Recensito poco tempo fa su queste stesse pagine virtuali nella sua versione per Nintendo 3DS, Color Zen è un puzzle game ottimo e semplice tanto nel concept quanto nella realizzazione tanto da meritarsi un sonoro 7.5, caratterizzato da un'anima meditativa e rilassante col suo uso di forme geometriche e stilizzate e di musica elettronica di gran livello, e soprattutto da un numero molto corposo di livelli, ben 460 divisi tra quattro modalità, il tutto offerto ad un prezzo, 2,99 Euro, anche troppo basso per una simile mole di gioco. Color Zen è anche un gioco molto difficile che nei livelli più avanzati, nonostante il mood sempre amichevole, può spingere il giocatore a tirare giù diversi santi dal calendario: per ovviare a questa situazione, che in realtà non era per niente spiacevole, Large Animal Games ha appena rilasciato Color Zen Kids per entrambe le console Nintendo, che, com'è facile desumere dallo stesso titolo, non è altro che la sua versione per bambini. Successo bissato?
Arriva su Nintendo Wii U e Nintendo 3DS il Color Zen per i più piccoli!
Lo Zen per i più piccoli
Il concept di gioco non è cambiato di una virgola, andiamo quindi ad esaminarlo. Come dicevamo nella recensione dell'originale, si tratta di una di quelle classiche meccaniche che a volerle spiegare nel dettaglio s'impiega più tempo e si ottiene un risultato peggiore che non impugnando il pennino e risolvendo il primo livello, dopodiché si afferra tutto in un istante.
Ma il bravo recensore zen non si lascia scoraggiare da questi dettagli e si cimenta comunque nell'impresa: lo schermo di gioco è affollato da varie forme geometriche (che mentre nel primo componevano spesso e volentieri figure astratte, qua vanno a formare simpatiche, ma sempre stilizzate, rappresentazioni di animali, ma approfondiremo in seguito questo discorso), caratterizzate ognuna da un colore. Alcune di queste forme si possono spostare col pennino, e quando due forme colorate allo stesso modo s'incontrano, si fondono tra di loro andando a colorare tutto il fondale di gioco con la tinta dalla quale erano contraddistinte. L'obiettivo è far sì che dopo l'ultima mossa il colore del fondale sia lo stesso della cornice dello schermo, l'unico che non può essere modificato durante la partita. Un concept quindi molto semplice, ma che richiede, specie negli stage più complessi, un notevole pensiero strategico e una certa pianificazione; richieste peraltro favorite dall'atmosfera molto soft e rilassata, da un sistema di gioco che fa di tutto per evitare ansia e patemi vari, in piena linea con la filosofia orientale che fa capolino nel titolo. In che modo, però, Color Zen Kids viene incontro alle esigenze dei più piccoli? In primo luogo, dicevamo, con una caratterizzazione grafica che, pur non abbandonando la stilizzazione e le velleità vagamente artistiche dell'originale, vira sul "simpatico e coccoloso", con rappresentazioni di teneri animaletti vari, sempre graditi a un pubblico preadolescenziale, e in generale con forme più grandi e colori più vivaci e luminosi. Anche la musica, una delle caratteristiche più di pregio di Color Zen, fa la sua parte: Steve Woodzell ha composto per l'occasione una nuova colonna sonora sempre elettronica e molto "chill-out", ma dai toni più movimentati e allegri, che va come sempre a fondersi perfettamente coi pochi, ma incisivi, effetti sonori presenti.
Sì, ma quale versione (non) compro?
Il cambiamento principale alla formula di gioco riguarda però difficoltà e longevità, ma attenzione, perché i due discorsi potrebbero essere meno collegati di quanto sembri. Un livellamento verso il basso del livello di sfida nella versione "Kids" di un gioco è una cosa quantomeno da attendersi: i primi stage sono sullo stesso, bassissimo livello del predecessore, ma, laddove questo andava subito ad alzarlo sensibilmente, qua la curva di difficoltà sale sì costantemente, ma in maniera molto molto dolce e gentile. I giocatori più esperti, e a maggior ragione chi ha già affrontato con successo Color Zen, non troveranno praticamente alcun ostacolo nella risoluzione di Color Zen Kids.
