Blue Byte è la storica software house tedesca responsabile di due saghe estremamente celebri nel nord Europa, tanto da aver conservato il proprio nome anche a seguito dell'acquisizione di Ubisoft, avvenuta agli inizi del millennio. Sono quella di Battle Isle (che si è fermata nel 2001 con Andosia War: era in programma un reboot il cui sviluppo è stato bloccato nel 2014) e soprattutto quella dei Settlers che ha vissuto di alterni successi sino ai giorni nostri. Desta quindi un certo stupore scoprire una nuova proprietà intellettuale da parte degli studios di Dusseldorf, la prima da Extreme Assault, un action datato 1997. Come abbiamo avuto modo di sottolineare nella nostra recente anteprima non è il caso di farsi ingannare perché questo Champions of Anteria è in realtà una costola di quello che avrebbe dovuto essere l'ottavo episodio di Settlers che, dopo aver corso il concreto rischio di essere cancellato forse perché troppo distante dai dettami del famoso gestionale, è stato ripreso e confezionato nell'arco degli ultimi mesi.
C'è troppa carne al fuoco, con il risultato che nessuna delle due anime di Anteria riesce a convincere
Botte da orbi
Nessuno si aspetta una trama di prim'ordine da un titolo di strategia, per cui fa piacere constatare che in Germania abbiano declinato il solito e pretestuoso conflitto con il cattivo di turno in chiave ironica. I nostri paladini infatti sono il cavaliere Vargus, l'arciera Nusula e il monaco Anselm, cacciato dal proprio ordine in quanto reo di essersi convertito al credo vegano. I tre si annoiano a morte perché non trovano cattivi sufficientemente "cattivi" a cui suonarle di santa ragione: comprensibile quindi l'entusiasmo nell'affrontare una nuova ed impegnativa sfida in cui li caccia il simpatico ladro Bryan, la voce narrante della storia, messo alla gogna da un potente mago. La sfida è ovviamente quella di riportare l'ordine nelle lande natie e divenire campioni di Anteria: in questa missione verranno ben presto affiancati da altri due fenomeni da baraccone, ossia il vagabondo Baltasar e la guerriera Oona. Per raggiungere l'obbiettivo bisogna impegnarsi su due fronti: da una parte c'è un profilo macroeconomico che tradisce le origini "settleriane"; dall'altra una sezione in stile MOBA in cui guidare il team alla liberazione dei territori.
Doubleface
La mappa si sviluppa similmente a quella del Risiko: si parte con una piccola regione posta al centro che bisogna espandere conquistando quelle limitrofe. Proprio come nel celebre gioco in scatola il progresso è cadenzato da turni che corrispondono a 24 ore; con il sorgere del nuovo giorno entrano nelle casse dello stato sia le risorse prodotte dalla capitale che quelle portate in dote dalle regioni controllate. A questo punto, come da tradizione Blue Byte, le cose si complicano. Da degli appositi edifici si producono i cinque elementi su cui si poggiano le meccaniche di Champions of Anteria e per ciascuno di questi esiste una struttura dedicata.
Dalle seconde provengono invece oro e fama. Non avendo eserciti da gestire l'unico vero scopo delle strutture è quello di realizzare potenziamenti per gli eroi: sia armi ed armature che modificano permanentemente le statistiche dei guerrieri, sia pozioni e altri ammennicoli da usare una tantum che si rivelano altrettanto fondamentali per la buona riuscita della missione. Ovviamente non tutto è disponibile sin dall'inizio: la lista dei potenziamenti si deve sprigionare utilizzando i punti fama che permettono di sviluppare un lunghissimo albero di abilità. Si tratta di una struttura molto macchinosa e farraginosa: per poter costruire una semplice balista da posizionare sul campo di battaglia, è necessario dapprima sbloccare l'abilità fabbro; bisogna poi materialmente costruire una fucina (che produrrà materiale metallico); successivamente utilizzare i punti fama per attivare il mastro ingegnere e poi costruire il laboratorio dello scienziato. Solo a questo punto, a patto di avere la sufficiente quantità di ferro e denaro, sarà possibile realizzare l'agognata balista. Si badi bene che si tratta di una delle prime e basilari unità: con il progredire del gioco le ramificazioni si amplificano sempre di più e può davvero diventare complicato seguirle tutte. Dopo aver sbrigato le tediose pratiche di microeconomia si può tornare alla mappa del gioco (o meglio alle mappe: ci sono quattro livelli ambientati in altrettanti scenari) e decidere dove e come muoversi. Volendo si potrebbe attendere qualche turno prima di dichiarare guerra, ma temporeggiare significa esporsi al potenziamento delle file nemiche e al possibile contrattacco: l'intelligenza artificiale è molto abile nel tenere sempre sotto pressione il giocatore che non può mai sedersi sugli allori. Ad ogni zona corrisponde una missione: oltre alle scontate e basilari conquiste ottenute annientando le unità nemiche il menù varia comprendendo scorte, salvataggi, assedi. Non mancano nemmeno i boss di fine livello. Le vittorie, più che accrescere l'esperienza dei campioni, servono come scritto sopra per espandere il proprio dominio e di conseguenza guadagnare un maggior numero di punti fama con cui ottenere i potenziamenti.
Cuccati questa
Una volta adocchiata la prossima preda bisogna formare il gruppetto da mandare al macello, pescando tre tra i cinque eroi a disposizione. Ciascuno di questi possiede il controllo di un elemento, e l'equilibrio tra le forze della natura sta alla base delle logiche del titolo di Blue Byte. L'acqua vince sul fuoco, che invece ha la meglio sul metallo. Quest'ultimo sconfigge la natura che tiene testa all'elettricità che mette sotto l'acqua, e così il cerchio si completa. Il party va composto pertanto tenendo a mente questa sorta di morra cinese allargata. Inserire nel team Baltasar, che se la cava bene contro i nemici corazzati, non avrebbe molto senso qualora la zona sia popolata perlopiù da mostri acquatici.
