Il genere degli action/RPG sta vivendo una seconda giovinezza, non tanto in termini di esponenti e di qualità, sempre piuttosto importanti, ma nell'apprezzamento da parte del pubblico e nelle vendite, che hanno ricevuto una decisa inversione di tendenza in seguito all'arrivo della saga di Souls. From Software ha letteralmente risvegliato la voglia verso questo genere ma anche verso titoli piuttosto ostici, mentre la tendenza di mercato precedente aveva portato ad esperienze più coinvolgenti nelle quali la sfida non era più al centro dell'attenzione.
Lords of the Fallen è figlio di questa tendenza ed è un progetto estremamente interessante sviluppato dai tedeschi di Deck 13 in collaborazione con i polacchi di CI Games, team con una stella al suo interno: Tomasz Gop, già a capo del peso massimo The Witcher 2. Il titolo ha subito diverse evoluzioni nel corso del tempo, compiendo il salto verso la next-gen, assieme al PC, e modificando la sua struttura dalla divisione in atti fino ad un unico mondo che è possibile esplorare in qualsiasi momento dell'avventura, per compiere magari le missioni secondarie, aprire scrigni lasciati per strada oppure utilizzare alcuni portali che si "aprono" dopo aver ucciso il boss di quell'area specifica, e che permettono di ottenere oggetti e un po' di esperienza aggiuntiva. Il protagonista è Harkyn, reietto imprigionato che ha sul volto i solchi dei peccati passati; dalla sua liberazione cominciano le vicende di Lords of the Fallen, nel quale il protagonista dovrà riscattare se stesso e combattere contro l'invasione dei Rhogar, comandati da Lord corazzati e altamente pericolosi. Quando si comincia una nuova partita non è possibile selezionare l'aspetto del protagonista principale, ma il gioco pone comunque delle scelte in termini di inclinazione magica ed equipaggiamento. Nel primo caso abbiamo Rissa, Inganno e Conforto, i quali condividono la prima abilità, e cioè quella di produrre un ologramma in grado di distrarre i nemici e al contempo di rigenerare l'energia, per poi concentrarsi rispettivamente sulla difesa, le magie di attacco e alcune variazioni sul tema. In seconda battuta avviene la scelta tra Chierico, Guerriero e Ladro, che prevedibilmente permettono di iniziare con statistiche ed equipaggiamento differenti; ad ogni modo, durante la progressione è possibile tranquillamente operare sui parametri fisici del protagonista per puntare ad uno stile di gioco più in linea con le proprie attitudini pad alla mano. Tutto qui, in Lords of the Fallen le scelte sono volutamente limitate al di là della crescita del personaggio, che sale di livello, raccoglie diversi tipi di equipaggiamento e può potenziare le barre di vitalità, magia ed energia, che determina la resistenza. Tomasz Gop una bugia in realtà l'ha detta, definendo Lords of the Fallen differente dai Souls; i punti di contatto sono in realtà molteplici, con qualche variazione sul tema che andremo ad approfondire nel corso della recensione.
Gli action/RPG non sono solo Souls... Lords of the Fallen prova a dire la sua: ecco la nostra recensione
C'è sempre una seconda scelta
L'ambientazione dove si svolge l'avventura è di tipo fantasy medievale, ricca di colori saturi, fonti di luce e strutture imponenti nelle quali Harkyn si muove affrontando nemici e scovando nuovi passaggi. Il tutto in due grosse aree principali: la cittadella e i suoi dintorni, che rappresentano l'ultimo bastione dell'umanità, e il mondo dei Rhogar, al quale vi si accede mediante un portale dimensionale. L'impostazione del gameplay è proprio quella che ci si aspetterebbe, con il protagonista principale che si controlla in terza persona, l'equipaggiamento da personalizzare, l'eventuale scudo e l'arma principale. Anche in questo caso vige la regola che se il peso complessivo dell'equipaggiamento trasportato è inferiore al 70% di quello massimo sostenibile, il protagonista si trova al meglio della sua agilità durante i fendenti, la schivata e la corsa. Per quanto riguarda le armi, abbiamo undici tipologie differenti, tra pugnali, spade, lance, asce e spadoni. Ognuna può essere impugnata ad una o due mani, e quelle più imponenti ad esempio hanno una richiesta di forza maggiore, pena l'incorrere in penalità a velocità ed efficacia.
