Starbound è uscito finalmente dalla fase di accesso anticipato con un'esplosione di contenuti senza precedenti. Sebbene gli sviluppatori abbiano aggiunto una struttura dove prima non c'era e tanti piccoli accorgimenti che migliorano la vita del giocatore, il gioco rimane elastico e pronto a soddisfare i capricci individuali. Un timido filo narrativo (in inglese) regola la progressione dalle stelle più ospitali a quelle più pericolose, offrendoci mano a mano la possibilità di costruire armi e armature più efficaci e centinaia di nuovi oggetti, ma fra un gradino dell'evoluzione e l'altra siamo liberi di spendere tutto il tempo che vogliamo a fare quello che più ci aggrada.
In questo gioco non c'è nessun evento o meccanismo che spinga il giocatore in una direzione o in un'altra. Basta quindi un lampo di immaginazione o una curiosità improvvisa e si parte per la tangente, fra una missione quasi suicida contro un UFO guidato da pinguini guerrieri e una più comune ricerca di minerali per un personaggio scimmiesco incontrato per caso in un laboratorio sotterraneo. Le soglie di progressione scandiscono i tempi di avanzamento del gioco ed è giusto che ci siano, ma siamo noi a decidere qual sarà il nostro destino nell'universo. Possiamo dedicare ore a catturare tutti i docili animaletti sparsi per la galassia e lasciarli liberi nella nostra nave spaziale, dedicare giorni alla costruzione di colonie sopra e sotto la superficie dei pianeti, o impugnare uno strumento musicale e unirci ad altri giocatori nelle partite pubbliche per mettere insieme una banda itinerante di bardi spaziali. Perfino l'idea di creare una serra grande come un pianeta e coltivare ogni bene di Dio è un'opzione praticabile e soddisfacente. Mai prima d'ora si era raggiunta una tale varietà di decorazioni possibili in un gioco 2D, tanto che si possono benissimo intraprendere decine di viaggi spaziali alla ricerca di quel singolo dettaglio che farebbe tutta la differenza nella nostra personale cabina del capitano, o nella sala del trono del nostro castello! Per la miseria, c'è perfino una missione di assedio in stile medioevale fra quelle previste dalla storia principale. All'apparenza Chucklefish ha messo nel suo gioco quasi tutto quello che gli passava per la testa, ma il risultato, nell'insieme, funziona benissimo. I generi di gioco si mescolano, dal platform/sparatutto 2D anni Novanta ai dungeon in stile Metroid, con tanto di trasformazione del nostro eroe nell'iconica sfera indistruttibile. Dal canto nostro abbiamo deciso, per questa recensione, di creare il pirata piumato Long John Silver con uno scopo ben preciso: fondare una Tortuga spaziale piena di coloni armati e straripante di tesori ben celati in un deposito al quale si accede tramite una botola nascosta nei nostri alloggi privati. Quando un cyborg samurai a cui davamo la caccia si è arreso e ci ha chiesto di entrare nel nostro equipaggio come addetto alla caffettiera, il primo passo era fatto e la rotta tracciata.
Forse un giorno viaggeremo nello spazio, ma fino a quel momento c'è Starbound!
Geologia spaziale
Qualunque piano abbiate elaborato per la vostra vita nello spazio, passa necessariamente per due strade: raccogliere risorse e uccidere mostri. In questo paragrafo ci occupiamo del primo aspetto del gioco. A meno che non abbiate amici che vi servono come schiavi, dovrete sudare le proverbiali sette camicie con in mano un pratico manipolatore di materia capace di raccogliere tutto ciò che vi circonda e metterlo nel vostro comodo zaino. I pianeti sono i grandi protagonisti del gioco, con tanti biomi diversi, imprevedibili condizioni atmosferiche e nuove sorprese che ci aspettano a ogni sbarco.
