Lo spazio può essere terrificante, come ci insegna l'accezione più horror della fantascienza. Il grande sfondo nero dell'universo cela misteri inquietanti, dimostrando la sua maggiore inquietudine non tanto affidandosi ai classici e scontati nemici che giungono dall'esterno, ovvero gli alieni, quanto piuttosto amplificando a dismisura il senso di solitudine e facendo emergere gli incubi peggiori, che sono quelli che nascono dal profondo dell'uomo.
Per questo, di quell'Alien che è stato spesso nominato come fonte d'ispirazione per Stasis, possiamo trovare tracce soprattutto in termini di scenografie e atmosfere generali, ma l'orrore di questo gioco si affida a radici diverse, più vicine alla natura umana e alle sue aberrazioni più deteriori, in grado di creare i peggiori incubi. Nonostante emergano varie altre possibili fonti d'ispirazione (Event Horizon e Pandorum tra i film o Sanitarium e System Shock per quanto riguarda i videogiochi), la narrazione risulta alquanto originale, reinterpretando alcuni elementi noti della fantascienza e dell'horror in una maniera piuttosto inedita e sostenendo in questo modo le ottime atmosfere elaborate per metterla in scena. Alla fine, come riferito dall'autore Chris Bischoff, Stasis è una storia che racconta di una famiglia e del percorso di un uomo ordinario in una situazione straordinaria, ma il viaggio è straziante e tocca elementi profondamente inquietanti inseguendo la semplice e naturale premessa di un uomo che vuole ritrovare la propria moglie e figlia, andando a comporre un'esperienza in grado di colpire e rimanere in nostra compagnia anche dopo le relativamente poche ore richieste per concluderla. È probabilmente questo il punto forte di Stasis, una difficile alchimia raggiunta grazie ad un attento studio dei ritmi e a una sceneggiatura che non teme di sconvolgere il giocatore andando al di là delle certezze canoniche del videogioco (e dell'avventura grafica in generale), trovando una particolare identità oltre la sua struttura da avventura grafica classica - peraltro non priva di qualche difetto - e alcuni cliché di genere che inevitabilmente emergono in un titolo che si affida anche a suggestioni horror e fantascientifiche rodate per costruire la tensione.
Stasis racconta il fantascientifico viaggio all'inferno di un uomo, alla ricerca della propria famiglia
Una pessima situazione
John Maracheck e famiglia avrebbero dovuto viaggiare in animazione sospesa verso Titano, in quello che doveva essere un tranquillo spostamento verso una meta piacevole, ma qualcosa è poi andato storto. John si risveglia bruscamente dalla criostasi in un ambiente sconosciuto, una grande nave apparentemente deserta e disseminata di sangue, cadaveri e strutture fatiscenti che scopre chiamarsi Groomlake e appartenere ad una corporazione senza scrupoli, impegnata in misteriose attività medico-scientifiche che a quanto pare sono sfuggite di mano. Sconvolto e ancora confuso dall'evento, il primo pensiero di John va ovviamente alla sua famiglia e parte subito il sofferto percorso di indagine e scoperta alla ricerca di moglie e figlia, uniche speranze a cui l'uomo si appiglia per resistere alla follia delirante a cui gli incubi della nave sembrano spingerlo.
Cos'è successo alla Groomlake? Perché si trova lì? Dov'è la sua famiglia? Cos'è questa nave in verità e qual è la natura degli orrori che affiorano al suo interno? Non possiamo ovviamente analizzare nel dettaglio la trama in questa sede ma ci limitiamo a dire che Stasis è una storia che merita di essere vissuta intensamente. Pur non presentando elementi di grande rottura rispetto a certi filoni fantascientifici/horror, la costruzione del protagonista, la sua lucida discesa nell'inferno delirante della Groomlake e l'indagine nelle profondità della follia umana riescono a emergere e restare impresse a lungo anche all'interno dell'attuale ricchezza del panorama videoludico di genere. Notevole lo sfruttamento della narrazione ambientale effettuato dall'autore per raccontare l'odissea di John: il senso di solitudine poteva essere rovinato da un eccessivo ricorso a dialoghi e altri personaggi, allora la storia affiora soprattutto a partire dalla lettura di messaggi e log su computer e PDA, fonti primarie di informazioni sulla storia della nave e su quanto sembra essere accaduto, pur senza risultare mai troppo esaustive e lasciando dunque ampio spazio di manovra per l'immaginazione del giocatore. Più che una cronologia precisa degli eventi abbiano dunque a che fare con punti di vista, informazioni parziali e frammentate che ci fanno dedurre, tassello per tassello, l'oscuro puzzle che si cela dietro la superficie della Groomlake, tra scorci della vita quasi normale dell'equipaggio prima della catastrofe, pettegolezzi e pensieri che diventano progressivamente sospetti, paure e deliri annotati nei diari che contrastano con le asettiche e categoriche quanto criptiche istruzioni dall'alto registrate nei computer di bordo. In questa ottimizzazione narrativa risultano molto funzionali anche le descrizioni dei vari elementi dello scenario, che compaiono automaticamente passando con il puntatore sopra gli elementi sensibili, fornendo un flusso continuo di informazioni e suggestioni senza interrompere l'azione con dialoghi o monologhi.
L'italiano? Arriverà!
La versione disponibile al momento su Steam non contiene l'italiano né parlato né scritto, ma come riportato pochi giorni fa il problema dovrebbe essere risolto nel giro di poco tempo da Adventure Productions, che ha stretto un accordo con The Brotherhood per distribuire una nuova versione di Stasis, sia in digitale che in formato retail, in lingua italiana. Non c'è ancora una data di lancio precisa per questa edizione ma dovrebbe arrivare entro la fine di ottobre.
