L'elenco di titoli introspettivi è lungo e si è arricchito notevolmente negli ultimi tempi grazie al digital delivery che, non seguendo rigide logiche di mercato, lascia spazio anche a veri e propri esperimenti: progetti in cui il videogioco è visto come un media non esclusivamente fatto per divertire. La mission di Dear Esther, piuttosto che di The Stanley Parable, o di Gone Home è quella di far riflettere più che di intrattenere. In questo filone si inserisce anche Dream, curiosa produzione di Hypersloth, software house britannica composta da tre studenti universitari (un quarto membro ha partecipato allo sviluppo ma ha lasciato alla fine dell'anno scorso).
Il progetto è iniziato nel dicembre del 2012 ed ha anche fallito una campagna Kickstarter, ottenendo meno di 9.000 sterline inglesi (di cui un migliaio elargite da due generosissimi sostenitori) a fronte di un obiettivo fissato a 20.000. I nostri tuttavia non si sono persi d'animo e, dopo un periodo di gavetta su Greenlight e Early Access di Steam, sono finalmente pronti a rilasciare la versione finale, che poi tanto finale non è (come vedremo più avanti), di questo "simulatore di sogni". Il giocatore veste i panni di Howard Phillips Lovecraft (è un omonimo, considerando l'ambientazione contemporanea della villa cedutagli in eredità dallo zio). Come capita a tanti si sveglia dopo essersi addormentato sul divano davanti al solito e noiosissimo documentario e si avvia in camera da letto (sulla scrivania c'è anche un Oculus Rift, per cui i ragazzi stavano lavorando ad una versione dedicata, prima che Epic interrompesse lo sviluppo delle API per l'Unreal Engine 3 qui utilizzato) dove spera di poter finalmente passare una notte di tranquillo riposo. Qui inizia il gioco vero e proprio in cui entriamo nei sogni del nostro beniamino attraverso una specie di hub in bianco e nero: sembra quasi di trovarsi all'interno di un aeroporto dove in aria fluttuano cubetti tra colonne immense e dove si aprono, di volta in volta, dei portali che conducono ad ambientazioni oniriche, del tutto simili a quelle che si materializzano nei nostri pensieri durante il sonno.
I ragazzi di Hypersloth sono giovani e hanno talento, ma la strada per il successo è ancora lunga
Un simulatore di sogni
Dream è in prima battuta un gioco di esplorazione. All'inizio di ciascuno dei tre atti che lo compongono, il giocatore si trova a perlustrare dei livelli labirintici, in cui ciascun angolo è apparentemente identico al precedente, senza la possibilità di orientarsi perché non esiste una mappa. Nascosti in qualche zona si trovano degli oggetti o dei biglietti che spiegano il significato delle location che si stanno visitando. È proprio in questi frangenti che il titolo sfoggia il meglio di sé: andando contro alla "volontaria sospensione dell'incredulità" stimola il giocatore a trovare parallelismi tra gli scenari immaginati dai designer e il proprio vissuto (o meglio dire sognato) reale.
I paesaggi sanno essere suggestivi a patto di entrare nell'atmosfera del gioco e che quindi ci si accontenti di passeggiare in un canyon, piuttosto che in un laboratorio o un resort caraibico, tutti rigorosamente disabitati, per cercare di capire di volta in volta lo stato d'animo del protagonista. Ogni stanza ha un suo motivo d'essere (per esempio i bagni nel laboratorio rappresentano una via d'uscita per liberarsi dal male) che è collegato al passato di HP, fatto di incomprensioni per l'eredità, di liti familiari e di altre conflittualità abbastanza comuni, in cui in fondo ciascuno di noi può per qualche motivo riconoscersi. Esplorando in lungo e in largo si arriva al cuore della mappa, dove ad attendere il buon Howard ci sono degli enigmi che rappresentano la parte più ludica e meno riuscita del progetto di Hypersloth: si tratta di puzzle che sfruttano logiche geometriche e matematiche e che si rivelano in realtà assai poco coinvolgenti, talvolta monotoni, talaltra frustranti. Una volta liberati "dal male" questi scenari principali cambiano aspetto e aprono le porte a due sogni secondari, il cui completamento, del tutto arbitrario, potrà portare a differenti finali. Tra un atto e l'altro bisogna poi affrontare dei veri e propri incubi ambientati nella magione di HP: in questi scenari lo stato d'ansia è tenuto su buoni livelli grazie a dei furbi escamotage (apparizioni di fantasmi, rumori nelle stanze da cui si è appena usciti e via discorrendo), ma anche qui gli enigmi non vanno molto oltre la classica combinazione da sbloccare.