Ci è capitato di trivellare il fondo di un oceano e scoprire una civiltà dimenticata piena di sarcofaghi sepolti fra cumuli d'ossa. Ce ne andiamo a spasso a segare alberi dalle chiome variopinte e inciampiamo in un'ancora che sale fino al cielo; dopo avere costruito oltre cento gradini scopriamo che conduce a un veliero pirata (accidenti, che invidia! E infatti abbiamo rubato la bellissima mappa del tesoro appesa alla parete...). I deserti possono nascondere laboratori infestati da cyborg impazziti e non è detto che fra colate di lava al centro di una stella tropicale non si incontri un qualche sciroccato con una missione da proporci. Se poi un pianeta ci viene a noia o non troviamo quello che cerchiamo, possiamo teletrasportarci all'istante sull'astronave, fare il pieno sulla luna più vicina e cambiare galassia (magari senza lasciare indietro preziose trappole per falene piene di seta come abbiamo fatto noi). I pianeti forniscono quindi lo scenario basilare nel quale si svolge l'azione. Qui si raccoglie, si caccia e si costruisce. Un sistema intelligente attira razze di coloni coerenti con il tipo di arredo e materiali che abbiamo usato per edificare il nostro regno, che si tratti di semplici capanne in riva al mare o fortezze medioevale con dungeon pieni di mostri. Esiste però anche un secondo tipo di scenario che fa da sfondo alle missioni principali contro i boss e alle camere delle prove nascoste nei pianeti. In questi casi i livelli sono predefiniti e impossibili da modificare, perciò niente raccolta e costruzione. Questo permette agli sviluppatori di allestire scontri vari e ben strutturati contro una notevole quantità di boss molto diversi fra loro, ma per quanto ci riguarda il risultato non è soddisfacente. Come abbiamo detto, Starbound funziona bene quando tutti i suoi elementi sono presenti; se anche solo nel togliamo uno, le lacune diventano evidenti. E questo ci porta dritto a parlare delle creature che popolano la galassia con lo scopo di renderla un posto più pericoloso, ma anche più eccitante.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i7 2600
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Core 2 Duo
- RAM 2 GB
- Scheda video da 256 MB di memoria e compatibile con directx 9.0c
- DirectX 9.0c
- Sistema operativo Windows XP o più recente
Extraterrestre ti spazzo via
Dal momento che tutto è distruttibile e generato casualmente, combattere non è il massimo della vita, perché manca una pianificazione dello scenario adatta agli scontri. Incagliarsi è facile, così come finire in un pozzo abbracciati con una qualche bestia inferocita (per la cronaca, i mostri sono sempre più forti di notte). Se giocate in modalità normale, i mostri sono temibili e talvolta frustranti. Morire sottoterra e lasciare lì tutto il materiale raccolto costringe a un nuovo viaggio per recuperarlo e non è detto che si riesca a riportarlo in superficie, in un ciclo di disperazione che spesso finisce con l'abbandono del bottino. Naturalmente questo aumenta la tensione a ogni nuovo scavo.
Ci lanciamo nel vuoto verso quella costruzione tanto allettante o torniamo di colpo sulla nave? Grandi rischi ma anche grandi ricompense regolano questo stile di gioco. Piogge acide, pozzi di lava e fiumi velenosi si aggiungono alla quantità di ostacoli imprevedibili. A volte cominciano perfino a piovere meteoriti dal cielo, per la gioia dei nostri coloni. Per quanto riguarda i mostri, ognuno ha il suo schema di combattimento, così come ogni arma ha diversi tipi di attacco e possibili effetti elementari. Questo significa che dobbiamo adattarci costantemente all'ambiente, il che tiene lontana la noia da quello che è l'aspetto meno forte del gioco. Per quanto la varietà giochi a suo favore, Starbound non eccelle nei combattimenti. Gli scenari come abbiamo detto non si prestano bene a causa della loro casualità e il sistema di gioco è troppo basilare per offrire qualche incentivo che non sia la possibilità di raccogliere preziose risorse dai nemici uccisi. Ma come per gli altri elemento del gioco, se sommato a tutto il resto ci sembra improvvisamente meno povero e riusciamo ad apprezzarlo senza fatica. Bisogna guardare il gioco da lontano per metterlo a fuoco e ammirarne la complessità nascosta. Nell'insieme delle sue parti, Starbound è l'opera di un grande architetto, e siamo convinti che al suo interno quasi tutti possano trovare un posto in cui prosperare.
Conclusioni
Starbound è un'esperienza fra le più variegate che si possano intraprendere in un mondo digitale. Se scomponiamo il gioco nei suoi elementi, le lacune sono lampanti, ma siccome Starbound funziona come un organismo in cui tutto è collegato e lavora in armonia, i difetti sfumano e le ore scorrono via che è un piacere. Allegro, flessibile e straripante di contenuti, l'opera infinita di Chucklefish si adatta al giocatore anziché pretendere il contrario. Se cercate uno spazio dove lavorare di fantasia, adesso avete un universo a disposizione.
PRO
- Grandissima varietà di contenuti
- Si adatta volentieri alle iniziative del giocatore
- Ogni pianeta contiene una nuova avventura
- Colonna sonora magistrale
CONTRO
- Nelle missioni scriptate i limiti del combattimento si fanno sentire
- Ci mette un po' di ore a ingranare