"È la fine di un sogno di eterna gloria, cullato per anni. È la fine dell'impudico sogno. Non mi rimane che l'altra faccia, e neppur la medaglia. Né di vita o di gloria ho piene le mani. Oh, la gloria... quale inganno!" Abbiamo scelto le parole di Mizar, cavaliere di Asgard, perché ci sembravano le più azzeccate ad esprimere il nostro stato d'animo una volta completata la modalità Storia di Saint Seiya: Soldiers' Soul, "sequel" di quel Brave Soldiers che, già un anno fa, ci aveva lasciati a dir poco tiepidi nonostante il nostro affetto nei confronti dei mitici Cavalieri dello Zodiaco. All'anagrafe Saint Seiya, la serie ideata da Masami Kurumada è probabilmente uno dei manga e dei cartoni animati che maggiormente ha influenzato i trentenni di oggi, cresciuti a pane, Nutella e Fulmini di Pegasus a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90. Anche se in Giappone nessuno ha mai dimenticato le gesta dei nobili Santi di Atena - e come potrebbero, con Bandai che li martella di modellini e gadget ogni mese? - da qualche anno la serie sta vivendo una seconda giovinezza grazie al manga Next Dimension, all'orrido film cinematografico in computer grafica e al sequel tutto incentrato sui Cavalieri d'Oro, Soul of Gold: non è un caso che Soldiers' Soul sia uscito insieme all'ultima puntata di Soul of Gold, né che i sottotitoli si assomiglino o che lo sviluppatore Dimps abbia implementato le armature d'oro divine nel nuovo roster. E non è neppure un caso che Soldiers' Soul sia giusto un pelino meglio di Brave Soldiers, anche se non è ancora abbastanza.
Il Cosmo dei Cavalieri brucia un po' di più in Saint Seiya: Soldiers' Soul, ma ancora non ci siamo...
La mia Asgard
Se non conoscete I Cavalieri dello Zodiaco, perché magari non avete mai visto una puntata del cartone animato o letto un volumetto del manga originale o dei suoi spin-off, Bandai Namco questa volta ha pensato anche a voi, e invece di sciorinare un bignami della storia attraverso quintali di testo tra una battaglia e l'altra, come successo in Brave Soldiers, ha incaricato Dimps di realizzare dei brevi intermezzi non interattivi col motore grafico del gioco che riadattano i momenti salienti della serie originale: queste cutscene, completamente doppiate in giapponese e sottotitolate in italiano, collegano in modo efficace i vari scontri e narrano la storia senza rischiare di addormentare nessuno, ma non riescono minimamente a tratteggiare le personalità spesso complesse, profonde e tormentate dei vari protagonisti e, soprattutto, dei loro avversari. I più sacrificati, neanche a dirlo, sono i God Warrior di Asgard, i cavalieri di Odino che ai nostri amici giapponesi non sono mai andati giù - nonostante fossero i più ganzi di tutti, e questo è insindacabile! - solo perché non se li era inventati quel pigrone di Kurumada in persona.