Il sistema di controllo prevede la parata (abbiamo provato la versione PC col pad Xbox One, e lo schema dei comandi a cui ci riferiamo riflette proprio l'ultimo pad di Microsoft) con LB, l'attacco leggero con RB e quello pesante con RT; una singola pressione del tasto X permette di alternare tra gli oggetti, quella prolungata il loro utilizzo. Con A si salta in corsa o si esegue la schivata in congiunzione con l'analogico sinistro mentre con B si passano in rassegna le abilità magiche che vengono utilizzate mediante pressione prolungata. Il tasto Y assume una funzione molto importante, quella di cambiare la posizione di combattimento del protagonista tra impugnatura con scudo, quella a due mani oppure equipaggiando sulla mano sinistra uno dei guanti che si ottengono dopo qualche ora di gioco, e che rappresentano l'unico tipo di attacco a distanza legato alla barra della magia. Le differenze con i Souls sono quindi nella mappatura dei tasti frontali del pad, ma ci siamo trovati subito a casa e abbiamo trovato interessante la possibilità di variare al volo la posizione di attacco in base al tipo di nemico da affrontare. Ogni qual volta si uccide un avversario, Harkyn guadagna un certo quantitativo di punti esperienza, il cui moltiplicatore sale man mano che si eliminano in sequenza. Non appena si incontrano i punti di salvataggio, rappresentati da cristalli rossi, è possibile decidere cosa fare, ovvero se spendere immediatamente l'esperienza in punti caratteristica e magici, resettando il moltiplicatore, oppure continuare a conservarla per continuare la striscia positiva. Nel momento in cui si viene uccisi si perde tutta l'esperienza che rimane sul campo di battaglia, e alla "rinascita" bisogna tornare sul punto esatto di morte per riottenerla. Una variazione sul tema interessante, quindi, che lascia al giocatore la scelta se rischiare per far crescere più velocemente il proprio personaggio oppure avanzare con maggiore cautela, a costo di dover "grindare" quando si raggiungono aree con nemici troppo ostici da affrontare. Lords of the Fallen tende ad offrire un livello di sfida elevato ma meno punitivo dei Souls, e soprattutto nelle prime ore dell'avventura bisogna affrontare i nemici con relativa cautela per non lasciarci le penne, aggirandoli e attaccandoli alle spalle, utilizzando parate, schivata e l'arma più consona tra quelle capaci di maggiore danno o maggiore velocità d'attacco, anche perché la barra dell'energia si esaurisce dopo un certo numero di fendenti e parate.
Le meccaniche del sistema di combattimento vengono sublimate negli scontri contro i boss, presenti in buon numero durante il corso dell'avventura: questi ultimi hanno generalmente una barra della vitalità divisa in tre o quattro parti, che corrispondono ad attacchi sempre più potenti e diversificati. Alcuni hanno un'armatura che va eliminata prima di poter affondare i colpi, altri ancora dispongono di attacchi a distanza o imparabili, che favoriscono l'utilizzo della schivata. Questi tipi di combattimenti ricordano i classici del genere; ogni avversario ha un pattern d'attacco che va imparato a memoria perché altrimenti è impossibile avere la meglio. La cosa interessante è che in questi frangenti ci siamo dovuti adattare più volte cambiando arma, utilizzando attacchi a distanza, lo scudo, fendenti alle spalle o unicamente la schivata perché la parata non portava benefici al combattimento. Gli stessi nemici "normali" necessitano di strategie differenti: alcuni sono particolarmente sensibili alla magia, altri agli attacchi fisici, altri impossibili da attaccare frontalmente in virtù del loro grosso scudo. Giocando un po' con equipaggiamento e statistiche è possibile personalizzare Harkyn secondo lo stile di gioco che più aggrada, comunque, quindi ad ogni sfida corrisponde sempre più di una possibile soluzione. A circa metà avventura, non appena si riesce ad ottenere equipaggiamento migliore e potenziare per bene Harkyn, il tasso di difficoltà subisce però un graduale ridimensionamento: ci è capitato di morire molto più di rado e gli stessi boss hanno presentato dei comportamenti facili da contrastare, fino al punto che abbiamo cominciato a muoverci con estrema disinvoltura tra i corridoi e le ambientazioni senza avere troppa paura di essere sopraffatti dai nemici. Alcune magie sono inoltre piuttosto sbilanciate, come l'Ariete che è possibile scatenare contro gli avversari e farli fuori con relativa sicurezza, senza il rischio di essere soverchiati negli scontri multipli.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i5-3470
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 680
- Sistema operativo Windows 8.1
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows Vista SP2/ Windows 7
- Processore: Intel Core 2 Quad Q8400 @ 2.66Ghz o AMD Phenom II X4 940 @ 3.0Ghz
- RAM: 6 GB
- Scheda video: GeForce GTX 460 o superiore
- Spazio su disco: 25 GB
- DirectX: 11
Requisiti consigliati
- Processore: Intel Core i7-3770 @3.5 GHz o AMD FX-8350 X8 @ 4 GHz
- RAM: 8 GB
- Scheda video: GeForce GTX 560 ti o superiore
La sfida non sfida
E proprio a partire da questo aspetto che Lords of the Fallen mostra i suoi maggiori difetti, anche perché la struttura RPG è ben lungi dall'essere profonda: ogni pezzo di equipaggiamento, ad esempio, può avere uno o più slot all'interno dei quali equipaggiare delle rune, previa raffinazione da parte di un fabbro che è possibile consultare in diversi punti; le scelte a disposizione sono piuttosto limitate, e la loro efficacia è dubbia a meno di non procedere spediti solo nella quest principale, senza scovare equipaggiamento extra o altro. Le due aree di gioco, pur essendo piuttosto vaste, non riescono a dare senso di grandiosità e dopo l'iniziale fase di scoperta possono essere navigate abbastanza velocemente; per fortuna gli sviluppatori hanno dimostrato una buona capacità di level design tra passaggi e scorciatoie che si aprono e che danno senso di coesione tra tutte le ambientazioni.
