Ci sono voluti addirittura 26 anni e appena tre milioni di dollari finanziati dal basso grazie a Kickstarter per arrivare quest'oggi a parlare di Wasteland 2, un sequel fortemente voluto dalla community e che sembra gridare "old school" da ogni più piccolo frammento del suo gameplay. E così, dopo un accesso anticipato che è durato più di quanto ci potessimo aspettare, alla fine la versione finale della creatura di Brian Fargo e della sua inXile Entertainment è finalmente disponibile sul mercato. Chi scrive ha passato quasi 50 ore complessive con il gioco prima di tirare le somme necessarie a scrivere questa recensione e non è stato assolutamente semplice raggiungere un giudizio definitivo su un prodotto che sembra essere completamente dedicato ai fan storici della serie ignorando deliberatamente le più recenti tendenze del mercato. Divinity: Original Sin compreso. Wasteland 2 è infatti un gioco di ruolo estremamente classico, che pesca a piene mani dal suo predecessore ufficiale, che a sua volta ha ispirato i primi due Fallout, e cerca di riproporre praticamente in ogni singolo aspetto il gameplay dell'epoca: d'altra parte è proprio quello che i finanziatori hanno chiesto al team di sviluppo.
Wasteland 2 è un piacevole ritorno alle origini del genere: bello ma non per tutti
Così parlò Vargas
Il titolo è ambientato 15 anni dopo le vicende narrate nel capitolo originale; l'olocausto nucleare comincia a diventare un ricordo piuttosto lontano e i Ranger sono riusciti a ristabilire un minimo di ordine nelle lande desolate dell'Arizona. Tuttavia l'America, o quel che ne resta, è ancora ben lontana dall'essere un luogo pacifico e sicuro visto che mostri mutati, le bande di delinquenti e gli spietati e loschi figuri che abitano il territorio continuano a spadroneggiare, riducendo a ferro e fuoco i pochi accampamenti e massacrando la popolazione senza protezione. La nostra avventura inizia con Snake Vargas, il capo dei Desert Ranger, in procinto di promuoverci sul campo per metterci sulle tracce dell'assassino di un membro storico dell'organizzazione, appena sepolto nell'arido terreno di New Vegas.
Ovviamente la raccolta degli indizi necessari a scovare il fuorilegge costituisce solo un pretesto per vagare per gli Stati Uniti Occidentali attraversando non solo l'Arizona ma anche la California, intelligentemente rappresentata da una Los Angeles devastata e nelle mani dei più assurdi psicopatici, fino a scoprire una lunga storia fatta di numerosi clichet, tipici del genere, ma anche di piacevoli sottotrame. Quello che impressiona fin dai primi minuti in cui si prende confidenza con il gioco è la quantità di contenuti scritti a cui è possibile accedere. Non è solo una questione di missioni e compiti da svolgere ma tra dialoghi e migliaia di descrizioni per ogni singolo oggetto presente nel mondo post-nucleare, è molto facile rimanere spiazzati e talvolta persino spaesati di fronte ad una tale mole di testi da leggere. A questo proposito è un peccato che proprio le quest siano probabilmente il punto più debole di una produzione che altrimenti stupisce per la sua vastità. Sia chiaro che non ci troviamo di fronte ad un vero e proprio aspetto negativo ma troppo spesso ci si ritrova a compiere azioni e a seguire indicazioni troppo approssimative e anche gli spunti narrativi in questi ambiti sembrano risentirne. Il diario delle missioni non è mai molto chiaro e la mappa di gioco spesso non aiuta offrendo punti di interesse precisi o facendo capire adeguatamente al giocatore qual è il luogo da raggiungere e molto spesso proprio gli obiettivi delle quest sono generici, privi di reale mordente e ci obbligano a vagare per l'ambiente uccidendo l'ennesimo nemico solo con la speranza che lasci cadere l'oggetto necessario al personaggio non giocante che ci ha offerto quella missione. Sembra quasi di trovarsi di fronte alle quest più insulse di un qualsiasi MMO di seconda fascia. Ed è davvero un peccato visto che in molte altre occasioni la narrativa di Wasteland 2 ci pone davanti a scelte morali che hanno persino ripercussioni sulle situazioni incontrate in momenti successivi talvolta alterando persino gli scenari che ci troviamo ad attraversare e le successive quest a cui possiamo avere accesso. Tutto questo stimola a dismisura la rigiocabilità che mai come in questi casi, farà sicuramente la felicità degli appassionati del genere offrendo delle reali alternative a come il mondo di gioco si presenta davanti ai nostri personaggi. L'impressione che abbiamo avuto in diverse momenti della storia insomma è che il team di Brian Fargo abbia voluto a tutti i costi offrire un mondo di gioco molto vasto nel tentativo di offrire tantissime interazioni con il risultato di farlo invece apparire troppo dispersivo, talvolta persino poco amalgamato. Siamo consci di risultare impopolari con questa valutazione ma probabilmente proprio in casi come questi, una storia più breve ma anche più intensa, condensata e rifinita, avrebbe sicuramente giovato all'intera esperienza di gioco.
