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Verdun, recensione

Bastano Unity e tre sviluppatori volenterosi per dare un tocco di freschezza al genere degli sparatutto?

RECENSIONE di Mattia Armani   —   22/05/2015
Verdun
Verdun
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Nel febbraio del 1916 la storica ostilità tra Francia e Germania è culminata in una delle battaglie più sanguinose che la storia ricordi. L'enorme trappola studiata dai tedeschi per ammassare e bombardare le forze francesi si è tramutata in un inferno lungo quasi un anno, dieci terribili mesi di schermaglie che sono costate la vita a più di trecentomila soldati. E le cose sarebbero potute andare peggio visto l'impiego complessivo di quasi due milioni e quattrocentomila effettivi tutti impegnati a disputarsi la nevralgica Verdun. Ma l'enorme rete di trincee scavata dai due schieramenti ha trasformato quella che doveva essere un'offensiva lampo in una strenua lotta per ogni metro di terreno, una guerra nella guerra combattuta nel fango tra malattie, cecchini, bombardamenti e cariche suicide. Con Verdun i tre sviluppatori impegnati in questo progetto hanno cercato di riprodurre fedelmente le feroci dinamiche di questo terribile scontro senza dimenticarsi di terribili strumenti di morte come il gas nervino che i tedeschi non si sono fatti scrupolo a usare per cercare di sbloccare una situazione a dir poco scomoda.

I punti di forza di Verdun sono l'ambientazione originale e un concept indubbiamente intrigante

A testa bassa nel fango

Verdun è uno sparatutto multigiocatore imperniato su una modalità da 32 giocatori chiamata Frontlines. Quattro giocatori per squadra e quattro squadre per schieramento si contendono grandi sezioni fedelmente riprodotte di un grosso campo di battaglia che attraversa sei diverse regioni. Lo scopo è quello di avanzare il più possibile durante i turni offensivi e di difendere le proprie trincee durante le offensive avversarie. Ogni schieramento ha a disposizione tre minuti prima di doversi ritirare per poi attaccare nuovamente in un continuo andirivieni che può subire accelerazioni improvvise se l'attaccante si muove con il giusto tempismo. Le trincee da conquistare sono tre per lato e la durata complessiva dello scontro è di trentacinque minuti. Vince chi arriva all'ultima trincea nemica o ha comunque conquistato più trincee allo scadere nel tempo. In tutto questo è fondamentale sfruttare ogni singola protezione sia essa una buca, il relitto di un aereo o una barriera difensiva.

Verdun, recensione
Verdun, recensione

Badando, ovviamente, alle innumerevoli strade scavate nella terra che consentono ai nemici di passare inosservati sfruttando gli stessi tunnel che ci proteggono. La minima distrazione, in sostanza, può tramutarsi in una rapida disfatta grazie anche all'elevata mortalità di un titolo che punta al realismo. Realismo che include una fedele rappresentazione della balistica ma anche un tiro utile molto elevato. In sostanza un semplice fucile risulta letale anche a grande distanza e questo significa che il passaggio da una trincea all'altra è dannatamente rischioso. Ma le mappe sono piene di trincee, crateri e svariati elementi difensivi che consentono di avanzare effettuando brevi corse ed esponendosi il meno possibile. In questo modo è possibile rendere la vita difficile ai tiratori nemici che devono fare i conti con un sistema di mira privo di puntatori digitali o assistenze di sorta. Senza un fucile da cecchino il puntamento passa per il classico mirino di ferro e quando si alza il tiro per controbilanciare la balistica il corpo dell'arma va a occupare la visuale coprendo il nemico. Le cose peggiorano ulteriormente quando siamo rintanati in una trincea tra nuvole di gas, improvvisi rovesciamenti di fronte e con un'arma ingombrante di fronte alla faccia. Qui entra in gioco l'audio posizionale di Verdun che è essenziale per sopravvivere anche se qualche volta ci tradisce a causa di glitch inopportuni. Ma quando le cose funzionano a dovere il rumore dei passi nel fango e la lingua parlata dai soldati che ci circondano possono rivelarsi fondamentali per non restare sorpresi nel caos della trincea e in questi frangenti è bene non dimenticarsi della mini mappa che ci segnala la posizione dei compagni di schieramento e della squadra. Tra l'altro le uniformi appartengono a corpi d'armata autentici ai quali corrispondono equipaggiamenti specifici. Studiare le varie divise, insomma, può darci un ulteriore aiuto nello studio dell'equilibrio della battaglia anche se non è detto che tutte le squadre abbiano sbloccato le armi speciali che le contraddistinguono. C'è infatti un sistema di esperienza che comprende un gran numero di livelli ognuno dei quali elargisce due punti carriera da spendere a piacimento per sbloccare i livelli superiori delle svariate specializzazioni delle truppe. Uno degli elementi più interessanti del sistema di crescita è l'esperienza ottenuta giocando più volte con gli stessi compagni. Non è necessario averli come amici su Steam ma è sufficiente ritornare a giocare con loro per ottenere i punti accumulati in precedenza.

