Prima o poi doveva succedere. Idea Factory ha rimandato a lungo questo momento, ma dopo anni di giochi in (semi)esclusiva su console PlayStation la situazione stava diventando inaccettabile. Come poteva permettersi quella testa vuota di Neptune di rubare la scena in maniera così spudorata alla bella e intelligente Lady Noire in ogni occasione? Perché, nonostante la sua dabbenaggine, doveva sempre essere lei a ottenere gli onori della vittoria? Così, dopo reiterate e veementi proteste, rigorosamente anonime, la CPU (Console Patron Unit) di Lastation ha finalmente ottenuto il meritato ruolo di protagonista. Non solo: la presenza di un'eroina con un quoziente intellettivo superiore a quello di una scimmia, ha permesso a Compile Heart di spingersi in un genere per cervelloni, quello degli JRPG strategici. In occasione dell'arrivo su Steam dello spin-off uscito lo scorso anno su PlayStation Vita, il suo fido segretario è allora pronto ad analizzare Hyperdevotion Noire: Goddess Black Heart e, attraverso una serie di prove inconfutabili mostrare al mondo perché Noire è e sarà sempre meglio di Neptune. O forse no.
Manie di protagonismo o valido spin-off? Ecco il giudizio su Hyperdevotion Noire, T-JRPG di Idea Factory
Un'utopia irrealizzabile
La storia di Hyperdevotion Noire: Goddess Black Heart mostra fin dall'inizio alcuni cortocircuiti rispetto agli standard della serie. Innanzitutto nella battaglia introduttiva la superiorità di Noire è schiacciante, tanto che la CPU di Lastation riesce a tenere testa alle tre rivali senza troppi problemi. Ammessa la sconfitta, Purple Heart Neptune, White Heart Blanc e Green Heart Vert, rispettivamente CPU di Planeptune, Lowee e Leanbox, decidono di darsela a gambe per studiare una nuova offensiva. Nel fuggire dimenticano però Histoire, l'oracolo di Planeptune e babysitter di Nep-Nep, che viene accolta da Noire in attesa che Neptune si accorga della sua assenza (e decida di voler sopportare ancora le sue ramanzine).
Nel frattempo non tutto però va per il verso giusto e, nel tentativo di porre fine ai conflitti, la povera Noire viene ingannata e perde i suoi poteri. È a questo punto che fa la sua provvidenziale comparsa il giocatore, rigorosamente di sesso maschile, che per una serie di fortunate circostanze viene subito assunto come segretario della bella CPU. Ed ecco la seconda stranezza: certo, non è una situazione inedita per uno spin-off (chi ricorda Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection?), ma la presenza di un maschio nel cast dei personaggi principali è decisamente insolito, specie se si tratta di un essere umano. Anche se non è un personaggio giocabile e le sue battute non sono mai doppiate, la figura del segretario è centrale nella storia e contribuisce a mettere il giocatore in mezzo a situazioni equivoche, tipiche degli harem game. Tuttavia la qualità complessiva delle gag ne risente e in questo modo la narrazione finisce per diventare fin troppo monotematica. Non mancano i soliti divertenti dialoghi inconcludenti, specie se è coinvolta Neptune, e la quarta parete è sempre vicina a cadere a pezzi, ma il filo conduttore finisce per rimanere invariato anche nelle situazioni più bizzarre e migliaia di caratteri vengono sprecati solo per due motivi: provare a sedurre il valente segretario o trovare una scusa per convincere i vari generali a unirsi alla squadra a suon di schiaffoni. Un'altra novità introdotta in questo capitolo è infatti la presenza dei luogotenenti delle CPU, ovvero le personificazioni di brand di successo come Metal Gear Solid, Final Fantasy, Monster Hunter, Pac-Man e tanti altri. Ovviamente sono tutte graziose fanciulle, che incarnano gli stereotipi tipici dell'animazione giapponese mentre utilizzano frasi e attacchi in tema con il gioco a cui si ispirano, nel solito tourbillon di citazionismo che ha contribuito a fare la fortuna della serie.
Al tuo servizio, Lady Noire!
La presenza del giocatore nella rosa dei personaggi in Hyperdevotion Noire non ha solo implicazioni sulla storia, visto che il segretario è coinvolto anche in tutta una serie di meccaniche Sim introdotte proprio in questo spin-off. Oltre a strutture canoniche come il negozio, dove si acquistano pozioni e armi, le due aree crafting, dove è possibile, rispettivamente, sviluppare giochi da aggiungere all'equipaggiamento o utilizzare dei progetti per aumentare l'assortimento del negozio, e la gilda per accettare nuovi missioni, la capitale di Lastation offre anche la possibilità di far visita a Noire nella Basilicom e alle alleate in un hotel apposito, nel quale si possono trovare anche le immagini, i video e le musiche sbloccate fino a quel momento. È però proprio nella "basilica" che il giocatore può aumentare il proprio legame con la sua datrice di lavoro. Il meccanismo è in realtà estremamente consumistico, visto che tutto ruota attorno a dei regali per migliorare l'arredamento della dimora di Noire. I regali si acquistano su Amazoo.nep, ma per farlo servono dei Sim Points che a loro volta si ottengono spendendo crediti nel negozio. Più Crediti si spendono, più Sim Points si hanno e più la CPU è felice e disponibile per nuove conversazioni, in un vortice di spese folli che evidenzia una passione sfrenata di Black Heart per lo shopping. Le mansioni del segretario però non si fermano qui e all'inizio di ogni nuovo capitolo il giocatore è chiamato a dare supporto nelle pubbliche relazione con gli abitanti di Lastation: rispondendo in maniera corretta a richieste più o meno bizzarre dei fan, con scelte a risposta multipla in perfetto stile simulatore di appuntamenti, si può accedere più rapidamente alle conversazioni bonus e a nuove immagini in computer grafica. La vocazione da visual novel, infatti, è solida anche in questo spin-off: l'ottenimento di nuovi artwork rimane uno dei fattori che spinge a proseguire nel gioco e ad aumentare l'immancabile Lily Rank, il grado di affinità tra le eroine che influenza anche le capacità in battaglia dei personaggi.
