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Un viaggio meraviglioso

Abbiamo portato a termine il nostro viaggio con Uncharted 4: Fine di un Ladro

RECENSIONE di Antonio Fucito   —   05/05/2016
Uncharted 4: Fine di un Ladro
Uncharted 4: Fine di un Ladro
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La settimana scorsa siamo stati a un press tour che ha dato l'inizio alla fase di recensione di Uncharted 4: Fine di un Ladro; si è tenuto a Nerola, in provincia di Roma, assieme a decine di giornalisti provenienti da tutto il mondo, eccitati per essere parte di qualcosa legato ad uno dei giochi più attesi in assoluto dai possessori PlayStation, ma anche dagli appassionati di avventure e sparatutto in terza persona.

Un viaggio meraviglioso

Al di là dell'evento nella sua interezza e della agognata consegna del codice finale, il momento più significante è avvenuto durante l'intervista concessaci da Nolan North, attore che ha dato la voce a Natan Drake sin dal primo capitolo. Nello specifico, alla domanda sullo stato d'animo dopo aver impersonato per l'ultima volta il protagonista di Uncharted, ha risposto che "All the good things must come to an end", cioè che tutte le cose belle devono finire, in una sorta di inception con lo stesso Nathan Drake che ci ha suscitato non poche emozioni. Meglio fermarsi al top che sviluppare Uncharted 7: Nathan Drake sulla Luna, una battuta che nasconde però una riflessione importante: alcuni brand soffrono più di altri nel proporre nuovi esponenti per anni se non decenni, e bisogna avere il coraggio di andare oltre e buttarsi su nuove idee, anziché spremere il prodotto fino a che c'è un discreto guadagno. In relazione alla serie di Uncharted non è detto che ciò non avvenga sotto forma di spin-off, prequel o giochi innestati nel percorso narrativo già tracciato, ma è chiaro che per Naughty Dog Uncharted 4: Fine di un Ladro rappresenti la conclusione della saga, e noi siamo pronti per condividere con voi le nostre impressioni più profonde.

Abbiamo portato a termine il nostro viaggio con Uncharted 4: Fine di un ladro, ecco la nostra recensione

Comincia il viaggio

Sono passati quasi nove anni dal primo Uncharted, valsi tre capitoli e una collection in versione riveduta e corretta. Con buona probabilità, quindi, avete in qualche maniera avuto a che fare con Nathan Drake e le sue avventure, anche perché seppure Uncharted 4: Fine di un Ladro possa essere goduto tranquillamente da chi non ha mai toccato un capitolo della saga, raggiunge la sua sublimazione quando si è già a conoscenza dei tratti narrativi dei suoi protagonisti principali. A partire dallo stesso Nathan fino a Victor Sullivan, Elena Fisher e i comprimari di una serie videoludica più volte accostata ad Indiana Jones per quel tono scanzonato, avventuroso e divertente divenuto subito un marchio di fabbrica. Fine di un Ladro percorre un arco narrativo piuttosto lungo, approfondendo il rapporto tra Nate e suo fratello Sam, i primi passi come furfantelli esploratori, il futuro immediato e quello lontano; prendendosi le dovute pause dall'azione e passando per esplorazione, puzzle, dialoghi.