Ideata appositamente per la serie animata, e incastrata a forza tra il capitolo del Santuario e quello di Poseidone, la saga di Asgard torna alla ribalta in Soldiers' Soul in tempi non troppo sospetti, visto che guarda caso anche la recente miniserie a cartoni Soul of Gold è ambientata nelle stesse lande ghiacciate. Questo significa che potremo combattere contro e nei panni dei cavalieri di Odino: ci sono proprio tutti, compreso Alcor che non è un semplice "costume alternativo" di Mizar, e per boss finale c'è anche un'agguerritissima Hilda di Polaris; giocoforza, Seiya/Pegasus con l'armatura di Odino smette di essere un personaggio DLC ed entra di prepotenza nel roster, giocabile già nell'ultima missione della campagna di Asgard. Le altre tre saghe - il Santuario, Poseidone e Ade - sono rimaste quelle già giocate in Brave Soldiers, pur con qualche piccola differenza. L'anno scorso ci eravamo lamentati del fatto che Dimps, nel tentativo di restare fedele alla serie originale, avesse proposto fin troppi scontri con gli stessi nemici: lo stesso accade in Soldiers' Soul, ma la soluzione è stata un po' limitata, anche se non sempre in modo oculato. Se nel capitolo di Asgard bisogna affrontare Megrez con qualcosa come tre santi diversi, abbiamo cercato di capire perché, in seguito, l'unico cavaliere ad affrontare Hypnos, Thanathos e Hades nei Campi Elisi sia solo Seiya, considerando anche che il primo dei due dèi lo affrontavano i suoi compagni di bronzo indossando le loro armature divine. Discussioni da fan a parte, la nuova modalità Storia è sicuramente più godibile della precedente, e sconfiggendo i vari avversari - magari soddisfacendo anche i requisiti facoltativi richiesti all'inizio di ogni match - si sbloccano una marea di goodies, tra nuovi lottatori o costumi da selezionare, grida di battaglia e materiale da collezionare nell'apposito album virtuale, come illustrazioni, tracce musicali e quant'altro. Vale la pena sottolineare che i puristi potrebbero storcere il naso: la localizzazione italiana è realizzata abbastanza bene, ma è un miscuglio di nomi originali e adattamenti italiani storici che non prende definitivamente nessuna delle due parti, ma tutto sommato fa leva sul fattore nostalgia. Il capitolo ispirato a Soul of Gold, invece, ci ha lasciato piuttosto interdetti: si tratta di una modalità a parte, intitolata Battaglia d'Oro, che poco e nulla ha a che fare con la miniserie animata che l'ha ispirata. In questa modalità, infatti, è possibile affrontare alcuni duelli utilizzando i dodici cavalieri d'oro e le loro nuovissime armature divine: mentre nella serie omonima i santi di Atena affrontavano i nuovi God Warrior di Asgard, nella Battaglia d'Oro i vari match sono dei semplici "what if" introdotti da brevissime sequenze narrative che li giustificano in modo abbastanza ridicolo. Il cavaliere dei Gemelli, per esempio, sfida Ikki della Fenice perché, dimostrando di aver purificato il proprio cuore, vuole scoprire quale tecnica sia più potente tra il suo Genro Mao Ken e il Fantasma Diabolico del buon Phoenix. Sono espedienti demenziali che giocano molto sul fanservice, e lasciano intendere che lo sviluppatore sia stato praticamente obbligato ad aggiungerli all'ultimo momento solo per implementare nel roster anche i cavalieri d'oro con le armature divine. Il problema della Battaglia d'Oro, però, non è questo, quanto il fatto che ogni match costa una fiaccola, e che queste debbano essere comprate con il denaro faticosamente guadagnato combattendo nelle altre modalità. Il che ci porta dritti dritti a un altro problema di Soldiers' Soul.
Trofei PlayStation 4
41 trofei di bronzo, 5 d'argento, 3 d'oro e 1 divin--- ehm, di platino per questa scampagnata nell'universo di Masami Kurumada. Ovviamente bisognerà sbloccare di tutto e di più per ottenere la maggior parte dei trofei, nonché soddisfare i requisiti speciali nelle battaglie della modalità Storia e compiere determinate azioni sia offline che online.
Galaxian Clone War
Dal precedente Brave Soldiers, Soldiers' Soul eredita il roster pieno di cloni, ma questa volta la schermata di selezione è un po' meno imbarazzante grazie all'aggiunta dei cavalieri di Asgard che, essendo ben nove, occupano una buona parte della griglia e la gonfiano un po'. Certo, la seconda fila è occupata soltanto dai cavalieri d'oro (dodici, ovviamente, ma per ciascuno di loro esiste la versione con l'armatura divina e Saga di Gemini conta anche la sua manifestazione spettrale) e bisogna comunque tollerare quattro versioni per ciascuno dei cinque cavalieri di bronzo protagonisti, ma si tratta di un roster generoso che copre gran parte della serie, assicurando ai fan la possibilità di trovare il cavaliere - o il costume - che apprezza di più.