Oltre alla storia c’è di più
Ma passiamo al gameplay vero e proprio dopo una così lunga introduzione relativa alla trama e alla narrativa. Con una perfetta aderenza al passato della serie, Wasteland 2 ci obbliga a iniziare la partita con un team di quattro differenti personaggi che possiamo creare da zero oppure selezionare da un piccolo elenco di figure preconfezionate. Mai come in questo gioco (o come nei giochi di ruolo di una volta), l'eterogeneità tra i membri del nostro party è cruciale per poter affrontare nel migliore dei modi le situazioni più disparate. A identificare i nostri alter ego, oltre alle immancabili e consuete statistiche in grado di determinare forza, velocità, carisma, coordinazione e così via, c'è infatti un quantitativo enorme di abilità che spaziano dalle competenze nelle varie tipologie di armi presenti nel gioco (dieci comprese le armi per il corpo a corpo) alle abilità attive più disparate (dalla medicina, al disinnesco di allarmi, allo scassinamento, alla possibilità di riparare tostapane o fabbricare armi) fino ad arrivare ad un nugolo di skill passive che permettono di affrontare al meglio le avversità dell'ambiente.
Percezione è una di queste visto che consente di rilevare in automatico eventuale trappole presenti nell'ambiente, e vi garantiamo che Wasteland 2 da questo punto di vista è fin troppo spietato con esplosivi piazzati un po' ovunque spesso senza una reale logica se non quella di far imprecare il giocatore; oppure c'è la Leadership che fornisce bonus di attacco e difesa ai personaggi che si trovano in prossimità del leader o ancora l'abilità Escursionista che consente di evitare o fuggire dagli incontri casuali che è possibile, purtroppo, incontrare durante la fase di movimento nella mappa della regione. Sì perché Wasteland 2 ha proprio quella struttura tipica degli RPG di un tempo con una enorme serie di location differenti, collegate tra loro da una sorta di "overworld" delle due regioni dell'Arizona e della California, dove è possibile spostarsi molto velocemente consumando le riserve d'acqua del team per raggiungere le varie zone dove svolgere le quest, scoprire nuove località e anche ritrovarsi invischiati, ahinoi, nelle scorribande casuali di mutanti e umanoidi. Costruire nel tempo un team in grado di fare un po' tutto è cruciale soprattutto quando cominciamo ad avere venti o trenta ore di gioco sulle spalle anche perché salire di livello è meno facile di quanto ci si possa immaginare, i punti da spendere nelle abilità sono sempre pochissimi e, anche se nel corso dell'avventura potremo assoldare ulteriori tre personaggi nel nostro squadrone, Wasteland 2 è uno di quei giochi che non perdona. Non avere un medico tra le proprie fila oppure aver tralasciato qualche abilità attiva perché reputata inutile può spesso obbligare a ricaricare dei vecchi salvataggi quando la situazione inizia a diventare troppo frustrante o addirittura a ricominciare da capo per perseguire altre strade evolutive. Da questo punto di vista, aver partecipato alle varie fasi dell'accesso anticipato che costringevano ogni volta a ripartire da capo, ha sicuramente rappresentato un aiuto non indifferente per chi scrive e per i giocatori veterani. È interessante notare che persino la competenza nei dialoghi è suddivisa in più abilità che consentono di persuadere su più livelli l'interlocutore; azione che ben si sposa con la struttura narrativa del gioco che raggiunge il suo apice proprio nelle numerose (infinite?) chiacchierate che potremo avere con gli innumerevoli NPC sparsi nel mondo di gioco. Oltre a scegliere i vari argomenti per guidare la conversazione, che si sbloccheranno man mano che approfondiremo il botta e risposta, potremo persino provare a scrivere manualmente eventuali topic di interesse. Una feature sicuramente simpatica ma assolutamente inutile ai fini della trama. È un peccato che tutta questa versatilità, profondità e talvolta libertà di azione cozzi violentemente con una personalizzazione estetica ridotta ai minimi termini visto che proprio durante la fase di creazione, i nostri personaggi avranno a disposizione un numero ridicolo di opzioni tra cui scegliere per risultare differenti gli uni dagli altri.
