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Imbratto di brutto

La tanto attesa nuova IP di Nintendo è finalmente arrivata: è nata una stella?

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   27/05/2015
Splatoon
Splatoon
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Annunciato a sorpresa da Nintendo durante l'E3 dello scorso anno, Splatoon ha da subito catturato l'attenzione dei fan della software house di Kyoto: già non capita propriamente tutti i giorni di assistere alla presentazione di una nuova proprietà intellettuale della grande N, se poi si tratta di un prodotto fortemente orientato al multiplayer online competitivo, allora si può parlare di un evento quasi epocale. Come se tutto questo non fosse sufficiente a infiammare gli animi dell'utenza Wii U, il gioco in sé poi ha dimostrato sin dalla primissima apparizione una personalità vincente, fondata su un'idea di gameplay che solo le geniali menti dei designer di Nintendo potevano portare avanti: uno sparatutto a squadre in cui due fazioni di uomini-calamaro si sfidano a colpi d'inchiostro all'interno di arene che aspettano solo di essere completamente imbrattate di vernice. Insomma, i presupposti per un debutto in grande stile c'erano tutti: vediamo se Splatoon si è fatto trovare pronto alla prova dei fatti...

Una città per colorare

Il fatto di doversi misurare con un genere videoludico che storicamente non è mai stato nelle sue corde non ha smosso di un millimetro le convenzioni di Nintendo, che anche con Splatoon ha adottato il consueto approccio trasversale capace di rendere il titolo immediatamente fruibile sia ai giocatori più esperti sia a quelli occasionali.

Imbratto di brutto

Lo si capisce già dalle primissime battute, quando si viene introdotti alla piazza centrale di Coloropoli che di fatto costituisce l'hub principale dal quale selezionare le varie modalità di gioco: muovendo direttamente il personaggio su schermo o facendo un tap sui punti di interesse indicati sul display del GamePad, è dunque possibile accedere alla Lobby per le partite online, raggiungere il Distretto Polpo per cimentarsi nella campagna in single player, entrare nella palestra riservata alle sfide in multiplayer locale oppure visitare il centro commerciale per acquistare nuovi elementi di equipaggiamento. Lo scenario è popolato dagli avatar di altri utenti online con i quali è possibile stabilire il minimo sindacale in termini di interazione, dato che è consentito vedere solo il loro profilo e l'eventuale ultimo messaggio inviato sul Miiverse: pur essendo un gioco dichiaratamente votato al multiplayer, Splatoon non si sforza granché di favorire la comunicazione diretta tra i giocatori (complice soprattutto l'arcinota assenza di una qualsivoglia forma di chat scritta o vocale) preferendo lasciare che sia il gameplay a parlare. Una presa di posizione che, se da un lato testimonia quanto Nintendo creda nella forza della componente ludica del proprio prodotto, dall'altra non può che lasciare interdetti considerando come Splatoon si rifiuti categoricamente di assolvere anche a funzionalità che in qualunque moderno titolo online apparirebbero scontate: non soltanto non si può parlare con gli altri utenti, ma non è nemmeno permesso creare una partita o modificare i parametri della stessa, e accedere alla Lobby significa semplicemente essere infilati in maniera completamente casuale nella prima sala d'attesa disponibile, con il solo minigioco visualizzato sullo schermo del GamePad quale forma di interazione da consumarsi fino al raggiungimento degli otto giocatori necessari per iniziare. Fortunatamente, la musica cambia quando si scende nell'arena...

Arena splatter

La definizione di sparatutto online a squadre sta decisamente stretta alla componente multiplayer di Splatoon: eliminare gli avversari a colpi di inchiostro è solo parte di un'esperienza decisamente originale, immediata, divertente e ovviamente coloratissima. Suddivisi in due squadre da quattro componenti, i giocatori devono muovere il proprio personaggio all'interno dello scenario designato, usando l'arma in dotazione per ricoprire di vernice quanta più superficie possibile, arginando al contempo i tentativi del team avversario di fare altrettanto.

