Con Lightning Returns Square Enix porta a termine un lungo lavoro di conversione iniziato più di un anno fa con il primo capitolo della (sotto)serie e proseguito con l'episodio numero due, senza dimenticare lo spin-off Type-0 HD trasportato, oltre che su PC, anche su PlayStation 4. Il motivo di un'attesa così lunga è da ricercarsi in una più approfondita cura nella conversione: laddove i primi due erano dei semplici copia/incolla delle controparti per console, in questo caso il piccolo team incaricato di occuparsi della versione PC ha ben pensato di sfruttare la maggiore potenza a disposizione per rifare un po' il trucco alla bella Lightning, introducendo alcune texture in alta risoluzione e rimaneggiando altri effetti speciali. Il risultato, pur non facendo strappare le vesti per la gioia, è sicuramente il migliore dei tre e si fa apprezzare soprattutto nel raffronto con le release per Xbox 360 e PlayStation 3 che soffrivano di stuttering e pop-up oltre ad essere limitate alla bassa risoluzione 720p e ad un frame rate da 30 fotogrammi al secondo. Su sistemi Windows invece tutto gira fluidamente anche in FullHD e senza la necessità di hardware particolarmente potente: con una semplice GeForce GTX 570 datata 2011 i fotogrammi al secondo si sono stabilizzati agevolmente sul limite massimo di 60 frame al secondo. Inoltre, grazie alla patch rilasciata la vigilia di Natale, sono state aggiunte anche le risoluzioni fino ai 4K ed è stato eliminato il vituperato requisito di connessione permanente (in questo caso, è sottointeso, i salvataggi su cloud sono disabilitati).
Si tratta della miglior conversione della trilogia, ma impressiona solo se confrontata alle console
Gli ultimi sette giorni
D'altro canto la versione PC di Lightning Returns non aggiunge nulla a quanto espresso al debutto nel tardo 2013: sono compresi quasi tutti i contenuti aggiuntivi man mano rilasciati dallo sviluppatore (ad eccezione dell'assetto Aerith, che non sarà reso disponibile nemmeno in futuro).
Ancora una volta il giocatore impersonerà l'eroina dai capelli rosa, risvegliata dal dio Bhunivelze cinquecento anni dopo i fatti del secondo episodio, nel disperato compito di salvare quante più anime dall'imminente fine del mondo: il conto alla rovescia le lascia solamente tredici giorni per compiere l'impresa. Aver completato i primi due episodi è caldamente consigliato: i riferimenti con quanto accaduto in passato sono continui e non avere la minima idea del vissuto di Lightning e della sorella Serah fa perdere una buona fetta di profondità alla trama, per quanto i tentativi di riassumere in pillole l'epopea della guerriera siano apprezzabili. Il canovaccio narrativo non è probabilmente dei più convincenti e, nonostante nel finale il gioco prenda un buon ritmo e riesca a catalizzare l'interesse del giocatore, diversi intrecci sembrano essere stati inseriti un po' a forza, celando malamente i tentativi di nascondere che questa trilogia in fondo non fosse inizialmente concepita dai programmatori. Il tempo è un aspetto fondamentale nella struttura di gioco: inizialmente si dispone di una sola settimana, ma completando alcune missioni secondarie (non è possibile però portarle a termine tutte, spetterà al giocatore scegliere quelle più "remunerative" in termini di minuti) si può praticamente raddoppiare. Ogni giorno su Nova Chrysalia, il pianeta dove si consuma il dramma, corrisponde all'incirca a un'ora e un quarto di tempo reale: tuttavia le lancette si fermano durante le cutscene, i combattimenti e a bordo dell'Arca, una sorta di hub in cui si viene rispediti sistematicamente allo scoccare delle 6:00. In questa zona si trova l'albero Yggdrasil che, come accennato sopra, può spostare un po' più in avanti il punto grazie al contributo dei punti Eradia che vengono accumulati completando le missioni secondarie. Nella release originale gli sviluppatori non sembravano aver fatto i conti per bene: all'inizio si correva in lungo e in largo per le quattro macro regioni del mondo di gioco nell'affannoso tentativo di concluderle nel minor tempo possibile, salvo poi rendersi conto che non c'era molto altro da fare. Le fasi finali si vivevano, insomma, nell'attesa dell'ultimo atto. L'integrazione con i contenuti aggiuntivi, che comprendono anche "pezzi di trama", ha invece equilibrato la situazione e in questa versione PC l'esperienza è molto più omogenea.