Un viaggio meraviglioso
Un viaggio meraviglioso

Un Nathan intenzionato ad appendere il proprio diario al chiodo, fino a quando la (ri)comparsa del fratello e la volontà di percorrere i tragitti di Henry Avery cambiano le carte in tavola: si narra che il famoso pirata avesse fondato una città segreta insieme ad altri "colleghi", nascondendo un bottino dal valore inestimabile. Ci fermiamo qui, per evitare spoiler, ma possiamo dirvi che in Uncharted 4: Fine di un Ladro ciascun aspetto citato poc'anzi è stato curato con estrema dedizione - senza lasciare buchi narrativi o trattare superficialmente passaggi importanti - a costo di risultare un po' "lento" nei primi capitoli. Tale inizio ad ogni modo è sorretto da una recitazione a dir poco magistrale, sezioni platform/esplorazione ariose e qualche scazzottata, fino ad arrivare ad un primo scontro piuttosto corposo di notte, tra muretti che saltano, esplosioni e un utilizzo eccezionale delle luci per renderlo spettacolare. Da qui la partenza in giro per il mondo, non solo attraverso Madagascar e Costiera Amalfitana - le ambientazioni che sono state rivelate ufficialmente dai Naughty Dog - ma anche in altre naturalisticamente differenti tra loro e in grado per davvero di regalare quel senso di avventura e di viaggio da sempre fiore all'occhiello della serie. Se vogliamo ancora più pronunciato grazie alla maggiore quantità di contenuti rispetto al passato, e ad un comparto tecnico incredibile sul quale torneremo più avanti nel corso dell'articolo. Se Uncharted 3 è stato additato di essere troppo sbilanciato sulla parte dei combattimenti, spesso inscenati in sezioni statiche con costante flusso di nemici, questo non è il caso del quarto capitolo, che denota una certa attenzione da parte dello sviluppatore nel garantire maggiore varietà di situazioni, evitare la preponderanza di una componente rispetto all'altra e quindi restituire maggiore dinamismo alle fondamenta che compongono la produzione: esplorazione, puzzle e combattimenti. Nel primo caso abbiamo due introduzioni importanti nell'economia di gioco, vale a dire la fune e un chiodo da roccia necessario per agganciare le pareti porose. Aggiunte chiaramente ispirate ad altri esponenti del genere - vedi Tomb Raider - ma qui utilizzate come detto in maniera più dinamica. L'utilizzo della prima, infatti, ha reso l'esplorazione maggiormente sviluppata, permettendo di calarsi per dirupi situati ad altezza considerevole, attaccare in volo o raggiungere estremità opposte in maniera spettacolare. Complice un sistema di controllo ancora più rifinito nelle basi e una difficoltà mai troppo elevata come da tradizione della serie, il risultato è assolutamente gradevole, con i momenti esaltanti derivati dalla concatenazione di fasi platform differenti tra loro, assieme ad accadimenti quali crolli ed esplosioni. La fase di esplorazione vede il ritorno di puzzle legati agli appunti di Nathan e di sequenze logiche mai troppo difficili, ma pienamente in linea con lo spirito del gioco e le migliori produzioni cinematografiche del genere; bisogna ad esempio studiare l'ambientazione per non cadere di sotto su alcune piattaforme, posizionare correttamente quadri prima di aprire una porta ed evitare che la mano venga mozzata, scattare foto col cellulare del protagonista per associare facce a nomi dei pirati, risolvendo l'enigma proposto.

