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Si alzi il sipario!

Siamo tornati a giocare le musiche di Final Fantasy con il seguito del suo apprezzatissimo rhythm game!

RECENSIONE di Christian Colli   —   11/09/2014
Theatrhythm Final Fantasy: Curtain Call
Theatrhythm Final Fantasy: Curtain Call
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Quella di Final Fantasy è una serie che può piacere e non piacere, soprattutto negli ultimi anni, ma se c'è qualcosa che ha messo sempre d'accordo tutti i suoi fan e i suoi detrattori è la musica.

Si alzi il sipario!

Non è mai successo che la colonna sonora di un Final Fantasy abbia deluso le aspettative: possono esserci brani più o meno belli, compositori più o meno abili, ma è impossibile non trovare almeno una traccia a Final Fantasy che non sfiori le corde del nostro cuore. L'idea di ricavarci un rhythm game, insomma, non era poi così folle, e lo sviluppatore indieszero ha già vinto questa scommessa due anni fa con un titolo che, nonostante fosse decisamente low budget, a dispetto del brand, ha fatto breccia anche nei più scettici, facendoli subito innamorare della sua semplicità e della sua ricchezza di contenuti. Il successo di Theatrhythm è stato tale che Square Enix ne ha prodotto anche una versione iOS, circondandola di DLC, per poi annunciare un sequel che, fin dalle prime notizie, si anticipava essere a dir poco maestoso. E anche in questo caso, non ha deluso le aspettative.

Curtain Call è semplicemente molto più vasto, ricco e divertente del primo Theatrhythm

La musica va, per le valli in fiore

C'è soltanto una cosa che ci ha lasciato un po' interdetti di questo secondo Theatrhythm Final Fantasy, ed è legata a doppio filo con i nuovi contenuti che lo differenziano dall'originale. Tutto sommato è una riflessione sul mercato, più che un problema intrinseco del gioco: in pratica, una volta acquistato Curtain Call, potreste pure riporre la vecchia cartuccia e non toccarla mai più. Il nuovo titolo dei ragazzi di indieszero, infatti, incorpora tutti i brani proposti in Theatrhythm Final Fantasy, compresi quelli pubblicati come DLC a pagamento.

Si alzi il sipario!

All'appello manca soltanto Somnus di Final Fantasy XV; in compenso c'è tutto il resto, più i nuovi brani tratti dai Final Fantasy già proposti nell'originale e dagli spin-off che hanno fatto capolino nella lista: Final Fantasy Tactics, Dissidia, Mystic Quest, Crystal Chronicles, Type-0, i sequel diretti come Final Fantasy X-2 o Lightning Returns. In totale, Curtain Call propone più di duecentoventi brani tra i vecchi e i nuovi già contenuti nella cartuccia e quelli inediti scaricabili come DLC a pagamento, insieme ad alcuni personaggi extra: un numero impressionante, se confrontato con la settantina di brani del precedente Theatrhythm. In questo senso, Curtain Call ci ha ricordato la strategia di Capcom con i suoi Street Fighter: ogni nuova revisione rende la precedente obsoleta, con buona pace dei fan che avevano investito in essa tempo e denaro. I giocatori che avevano acquistato i DLC del primo Theatrhythm, insomma, potrebbero sentirsi piuttosto scottati dalla scelta di Square Enix, ma la verità è che Curtain Call è talmente ricco di contenuti, musiche e opzioni da far apparire il primo un semplice esperimento a basso costo. Il nuovo Theatrhythm propone oltre sessanta personaggi tratti dai vari Final Fantasy, e non soltanto i protagonisti ma anche alcuni comprimari molto amati dai fan: ciascuno di loro sfoggia statistiche diverse e un pool di abilità, alcune esclusive e altre no, che li rendono sufficientemente diversi gli uni dagli altri. Indieszero fa nuovamente sfoggio del character design "puccioso" e caricaturale anche per i nuovi mostri, tra boss e nemici storici della saga: alcuni sprite sono semplicemente di colore diverso, ma la cosa non ci ha disturbato più di tanto perché la varietà non manca, grazie anche al maggior numero di ambientazioni in cui si svolgono gli stage di combattimento e di esplorazione. Più musica, più personaggi, più nemici, più scenari... ma come se la cava Curtain Call sul fronte del gameplay?