Punta, clicca e temi
Stasis si rifà alla tradizione storica delle avventure, presentandosi con la classica struttura punta e clicca del genere, con una semplice gestione dell'inventario e interazione con vari elementi dello scenario. La meccanica è snellita al punto da offrire una bassa quantità di slot per gli elementi da portarsi dietro, così come pochi sono gli oggetti sensibili con cui si può effettivamente interagire (fatta eccezione per quelli meramente descrittivi), ma questo non significa che gli enigmi siano di semplice soluzione.
Al contrario, Stasis offre una sfida veramente di alto livello anche per gli esperti del settore, vista anche la totale mancanza di suggerimenti e consigli, sia in termini di interfaccia che contingenti, visto che, effettivamente, ci troviamo soli ad affrontare i problemi, senza nessuno che ci possa dare una mano. Un approccio del genere, in un panorama videoludico ormai troppo avvezzo ai consigli e ai tutorial, è sicuramente benvenuto e funziona egregiamente anche nel dare il giusto senso di soddisfazione con la risoluzione dei vari puzzle. C'è da registrare, al contempo, anche una certa arbitrarietà nella progettazione di alcuni enigmi che in determinati casi seguono una logica difficile da dedurre, oppure possono scadere nel vecchio pixel hunting, visto che capita spesso di tralasciare alcuni oggetti fondamentali perché effettivamente confusi e non visibili a prima vista nello scenario, costringendo ad un frequente back-tracking alla disperata ricerca di qualche possibile elemento sfuggito per uscire dalle frequenti situazioni di stallo totale in cui possiamo facilmente incappare. Insomma, ritroviamo anche qui due dei difetti storici delle avventure, praticamente intrinseci al genere stesso, che possono facilmente ledere il ritmo di gioco e portare anche a una certa frustrazione ma d'altra parte certificano l'appartenenza di questo titolo all'elite storica delle avventure classiche. Quello che ha di veramente particolare Stasis, in questo senso, è la capacità di porre il giocatore di fronte a situazioni di grande impatto, sovvertendo canoni e punti fermi e colpendo nel vivo non solo con la forza della narrazione quanto con la richiesta di prendere decisioni inquietanti, perché a volte la soluzione degli enigmi passa necessariamente dalla discesa volontaria nelle profondità degli incubi.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo Mac OSX 10.10
- Processore Intel Core i5 2.4 GHZ
- 8 GB RAM
- Scheda video Intel Iris 1,5 GB
Requisiti minimi
- Sistema Operativo Windows XP 32 bit SP3
- Processore 2 GHz - Dual Core
- 2 GB RAM
- Scheda video Nvidia GeForce 205, AMD Radeon HD 3400 256 MB+ VRAM
L'inferno spaziale
La produzione a budget ridotto ha spinto gli sviluppatori ad adottare delle soluzioni tecniche "antiche" per mettere in scena un progetto così ambizioso, sfruttando in particolare l'inquadratura isometrica che consente di dare un buon effetto di profondità agli scenari bidimensionali. Si tratta peraltro di un espediente stilistico che resta sempre molto affascinante, ripreso anche ultimamente da svariate produzioni indie per la sua capacità di illustrare ambientazioni particolarmente dettagliate e una buona profondità di campo visivo.
Lo stile grafico, per quanto derivativo sotto vari aspetti, è ben curato e particolareggiato, in particolare per quanto riguarda lo studio di luci e ombre in grado di dare il giusto dinamismo e taglio alle scene, con gli unici appunti che potrebbero essere mossi nei confronti di alcuni animazioni del protagonista un po' meccaniche e apparentemente slegate dallo sfondo, ma si tratta di piccolezze. Più fastidioso invece il pathfinding alquanto carente del personaggio principale, che spesso costringe a effettuare notevoli gincane con il puntatore per raggiungere determinate zone dello scenario. In ogni caso, se si considera la dimensione del team e il budget stanziato, la produzione risulta comunque di alto livello, un vero e proprio lavoro d'amore e passione da parte di Chris Bischoff e compagni, che nei lunghi anni di sviluppo hanno confezionato artigianalmente una vera e propria perla di avventura grafica, seppure parzialmente grezza. Praticamente perfetto invece il comparto audio, che mischia sapientemente un'ottima selezione di suoni ambientali e spezzoni musicali per accompagnare in maniera adeguata ogni singolo momento del gioco. Più che un elemento di contorno, il sonoro assurge anch'esso a sostegno narrativo e scenografico, marcando la progressione di John nei meandri della Groomlake con suoni che non fanno mai calare la tensione e dona una sorta di inquietante vitalità anche quando gli scenari si presentano graficamente immobili.
Conclusioni
Stasis non è un gioco perfetto e non è decisamente un prodotto per tutti, ma è un'esperienza videoludica di grande impatto, che merita di essere vissuta in particolare da coloro che non temono di scavare un po' nei meandri morbosi e deliranti dell'horror fantascientifico. Al di là degli scenari fantasiosi, il terrore illustrato nel gioco ha una matrice profondamente umana e Stasis ce lo mostra dall'interno, facendoci calare in situazioni inquietanti anche attraverso i suoi enigmi, duri nel duplice senso della difficoltà e della crudezza delle azioni che ci fanno intraprendere. Come le avventure classiche non dura moltissimo e offre momenti di frustrazione, ma è in grado di rimanerci dentro come uno dei viaggi più inquietanti e viscerali provati da un po' di tempo a questa parte.
PRO
- Storia avvincente e belle soluzioni narrative
- Grandi atmosfere e scenografie
- Buoni enigmi in linea di massima
CONTRO
- Qualche ruvidità in termini tecnici
- Alcuni puzzle appaiono poco logici
- Può risultare frustrante