Imbratto di brutto

Il tutto si poggia su un sistema di controllo estremamente semplice, con i due stick analogici deputati allo spostamento e alla mira (l'opzione di default delega quest'ultima al giroscopio del GamePad ma è francamente improponibile), un tasto per saltare, uno per centrare la visuale e i dorsali riservati al fuoco con le armi principale e secondaria e alla trasformazione in calamaro: quest'ultima rappresenta uno dei pilastri del gameplay di Splatoon, dato che consente di nuotare nel colore della propria squadra per ricaricare il serbatoio di inchiostro nonché per muoversi più velocemente e risultare meno visibili agli occhi dei nemici. E si tratta soltanto della prima di una serie di caratteristiche del titolo Nintendo capaci di donare alle partite online una profondità che va ben oltre le apparenze: non basta correre a destra e manca sparando colore a casaccio, ma bisogna tener conto delle peculiarità dell'equipaggiamento in propria dotazione, di come e quando sfruttare la mossa speciale (attivabile al riempimento di un apposito indicatore) e non ultimo di come comportarsi con gli avversari. Si accumulano punti prevalentemente sulla base dell'inchiostro versato, mentre il beneficio principale di eliminare un membro della squadra opposta sta nella manciata di secondi necessari al suo rientro in battaglia, tempo che va sfruttato per pitturare nuove porzioni di scenario.

Imbratto di brutto

La componente strategica in Splatoon è più di un semplice orpello, come testimonia anche la funzione del display del GamePad, che ospita la mappa dell'arena sulla quale si possono vedere in tempo reale gli spostamenti degli altri giocatori e le zone colorate dalle due squadre: con un tap sugli appositi indicatori è inoltre possibile raggiungere con un super salto i compagni o la base di partenza, allo scopo di andare ad agire subito dove ce n'è più bisogno. Pur vantando un bilanciamento tra immediatezza e profondità che molti titoli online si sognano, Splatoon mostra anche alcuni evidenti limiti figli di alcune scelte di EAD 2 che oscillano tra l'ingenuo e l'inspiegabile. In primis, torna a farsi sentire prepotentemente la mancanza di una chat vocale, aspetto che assottiglia un gioco di squadra goffamente ridotto a due messaggi di default di dubbia utilità ("grazie" e "seguimi") che è possibile inviare agli alleati usando le frecce direzionali. Ma è soprattutto una certa noncuranza del concetto di matchmaking a far sorgere le maggiori perplessità, con il software che non solo non si preoccupa di far convergere in una sala d'attesa utenti di livelli simili, ma oltretutto distribuisce i componenti delle squadre in maniera del tutto casuale, generando frustranti disparità quando i giocatori di ranking ed equipaggiamento più elevato finiscono tutti dalla stessa parte. Non è da escludersi che le cose possano cambiare in seguito al lancio del gioco, ma la situazione da noi testata ha messo in risalto queste lacune in maniera piuttosto evidente.

Originale, divertente e frenetico, Splatoon mantiene le promesse pur con qualche ingenuità di troppo

Com'è dura la pittura

I peccati di gioventù di Splatoon non si fermano però qui, e coinvolgono anche aspetti quali il bilanciamento delle armi e la gestione dell'equipaggiamento. Per quanto sia stata indubbiamente lodevole la scelta degli sviluppatori di EAD 2 di dare al giocatore la possibilità di scegliere tra diverse tipologie di armi principali e secondarie, risulta evidente come alcune siano molto più efficaci di altre: nella fattispecie, vi sono diversi ordigni con una cadenza di fuoco davvero troppo bassa per essere utilizzabili in un gioco dal ritmo frenetico come Splatoon, e che oltretutto assolvono molto male all'obiettivo principale che è quello di spargere grandi quantità di vernice.

Imbratto di brutto

Qualche sopracciglio alzato suscitano anche quelle armi secondarie che hanno una valenza di supporto alla propria squadra, le quali si ritrovano un po' svuotate di significato in un titolo orfano di un sistema di comunicazione tra compagni e della possibilità di assortire i componenti del team e il loro armamentario prima dell'inizio delle partite. La ricerca dell'immediatezza e della semplicità a tutti i costi presenta il proverbiale rovescio della medaglia anche sul fronte del sistema di upgrade dell'equipaggiamento: ogni elemento acquistato possiede un perk principale immediatamente visibile e uno o più secondari che si sbloccano con l'esperienza e vengono assegnati casualmente, aspetto che rende il tutto molto snello ma che al contempo impedisce di scegliere in maniera autonoma le migliorie più adatte allo stile del giocatore.