Un proiettile è per sempre
Ovviamente Wasteland 2 non è solo storia, creazione di personaggi, quest ed esplorazione ma è anche, anzi soprattutto, combattimenti. Come ogni buon RPG che si rispetti. Nell'opera di inXile, questi sono a turni in un mix che ricorda molto da vicino il gameplay di XCom e quello dei primi Fallout (e ovviamente del suo prequel ufficiale). Tutto è basato sui punti azione: ogni personaggio ne ha un certo quantitativo a turno dipendente dalle sue statistiche, da eventuali bonus attivi e da quelli conservati dal turno precedente. Ogni attività ne consuma un determinato numero: dai movimenti alla ricarica dell'arma passando per il cambio di postura. Ovviamente anche la decisione di fare fuoco con l'arma consuma punti azione e in questo caso è possibile sia tentare un "headshot" consumandone un ingente quantitativo oppure, nel caso di alcuni armamentari, è possibile cambiare il rateo di fuoco per esibirsi in raffiche di proiettili oppure scaricare un'intera doppietta. Naturalmente modificando il numero di punti azione consumati.
È anche possibile lasciare il personaggio sulla difensiva facendo sì che tenti in automatico di sparare nel caso in cui un nemico entri nella sua linea di tiro. L'ordine dei turni tra personaggi e nemici è deciso, anche questo, dalle statistiche di iniziativa e naturalmente può alterare sensibilmente la difficoltà dell'incontro. È sempre possibile inoltre, sfruttare gli elementi dell'ambiente per utilizzare eventuali coperture (che possono essere quasi sempre distrutte) ed interrompere le linee di tiro. Ognuno degli elementi sopra descritti influenza la probabilità di colpire l'avversario o di essere beccati da un proiettile e, anche se molto spesso queste probabilità sembrano essere più negative di quanto indicato, bisogna riconoscere che il sistema funziona molto bene: è estremamente tattico, ragionato, tiene conto del fuoco amico, va gestito con grande attenzione alla luce delle scarsissime risorse per curarsi e del numero veramente esiguo di proiettili a cui si ha accesso e sa dare grandi soddisfazioni anche se è indubbio che i combattimenti tendono prestissimo a diventare molto ripetitivi e sono vittime di alcune deficienze implicite nel sistema. Innanzitutto Wasteland 2 sembra privilegiare le armi da fuoco rispetto a quelle da mischia: arrivare vicino a un nemico è un'opera molto lunga e pericolosa non essendo implementata alcuna modalità stealth ed è infinitamente più comodo e redditizio cercare di uccidere o privare di un gran numero di punti vita un avversario dalla massima distanza possibile, magari con un bel fucile da cecchino, ancora prima di iniziare lo scontro (che si avvia immediatamente dopo che è stato sparato il primo colpo). Allo stesso modo quando cominciano ad entrare in gioco le armi in grado di fare danni ad area (le granate su tutto), il combattimento si sbilancia rendendole praticamente essenziali per qualsiasi scontro di difficoltà leggermente superiore alla media. Inoltre, come scritto poco sopra, sembra che la possibilità di mancare l'avversario o di vedere le proprie armi che si inceppano sia enormemente superiore a quanto effettivamente riportato dall'interfaccia su schermo. Ci è capitato in moltissime occasioni che, a cascata, tre o quattro personaggi del nostro team si ritrovassero con l'arma inceppata uno dopo l'altro, perdendo turni preziosissimi a metà del combattimento, quando questa probabilità dovrebbe essere inferiore al 2%. Se poi vogliamo veramente andare a cercare il pelo nell'uovo, non ci sarebbe dispiaciuto avere la possibilità di colpire in punti diversi il nemico, magari generando differenti malus passivi, quando invece è possibile soltanto puntare alla testa alla ricerca di un danno critico.
