Ci sono tanti modi per aggirare i limiti di budget quando ci si dedica allo sviluppo di un indie game. Nel caso di Q.U.B.E., i ragazzi di Toxic Games hanno pensato bene di sfruttare la visuale in prima persona e giocare con i colori (o, meglio, con l'assenza degli stessi) e un mix di semplici shader per ottenere un risultato visivo che solo di rado mostra i propri punti deboli. Il protagonista del gioco si risveglia infatti in un luogo misterioso e asettico, caratterizzato da lunghi corridoi completamente bianchi, dotati di meccanismi che ne plasmano in continuazione la forma, nonché da stanze in cui sono presenti degli elementi di interazione, enigmi da risolvere utilizzando i terminali presenti sui guanti della tuta speciale. Nella nostra recensione dell'edizione originale abbiamo apprezzato apertamente le idee alla base del gameplay e la solidità degli enigmi, lamentando però la mancanza di una qualsivoglia trama a corredo di un'avventura che ha senza dubbio i suoi momenti di tensione, i suoi pur essenziali acuti. Ebbene, siamo stati ascoltati: nella Director's Cut, che segna il debutto del gioco anche su console, gli sviluppatori hanno aggiunto una narrazione a due voci (in inglese, purtroppo senza sottotitoli) che dipinge una storia intrigante e non banale, che ruota attorno alle illusioni e all'inganno, nell'ottica di una ricerca della verità che troverà il proprio compimento con la conclusione della campagna.
Q.U.B.E. Director's Cut è un puzzle game in prima persona di grande qualità, breve ma intenso
Nel bianco dipinto di bianco
Non essendoci tutorial veri e propri, i primi livelli di Q.U.B.E. Director's Cut fungono da introduzione per le meccaniche che regolano il gameplay, invero molto immediate: ci si muove usando gli stick analogici, con una visuale rigorosamente in prima persona, si salta con il pulsante X e si interagisce con l'ambiente azionando i sensori sui guanti tramite i tasti dorsali del controller.
I puzzle implicano quasi sempre l'azionamento di interruttori che ci permettono, attraverso semplici sezioni platform, di raggiungere la porta che dà verso il corridoio o la stanza successiva, per un totale di sette zone man mano più complesse. Tutto si basa su forme cubiche (appunto) di cinque tonalità differenti, ognuna dotata di proprietà specifiche: i blocchi rossi possono spuntare o ritrarsi per un massimo di tre livelli, quelli gialli formano una figura ascendente o discendente composta da tre colonne, quelli blu funzionano come un vero e proprio trampolino per proiettare il personaggio (o degli oggetti) verso una determinata zona dello scenario, quelli viola consentono di ruotare intere porzioni di stage e, infine, quelli verdi fanno comparire un cubo dello stesso colore, da usare come "scalino" supplementare per raggiungere piattaforme altrimenti inaccessibili. Le variazioni sul tema sono estremamente numerose, verrebbe da dire "da manuale", in quanto nel corso della campagna vengono esplorate tutte le possibilità di questo impianto per poi mischiare le carte e aggiungere nuovi elementi ancora, nell'ottica di una formula che rimane sempre fresca, varia e genuinamente impegnativa, alternando puzzle statici ad altri molto più dinamici, in cui il tempismo gioca un ruolo fondamentale. Nelle fasi più avanzate, ad esempio, bisognerà accompagnare il percorso di una sfera e regolare la posizione dei blocchi lungo il tragitto perché passi all'interno di determinate zone, colorandosi in un certo modo e finendo in una "buca" della medesima tonalità per concorrere all'apertura di una porta. O, ancora, si otterrà la capacità di assegnare liberamente i colori ai blocchi, ottenendo così un'interpretazione del tutto libera degli enigmi, che potranno essere risolti in maniera diversa a seconda dell'approccio e delle intuizioni del momento.
Trofei PlayStation 4
Sono diciannove i Trofei presenti in Q.U.B.E. Director's Cut. La maggior parte di essi può essere sbloccata semplicemente avanzando nella campagna e completando i sette settori che la compongono, ma ci sono anche Trofei legati a puzzle specifici e altri più complicati da ottenere, che ruotano attorno all'esplorazione degli scenari o all'esecuzione di manovre particolari.
Speed run
Aver già completato Q.U.B.E. nella sua edizione originale ci è ovviamente stato d'aiuto per procedere in modo molto spedito in questa Director's Cut, supponiamo più del normale, tanto da raggiungere senza colpo ferire le fasi finali dell'avventura nel corso di un'unica partita.
Anche approcciando l'esperienza per la prima volta, tuttavia, non è il caso di aspettarsi una durata superiore alle tre ore e mezza, benché gli autori abbiano inserito in questa versione anche il DLC Against the Clock, che aggiunge alla modalità principale una serie di sfide a tempo che, volendo, possono tenere impegnati anche per un bel po'. Si tratta di un diversivo leggero e divertente, ma che a nostro avviso va un po' a snaturare la filosofia alla base del prodotto e mal si presta all'uso con il controller e gli stick analogici, notoriamente meno reattivi e rapidi rispetto al mouse quando bisogna regolare molto velocemente la visuale per ottenere il tempo richiesto su di un determinato percorso. Al di là del pacchetto sfide, tuttavia, l'originalità, l'atmosfera e la qualità del titolo targato Toxic Games bastano senza dubbio a giustificare il prezzo su Xbox Store e PlayStation Store (in questo caso, peraltro, scontato del 20% per gli utenti Plus), offrendo ai possessori di console un affascinante viaggio verso la libertà, artisticamente ispirato (pur con tutti i limiti di un comparto tecnico a misura di indie), capace di comunicare i propri messaggi anche visivamente e accompagnato da brani musicali essenziali, ma che riescono a sottolineare in modo efficace le varie situazioni e finanche i colpi di scena.
Conclusioni
Q.U.B.E. Director's Cut debutta su console con un'edizione migliorata del già valido puzzle game uscito nel 2012 su PC. Al di là del DLC incluso nel pacchetto, caratterizzato da sfide di velocità che però mal si sposano con l'uso dei controller, l'aggiunta dei dialoghi (purtroppo solo in inglese e senza sottotitoli) riesce senza dubbio a conferire alla narrazione, in origine quasi esclusivamente visiva, uno spunto in più per aumentare il coinvolgimento. Il fulcro della produzione risiede però nel gameplay, capace di proporre enigmi molto stuzzicanti e man mano più impegnativi, spesso con soluzioni aperte e tantissime varianti, nell'ottica di un'esperienza breve ma intensa, sicuramente da provare.
PRO
- Meccaniche puzzle estremamente solide e varie
- Artisticamente molto ispirato, nasconde bene i propri limiti
- I dialoghi aggiungono un importante elemento narrativo all'esperienza...
CONTRO
- ...ma sono solo in inglese e senza sottotitoli
- Il pacchetto sfide non ci ha entusiasmato
- La campagna si completa piuttosto in fretta