Imbratto di brutto

Come abbiamo già detto in precedenza, però, la componente strettamente ludica di Splatoon ha le spalle abbastanza robuste per farsi carico di tutte queste indubbie lacune senza che la godibilità del gioco in sé venga gravemente compromessa: le partite online risultano sempre fresche e divertenti, e le particolari meccaniche elaborate da EAD 2 fanno sì che le sorti dei match possano essere ribaltate anche negli ultimi istanti, garantendo un tasso di adrenalina costante dall'inizio alla fine. Assolutamente azzeccato anche il modello di progressione del personaggio tramite punti d'esperienza, con il raggiungimento di un nuovo livello che sblocca ulteriori set di oggetti acquistabili nei negozi che contribuiscono a rimescolare le carte e allontanare lo spettro della ripetitività. Certo è che, al momento attuale, la quantità di contenuti non è propriamente la maggiore virtù di Splatoon: al lancio sono disponibili solo cinque arene e due modalità di gioco (nelle Mischie Mollusche vince la squadra che colora più superficie, mentre nelle Partite Pro, accessibili dal decimo livello, bisogna lottare per il controllo di determinate zone), poiché l'obiettivo dichiarato di Nintendo è quello di dare in pasto all'utenza un pezzettino per volta di un gioco probabilmente già completo tramite un supporto gratuito e continuo di DLC. A prescindere dalle valutazioni soggettive su tale condotta, rimane il fatto che per ora ci si ritrova con tante belle promesse e un prodotto comunque un po' troppo spoglio anche in relazione al suo ridotto prezzo di vendita.

Calamari senza rete

L'attesa per i vari contenuti aggiuntivi può essere comunque mitigata con le due componenti offline di Splatoon, ovvero la campagna in single player e le sfide in locale. Partendo dalla prima, chiariamo subito dicendo che non si tratta certo della punta di diamante del pacchetto ludico, ma che è stata comunque curata a dovere dagli sviluppatori di EAD 2. Sorvolando su una trama assolutamente marginale, questa modalità consente di affrontare tutta una serie di livelli che per impostazione ricordano un po' quanto visto in Super Mario Galaxy: ogni stage è infatti suddiviso in una varietà di sotto-zone, ognuna caratterizzata da una specifica sfida da superare per passare a quella successiva. Rispetto alle partite online, le dinamiche legate allo spargimento dell'inchiostro qui cambiano radicalmente: non si tratta più di colorare ogni centimetro quadrato di superficie, bensì di sfruttare la vernice per eliminare nemici, superare ostacoli e risolvere semplici ma ben realizzati puzzle ambientali.

Imbratto di brutto

Nonostante un livello di sfida piuttosto basso, la campagna in single player si lascia tranquillamente giocare, offrendo anche alcuni spunti decisamente riusciti (su tutti alcuni scontri coi boss) e un valido incentivo a portarla a termine, dato che nel corso dell'avventura si possono ottenere dei progetti utili a sbloccare delle varianti di armi da portare con sé nelle arene online. Il giudizio si fa invece più tiepido per ciò che concerne il multiplayer locale, che effettivamente ha il sapore di un mero riempitivo, potendo attualmente contare su una sola modalità che pone l'obiettivo di colpire più palloncini rispetto all'avversario entro un tempo limite: riservata a soli due utenti - uno armato di controller classico che si rivolge alla TV e l'altro che gioca sfruttando lo schermo del GamePad - tale componente appare come un modesto passatempo che costringe peraltro anche a scendere a patti con un frame rate dimezzato rispetto ai granitici 60 frame al secondo delle altre sezioni. Considerazione che ci porta infine a toccare l'argomento della realizzazione tecnica di Splatoon, sulla quale c'è davvero poco da obiettare: al di là dell'estrema fluidità appena accennata, il prodotto Nintendo è una piccola gioia per gli occhi, con le coloratissime vernici che ricoprono in maniera quasi tangibile le superfici delle arene, le quali compensano la loro non straordinaria complessità poligonale con un design studiato al millimetro. Ricercatissimo anche il look degli Inkling e degli elementi di equipaggiamento, questi ultimi dotati di una varietà eccezionale destinata a soddisfare anche i palati più esigenti in termini di personalizzazione. Da non sottovalutare anche l'accompagnamento sonoro, che si fregia di musiche accattivanti, jingle che rimangono in testa ed effetti pulitissimi.