Il problema, semmai, è un altro. Dimps ha operato un discreto lavoro di bilanciamento sulle animazioni, le mosse speciali e gli attacchi Bing Bang dei vari combattenti, dato che in Brave Soldiers ce n'erano alcuni clamorosamente più forti di altri. La differenza tra i personaggi, in fondo, è marginale: ogni santo dispone di una manciata di combo e di tecniche d'attacco che si eseguono alla stessa maniera e cambiano soltanto nell'animazione e nell'efficacia, nonché di due mosse speciali che si eseguono premendo l'attacco forte o l'attacco debole insieme a un dorsale. È raro che le mosse speciali cambino per uno stesso personaggio solo perché indossa un'armatura diversa, ma in alcuni casi succede anche questo e il Seiya che indossa l'armatura di Pegaso è leggermente diverso da quello con l'armatura del Sagittario. Questa volta, però, sono gli attacchi Big Bang che rischiano di determinare - anzi, di limitare - la scelta del personaggio: lo sviluppatore ha modificato la meccanica in modo che non consumino più la barra del Cosmo ma quella del Settimo Senso, in modo da impedire ai giocatori di abusarne e di caricare il Cosmo durante lo scontro solo per scagliarli.
Un anno fa, ne avevamo criticato l'utilità, dato che la maggior parte degli attacchi Big Bang innescavano un'animazione di aggancio lentissima e prevedibile; tuttavia, questa volta i personaggi più forti - come quasi tutti quelli che indossano le armature divine o le divinità stesse - possono scagliare gli attacchi Big Bang molto più rapidamente. Ne consegue che difficilmente giocherete Pegasus con la sua prima armatura di bronzo, una volta sbloccata l'armatura divina o quella di Odino, perché le varianti sono semplicemente molto più potenti e versatili. Lo stesso vale per tutti i cavalieri d'oro con le armature divine, per esempio, o per alcuni personaggi appartenenti alle altre caste. Da una parte, quindi, si sono bilanciate le performance grezze dei combattenti, mentre dall'altra si è dato involontariamente troppo peso alla "super mossa" di turno. Si tratta di una problematica che i giocatori possono vagamente aggirare equipaggiando le grida di battaglia, praticamente dei bonus a parametri come la vita totale o la velocità di rigenerazione del Cosmo che consentono un limitato livello di personalizzazione ma che devono anche essere sbloccati e poi acquistati. Per fortuna, o per sfortuna, sbloccare i vari personaggi non è esattamente una passeggiata. Completando la campagna o le altre modalità già giocate in Brave Soldiers si sblocca soltanto l'opportunità di acquistare i nuovi eroi o i loro costumi in una specie di negozio virtuale nella schermata dedicata ai collezionabili, ma il costo di alcuni di essi è esorbitante: per fare un esempio, completando l'intera saga di Ade ci siamo ritrovati con circa 12.000 monete d'oro, ma un cavaliere di bronzo con l'armatura divina ne costa ben 50.000! Il che significa che tra i santi aggiuntivi, le fiaccole per progredire nella Battaglia d'Oro, le grida di battaglia e tutti gli altri collezionabili, bisognerà trascorrere una quantità impressionante di ore a caricare il Cosmo e a menare il computer o gli altri giocatori, online e offline, solo per raggranellare il denaro necessario a completare il roster.
Simulatore di acchiapparello
Lo sviluppatore nipponico ha riprodotto fedelmente i personaggi di Masami Kurumada anche questa volta: quella del cel shading era stata la scelta più ovvia già un anno fa con Brave Soldiers, ma nella versione PlayStation 4 di Soldiers' Soul da noi testata è stato implementato un buon anti-aliasing che rende l'immagine nettamente più pulita e molto più fedele al cartone animato, pur rinunciando alle linee morbide dell'anime.