Un viaggio meraviglioso
Un viaggio meraviglioso

Nel tentativo di mettere insieme i pezzi di un puzzle più grande e scoprire man mano la storia legata ad Avery e agli altri pirati, fino all'ubicazione delle loro fortune. Una progressione costante che si riflette, se vogliamo, anche nella parte dei combattimenti: le basi di Uncharted 4: Fine di un Ladro sono quelle a cui siamo oramai abituati, ma salvo rari casi gli scontri si sviluppano in mappe decisamente più articolate rispetto al passato, con una verticalità inedita per la serie e, spesso e volentieri, proseguendo in avanti o in alto, invece che rimanendo statici come nei precedenti capitoli. La fune diventa strumento per offendere dall'alto o muoversi tra le sponde, i nemici spesso compaiono da più lati e non lesinano l'utilizzo delle granate o il movimento per avvicinarsi alla propria posizione; di conseguenza rimanere fissi in un dato punto significa morte certa soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati, anche per la presenza di coperture non di rado distruttibili dai colpi avversari. L'intelligenza artificiale rimane piuttosto standard, ma come detto la verticalità dello scenario, il gran numero di nemici e l'ubicazione su più punti riesce a mitigare questa sensazione, unitamente all'introduzione di ulteriori meccaniche stealth. Spesso e volentieri, infatti, si arriva in punti in cui non si viene individuati immediatamente, ed è possibile ripulire l'area uccidendo di soppiatto i nemici, mimetizzandosi nelle piante, aggirandoli mediante scalata delle pareti, colpendoli quando la loro visuale è rivolta altrove. A tal proposito mediante lo zoom della visuale con L2, e poi con L3, è possibile "marcarli" con un triangolo in una maniera del tutto simile ai vari Far Cry e Metal Gear Solid V. Non si vedranno attraverso i muri, ma il triangolo di cui sopra diventa utile per capirne l'ubicazione di massima e provare ad avere la meglio senza ingaggiare uno scontro a fuoco diretto. Il quale è sempre possibile ancorché divertente da affrontare, vuoi per la varietà restituita dal level design, vuoi per una maggiore fisicità di colpi e armi. Egualmente una volta individuati è possibile cercare di far perdere le proprie tracce, allontanandosi dall'ultima posizione nota: il risultato è valido perché non è una meccanica sulla quale si fonda il gioco al punto da rappresentarne croce e delizia (Assassin's Creed, stiamo parlando di te!), ma anzi si innesta perfettamente in una varietà che porta a provare numerose soluzioni durante il corso dell'avventura, sempre a disposizione del giocatore. In tale scenario il livello di Sfida può tarare il gameplay in base alle proprie attitudini col genere: da Esploratore a Devastante - disponibili da subito - che scalano secondo diversi parametri in grado di adattarsi a tutte le esigenze. Qualche esempio? Al salire di livello la precisione e la frequenza delle granate nemiche aumentano, i cecchini uccidono con un colpo, gli avversari attendono meno tempo prima di aggirarvi, i punti di salvataggio automatici sono più diradati; Devastazione preclude la possibilità di attivare la marcatura dei nemici e l'indicatore di avvistamento.

Trofei PlayStation 4

Uncharted 4: Fine di un ladro mette a disposizione 34 trofei, molti dei quali simili a quelli dei precedenti capitoli. Abbiamo il completamento ai vari livelli di difficoltà, il recupero di tutti i tesori, le note e i documenti, l'uccisione di 50 nemici con colpi alla testa e così via. I più interessanti e difficili sono quello denominato Speedrun, che richiede il completamento del gioco entro sei ore, e quello Cecchino, che per il completamento necessita sempre di una precisione dei colpi pari almeno al 70% di quelli esplosi. Buona fortuna.

Finisce il viaggio

La maggiore cura riposta da Naughty Dog, ma anche la potenza di calcolo accresciuta rispetto a PlayStation 3, ha permesso allo sviluppatore californiano di implementare mappe e ambientazioni decisamente più vaste rispetto al passato. Quella del Madagascar, ad esempio, è liberamente esplorabile in Jeep con diversi avamposti che magari nascondono un tesoro o un'indizio per proseguire. Nel mezzo ruscelli, strade differenti per giungere allo stesso punto, saliscendi tortuosi che per essere superati necessitano del verricello della Jeep: immaginate con quali conseguenze in occasioni delle pendenze più estreme. In Metal Gear Solid V, per fare un confronto, il gioco partiva in maniera eclatante per poi "aprirsi" e rimanere anonimo in relazione alla prima componente per parecchie ore. In Uncharted 4 tutto questo non avviene: l'alternanza tra sezioni spettacolari e incanalate con quelle più ampie (non solo Madagascar!) è sapientemente orchestrata in un canovaccio deciso a tavolino dagli sviluppatori, nel quale le (poche) scelte multiple sono un semplice vezzo per disquisire o rispondere in una maniera piuttosto che un'altra, senza alterare alcunché della trama principale. Quello che sorprende è l'attenzione estrema riposta in ogni più piccolo particolare, sinonimo che il tempo ulteriore speso per lo sviluppo è indubbiamente servito. Anche qui andiamo per esempi su cose già note: le tracce della jeep sull'asfalto fangoso che rimangono e fanno impallidire il miglior Motorstorm, le maniere differenti di Nathan Drake di salire sulla jeep a seconda della sua posizione quando si preme il triangolo, l'utilizzo di una semplice cassa (quasi) mai uguale a quello fatto in precedenza... il valore produttivo del titolo Naughty Dog è di gran lunga superiore alla stragrande maggioranza dei videogiochi in circolazione. Libertà e varietà soddisfacenti che poi vengono prese a schiaffi nei momenti più coinvolgenti e giocoforza guidati, ma che rappresentano egualmente un punto di forza: giocare dal vivo la sequenza di inseguimento in Jeep mostrata più volte è esaltante, anche perché ci si sorprende costantemente di come gli sviluppatori siano riusciti ad inserire sequenze se vogliamo precalcolate in un contesto completamente nelle mani del giocatore, un turbinio di emozioni e accadimenti semplicemente indescrivibile e assolutamente da vivere. Momenti del genere avvengono anche in altre situazioni, le quali rendono Uncharted 4 alla stregua di un lungo film interattivo che dispone di tutti gli ingredienti per decretarne il successo: introspezione e dialoghi, passando per momenti di calma e di esplorazione fino agli scontri a fuoco, senza dimenticare distruzione ambientale e colpi di scena visivi. Con quest'ultima parola ci allacciamo al comparto tecnologico del titolo, partendo da un semplice aggettivo: incredibile.