Dai Vosgi alle Fiandre

Non è detto che un equipaggiamento avanzato sia migliore di quello base a meno di non prendere in esame specifiche situazioni. In certi casi è bene non sottovalutare certi mirini o strumenti di morte devastanti come il mitragliatore pesante che in una trincea può compiere veri e propri massacri. Ma la gittata generosa di tutte le armi e l'elevata mortalità danno la possibilità anche ai nuovi entrati di giocare un ruolo fondamentale sul campo di battaglia e questo vale ancora di più per il sottufficiale, figura centrale di ogni squadra. Il leader di una squadra può contare su diversi bonus che includono due abilità grazie alle quali è possibile indicare ai compagni i punti da attaccare e dove dirigere l'artiglieria in modo da costringere alla fuga un gruppo di nemici asserragliati. Inoltre il gas, prerogativa tedesca, può essere sfruttato per facilitare una carica visto che ha un effetto prolungato e costringe gli avversari a indossare una maschera, affrontando un'animazione che lascia indifesi per diversi secondi. Il campo di battaglia, insomma, è pericoloso e questa pericolosità porta spesso a momenti di stallo che hanno per protagonisti cecchini e colpi d'artiglieria. Ma non c'è il rischio che questi stalli perdurino e che il bilanciamento di una partita sia compromesso dai cosiddetti camper.

Verdun, recensione
Verdun, recensione

L'alternarsi del fronte muta improvvisamente il ritmo della partita trascinando i giocatori nel caos più totale. Ed ecco che d'improvviso un cecchino ben nascosto si trova fuori dal territorio del proprio schieramento proprio mentre diversi soldati si lanciano all'attacco per sfruttare lo slancio iniziale della controffensiva. Il ritmo, in sostanza, cresce anche se il piglio simulativo non svanisce. Il movimento dei soldati è piuttosto lento, il puntamento non è istantaneo e la ricarica delle armi lascia vulnerabili per interminabili attimi. Le battaglie, lo abbiamo detto, si combattono in un'enorme rete di trincee che attraversa sei ambientazioni differenti. Nonostante la centralità delle trincee il panorama varia parecchio a partire dai Vosgi per arrivare fino alle Fiandre tra viali alberati, trincee piene di fogliame appassito e zone brulle invase dalla nebbia. Purtroppo il comparto tecnico è lungi dall'essere impressionante a causa di texture altalenanti ed esplosioni poco entusiasmanti ma a compensare ci sono effetti gradevoli alcuni dei quali sono migliorati progressivamente come nel caso delle cortine di fumo e gas, dei raggi di luce e del depth of field. E a tutto questo si somma un design delle trincee decisamente variegato con tonnellate di buche, ripidi saliscendi, sacchi di sabbia, dedali di filo spinato e detriti d'ogni sorta. Tutti elementi che garantiscono una resa complessiva valida e capace, complici un gran numero di campionamenti audio di buona qualità, di garantire un'atmosfera decisamente coinvolgente. Questo a patto di non far caso alle animazioni che rappresentano con pochi dubbi il punto debole del comparto tecnico. Pregevole invece la realizzazione della pioggia che ha effetti visibili anche sul terreno con tanto di rivoli d'acqua. Patch dopo patch sono spuntate novità come la barra di affaticamento e la chat vocale di squadra oltre a svariati bilanciamenti che hanno migliorato notevolmente la fruibilità di uno sparatutto interessante il cui problema più grande resta la varietà. Certo, la linea del fronte è la modalità più affine all'ambientazione ed è destinata a crescere ulteriormente con l'evolversi del gameplay ma dopo qualche ora il panorama diventa fin troppo familiare e alcune variazioni sul tema, come una mappa cittadina o una modalità alternativa a obiettivi, potrebbero allargare notevolmente gli orizzonti di Verdun. Orizzonti che per ora si fermano all'unica altra modalità disponibile, quel fin troppo classico deathmatch che pur risultando peculiare grazie all'ambientazione non si adatta al gameplay del titolo dimostrandosi molto meno interessante della modalità principale.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 4440
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 780
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows Vista 7

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core2 Duo 2.4 GHz, AMD 3 GHz
  • Scheda video: NVIDIA GeForce 8600 o Radeon equivalente
  • Memoria: 3 GB di RAM
  • Spazio su disco: 12 GB
  • Sistema operativo: Windows Vista, 7, 8
  • Connessione a internet

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core2 Duo 2.4 GHz, AMD 3 GHz
  • Scheda video: NVIDIA o AMD con 2GB di VRAM
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Spazio su disco: 12 GB
  • Sistema operativo: Windows Vista, 7, 8
  • Connessione a internet

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 21,50 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (19)
8.3
Il tuo voto

Un concept intrigante che garantisce scontri sempre bilanciati è l'ottimo biglietto da visita di Verdun, uno sparatutto multiplayer che ci trascina nel fango in un caos di offensive disperate, colpi d'artiglieria, aerei da ricognizione, controffensive fulminee e gas letali. L'unico modo per sopravvivere è quello sfruttare al meglio la dimensione cooperativa che è sostenuta da un'ottima interfaccia e da un sistema di evoluzione che tiene conto della nostra fedeltà ai compagni di battaglia. Quello che ci troviamo per le mani, in sostanza, è un titolo dal prezzo decisamente interessante che riesce a simulare in modo brillante il più terribile di tutti gli scontri combattuti in trincea e questo grazie anche a un map design semplice ma efficace. Purtroppo la scelta di concentrarsi su una singola dimensione della battaglia rappresenta contemporaneamente il tallone di Achille di un titolo che non brilla per varietà e offre il fianco a diverse critiche anche dal punto di vista tecnico.

PRO

  • Modalità principale azzeccata e coinvolgente
  • Una vera simulazione della guerra di trincea
  • Gameplay vario e bilanciato

CONTRO

  • Due sole modalità di cui una sola capace di distinguersi
  • Comparto tecnico altalenante
  • Qualche glitch di troppo