Lo scacchiere delle dee
Il sistema di combattimento è, per forza di cose, l'aspetto più interessante di Hyperdevotion Noire: Goddess Black Heart, visto che permette di controllare le CPU in un genere inedito. Questo ovviamente non vale per chi ha già giocato la versione PlayStation Vita, ma lasciamo da parte per un momento le affermazioni lapalissiane. Si è già accennato in precedenza a come in questo spin-off i personaggi spendano fiumi di parole, spesso inutilmente. La vocazione battagliera di Noire e delle sue compagne trasforma infatti anche lo scambio di battute più tranquillo in un pretesto per menare le mani: non solo contro i nemici, ma anche quando si tratta di compagni e potenziali alleati è facile che si finisca in uno scontro per la leadership o per dimostrare la propria determinazione. Una volta sul campo di battaglia, il lavoro di Compile Heart, che per l'occasione ha collaborato con Sting Entertainment, si mostra però più solido del previsto. I personaggi si muovono così su scenari pieni di ostacoli e trappole, oggetti da spostare, piattaforme mobili e tesori da raccogliere. Gli attacchi si dividono in tre tipologie standard (base, abilità e abilità speciali), ma grazie a dei cristalli elementali le armi possono modificare la propria affinità con gli elementi, con Fuoco, Ghiaccio, Fulmine e Vento che vanno a formare la classica ruota delle debolezze e delle resistenze. Tra bacetti che diminuiscono la spesa di punti abilità, mosse speciali spettacolari e situazioni di netta inferiorità numerica in cui è fondamentale ponderare bene ogni mossa, ne viene fuori un RPG strategico a tratti abbastanza ostico e stimolante, soprattutto a livello Hard. Si ripresenta purtroppo anche una storica problematica del brand, che inspiegabilmente continua a proporre picchi di difficoltà poco coerenti con la progressione, spingendo il giocatore a ripetere le missioni secondarie piuttosto che a tentare nuove strategie. Due parole infine vanno spese per il comparto tecnico, che non si discosta affatto da quanto visto nella versione portatile. Lo stile super deformed delle protagoniste beneficia di una maggiore risoluzione e la fluidità è nettamente migliore su PC, ma mancano delle vere e proprie impostazioni per adattare la grafica al proprio sistema da gioco. D'altronde il titolo non ha ottenuto nessun upgrade grafico e rimangono evidenti i limiti dell'originale nella modellazione poligonale e nella qualità degli effetti. Il comparto sonoro si mantiene invece su buoni livelli, riproponendo alcune musiche classiche della serie e il solito, discreto doppiaggio in lingua inglese.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore AMD A8-5600K
- 8 GB di RAM
- Scheda video AMD Radeon R9 270X 2GB
- Sistema operativo Windows 10
Requisiti minimi
- Processore Intel i3 o equivalente da 3Ghz
- 4GB di RAM
- Scheda video con 1GB di VRAM
- Spazio su disco 3 GB
- Sistema operativo Windows 7 (32-64 bit)
Requisiti consigliati
- Processore Intel i5 o equivalente AMD da 3.1GHz
- 8GB di RAM
- Scheda video con 1GB di VRAM
- Spazio su disco 3 GB
- Sistema operativo Windows 8.1 (64 bit) o più recente
Conclusioni
Hyperdevotion Noire: Goddess Black Heart è stato un discreto esordio per la CPU di Lastation nel ruolo di protagonista fin dal suo arrivo su PlayStation Vita, ma la controparte PC non fa nulla per giustificare un anno di ritardo. In entrambe le versioni lo strategico di Idea Factory conferma quindi un sistema di gioco solido e divertente, ma accentua anche alcuni dei difetti storici della serie principale. Il fan service diventa così esasperato, rendendo stucchevoli alcune battute, e la curva di apprendimento rimane mal supportata dagli improvvisi sbalzi nel livello di difficoltà. Nonostante un comparto tecnico che si mantiene sempre su livelli al limite della sufficienza, siamo comunque di fronte a uno spin-off che può essere apprezzato dai fan e che, grazie al prezzo ridotto, può contribuire ad avvicinare con consapevolezza nuovi giocatori alla serie.
PRO
- Scenari vari e impegnativi
- Meccaniche di gioco solide
- Lo stile chibi si adatta bene alle CPU
CONTRO
- Gag fin troppo prevedibili
- Livello di difficoltà spesso mal calibrato
- Comparto tecnico arretrato
- Localizzazione solo in lingua inglese