Un viaggio meraviglioso

Naughty Dog è riuscita ancora una volta ad alzare l'asticella su console, sotto alcuni aspetti in assoluto, con un titolo graficamente eccezionale, nel quale tutti gli elementi contribuiscono ad avere un'impatto memorabile. A cominciare dal rendering dell'immagine morbido, pulito e colorato, in grado di rivaleggiare ad esempio con quello di The Order ma all'interno di scenari decisamente più estesi. Poi la cura per il dettaglio, gli elementi che compongono lo sfondo, il sistema di illuminazione di qualità e i colori estremamente differenti a seconda dell'ambientazione, ma anche interni ed esterni particolareggiati oltre ogni misura, assieme a texture di spessore e un livello artistico che aggiunge quella pennellata di piacevolezza estetica in grado di regalare scorci tra i più belli mai visti in un videogioco. Tanto ben di Dio va di pari passo con animazioni ancora più rifinite e variegate, assieme ad un uso sapiente di telecamera, fotografia e tecniche fotografiche come la profondità di campo, blur specifico sugli oggetti e inquadrature sempre perfette per esaltare lo scenario che si pone dinnanzi a Nathan Drake. Abbiamo consumato il tasto del DualShock per scattare istantanee, più volte richiamato la modalità fotografica per gestire la telecamera ed applicare qualche filtro: Uncharted 4: Fine di un Ladro è una gioia per gli occhi proprio perché tutti i pregi evidenziati contribuiscono a generare un impatto grafico devastante. Volendo fare un'analisi prettamente tecnica qualche piccola annotazione critica è dovuta, a partire dai 30 fotogrammi al secondo (la trilogia su PlayStation 4 ci aveva abituato al doppio) e ad un motion blur percettibile quando si ruota velocemente la telecamera. Il frame rate rimane stabile la stragrande maggioranza del tempo, ma dopo qualche esplosione oppure sotto una cascata - a quanto pare una sorta di tallone di Achille dello sviluppo videoludico - abbiamo ravvisato cali di fluidità percettibili. The Last of Us aveva portato l'interpretazione e i dialoghi tra i personaggi a nuove vette di eccellenza; Uncharted 4 migliora ulteriormente la situazione proponendo un livello di regia e recitazione in grado di non sfigurare con le produzioni cinematografiche più acclamate, grazie alla bravura degli attori e alla perfetta sincronizzazione del labiale, passando per il posizionamento della telecamera e la naturalezza espressiva dei protagonisti. La realizzazione di questi ultimi è estremamente particolareggiata e nelle sequenze di intermezzo diventa superlativa: venature sulla pelle e rughe mai così realistiche, attenzione per il più piccolo dei dettagli, risultato complessivo incredibile in occasione di momenti topici come pioggia o bufere. Il doppiaggio italiano è piacevole e in linea con quello dei precedenti capitoli; il missaggio però non è ancora soddisfacente e in generale è purtroppo una spanna sotto rispetto a quello anglosassone, nel quale Nolan North e Troy Baker, Nathan e Sam Drake, spadroneggiano con una recitazione di grande livello.

