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Heavy Rain, la recensione

Sei anni dopo il suo arrivo su PlayStation 3, Heavy Rain si rifà il trucco e approda su PlayStation 4

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   01/03/2016
Heavy Rain
Heavy Rain
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A ricordarlo oggi, il momento dell'uscita di Heavy Rain sembra quasi ieri. Eppure sono passati ben sei anni da quando nel 2010 la produzione targata Quantic Dream si affacciava su PlayStation 3, portando con sé tantissimo seguito da parte di critica e pubblico. Forte del marchio di fabbrica garantito da David Cage, contraddistinto da una componente narrativa posta prima di qualsiasi altra cosa, l'avventura prometteva di ridefinire il modo in cui il medium videoludico poteva riuscire a raccontare storie. Lo faceva senza mezzi termini, arrivando con una trama dai temi forti e maturi, in un momento in cui l'industria iniziava seriamente a interrogarsi su quanto si sarebbe potuta spingere in tal senso. Ma Heavy Rain non è stato solo questo: il gioco fece parlare di sé anche per il raggiungimento di picchi d'eccellenza nell'animazione, senza però risultare esente da qualche difetto tecnico al quale il titolo datato 2010 può ora porre rimedio. Così come Beyond: Due Anime qualche mese fa, anche Heavy Rain è stato infatti sottoposto a un trattamento di make up in alta definizione: scopriamo insieme il risultato!

L'inarrestabile serie di remaster porta Heavy Rain su PlayStation 4: pronti a dare la caccia al killer?

Trofei PlayStation 4

Per evitare sorprese sgradite sulla trama di Heavy Rain, gran parte dei trofei di questo gioco sono segreti. In totale ve ne sono 57: per raccoglierli tutti dovrete necessariamente completare più di una volta l'avventura, visto che la maggior parte di essi sono legati alle varie strade che il racconto può percorrere. Per arrivare al Platino, sarà per esempio necessario assistere a tutti i finali proposti dal gioco, rivedendo quindi le scelte effettuate in precedenza: affrontando Heavy Rain una sola volta, sarà difficile superare il 50% di trofei raccolti.

The origami killer

In termini di storia e gameplay, Heavy Rain del 2016 resta del tutto uguale a quello del 2010, messo all'epoca scrupolosamente sotto la lente d'ingrandimento nella recensione scritta da Pierpaolo Greco.

Heavy Rain, la recensione

Gran parte delle considerazioni fatte allora valgono quindi anche oggi, ma visto che ci sono sei anni di mezzo ricordiamo comunque a grandi linee che cosa ci racconta quest'avventura, costruita sulla minaccia di un serial killer che rapisce e uccide bambini. Anche se di fatto i protagonisti sono più di uno solo, la figura nella quale il giocatore di trova a immedesimarsi è Ethan Mars, padre del settimo bambino rapito dal Killer degli Origami, chiamato così per gli oggetti che lascia sulle sue vittime. Con una precedente tragedia familiare alle spalle, Ethan si spingerà a fare di tutto per tentare di salvare il piccolo Shaun, alternandosi nel racconto con Scott, un investigatore privato assoldato dalle famiglie delle vittime; Norman, agente dell'FBI chiamato a indagare ufficialmente sulla serie di crimini; e infine Madison, giornalista coinvolta nella vicenda per coincidenza. Senza spingerci oltre per motivi di spazio, ci limitiamo ad affermare che la storia dai toni adulti apprezzata all'epoca è pienamente godibile anche dopo tutti questi anni, grazie a un racconto coerente e ben intrecciato, costruito sulle stesse atmosfere di alcuni dei capolavori del genere thriller cinematografico visti nell'ultimo ventennio. Se film come Saw e Se7en vi sono rimasti nel cuore, siete nel posto giusto. Anche per il gameplay valgono le considerazioni fatte nel 2010: rispetto a Beyond: Due Anime, è presente una combinazione di movimento della leva analogica più il tasto R2, mai soddisfacente in modo completo anche a causa della legnosità mostrata dai personaggi in alcune fasi. Dopo averci preso un po' la mano, questo sistema si rivela comunque un ottimo stratagemma per aumentare il coinvolgimento nella disperata corsa contro il tempo proposta da Heavy Rain. Prima di passare oltre, non possiamo di certo dimenticare i "quick time event", dinamica di gioco alla quale questo titolo fa ampiamente ricorso. Nonostante i numerosi usi (e abusi) di questa meccanica fatti nel frattempo, i QTE di Heavy Rain appaiono invecchiati piuttosto bene, anzi risultano più interessanti rispetto a quanto visto anche in titoli recenti. Il merito appartiene in primis alla scelta di evitare il "trial and error": non esiste game over e in caso di sequenza errata si va comunque avanti, accedendo a elementi diversi della trama. In secondo luogo, è ancora apprezzabile la rappresentazione delle varie situazioni in cui siamo chiamati nelle sequenze QTE, dettate dallo stato emotivo del personaggio attraverso elementi grafici differenti.

