Che i titoli indipendenti - i cosiddetti "indie", tanto bistrattati in passato e talvolta pure oggi - sappiano regalare delle vere e proprie perle, crediamo sia ormai un dato di fatto. Su Wii U ne abbiamo giocati parecchi, del resto: i primi che ci vengono in mente sono i bellissimi SteamWorld Dig e Armillo, due prodotti imperdibili cui si unisce oggi anche questo Teslagrad della norvegese Rain Games. Le caratteristiche di Teslagrad sono quelle, tipiche, di un gioco low budget che dura poche ore: un prezzo piuttosto contenuto, un comparto tecnico squisito ma che non lascia a bocca aperta, un'esperienza generalmente intensa che vale ogni centesimo. E un'idea, magari non troppo originale, che questo giovane sviluppatore ha implementato alla grande.
Il norvegese Teslagrad non è un gioco rivoluzionario, ma fa benissimo il suo lavoro
Positivo negativo
Solo solo l'incipit di Teslagrad è memorabile nella sua semplicità: piuttosto che sciorinare il solito tutorial, i ragazzi di Rain Games si sono limitati a gettare il giocatore nell'azione senza fornire uno straccio di spiegazione poiché, del resto, è scontato che ci si muove con la croce direzionale e che si salta premendo un tasto. Semmai, l'introduzione suggerisce già la filosofia alla base della narrativa nel gioco norvegese, in cui la totale assenza di spiegazioni, dialoghi o testi lascia spazio a un racconto per immagini. Un uomo torna a casa con un bambino in fasce e una progressiva variazione della palette cromatica ci fa capire che è passato del tempo da quella fatidica notte.
Un bel giorno, però, un manipolo di bruti si introduce nell'abitazione e il nostro protagonista, un bambino, riesce a fuggire dal retro, mettendoci subito nei suoi panni: dovremo infatti correre a perdifiato, saltando da un tetto all'altro, mentre un gioco di parallassi e fondali stratificati ci mostra la città di Teslagrad, un'ambientazione vagamente steampunk sulla quale si erge un'immensa torre. La nostra fuga ci porterà dentro un castello, nel quale resteremo intrappolati e dal quale dovremo fuggire per tornare a casa. La storia, insomma, è raccontata per immagini e dipende molto dalla fantasia del giocatore, rendendo un po' oscuri alcuni passaggi del gioco ma contribuendo ad alimentare una discreta sensazione di mistero, specialmente una volta che si cominciano a incontrare le creature più imponenti e minacciose del gioco. Il castello, invece, è una specie di citazione dei classici "metroidvania" e dei Castlevania post Symphony of the Night, poiché Teslagrad segue effettivamente la medesima struttura. Si tratta praticamente di un platform in cui la maggior parte delle sfide è rappresentata da rompicapi basati sull'uso del cervello e sui riflessi, risolvibili impiegando alcuni gadget e poteri che il nostro giovane alter ego acquisirà durante l'avventura. Il primo, e più importante, è un guanto che permette di alterare la polarità di alcune piattaforme, trasformandole in veri e propri magneti. Non è nulla di particolarmente inedito, sia chiaro, ma lo sviluppatore ha congegnato dei puzzle abbastanza originali che richiedono un uso ragionato del gadget al fine di spostare le piattaforme direttamente o indirettamente per eliminare i nemici o formare dei veri e propri passaggi.
Negativo positivo
Tra gli altri poteri e gadget del nostro protagonista figurano anche una specie di campo di forza che può avvolgerlo, facendolo respingere da eventuali congegni o piattaforme di polarità opposta. Subentra quindi il teletrasporto, un potere dall'efficacia limitata e, al contempo, terribilmente utile. Esso ci permette di spostarci istantaneamente in avanti di pochi metri, ma non può essere eseguito più volte consecutivamente e non si può intendere come una specie di "boost" alla velocità: serve soprattutto a schivare i nemici e ad attraversare alcuni ostacoli, permettendo di raggiungere zone precedentemente inaccessibili.
Essendo un buon "metroidvania", infatti, Telsagrad richiede una buona quantità di backtracking, permettendoci di rivisitare alcune zone dove rompicapi che sembravano irrisolvibili o percorsi che parevano irraggiungibili diventano improvvisamente alla nostra portata. La combinazione dei vari poteri e gadget, quindi, ha permesso a Rain Games di implementare rompicapi sempre più ingegnosi e complessi, specialmente nel caso dei boss di fine area che richiedono l'impiego dei poteri appena appresi e di quelli acquisiti da un pezzo. In certi casi dovremo utilizzarli tutti, ma proprio tutti, il che rende la comprensione di alcuni scontri particolarmente ostica: si tratta di uno dei principali problemi di Teslagrad, un gioco in cui vige la famigerata regola del "un colpo, un morto". Basta un errore per mandare all'altro mondo il protagonista, e se è vero che nel corso dell'esplorazione il sistema di checkpoint non fa pesare particolarmente questo meccanismo, d'altra parte le battaglie con i boss, fondate principalmente sul "trial and error", possono risultare abbastanza frustranti. Venuti a patti con questa caratteristica del titolo norvegese, comunque, non si può non rimanere affascinati da tutto il resto, dalla colonna sonora minimalista alle splendide animazioni che danno vita ai personaggi e alle ambientazioni.
Conclusioni
Teslagrad ricorda tanto i platform dell'era a 16-bit, e lo fa di proposito, senza ricorrere ad artifici grafici o implementazioni macchinose per ricordarci di essere ancora nel 2014. Il che può tradursi in una caratteristica positiva o negativa, scusate il gioco di parole, a seconda del giocatore che si impelaga nell'avventura: il sistema "trial and error" può piacere o non piacere, sia ben chiaro, così come la narrazione per immagini che fa affidamento sulla sensibilità e sull'attenzione ai dettagli. In ogni caso, il titolo di Rain Games offre quattro o cinque ore di divertimento e rompicapi ingegnosi, candidandosi come uno dei migliori indie disponibili sullo store di Wii U.
PRO
- Visivamente incantevole
- Rompicapi ingegnosi
CONTRO
- Piuttosto difficile
- La storia non è proprio chiarissima