Un viaggio meraviglioso
Un viaggio meraviglioso

Dalle opzioni è possibile selezionare in maniera indipendente testi e doppiaggio, la colonna sonora invece non è più firmata da Greg Edmonson - il cui tema principale è comunque presente e citato nei titoli di coda - bensì da Henry Jackman, già ascoltato in Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Big Hero 6 e altri film. Il compositore americano ha preparato dei brani se vogliamo più importanti e dai toni epici, con i picchi raggiunti dal motivo che accompagna i combattimenti e quello legato ai momenti topici dell'avventura, resa grandiosa anche da tale accompagnamento musicale di qualità. Dopo così tanti elogi viene spontaneo chiedersi il perché dell'assenza del voto massimo: in realtà ci abbiamo pensato, poi convenuto, in una sorta di sdoppiamento alla Gollum, che gli antagonisti sono sì interessanti, ma non in grado di regalare momenti narrativi e di gameplay in linea col resto; la loro apparizione avviene più volte nel corso della narrazione, ma è chiaro che rimangono un gradino al di sotto. Uncharted 4: Fine di un Ladro, poi, racconta di una storia di persone a cui piace l'avventura, mettersi nei guai, ripercorrere le gesta di grandi esploratori e proiettarsi verso il futuro. Delle vicende quasi normali in un contesto videoludico, ed è qui che manca quella chiave di volta per renderle memorabili e completamente soddisfacenti nel momento in cui scorrono i titoli di coda. Storia raccontata magistralmente e con qualche "easter egg" da lacrimuccia - purtroppo già condiviso dai buontemponi... non saremo noi a parlarne nuovamente - ma The Last of Us, ad esempio, ci aveva soddisfatti maggiormente, al punto da spiazzarci a più riprese e lasciare di stucco al suo completamento. Sia ben chiaro, non si può pretendere da un titolo scanzonato come Uncharted 4 momenti dirompenti come quelli presenti nella storia di Joel e di Ellie; altresì qualche colpo di scena maggiore, antagonisti più carismatici e magari qualche risvolto inaspettato avrebbero aumentato il tasso generale della produzione, almeno dal nostro punto di vista. Detto questo, va fatto un plauso a Naughty Dog per la coerenza narrativa della sua creatura, un ulteriore passo verso la maturità: nel quarto capitolo non ci sono eventi paranormali, il finale non si risolve in uno scontro con un nemico apparentemente invincibile, ciascun personaggio è fedele al proprio carattere ed è umano, credibile, in grado di generare empatia. Abbiamo portato a termine Uncharted 4: Fine di un Ladro in 17 ore, raccogliendo circa il 60% dei tesori e una percentuale simile di documenti; degli extra ne parliamo in un box apposito, in linea generale il tempo necessario per completarlo può variare di qualche ora verso il basso o l'alto a seconda del livello di difficoltà scelto e della volontà di esplorare per leggere documenti e raccogliere collezionabili. Di sicuro possiamo affermare che questo quarto capitolo è più grande e corposo dei precedenti capitoli.

