Come scrivevamo in uno speciale risalente a qualche mesetto fa, è ormai diverso tempo che l'apocalisse piace davvero a tutti. Anche al mondo dei videogiochi, dove di certo non mancano alternative catastrofiche legate a generi differenti, con un'offerta che spazia tra i vari The Walking Dead, Fallout e chi più ne ha più ne metta. Compreso Fallout Shelter, spin-off dell'ultimo dei due titoli appena citati. Lo nominiamo perché per molti versi assomiglia a Sheltered, gioco già avvistato a metà 2015 mentre si trovava ancora in Early Access su Steam. Per dovere di cronaca, bisogna comunque dire che nonostante il gestionale targato Bethesda sia arrivato prima sul mercato, il survival del team indipendente Unicube è stato annunciato in anticipo, passando con successo su Kickstarter già nel 2014. Della campagna abbiamo già parlato in occasione del provato precedente di Sheltered, e archiviato anche l'Early Access non ci resta che scoprire quello che ci riserva questo interessante titolo.
La versione finale di Sheltered mantiene solo in parte le promesse, ma è comunque un buon gioco
Colpo di fortuna
Immaginate di girovagare senza meta in un mondo devastato dalle radiazioni, per ritrovarvi all'improvviso davanti a un rifugio sotterraneo. Come se non bastasse, questo è completamente funzionante e in grado di garantire la vita a chi lo abita.
Non si sa perché ma il luogo è anche deserto, per cui senza farvi troppe domande vi ci infilate insieme a tutto il resto della vostra famiglia per diventarne i nuovi proprietari. Inizia più o meno così, con una botta di fondoschiena del genere Sheltered, all'interno del quale siamo chiamati a fare in modo che una famiglia riesca a sopravvivere mentre fuori continua a imperversare la catastrofe. Il primo passo consiste nel decidere le sembianze e le caratteristiche degli abitanti del rifugio, in totale quattro: due adulti, non necessariamente di sesso differente, e due bambini. Possiamo farlo grazie a un editor di personaggi iniziale, all'interno del quale scegliere elementi come pettinatura, colore della pelle e abiti, ma soprattutto le abilità che ognuno dei membri della famiglia porterà con sé nel corso dell'avventura. C'è infatti per esempio chi è più abile nel costruire cose o chi riesce a esercitare il suo carisma sugli altri, mentre i tratti di personalità aggiungono interessanti variazioni, realmente apprezzabili durante il gioco. Un dormiglione si impiegherà per esempio più tempo per riposarsi, mentre un tipo coraggioso affronterà meglio le situazioni di pericolo. In tutto questo, chi non vuole perdere troppo tempo può contare su uno strumento di generazione casuale, tramite cui si possono anche ottenere divertenti twist nella creazione dei personaggi: per giorni e giorni il nostro esploratore principale è stato un bambino dotato di forza bruta, indispensabile per difendersi a colpi di accetta da un mondo intenzionato a farci la pelle.
Bisogni fisiologici
Una volta insediatisi nel rifugio, i protagonisti di Sheltered sono obbligati a curare i vari aspetti delle loro vite, a partire dalle esigenze primarie come respirare, bere e mangiare.
Per fortuna alla prima ci pensa un filtro dell'aria già funzionante, per cui l'unica cosa da fare è mantenerlo in buono stato. Per gli altri bisogni c'è invece necessità di adoperarsi maggiormente: da questo punto di vista, il gioco ci è sembrato un po' più tenero rispetto alla sua versione in Early Access, dando al giocatore la possibilità di poter contare su qualche pioggia in più per riempire i contenitori di acqua filtrata (da costruire per avere scorte a sufficienza) e reperire cibo in modo più efficace. Tutto questo è però solo l'inizio, perché i componenti del quartetto dovranno anche dormire quando quando sono stanchi o andare al bagno quando è il momento, ricordando da questo punto di vista molto da vicino The Sims. Non a caso, come il titolo targato Maxis il rischio principale è quello di lasciarsi sommergere dalla gestione dei bisogni dei personaggi senza riuscire a fare altro, anche se per fortuna è possibile contare su un'impostazione che automatizza la gestione delle esigenze primarie all'interno del rifugio. Il rovescio della medaglia è che a volte non lo fa come noi ci augureremmo, lasciando per esempio che qualcun altro sottragga l'ultima scorta d'acqua a chi sta realmente morendo di sete. Quello di cui abbiamo parlato finora è in realtà solo uno dei due aspetti principali di Sheltered, visto che i ragazzi di Unicube ci invitano anche a espandere il rifugio per costruirvi nuovi oggetti e apportare migliorie a quelli esistenti. Per farlo, possiamo contare su un ottimo sistema di crafting, sul quale ruotano tutti gli interventi sulla nuova casa. Volete dotarvi di un WC ben fatto, invece di un secchio improvvisato dove raccogliere i vostri bisogni? Assicuratevi di possedere la giusta quantità di legno, pezzi di metallo, secchi e chiodi, altrimenti non andrete da nessuna parte. Lo stesso vale per qualsiasi altra cosa si voglia costruire o potenziare, per cui il giocatore è obbligato a uscire fuori dal rifugio per trovare le parti di cui ha bisogno.
