Il tuo voto

Difficile trovare veri difetti in Tropico 5, se non la sua scarsissima originalità e una certa carenza di contenuti, quest'ultima dovuta più che altro alla grande quantità di materiale extra rilasciato per il quarto capitolo, difficile da pareggiare nel solo gioco base. È chiaro che sarà apprezzato di più da chi non ha giocato i capitoli precedenti e quindi potrà godersi appieno tutte le meccaniche, scoprendo anche parecchie sorprese. Gli altri non lo snobbino, ma sappiano a cosa vanno incontro, ossia al grosso aggiornamento di una formula ampiamente rodata, che è ancora in attesa della sua rivoluzione. Probabilmente gli sviluppatori si sono spaventati e non hanno voluto calcare la mano con il rinnovamento dopo quanto avvenuto con SimCity. Forse, più semplicemente, erano coscienti di stare realizzando quello che comunque è il miglior capitolo della serie.

PRO

  • Meccaniche di gioco raffinatissime
  • Città molto belle e piene di vita
  • Ottimo livello di personalizzazione

CONTRO

  • Originalità zero
  • Qualche contenuto in più non avrebbe guastato