Gli extra e il multiplayer

In Uncharted 4: Fine di un ladro è disponibile da subito la scelta dei cinque livelli di difficoltà (sfida) presenti, con quello denominato Devastante per i temerari che vogliono giocarlo da subito nella modalità più ardua e senza aiuti quali la marcatura dei nemici. Come sempre sono presenti i tesori da raccogliere all'interno delle varie ambientazioni, per un totale di 109, assieme ai documenti per il diario di Nathan Drake e alle conversazioni facoltative. A tal proposito lo stato di raccolta viene evidenziato nella schermata di selezione di ciascun capitolo, una maniera comoda per capire cosa manca per sbloccare i trofei relativi in vista del Platino, o semplicemente per approfondire le gesta del pirata Avery. Non mancano delle gallerie piuttosto corpose con i modelli dei personaggi e i bozzetti delle ambientazioni; al primo completamento del gioco è possibile spendere i punti a propria disposizione per sbloccare dei filtri e delle modalità davvero carine qualora si volesse rigiocare il titolo. Parliamo del mondo speculare, di quello a gravità bassa, in slow motion e così via, fino a filtri fuori di testa come quello ad 8-bit (!), in cel shading o con i colori accesi in stile LSD. Dulcis in fundo con L3 + R3 si accede alla modalità fotografica, del tutto simile a quella della trilogia su PlayStation 4. Prima di scattare la foto col tasto share del DualShock 4, permette di modificare la telecamera, l'inclinazione, parametri quali saturazione, aberrazione cromatica e nitidezza, eliminare o meno i personaggi sullo sfondo e applicare vari filtri, per esaltare ancora di più l'eccezionale comparto tecnico del gioco. Passando al multiplayer, ci torneremo più avanti con maggiori approfondimenti, per adesso possiamo dirvi che sono presenti otto mappe (dal dettaglio grafico inferiore, ma a 60 fotogrammi al secondo per garantire la massima risposta ai comandi) e tre modalità differenti, ovvero Deathmatch a squadre, Controllo e Saccheggio, quest'ultimo una sorta di cattura bandiera sostituita da idoli. In Controllo bisogna appunto conquistare punti specifici della mappa per acquisire punti, che aumentano anche uccidendo il leader avversario. Un multiplayer nel quale sono disponibili i personaggi provenienti da tutti i capitoli precedenti, e che ad ogni uccisione permette di acquisire soldi da spendere in strumenti mistici, che danno un potenziamento momentaneo, e partner da evocare sul campo di gioco per essere curati, avere fuoco aggiuntivo e così via. Come detto torneremo sul multiplayer in un prossimo articolo, nel frattempo è interessante segnalare la policy che Naughty Dog adotterà: tutti i DLC e le mappe aggiuntive, comprese quelle co-op che arriveranno entro l'estate, saranno gratuiti per tutti e sbloccabili all'interno del gioco. Il prossimo autunno arriverà invece, a pagamento, la prima espansione single player in assoluto per la serie, speriamo con una qualità pari o superiore a quella di The Last of Us.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.7
Lettori (999+)
9.3
Il tuo voto

"All the good things must come to an end": ci riallacciamo al primo paragrafo per condividere con voi un po' di tristezza in seguito all'esserci resi conto che non ci saranno più avventure con protagonista Nathan Drake, perlomeno dalla "penna" di Naughty Dog. Siamo contenti però per chi giocherà a breve il titolo: lo sviluppatore californiano è riuscito a condensare e perfezionare tutti gli elementi che hanno reso la saga così apprezzata. Vale a dire la cura per il dettaglio, il lato artistico e la realizzazione tecnica semplicemente incredibili, un gameplay solido, vario e divertente, in grado di alternare momenti arrembanti con sezioni platform ariose a alcuni puzzle ingegnosi, innestati in una narrazione magistrale per regia, fotografia, approfondimento. Per un po' abbiamo ponderato l'idea di assegnare il tanto agognato 10, ma ci siamo resi conto di come manchino momenti narrativi dirompenti - magari riversati anche sul gameplay - e come gli antagonisti, seppur interessanti, difettino di un po' di carisma. Fatte queste dovute considerazioni, la sostanza enorme ci permette a cuor leggero di definire questo quarto capitolo come il migliore della serie, un titolo che rappresenta sotto diversi aspetti un punto di svolta per le produzioni videoludiche. Come si suole spesso dire, non è la destinazione che conta, ma il viaggio... e quello con Uncharted 4: Fine di un Ladro è stato meraviglioso.

PRO

  • Grafica, fotografia, regia e livello artistico semplicemente incredibili
  • Gameplay rifinito, avvincente e più vario rispetto ai precedenti capitoli
  • Cura per il dettaglio maniacale, mai un momento uguale al precedente
  • Storia bella e coerente, raccontata magistralmente...

CONTRO

  • ...ma che avrebbe meritato maggiori spunti esaltanti e antagonisti più incisivi
  • Il doppiaggio in italiano è una spanna sotto rispetto a quello in lingua anglosassone