Lightning crea la moda
Il sistema di combattimento e quello di crescita sono invece profondamente cambiati rispetto al primo episodio: in questo caso l'unico personaggio da controllare è la bella e antipatica Lightning, che può aumentare i propri parametri vitali (che sono tre: punti vita, attacco e magia) solamente portando a termine le missioni secondarie e non più accumulando esperienza con la furibonda uccisione di mostri: questo fa sì che si tenti di eludere il combattimento ogni volta che è possibile.
Sul campo di battaglia i combattimenti sono molto rapidi e decisamente arcade: da un lato infatti è stata introdotta la possibilità di parare e schivare le offensive nemiche, dall'altra sono stati eliminati i menu tattici; in pratica con i tasti frontali del joypad (non è tecnicamente possibile utilizzare la combinazione tastiera/mouse, opzione che sarebbe stata in ogni caso sconsigliabile) si selezionano direttamente le azioni da compiere, qualora si abbiano ATB sufficienti. A seconda del vestito equipaggiato l'eroina può cambiare stile di attacco, sulla falsariga di quanto accadeva con i paradigmi del primo episodio; non manca poi un'ulteriore barra di energia che si riempie vincendo le battaglie e che sblocca degli attacchi letali. La difficoltà iniziale consiste nello studiare i punti deboli dei nemici, in modo da poterli affrontare con la giusta combinazione di costumi, uno degli aspetti più riusciti della produzione. Peraltro indossare l'indumento più adatto, combinandolo con l'equipaggiamento classico, è l'unico modo di modificare i parametri di Lightning, le cui abilità di base non subiscono variazioni in corso d'opera. Gli scontri invece risultano un po' troppo abbordabili alla prima partita e per poter ottenere una sfida più impegnativa è necessario completare il gioco sbloccando così una modalità più ostica, ma a quel punto non tutti potrebbero essere desiderosi di premere nuovamente il pulsante Start.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo Windows Vista, 7, 8 e 10 (supportate le versioni a 64bit)
- Processore Intel® Core 2 Quad (2.66 GHz) o AMD Phenom II X4 (2.8 GHz)
- 2 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA Geforce GTX 460o ATI Radeon HD 5770
Requisiti minimi
- Sistema operativo Windows XP SP2
- Processore Intel 2 GHz
- 1,5 GByte RAM
- Scheda video NVIDIA Geforce 8800GT o ATI Radeon HD 4770o
- Spazio su disco 22 Gbyte
- Scheda audio compatibile con DirectX 9.0c
Conclusioni
Lightning Returns conclude una trilogia che non ha mai saputo soddisfare a fondo le elevate pretese del pubblico console, ma che invece potrebbe essere apprezzata dai neofiti del PC. Dal punto di vista tecnico è sicuramente la miglior conversione dell'universo di Fabula Nova Crystallis, anche se il porting non riesce a mascherare del tutto le rughe del tempo trascorso. Si tratta di un gioco di ruolo giapponese che punta molte delle proprie carte sulla trama e sull'aspetto della protagonista Lightning, con alcune idee interessanti nel combat system che però non trovano sufficiente respiro a causa di un universo un po' limitato e non eccessivamente ispirato. Per poterlo apprezzare fino in fondo è consigliabile aver completato anche i precedenti due episodi.
PRO
- Grafica fluida e aggiornata
- Requisiti hardware non eccessivi
- Conversione migliore che in passato...
CONTRO
- ... pur senza lasciare molto impressionati
- Poco ispirato
- Trama realmente godibile solo per appassionati