Una super colonna sonora
Dal punto di vista tecnico, Dream utilizza l'Unreal Engine 3: una licenza prestigiosa che probabilmente i ragazzi britannici potevano anche risparmiarsi, visti i risultati non propriamente spettacolari che si sarebbero potuti ottenere anche con dei motori meno blasonati. Delle location ispirate si è già detto; peccato che sarebbe stato necessario riporre altrettanta cura anche per l'unico soggetto movente, ossia il giocatore, la cui realizzazione è a dir poco approssimativa, soprattutto considerandone l'ombra che invece avrebbe dovuto giocare un ruolo fondamentale durante gli incubi, dal momento in cui sono ambientati nell'oscurità della villa Lovecraft. Di tutt'altra pasta la colonna sonora, letteralmente fantastica e offerta anche come DLC a 7,99€.
Hypersloth si è affidata al compositore bavarese Norman Legies il cui curriculum, c'è da scommetterci, subirà un'impennata di visualizzazioni dopo quanto ascoltato in Dream. Quello che traspira nella composizione dell'artista tedesco, al suo primo lavoro per un videogioco, è lo studio riposto nell'analisi delle ambientazioni: ogni traccia (in totale ce ne sono 41) è perfettamente aderente al contesto in cui ci si trova e ciascuna è caratterizzata da una forte personalità, fatta di commistioni di generi estremamente diversi tra loro. La nostra preferita è stata "Xvaetvadatha", tema principale del secondo atto. Meritano un plauso anche i dialoghi (o per meglio dire i monologhi), con cui Howard racconta in prima persona la propria storia, recitati in inglese con buona teatralità. Purtroppo non mancano dei problemi tecnici anche abbastanza gravi: su tutti l'impossibilità di riconfigurare i tasti e l'elevatissima sensibilità del mouse (un limite che affligge il gioco da mesi e che i ragazzi inglesi non riescono a risolvere); per non parlare poi dell'imprecisione del puntatore che spesso e volentieri non riconosce gli hotpoint. Numerosi altri bug, come crash di sistema e quest "rotte" influenzano negativamente l'esperienza complessiva e tocca, come triste consuetudine, ai poveri acquirenti sollecitare la software house per la sistemazione degli errori. Cerchiamo sempre di essere comprensivi quando abbiamo a che fare con dei piccoli produttori indipendenti, chiudendo un occhio su certe inevitabili sbavature, però non possiamo nemmeno ignorare la rilevanza di certi problemi che nel caso di Dream avrebbero potuto essere sistemati con una più attenta fase di beta testing. Per risvegliare col sorriso Howard saranno necessarie all'incirca sette ore, valore che può lievemente variare a seconda che si completino o meno le missioni secondarie, ma che in linea di massima sono un po' poche per un titolo che viene proposto a circa 16€.
Conclusioni
Contraddistinto da alcuni acuti e da diverse cadute di stile, Dream ha il pregio di mettere in luce le idee brillanti dei suoi giovani creatori. Si tratta, come si capisce, di un progetto immaturo e incompleto, ma che potrebbe comunque essere apprezzato dagli amanti dei giochi d'esplorazione e dello studio dei sogni. Nella speranza che Hypersloth prosegua nel percorso intrapreso e che i prossimi risultati non conducano "semplicemente" a una laurea ma ad un maggiore successo commerciale.
PRO
- Ottimo lavoro sullo studio delle ambientazioni
- Storia abbastanza interessante
- Colonna sonora eccellente
CONTRO
- Bug tecnici a profusione
- Enigmi poco ispirati e originali
- Longevità migliorabile
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo Windows 8, Windows 10
- Processore AMD FX 6350 o Intel Core i5-2300
- 8 GB di RAM
- Scheda video AMD Radeon HD 6770 o NVIDIA GeForce GTX 450
Requisiti minimi
- Sistema operativo Windows XP (SP3), Windows Vista (SP2), Windows 7, Windows 8, Windows 10
- Processore 3.0 GHz Dual Core
- 4 GByte RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GT 520 o AMD Radeon HD 3850
- Spazio su disco 10 Gbyte
- Scheda audio compatibile con DirectX 9.0c