Una seconda opinione

La prima volta non si scorda mai, figuriamoci quando il pulpito progressista arriva da un'azienda conservatrice come Nintendo. E se da una parte sbagliando si impara, dall'altra abbiamo un'utenza - e un'industria - poco clemente a fronte di un genere abusato quanto conosciuto e ormai assimilato. Complice un prezzo appetitoso e un carisma innato, Splatoon venderà e si evolverà - si spera - in ben più di un colorato esperimento: sistema di gioco, trasformazione in calamaro, fluidità, elementi di cui avrete letto all'interno della recensione, tutte qualità che valgono un occhiolino affettuoso ai giovani di EAD 2 per idea e realizzazione. Il titolo c'è, ma manca qualcosa che lo faccia volare più in alto degli altri. Quando Nintendo produce, ciò che ne esce fuori è quasi sempre merce rara, pregiata, in grado di ergersi sopra la concorrenza; stavolta, però, c'è la netta sensazione che a Splatoon manchino alcune caratteristiche obbligatorie date per assodate. Il rischio è che il supporto gratuito di DLC nei mesi a venire non lo faccia solo divenire molto più di quanto è ora bensì lo completi proprio, riempiendo lacune a fronte delle quali è impossibile non rimanere interdetti. Passi l'assenza dello split-screen a quattro - magari ne sarebbe venuto fuori un marasma ingiocabile - ma la chat vocale almeno per i party tra amici, il bilanciamento delle armi e del matchmaking, la pochezza delle modalità proposte, l'impossibilità di utilizzare il Pro Controller per giocare in singolo e l'esiguo numero di arene sono tutti difetti oggettivi che svalutano ingenuamente punti di forza quali immediatezza e freschezza del prodotto, rendendo allo stato attuale piuttosto difficile per il pacchetto tingersi di una profonda quanto duratura vena competitiva. Promosso, insomma, ma con riserva di analizzare entità e corposità dei contenuti aggiuntivi gratuiti promessi.

Marco Perri

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (180)
8.5
Il tuo voto

Con Splatoon, Nintendo fa un passo in un territorio ad essa finora sconosciuto, ma lo fa senza rinunciare al suo proverbiale modo di intendere i videogiochi: rifiutandosi di seguire percorsi già tracciati da altri, la grande N anche stavolta ha fatto di testa sua, realizzando un prodotto fresco e divertente, dotato di un invidiabile mix tra immediatezza e profondità e in definitiva incomparabile a qualunque altro sparatutto online uscito finora. Il fatto di essere così tanto fuori dal coro è al tempo stesso il miglior pregio e il peggior difetto di Splatoon, che mette in mostra alcune grossolane lacune figlie del rapporto finora a dir poco distaccato tra Nintendo e l'online gaming. Quello che rimane è comunque un prodotto di cui si sentiva il bisogno su Wii U, ma la nostra valutazione finale è motivata anche dalla speranza che i contenuti effettivamente modesti attualmente disponibili vengano integrati come promesso da Nintendo con un corposo piano di supporto tramite DLC gratuiti. Al contrario, se avessimo dovuto giudicare Splatoon unicamente sulla base dell'offerta del pacchetto di lancio, il voto sarebbe stato senza dubbio inferiore: l'impressione non del tutto piacevole è che la casa di Kyoto abbia volutamente scelto di fornire per ora agli utenti solo alcune fette di una torta già completa.

PRO

  • Gameplay originale, immediato e divertente
  • Tecnicamente ineccepibile
  • Tanti nuovi contenuti previsti tramite DLC gratuiti...

CONTRO

  • ...ma per ora la carne al fuoco è poca
  • Diverse carenze nella struttura dell'online
  • Il bilanciamento delle armi non convince appieno