Gioco di debutto del team indipendente Brace Yourself Games, Crypt of the NecroDancer è un roguelike che deve gran parte della sua originalità tanto a Spelunky quanto a Michael Jackson. L'obiettivo dell'autore canadese Ryan Clark era quello di trovare una formula in grado di mescolare le meccaniche a turni tipiche del genere roguelike con il dinamismo e il bilanciamento nel design di Spelunky. Il titolo di Derek Yu è difficile, imprevedibile, severo, ma invita chi gioca a riconoscere i propri errori e a non ripeterli, proprio quello che Brace Yourself voleva per il proprio progetto. Eppure, Clark racconta di aver avuto l'illuminazione solo in un secondo momento, per puro caso, testando il gioco mentre intanto ascoltava le note di Thriller. Se e quanto il re del pop abbia effettivamente influenzato il lavoro di Clark poco importa, perché Crypt of the NecroDancer è uno dei roguelike più interessanti usciti quest'anno, una deliziosa miscela tra dungeon crawler e gioco musicale in cui ogni minima azione, dai movimenti della protagonista agli attacchi dei nemici, viene scandito dal ritmo della musica.
Crypt of the NecroDancer trasforma un dungeon pieno di mostri in una buffa pista da ballo
Lootloose
Sulla superficie, Crypt of the NecroDancer spunta tutti gli elementi tipici nella lista di un tradizionale roguelike. Permadeath? C'è. Dungeon procedurali? Pure. Spostamenti in caselle? Ovviamente. E così, tra nemici, trappole, bottini e power-up, ci si fa strada nelle profondità del dungeon fino al combattimento col boss del capitolo. Anche i controlli sono ridotti al minimo indispensabile, con le sole frecce direzionali che permettono di muoversi, attaccare o interagire con l'ambiente (uno dei rari casi in cui la tastiera funziona meglio di un pad).
A differenza di NetHack e di altri classici del genere, dove ad ogni azione del giocatore corrisponde una reazione nel mondo di gioco, stavolta i turni sono scanditi dai battiti della musica di sottofondo, un'idea che avvicina il titolo al genere dei rhythm game e che aggiunge molto più pepe a una tipologia di gioco tradizionalmente più ponderata e lenta. Poiché lo scorrere dei turni dipende dalla musica e non più dalle azioni di chi gioca, in NecroDancer non ci si può prendere il lusso di fermarsi a riflettere la prossima mossa, sia perché i nemici si muovono per conto loro, sia perché andare a tempo vuol dire ottenere denaro bonus. Si tratta di un piccolo escamotage che però incentiva chi gioca a non restare mai fermo e a cambiare casella a ogni battito. Allo stesso modo, la curva di difficoltà dipende tanto dal tipo di avversari quanto dalla musica di sottofondo: mentre ci si cala nelle profondità del dungeon, i mostri si fanno più forti e resistenti, ma allo stesso tempo aumenta l'intensità dell'accompagnamento musicale, dando al giocatore meno tempo per pensare e facendo crescere il senso di urgenza generale. La componente "ritmica" alla base di NecroDancer si nota anche nel comportamento dei mostri, che a differenza di molti roguelike tradizionali seguono un pattern ben preciso. Ci sono zombie che si muovono in fila ballando la conga, scheletri che attaccano a ogni due battiti, demoni che saltellano in tondo, minotauri che caricano senza fermarsi. Mentre si cerca di memorizzare il comportamento di ogni avversario, per poi evitarlo e contrattaccare, quello che avviene a schermo è una sorta di buffa danza tra l'eroina e i mostri che popolano il livello. Va detto che questo frullato di prevedibilità e urgenza è abbastanza atipico per il genere dei roguelike, e non fatichiamo a immaginare che non possa piacere del tutto ai puristi. Gli sviluppatori hanno inserito la possibilità, giocando nei panni del Bardo, di affrontare l'esperienza attraverso una struttura a turni più simile a quella di NetHack e Rogue; sembra però più un'aggiunta per i neofiti, visto che, spogliato dalla necessità di seguire il ritmo della musica, NecroDancer diventa un roguelike superficiale e un po' banalotto, assolutamente non in grado di accontentare chi cerca esperienze più profonde e classiche.
Ballando nella cripta
A dispetto della trama del gioco, narrata attraverso scene d'intermezzo e che forse si prende un po' troppo sul serio, visivamente NecroDancer ha un feeling parecchio goliardico e in linea col gameplay "ballerino". Finché si va a ritmo con la musica, il dungeon si trasforma in una bizzarra discoteca, i negozianti cantano con voce da tenore e i nemici sembrano danzare più che vagare nell'ambiente.
I boss vanno da un gorilla chiamato King Conga a un grim reaper patito per il metal, fino ad arrivare allo scontro finale con il Necrodancer. Buona parte del fascino del roguelike di Brace Yourself sta però proprio nella colonna sonora di Danny Baranowsky (Super Meat Boy, Canabalt), che spazia dal blues al rock, dal metal al jazz, con influenze che vanno da Marilyn Manson ai Prodigy. In maniera simile ad Audiosurf è anche possibile giocare utilizzando gli .MP3 presenti sul proprio computer, e online i fan utilizzano forum, Reddit e Wiki per condividere le canzoni più adatte. Rispetto alla versione Early Access è stata finalmente aggiunta una quarta e diabolica ambientazione (col rispettivo boss) e nuovi personaggi sbloccabili che cambiano il gameplay aggiungendo abilità particolari o handicap: Eli, ad esempio, dispone di bombe infinite ed è in grado di lanciarle a diverse caselle di distanza, ma non può essere equipaggiato con altre armi; il Monk invece può ottenere gratuitamente uno degli oggetti venduti dai mercanti, ma muore non appena raccoglie denaro da terra. Ci sono poi modalità hardcore e sfide giornaliere, ma NecroDancer può trasformarsi in un piccolo party game grazie alla modalità cooperativa e, soprattutto, al supporto ai tappetini per Stepmania o Dance Dance Revolution.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- MacBook Pro
- Intel Core i5 Dual Core a 2,4GHz
- 8 GB di Ram
Requisiti minimi
- Processore 2GHz
- 1500 MB RAM
- 1600 MB di spazio su disco
Conclusioni
Quello dei roguelike è un genere che raramente vede qualche innovazione. Anzi, spesso e volentieri sono gli stessi autori a voler restare il più possibile ancorati a estetiche e meccaniche antiche per accontentare la nicchia più tradizionalista di appassionati. Ryan Clark è invece riuscito a creare un'esperienza nuova e stimolante, meno lenta e calcolata rispetto ai classici del genere ma più originale e concitata.
PRO
- Riuscita variazione nel genere roguelike
- Accessibile anche per i neofiti
- Ottima colonna sonora
- Ricco di contenuti
CONTRO
- La trama si prende un po' troppo sul serio
- Un po' troppo semplice per gli esperti del genere