Nuove luci e vecchie ombre

Se su PlayStation 4 trama e gameplay di Heavy Rain non cambiano, lo stesso non si può dire ovviamente del suo comparto grafico. Nonostante in origine non abbia sfigurato su PlayStation 3, l'aspetto visivo è stato al centro del lavoro effettuato da Quantic Dream, per adeguare il motore di gioco di Heavy Rain al salto generazionale. La lista di modifiche apportate si apre quindi con il passo obbligato del passaggio della risoluzione da 720p a 1080p, uno standard per le remaster dei titoli di vecchia generazione.

Heavy Rain, la recensione

Il numero di frame al secondo resta invece pari a 30, permettendo alle immagini di conservare il taglio cinematografico inseguito da David Cage. Lascia invece un po' perplessi il calo di frame rate che si verifica in alcune occasioni, come registrato anche all'epoca su PlayStation 3.Per il resto, particolare attenzione è stata riposta sull'illuminazione di scene e oggetti, resa più realistica grazie al potenziamento della tecnologia di rendering delle ombre e al supporto per la tecnologia di occlusione ambientale HDAO legata alla GPU di PlayStation 4. In termini di post-processing annotiamo inoltre l'aggiunta dell'antialiasing. Al di là dei tecnicismi, il risultato finale appare apprezzabile soprattutto su Ethan e gli altri personaggi principali, migliorando la resa visiva generale negli ambienti chiusi e poco illuminati. Si registrano invece esiti altalenanti sugli elementi più a margine: anche in questo caso si tratta di un'eredità dalla versione PlayStation 3, dove i modelli dei quattro protagonisti apparivano nettamente più rifiniti rispetto agli altri. Per il sonoro vale invece lo stesso discorso di sei anni fa: la componente audio di Heavy Rain può infatti contare su un'eccellente colonna sonora, ciliegina sulla torta di un'avventura straordinaria che nella versione italiana viene arricchita dalla voce di Pino Insegno per Ethan.

Heavy Rain & Beyond: Two Souls Collection

L'arrivo di Heavy Rain su PlayStation 4 avviene in concomitanza con una Collection venduta al prezzo complessivo di 39,99 euro, all'interno della quale troviamo anche la versione remaster di Beyond: Due Anime. Chi dovesse avere già comprato quest'ultima avrà diritto a uno sconto sull'acquisto di Heavy Rain in versione singola, per il quale al momento in cui scriviamo mancano invece i dettagli nel caso in cui non si sia in possesso di Beyond: Due Anime per PlayStation 4. Per quanto riguarda l'avventura con Ellen Page e Willem Dafoe, vi rimandiamo alla nostra recensione scritta a novembre da Mattia Comba, in occasione del suo arrivo sull'ultima console Sony: nonostante qualche difetto abbia assunto maggiore importanza col passare del tempo, Beyond: Due Anime resta un titolo dall'alto livello produttivo, arricchito dalla presenza di due attori famosi e anch'esso da giocare se amate le avventure di Quantic Dream.

Conclusioni

Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
ND
Lettori (18)
8.1
Il tuo voto

Nel corso degli ultimi anni, di giochi che hanno messo la narrativa davanti alle loro meccaniche ne sono usciti davvero molti. Nonostante ciò, Heavy Rain dimostra di essere invecchiato piuttosto bene: lo testimonia il fatto che pur avendolo già portato a termine su PlayStation 3, ci siamo fatti prendere dalla sua storia quasi quanto la prima volta. È però chiaro che l'obiettivo di Quantic Dream non sia chi ha già avuto modo d'indagare sul Killer degli Origami, ma chi ora possiede una PlayStation 4 dopo essere stato sprovvisto della sua sorella maggiore nel 2010. Se rientrate in quest'ultima categoria e siete alla ricerca di un gioco che vi prenda per mano attraverso una storia dai temi cupi e maturi, non perdete questa occasione.

PRO

  • Trama e atmosfera garantiscono ancora coinvolgimento
  • Quick time event onnipresenti, ma ben congegnati
  • Colonna sonora e doppiaggio eccellente
  • I modelli dei protagonisti sono ancora più belli

CONTRO

  • Resta qualche difetto tecnico
  • In alcuni frangenti è troppo lineare
  • Chi lo ha giocato per PlayStation 3 difficilmente troverà un motivo per acquistarlo di nuovo