D'altra parte, Dimps ha infarcito questa iterazione di qualche bella pensata: il filtro che sfoca le cutscene degli attacchi Big Bang, per esempio, ma anche le gigantesche onomatopee che timbrano i colpi di grazia quando si conclude lo scontro con un attacco impetuoso o una mossa speciale, replicando le pose e le vignette storiche del manga. Tra queste chicche e la spettacolarità dei nuovi attacchi Big Bang, specie per quel che riguarda i devastanti cavalieri d'oro con le armature divine, il fanservice è assicurato, ma trascorse poche ore e visto un po' tutto ci si ritrova con un picchiaduro veramente mediocre che sbaglia praticamente tutte le basi del genere. Come Brave Soldiers, anche Soldiers' Soul è un adattamento uno contro uno del musou La Battaglia del Santuario uscito qualche anno fa su PlayStation 3: il giocatore è libero di muoversi a trecentosessanta gradi per l'arena e di saltare premendo un tasto, ma la telecamera fatica a seguirlo, spesso scegliendo le inquadrature più astruse per riprendere l'azione e impedendo la valutazione precisa delle distanze e della posizione dei due lottatori. Ne consegue che spesso le combo vanno interamente a vuoto, e quel che è peggio è che le loro animazioni, per quanto fluide e spettacolari, sono lunghissime e fin troppo elaborate, lasciando scoperto il cavaliere che ha mancato il primo colpo per l'intera sequenza. Caricato l'indicatore omonimo e risvegliato il Settimo Senso, è possibile interrompere una combo qualsiasi per collegare l'ultimo attacco a una tecnica speciale o a un attacco impetuoso, ma si tratta di una dinamica che si verifica raramente durante un match: per la maggior parte del tempo si finisce con l'inseguirsi a vicenda nel tentativo di trovare uno spiraglio, una breccia nelle difese e nelle animazioni dell'avversario che consenta di attaccarlo. Demenziale, però, che la differenza nelle dimensioni di alcuni personaggi implichi che alcuni attacchi vadano a vuoto perché le animazioni non li "agganciano", e che nessun attacco speciale colpisca gli avversari al tappeto. Le tecniche speciali e gli attacchi impetuosi, poi, consumano un indicatore del Cosmo che si ricarica manualmente o inanellando le combo, ma al Cosmo bisogna attingere anche per eseguire le manovre evasive che, questa volta, ne consumano sempre di più a ogni impiego: mentre in Brave Soldiers i giocatori più bravi potevano schivarsi a vicenda "teletrasportandosi" alle spalle dell'avversario, in Soldiers' Soul si può schivare molto meno dato che ben presto il consumo del Cosmo diventa proibitivo. Di conseguenza, si finisce con l'impiegarlo solo per attaccare a distanza con le mosse speciali più efficaci, e anche in questo caso dipende dal cavaliere selezionato, visto che i santi sprovvisti di attacchi da lontano sono automaticamente svantaggiati. Ecco che, nonostante tutti i bilanciamenti e le modifiche apportate al gameplay, si torna alle scenette imbarazzanti di un anno fa, dove gli eroici cavalieri d'oro si inseguono al calare del sole per fermarsi giusto un attimo a ricaricare il Cosmo o a lanciare un attacco speciale che magari andrà a vuoto solo perché l'animazione è troppo lenta e l'avversario ha continuato semplicemente a correre senza neppure essersi accorto del pericolo scampato.
Conclusioni
Soldiers' Soul è un gioco per i veri fan dei Cavalieri dello Zodiaco che magari soprassederanno sui tantissimi problemi del gameplay solo per il piacere di menare le mani nei panni del loro santo preferito. Tuttavia, il nuovo titolo di Dimps e Bandai Namco sfigura davanti al trionfo di fanservice dei giochi firmati CyberConnect2 di Naruto e Le Bizzarre Avventure di JoJo, e come picchiaduro lascia alquanto a desiderare, per non dire che mancano proprio le basi. Graficamente, almeno, è piacevole e pulito, ma resta pur sempre un titolo cross-gen con tutti i limiti del caso. Insomma, qualche miglioramento rispetto a Brave Soldiers c'è pur stato, ma Soldiers' Soul non è sicuramente il tie-in definitivo di Saint Seiya.
PRO
- I cavalieri di Asgard!
- Le cutscene tra i combattimenti nella modalità Storia
- Un sacco di extra da sbloccare
CONTRO
- Il "negozio virtuale" è troppo caro
- Gameplay pieno zeppo di problemi
- La Battaglia d'Oro lascia il tempo che trova