L'effetto 3D

Come nel caso del primo Theatrhythm, anche stavolta l'effetto 3D ha un'importanza marginale perché si limita a "stratificare" l'immagine senza aver alcun impatto sul gameplay. Tuttavia, è stato implementato meglio e, oltre a rendere gli sprite un po' più definiti, incide molto meno sul frame rate e sulla fluidità delle animazioni.

La musica va, attraverso il cielo

Curtain Call si gioca esattamente come il precedente Theatrhythm, o quasi, nel senso che indieszero ha implementato anche un sistema di controllo alternativo con lo stick e i tasti analogici per venire incontro a chi non si trova bene soltanto col touch screen. Scelto il metodo che si preferisce, perdonateci il gioco di parole ma la musica non è cambiata: gli stage sono ancora di tre tipi, e cioè BMS, FMS e EMS. I primi sono quelli in cui il nostro party affronta un nemico alla volta, sconfiggendoli a tempo di musica mentre interagiamo con i tre tipi diversi di note che si susseguono sullo schermo (a tocco, a scorrimento e a pressione). Gli FMS raffigurano i nostri eroi in viaggio, un po' a piedi e un po' in chocobo o in aeronave. Gli EMS, infine, si svolgono con un filmato sullo sfondo che rende più complicato seguire l'intreccio di note. Non vi nasconderemo che ci sarebbe piaciuto vedere almeno un tipo di sfida completamente nuovo da associare ai BMS e FMS, dato che gli EMS sono stati un po' trascurati: bisogna sbloccarli per ogni titolo e non compaiono praticamente mai nella modalità Quest Medley, anche perché sono le sfide più confusionarie e rischiose dove ci è sembrato che il gioco interpreti meno correttamente i nostri input.

Si alzi il sipario!

Tutto il resto, però, funziona come e meglio di prima. Indieszero ha fatto tesoro delle critiche ricevute per il primo Theatrhythm e ha aggiustato il tiro sulla componente RPG, che nel prequel era appena abbozzata: il Chaos Temple è stato quindi sostituito dalla suddetta modalità Quest Medley, il vero e proprio cuore dell'esperienza. Il concetto, di base, è più o meno lo stesso: il gioco propone delle missioni "casuali" che si differenziano in lunghezza e difficoltà. Ciascuna di esse è costituita da molteplici stage che andranno affrontati in sequenza, proprio come nel vecchio Chaos Temple, ma questa volta dovremo decidere il percorso da seguire, magari preferendo una missione piuttosto che un'altra in base alla ricompensa o all'evento speciale di turno, come può essere l'attivazione di una Aetheryte (praticamente un checkpoint) o la battaglia con un miniboss che custodisce un bottino raro o una chiave colorata che possa sbloccare un altro sentiero nella stessa missione o in un'altra. Nel caso del Quest Medley, l'elemento RPG non si limita alla struttura delle missioni stesse, ma anche alla gestione del party che questa volta è molto più importante e, soprattutto negli stage più difficili, richiede una certa preparazione per quanto riguarda la scelta delle abilità e degli oggetti da equipaggiare. Bisogna precisare, inoltre, che inizialmente potremo utilizzare soltanto quattro personaggi, scegliendoli da un elenco limitato (espanso marginalmente nel caso si sia scaricata e giocata almeno una volta la demo di Curtain Call). A quel punto tutti gli altri si sbloccheranno accumulando delle gemme colorate che si ricevono sconfiggendo i boss nel Quest Medley o raggiungendo determinate soglie di Rhythmia: ogni volta che si racimola un certo quantitativo di gemme si potrà scegliere un nuovo personaggio e poi bisognerà ricominciare il processo da capo. Per sbloccarli tutti, insomma, ci vorrà parecchio tempo.