I sapori di un antico passato
Dove il lavoro di inXile mostra maggiormente il fianco è senza dubbio nell'aspetto tecnico: il più trascurato dell'intera produzione. Con una decisione intelligente, i ragazzi del team hanno infatti deciso di mettere evidentemente da parte la ricerca di soluzioni grafiche all'avanguardia nel tentativo di investire ogni singolo dollaro raccolto dalla campagna Kickstarter nel gameplay e nell'aspetto contenutistico del gioco. Per tutti questi motivi Wasteland 2 risulta fin troppo aderente al passato con ambienti molto statici, sicuramente vari e validi dal punto di vista artistico, anche grazie a un uso oculato della palette cromatica, ma che risultano in alcune occasioni anche troppo scarni. I personaggi, ma soprattutto i nemici, hanno poi dei set di animazioni veramente poveri e sono composti da modelli che si somigliano tantissimo l'uno agli altri e non riescono mai a brillare per originalità. Anche da un punto di vista audio le cose non vanno molto meglio: il gioco è doppiato in lingua inglese solo in alcune, piccole parti, mentre si segnala la presenza dell'italiano per tutti gli innumerevoli testi scritti. La traduzione è piuttosto approssimativa ma, come ci è stato segnalato dal team che la sta curando, è ancora in fase beta e verrà corretta celermente con le prossime patch. Le musiche di accompagnamento sono dimenticabili molto velocemente. Dobbiamo però segnalare che il lavoro svolto dal team di sviluppo sull'ottimizzazione del motore e sulla correzione dei bug è encomiabile: durante la nostra lunga prova Wasteland 2 è sicuramente crashato più volte di quanto ci saremmo aspettati ma se ripensiamo ai freeze costanti e alle quest che non era possibile portare a termine a causa dei glitch della versione ad accesso anticipato, qui siamo completamente su un altro pianeta.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 780
- Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core 2 Duo a 2.4 GHz o equivalente
- Memoria: 4 GB di RAM
- Scheda grafica: NVIDIA GeForce 260 GTS o AMD Radeon HD 4850 - 512 MB di RAM
- Sistema operativo: Windows 7/8/8.1/XP/Vista (32 e 64 bit)
Requisiti consigliati
- Processore: Intel serie i5 o equivalente
- Memoria: 4 GB di RAM
- Scheda grafica: NVIDIA GeForce 460 GTX o AMD Radeon 5770 - 1 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 7/8/8.1 (64 bit)
Conclusioni
Wasteland 2 è in tutto e per tutto un gioco di un'altra epoca e chi si prepara ad acquistarlo deve avere bene in testa questa sua peculiarità. Molto più di Divinity: Original Sin, il lavoro di Brian Fargo ha un'aderenza al passato della serie, ma soprattutto ai primi due Fallout che, siamo sicuri, farà la felicità di tutti gli appassionati ma, allo stesso tempo, potrebbe tenere lontani tutti quelli che non si sentono pronti ad affrontare un gameplay estremamente profondo, tattico e ragionato; in poche parole: d'altri tempi. Se per voi leggere migliaia di righe di testi, passare le ore a decidere quali abilità potenziare, esplorare ogni più piccolo anfratto delle aree di gioco nel tentativo di portare a termine una piccola quest secondaria sono fonte di divertimento, Wasteland 2 è sicuramente il gioco che stavate aspettando.
PRO
- C'è tanto da leggere se si vuole approfondire la storia
- Il combattimento a turni coinvolge e diverte nonostante una certa ripetitività
- Una vecchia gloria del passato torna in tutto il suo splendore...
CONTRO
- ...ma non fa nulla per cercare di rinnovarsi
- Tecnicamente è antiquato