Laddove la quest principale è un susseguirsi di (pochi) dialoghi e combattimenti, alcune missioni secondarie richiedono ad Harkyn di collezionare alcuni oggetti, mentre ci sono un paio di personaggi più importanti che accompagnano il protagonista in più di un'occasione, senza lasciare però particolarmente il segno in una narrazione dai grandi presupposti, ma in realtà non così memorabile come le prime battute lasciano presagire. Durante alcuni dialoghi è possibile selezionare il tipo di domande e risposte da dare, e ci sono alcuni punti all'interno dei quali è possibile prendere decisioni che vanno ad influire sul corso della storia, portando ad avere finali multipli. Ad esempio in prossimità di uno scontro con un boss uno dei comprimari chiede ad Harkyn di risparmiarlo, perché può aprire un portale utile per le sue ricerche. A questo punto quindi è possibile ignorare la richiesta e combattere, oppure esaudirla e saltare lo scontro a piè pari, sbloccando tra l'altro un obiettivo differente. Abbiamo portato a termine Lords of the Fallen in circa 16 ore esplorando in lungo e in largo la mappa e facendo un buon numero di quest secondarie, o almeno così crediamo perché non c'è alcun indicatore sull'ubicazione e non esiste la mappa; una volta terminata l'avventura si concludono le nostre vicende, ma c'è la possibilità di ricominciare con livello, armi e magie raggiunte, magari selezionando un'altro ramo per aggiungerne di nuove a quelle già disponibili, senza contare la possibilità di operare scelte differenti durante la storia. Scelte che in realtà sono un po' mitigate dal finale stesso, che si limita a raccontare cosa è successo con poche immagini di supporto, lasciando presagire poca differenza tra una versione e l'altra. Lords of the Fallen "gira" su un motore grafico proprietario sviluppato dai Deck 13, e generalmente il colpo d'occhio è buono grazie al livello artistico che fa da supporto.
In particolare spiccano le armature, alcune davvero belle da indossare, e la realizzazione dei boss, che sono dotati di un ottimo numero di poligoni e danno vera idea di potenza. I nemici normali sono invece più derivativi e non brillano per varietà, gli effetti particellari rendono lo scenario più vivo e non mancano scorci interessanti, anche grazie al sistema di illuminazione se vogliamo un po' "finto", ma che si sposa perfettamente con l'ambientazione fantasy medievale. Interessante il movimento ondulatorio della telecamera mentre si corre, che dà un tocco cinematografico al gioco, mentre siamo più nella media in termini di texture e di interazione con l'ambiente, limitata ai classici oggetti di "scena". Possiamo dire quindi che Lords of the Fallen è bello da vedere grazie agli effetti applicati e all'impianto artistico, ma non offre soluzioni particolarmente importanti in termini puramente tecnici. Il gioco è doppiato in inglese con sottotitoli e testo in italiano, la recitazione è nella norma senza particolari sbavature, laddove il comparto musicale offre invece brani che si sposano bene con l'ambientazione. I parametri sui quali operare nel menu delle opzioni sono piuttosto standard, a partire dalla risoluzione, ombre, geometria degli oggetti e texture, per finire con filtro anisotropico, post processing e illuminazione volumetrica. Abbiamo provato il gioco su un PC con processore i5-3470 3,2GHz, GeForce GTX 680 e 8GB di Ram: attivando ogni effetto dal menu e selezionando la qualità alta il frame rate non è mai sceso sotto i 45 fotogrammi per secondo e rimanendo una buona parte del tempo ancorato ai sessanta con Vsync attivo dalle impostazioni della scheda. Dopo aver installato i driver GeForce 344.48 Game Ready, tra l'altro ottimizzati anche per Lords of the Fallen, abbiamo riscontrato qualche bug aggiuntivo e blocco del gioco, la patch uscita un paio di giorni or sono ha migliorato decisamente la situazione anche se ogni tanto qualche compenetrazione o telecamera incerta nei cunicoli stretti hanno necessitato di operare manualmente con l'analogico destro.
Conclusioni
Lords of the Fallen si è rivelato essere un action/RPG competente, innestato in comparto artistico valido e con un buon sistema di combattimento che viene esaltato quando si affrontano i numerosi boss presenti. Peccato che nel momento in cui potrebbe spiccare il volo il titolo dei Deck 13 si scontri con una varietà e longevità non proprio esaltanti e con un livello di sfida che perde man mano mordente col potenziamento del protagonista principale, grazie anche ad alcune abilità decisamente sbilanciate. Un titolo interessante e piacevole, ad ogni modo, che avrebbe necessitato maggiore cura per raggiungere i pesi massimi di questo settore, ma che merita una prova per gli appassionati del genere.
PRO
- Artisticamente ispirato
- Sistema di combattimento interessante, esaltato dai combattimenti contro i boss
- Livello di sfida inizialmente ottimo...
CONTRO
- ...ma che viene mitigato al potenziamento del protagonista principale
- Struttura RPG poco approfondita
- Durata e narrazione non memorabili