E tutto sarà, come un canto di felicità

Abbiamo appena nominato la Rhythmia, che ai giocatori del precedente Theatrhythm non giungerà certo nuova: i neofiti sappiano che sono sostanzialmente punti, accumulati in base alla nostra abilità e altri fattori, che vanno a sommarsi dopo ogni partita e, raggiunte certe soglie, sbloccano nuovi contenuti che possono essere personaggi, brani, carte e persino effetti sonori alternativi. Tornano infatti le carte, divise per rarità ed elencate in un comodo raccoglitore virtuale dove potremo ammirarle in qualsiasi momento.

Si alzi il sipario!

E c'è anche un piccolo colpo di scena: questa volta le potremo "consumare" per migliorare le statistiche dei personaggi, tenendo d'occhio la loro categoria e il gioco cui appartengono per sbloccare dei bonus speciali. Si tratta di un'aggiunta interessante, anche se passeranno parecchie ore prima che si senta la necessità di sfruttarla: nonostante la strategia nella composizione del party sia molto importante, specialmente nelle missioni più lunghe e difficili della modalità Quest Medley, il gioco ci è sembrato sensibilmente meno "severo" del precedente, specie per quel che riguarda la valutazione delle nostre performance e l'assegnazione dei voti da S a salire.Le prime ore con Curtain Call sono una sorpresa continua: i punti Rhythmia sbloccano veramente di tutto e di più, dalla modalità Museum che permette di rivedere le cinematiche o ascoltare liberamente le musiche, alle opzioni StreetPass per personalizzare il nostro "biglietto da visita" con il quale è possibile scambiare le missioni completate nel Quest Medley. Un'altra modalità interessantissima e sorprendentemente piacevole è quella competitiva; Curtain Call, infatti, permette di sfidare la CPU oppure un altro giocatore, in locale o via Internet, in vere e proprie battaglie musicali commentante da un arbitro moogle. Vince chi raggiunge il punteggio più alto, naturalmente, ma i progressi di ciascun giocatore mettono a repentaglio quelli dell'avversario grazie all'innesco di attacchi speciali che alterano il gameplay, velocizzando o rallentando lo scorrimento delle note, ad esempio, oppure facendole apparire all'ultimo momento o costringendo quelle a scorrimento a ruotare vorticosamente. La modalità Versus è, insomma, un altro gioco nel gioco, con tanto di ranghi da scalare, e appropriate ricompense, nel caso la si giochi da soli contro l'intelligenza artificiale. Chiudono il cerchio la modalità libera (si sceglie un brano, uno dei tre livelli di difficoltà, e via con una partita veloce!) e i novantasei trofei da sbloccare raggiungendo obiettivi particolari.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (15)
8.3
Il tuo voto

Se nel caso del precedente Theatrhythm si poteva parlare di un titolo divertente ma non particolarmente profondo, è chiaro che con Curtain Call l'asticella della qualità e della longevità si è alzata notevolmente grazie alla ricchezza di contenuti, modalità e sfide proposte dallo sviluppatore indieszero. Fermo restando che, se non vi piace il genere, elementi RPG o no sarà difficile cambiare idea, Theatrhythm Final Fantasy: Curtain Call è semplicemente un titolo imperdibile se siete dei veri fan del franchise Square Enix e degli estimatori delle sue colonne sonore. La nutrita schiera di DLC con personaggi e canzoni extra, peraltro, incrementerà ulteriormente la già ottima longevità del titolo... ragion per cui il primo Theatrhythm diventa ufficialmente obsoleto, senza neppure un piccolo premio per chi l'ha giocato a fondo in questi ultimi due anni.

PRO

  • Più di duecento brani e oltre sessanta personaggi
  • Modalità Quest Medley e Versus
  • Elementi RPG decisamente migliorati
  • Meno severo del precedente

CONTRO

  • Si sarebbe potuto implementare qualche piccolo premio per chi aveva giocato ed espanso con i DLC il primo Theatrhythm
  • Alla lunga diventa ripetitivo