Tra i titoli che hanno definito maggiormente la vita del Dreamcast, ultima straordinaria home console prodotta da SEGA, merita senza dubbio un posto d'onore Crazy Taxi: uscito prima su cabinato nel 1999 e trasportato un anno dopo sul sistema della casa nipponica, la creazione di Hitmaker è stato un autentico concentrato di quella filosofia arcade che l'ex Service Games (questo il nome originario di quella che poi diventò SEGA) fu in grado di rappresentare come nessun altro. Un ottimo seguito, le conversioni per diverse altre console dopo la trasformazione in publisher multipiattaforma della compagnia e un meno convincente terzo capitolo esclusivo Xbox e PC contribuirono a mantenere vivo e vegeto il nome di Crazy Taxi, che però da praticamente dieci anni non è mai stato recuperato per un nuovo episodio vero e proprio. Fino ad oggi...
Crazy Taxi: City Rush arriva su smartphone abbandonando buona parte della formula originale
Crazy Taxi: City Rush è infatti il nome dietro al quale si cela il ritorno sulla scena del franchise dopo questa interminabile attesa, stavolta messo nelle mani del team inglese Hardlight già autore di Sonic Dash e Sonic Jump. Il "problema" è che si tratta di un free to play per dispositivi mobile, e si controlla come un edless runner. Se vi siete ripresi dallo shock e avete ricominciato a respirare con normale regolarità, potete proseguire con la lettura, con la consapevolezza che non c'è una maniera per rendere più dolce la pillola: City Rush è un episodio di Crazy Taxi molto diverso dai precedenti, che tenta di adattare, o meglio rielaborare un concept "antico" alle meccaniche e alle logiche del gaming moderno.
I giocatori più intransigenti fedelissimi del bei tempi andati senza dubbio si rifiuteranno di toccare Crazy Taxi: City Rush anche con un bastone, poco ma sicuro; i più curiosi, o semplicemente coloro che per ragioni anagrafiche non ha mai conosciuto la serie originale, potranno però trovare in questa produzione di SEGA un titolo piacevole, interessante, non certo irrispettoso delle proprie radici o volgare. Anche perché nello sviluppo è stato coinvolto Kenji Kanno, il "padre" di Crazy Taxi; e potrebbe mai un genitore volere il male della propria creatura? Certo che no. Parlavamo di differenze tra questo nuovo episodio e gli originali, ma partiamo prima dalle similitudini: ovviamente il taxi rimane protagonista, così come la necessità di trasportare passeggeri verso determinate destinazioni entro un tempo prestabilito, infrangendo qualsiasi legge del codice della strada possibile e immaginabile. Se al colpo d'occhio quindi Crazy Taxi: City Rush non sembra poi così distante dal capostipite, in realtà bastano pochi istanti per capire quanto la formula sia stata rivista, a cominciare dal sistema di controllo. Con una scelta non troppo comune infatti, Crazy Taxi: City Rush può essere giocato sia tenendo il proprio device in orizzontale che in verticale: questo perché il sistema di input richiede l'utilizzo di un solo dito per guidare il proprio mezzo, anche se "guidare" non è esattamente il termine corretto. Il taxi infatti accelera in automatico e non è possibile frenare, riducendo l'impegno del giocatore al solo passaggio di corsia della carreggiata tramite swipe, esattamente come gli endless runner tipo Subway Surfers tanto per capirci.
Per curvare va invece tenuto premuto per qualche istante il dito sul lato dello schermo nella direzione in cui si vuole andare, mentre per arrestare la corsa una volta raggiunta la destinazione vanno effettuati alcuni rapidi tap. Una strisciata dall'alto verso il basso permette poi di effettuare un cambio di direzione a 180 gradi, mentre l'unico tasto su schermo consente di spendere uno dei turbo a disposizione. La volontà di mantenere la formula di gioco il più compatta possibile, con una struttura a missioni estremamente brevi, ha inoltre portato sostanzialmente ad eliminare tutta la componente esplorativa: se in passato gran parte del divertimento stava nell'inventarsi scorciatoie e strade alternative per portare a destinazione i propri clienti, qui le possibilità di variazione sono praticamente azzerate. Dicevamo delle missioni, ognuna delle quali "costa" una parte del carburante a disposizione: una volta terminato, per ripristinarlo è necessario spendere dei diamanti, o guardare video pubblicitari, o infine attendere semplicemente alcuni minuti. I diamanti e i dollari sono le due valute di gioco, che sono legate alla possibilità di acquistare nuovi taxi, potenziarli a livello meccanico (per andare più veloce) o modificarli a quello estetico (per guadagnare più soldi). Completando le missioni si possono guadagnare entrambe, ma ovviamente come spesso accade in ambito freemium mettendo mano al portafogli si possono comprarne diverse quantità per ridurre la fatica e il grinding, che diventa notevole soprattutto con le missioni necessarie per sbloccare le altre location di gioco. Spendere qualche soldo reale permette anche di eliminare le a dir la verità fin troppo invasive pubblicità presenti nel gioco, che spesso e volentieri con video promozionali interrompono le partite. Buona la componente grafica, colorata e caratterizzata da un gradevole stile; adatta la colonna sonora che, pur senza i picchi dell'indimenticabile contributo degli Offspring, conta su brani di band indipendenti pop punk americane.
Conclusioni
Crazy Taxi: City Rush è un titolo inevitabilmente destinato a far discutere e probabilmente a lasciare indispettiti i fan della serie: la formula originale è stata fortemente modificata, se non addirittura stravolta, avvicinando la produzione SEGA al gameplay di uno dei tanti endless runner che popolano gli store di iOS e Android. Eppure i valori produttivi sono indiscutibili, la quantità di contenuti è notevole, la grafica piacevole e, soprattutto, è piuttosto divertente. Non si tratta sicuramente di un gioco indimenticabile, e i limiti del modello freemium non aiutano ad addolcire la pillola, ma per riempire qualche minuto col proprio smartphone si possono fare scelte ben peggiori di questa.
PRO
- Tecnicamente molto piacevole
- Piuttosto divertente
- Buona quantità di contenuti
CONTRO
- Formula originale stravolta
- Presto molto ripetitivo
- Limiti del modello freemium