Alla ricerca del chiodo perduto
L'idea di andarsene in giro a cercare oggetti funziona abbastanza bene, almeno finché non inizia ad esserci la necessità di raccogliere un componente che ci serve davvero molto.
Il tutto è infatti lasciato alla benevolenza dell'intelligenza artificiale, visto che per avviare una spedizione non bisogna fare altro che segnare alcuni punti di riferimento su una mappa, per poi mandare alcuni membri del gruppo a visitarli. Saranno poi loro a contattarci via radio, chiedendoci cosa fare quando vedono un edificio interessante o trovano altre persone sulla loro strada. Pur dandoci la possibilità di contare su alcune associazioni ovvie (se avete bisogno di pillole anti-radiazioni fiondatevi in una farmacia), in realtà Sheltered trova il suo tallone d'Achille proprio in questo aspetto, costringendo spesso il giocatore a mettere in piedi più spedizioni per trovare un singolo pezzo che gli manca. La principale causa di tutto ciò è che i materiali trovati in giro sono casuali, così come quelli che ci vengono proposti da altri sopravvissuti disposti allo scambio. Non neghiamo che riuscire finalmente a trovare l'oggetto a lungo cercato sia piuttosto esaltante, ma le dinamiche che ci portano a ritrovarlo sono decisamente sbilanciate verso la frustrazione. Immaginate di essere alla terza o quarta spedizione senza successo, ritrovandovi nella situazione di non poter costruire nulla e di dovervi dedicare ai bisogni fisiologici e alle riparazioni, prima di poter organizzare subito una nuova spedizione. Fino a questo momento non abbiamo parlato dei combattimenti, perché purtroppo sono rimasti piuttosto simili a quelli visti in Early Access: la gestione a turni risulta molto poco chiara nel suo funzionamento, motivo per il quale si è spinti a evitarli a meno che non si sia obbligati ad affrontare un nemico. Allo stesso modo, reclutare altre persone nel proprio gruppo è una scelta da ponderare molto bene, perché far saltare gli equilibri è questione di un attimo. L'assenza d'interazione tra i personaggi non spinge comunque ad accogliere altri abitanti nel rifugio. Concludiamo brevemente con l'aspetto tecnico, dove Sheltered sfoggia una grafica in pixel art: più curati i dettagli del rifugio, meno quelli dei personaggi e degli ambienti esterni. È gradito, in questa versione finale, il supporto alla lingua italiana nei testi.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema Operativo: Windows 10
- CPU: Intal i7 920 2,66GHz @ 4,2 GHz
- RAM: 16GB DDR3
- Scheda video: GeForce GTX 970
Requisiti minimi
- Sistema Operativo: Windows XP
- CPU: Dual Core
- RAM: 1 GB DDR2
- Scheda video: GeForce 7800, AMD HD 4600, Intel HD Graphics 3000
- Spazio su disco: 600 MB
Conclusioni
Come avrete intuito leggendo il corpo della recensione, il problema principale di Sheltered riguarda il bilanciamento delle sue meccaniche. Pur trovando miglioramenti rispetto alla versione provata in precedenza, crediamo che se Unicube avesse dedicato un po' di tempo in più a questo aspetto avremmo potuto parlare di questo gioco con ulteriore entusiasmo. Non fraintendeteci: Sheltered resta comunque un titolo consigliato ai fan del genere survival e a tutti coloro i quali vogliono provare l'esperienza di un The Sims ai tempi dell'apocalisse, visto che di spunti per intrattenersi ce ne sono diversi. Occhio però alla frustrazione.
PRO
- Cura ogni aspetto della sopravvivenza
- Ottimo sistema di crafting
- Più bilanciato rispetto al passato...
CONTRO
- ...ma non ancora abbastanza
- Alcuni aspetti sono rimasti abbozzati
- Qualche imperfezione nella gestione dei clic del mouse