Questo mette subito in chiaro il fatto che il titolo è effettivamente dedicato al solo pubblico di preadolescenti: sebbene ne conosciamo parecchi in grado di umiliarci a giochi più tecnici, vuoi un FIFA o uno Street Fighter IV, non si può non dire che, come sorta di "Il mio primo puzzle game", Color Zen Kids centri in pieno l'obiettivo. Mentre l'abbassamento della difficoltà è cosa giustificata dal pubblico al quale il prodotto si rivolge, quindi, lo stesso non è purtroppo vero per la drastica diminuzione della longevità. Ci si potrebbe attendere che a una minore osticità corrisponda per forza una minore longevità, ma, a parte che questo non è necessariamente automatico quando si parla di un pubblico poco o per niente avvezzo a simili meccaniche, il fatto è che laddove Color Zen presentava 4 modalità di gioco, anche se una sola realmente differente, per un totale di 460 livelli, il fratellino si ferma a una sola modalità e a 100 stage. Non pochissimi, intendiamoci, ma avendo le due offerte lo stesso identico prezzo, non si può fare a meno di pensare ad un'operazione commerciale. Color Zen Kids sarebbe stato perfetto se inserito nell'originale, magari aumentando anche un poco il prezzo, o come DLC; così com'è, vista la presenza su eShop di una simile alternativa, forse è consigliabile indirizzare pure i pargoli all'originale, indubbiamente più ostico ma forte di un rapporto longevità/prezzo estremamente più vantaggioso. Avrebbe mitigato questa situazione la presenza del cross-buy, purtroppo assente: è da poco che Nintendo sta intraprendendo questa strada e Color Zen Kids avrebbe rappresentato un perfetto primo tentativo, visto il fatto che le due versioni sono sostanzialmente identiche. Su Wii U siamo di fronte ad uno spettacolo migliore che non su Nintendo 3DS, che rende giustizia, perlomeno su un televisore HD, alla bella direzione artistica, ma il gioco è pensato per un device mobile e questo è dimostrato dal fatto che, stranamente, sulla home console di Kyoto la bella colonna sonora è ascoltabile solo ed esclusivamente tramite GamePad, GamePad dove comunque si concentrerebbe il 90% dell'attenzione del giocatore, visto il sistema di controllo touch.
Conclusioni
Nella recensione dell'originale Color Zen avevamo speso parole d'elogio per le meccaniche di gioco, lo spirito meditativo e rilassante e la direzione artistica sia in ambito grafico che sonoro, e questi discorsi restano intatti per Color Zen Kids. Ma quello che più ci aveva spinto a premiare l'originale con un nitido 7.5 era la grande mole di gioco a cui si poteva accedere versando solo 3 Euro, e questa caratteristica qui va decisamente ridimensionata. Color Zen Kids fa un ottimo lavoro nel declinare il suo concept per un pubblico di giovanissimi, non limitandosi a proporre stage più facili ma andando ad incidere anche sulla presentazione, ora più viva e simpatica. Non riusciamo però a capire secondo quale logica un bimbo, allo stesso prezzo, sebbene molto basso, che viene richiesto al papà o al fratello maggiore, debba giocare molto di meno. Quando ci sarà un corposo taglio di prezzo allora ne varrà la pena, così com'è la situazione adesso, continuiamo a preferire Color Zen anche per un pubblico di bambini, vista la sua ottima calibrazione della difficoltà. Chissà, magari scoprirete pure di avere un piccolo genio in casa!
PRO
- Concept dell'originale rimasto intatto
- Ottimo lavoro di adattamento per il pubblico giovane
CONTRO
- Molto meno ricco dell'originale, allo stesso prezzo
- Non sfrutta gli hardware praticamente in nulla