Come detto la struttura di gioco ricorda quella di League of Legends o di DOTA 2, con la differenza che si controllano tre personaggi, il che rende i ritmi di gioco molto più compassati per un motivo fondamentale: gli attacchi base sono praticamente inutili. Per avere la meglio bisogna sfruttare pesantemente le abilità speciali specifiche per ciascun eroe e sarebbe praticamente impossibile coordinarle tutte in tempo reale: per questo motivo il gioco mette in pausa prima di ogni scontro. Un approccio in stile RTS classico è fuori discussione perché il tasso di difficoltà, anche se impostato su livello normale, è impegnativo. Anche il duello più banale può tramutarsi in un vero e proprio bagno di sangue: considerando che, a parte le richiestissime pozioni curative con cui è dirimente riempire uno dei quattro slot dell'inventario, non c'è modo di recuperare la vitalità, il rischio di perdere tutti gli uomini e di conseguenza il territorio è sempre elevatissimo. Bisogna coordinare gli attacchi in modo da sfruttare i disequilibri nelle forze della natura, evitando spesso di giocare di squadra. Ciascun eroe deve vedersela con l'avversario maggiormente vulnerabile dalle proprie abilità, anche a costo di restare alla mercé degli altri. Ne conseguono partite estremamente tattiche e ben poco spensierate, a dispetto del tono scanzonato di cui è permeata la produzione Blue Byte. Il rischio frustrazione è sempre in agguato sia perché non esistono manovre evasive sia perché spesso si aggiungono alla festa altri gruppi di nemici che inizialmente pattugliavano un punto più distante e che non si pensava potessero raggiungere i paraggi del teatro di battaglia. Fino a quando il rapporto tra le due fazioni rimane poco inferiore alla parità è pensabile di avere la meglio; non appena il numero di avversari supera le cinque unità la sconfitta è praticamente certa, soprattutto quando si tratta di nemici appartenenti ad un unico regno.
Coloratissimo me
La realizzazione artistica di Champions of Anteria è gradevole e dotata di una buona personalità, anche se non propriamente inedita: i designer hanno sposato la linea leggera dettata dalla sceneggiatura lasciandosi influenzare dagli stilemi provenienti da World of Warcraft, Brothers: A Tale of Two Sons e Bastion.
Gli scenari sono coloratissimi anche se non esageratamente ricchi di dettagli: di discreta fattura le texture e gli effetti speciali. Non si può dire che ci sia qualcosa fuori posto: la pecca risiede nella caratterizzazione dei nemici e dei personaggi giocanti, che avrebbero meritato qualche lustratina in più. Su livelli dignitosi anche il comparto audio, con una colonna sonora un po' anonima compensata da un lodevole doppiaggio e gli "sfx" sempre al posto giusto. Dalle parti di Dussledorf si sono fatti anni di gavetta ed è ben difficile che si perdano su certi dettagli: quel che ancora manca è una leggera ottimizzazione per i sistemi di fascia media che potrebbero trovare qualche difficoltà nel portare in alto le impostazioni di dettaglio. Il gameplay riflette in parte le magagne della parte gestionale e non è facilmente digeribile: il colpo di grazia è stato quello di puntare sulla logica della morra cinese che sterilizza molte tattiche di combattimento. Anche il furioso rimando alla pausa tattica non si sposa affatto bene con la filosofia di Risiko, soprattutto perché i territori faticosamente acquisiti sono costantemente soggetti agli attacchi dell'intelligenza artificiale (buona) e pensare di tornare sui propri passi è l'ultimo dei desideri di ogni giocatore che abbia un po' di amor proprio. D'altro canto la longevità è ottima, anche se limitata ad un unica partita (non c'è modalità multiplayer). Serve però molta dedizione alla causa.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 7 SP1, Windows 8.1, Windows 10 (versione 64bit)
- Processore: Intel Core i5 2400 @ 3.1 GHz o AMD FX 6350 @ 3.9 GHz
- Memoria RAM: 8GB o superiore per Windows 7, Windows 8.1, Windows 10
- Scheda video: nVidia GeForce GTX 670 o AMD Radeon HD 7870 o superiore (2048 MB VRAM o superiore con Shader Model 5.0)
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7 SP1, Windows 8.1, Windows 10 (versione 64bit)
- Processore: Intel i3 2120 @ 3.3 GHz o AMD Phenom II X4 955 @ 3.2 GHz
- Memoria RAM: 4GB
- Scheda video: nVidia GeForce GTS450 o AMD Radeon HD 5770 (1024 MB VRAM con Shader Model 5.0)
- Scheda audio: DirectX Compatible Sound Card
Conclusioni
Nonostante le buone premesse, Champions of Anteria non convince a causa di arzigogolate meccaniche di gioco che ne appesantiscono l'esperienza complessiva. Un titolo di per sé ricco in quanto diviso in due sezioni parimenti nobilitate non aveva bisogno di tante complicazioni nella parte manageriale. Le regole che governano le battaglie sono invece sterili e impoveriscono la metà tattica anziché arricchirla. Il tutto è ulteriormente aggravato da ritmi di gioco estremamente rallentati e da missioni che vanno ripetute anche a causa di un tasso di difficoltà sbilanciato. Troppe idee e confuse.
PRO
- Albero delle abilità molto approfondito
- Realizzazione tecnica gradevole
- Longevità inattaccabile
CONTRO
- La parte gestionale è troppo approfondita per un gioco di strategia
- E quella di strategia è troppo semplificata da regole infelici
- Elevato rischio frustrazione