Ogni volta che esce un'espansione di World of Warcraft, finiamo sempre col dire che è meglio delle precedenti: da un punto di vista prettamente analitico è semplicemente vero, perché dalla prima versione del gioco - la cosiddetta "vanilla" - sono passati quasi dodici anni ed è normale che Blizzard abbia perfezionato il gameplay di volta in volta.
Tuttavia, nel momento in cui recensiamo un'espansione - ma questo vale anche per qualsiasi MMO al lancio - non sappiamo come si evolverà la situazione nei mesi a seguire: giudichiamo quello che abbiamo tra le mani, ovviamente. Per esempio, all'ottimo lancio di Warlords of Draenor non sapevamo che Blizzard avrebbe affidato la sceneggiatura delle battute finali a un branco di scimmie urlatrici. Non sapevamo che la società di Irvine si sarebbe dimenticata di aggiornare il suo kolossal per quasi un anno, così come non sapevamo - ma avevamo il forte sospetto, visti i precedenti - che World of Warcraft avrebbe perso milioni di sottoscriventi nel giro di pochi mesi. Quando Blizzard ha annunciato Legion, però, sapevamo che stava cercando di rimediare ai suoi errori, dando ai fan di Warcraft quello che desideravano da anni: una "full immersion" nella mitologia del suo universo e una nuova prospettiva con cui affrontare dieci nuovi livelli a personaggio. Ora che abbiamo esplorato a fondo le Isole Disperse e messo piede nella prima incursione, l'Incubo di Smeraldo, possiamo tirare le somme su quella che, indovinate un po', è la migliore espansione di World of Warcraft.
Legion è un'espansione eccezionale che entusiasmerà i giocatori di World of Warcraft vecchi e nuovi
Su e giù per le Isole Disperse
La fase di leveling che Blizzard ha preparato questa volta è una delle più coinvolgenti e appassionanti nella storia del suo MMORPG. La premessa dovreste ormai conoscerla bene: il "redivivo" Gul'dan sta aiutando la Legione Infuocata a conquistare Azeroth e la nostra speranza di scacciare gli invasori risiede nei Pilastri della Creazione, cinque reliquie custodite nelle Isole Disperse.
L'Alleanza e l'Orda si sono mosse subito per recuperarle, ma il loro approdo sulla Riva Dispersa ha causato la morte del re di Roccavento, Varian Wrynn, e del capoguerra Vol'jin: ciascuna fazione accusa l'altra della propria perdita e questa rinnovata rivalità affiorerà in ogni regione delle Isole Disperse, intrecciandosi con le vicende delle loro popolazioni. Per comprendere appieno la storia sarebbe necessario giocare in entrambe le fazioni, il che riconferma la cura che gli sceneggiatori hanno riposto nella stesura della trama, al netto di qualche piccola dimenticanza che magari sarà chiarita in futuro. In ogni caso, le quattro regioni di Stormheim, Alto Monte, Val'sharah e Azsuna offrono delle storyline davvero avvincenti che riprendono non poche faccende rimaste in sospeso, sfiorando sostanzialmente dodici anni di storie in un crescendo di scoperte e colpi di scena accompagnato da una colonna sonora incredibile e da un doppiaggio - in italiano e in inglese - di altissima qualità. A rendere l'esperienza ancora più interessante dal punto di vista del gameplay è il fatto che questa volta le sfide crescono insieme al giocatore: i nemici aumentano di potenza a ogni level up del nostro personaggio, garantendoci non solo una sfida omogenea da livello 100 a 110, ma anche la possibilità di cambiare zona in qualsiasi momento o di giocare con chiunque a prescindere dal suo livello grazie a un complesso algoritmo che bilancia i rapporti tra i giocatori e i loro bersagli. Aumentare di livello e completare le missioni non è mai stato così piacevole, poiché sono sempre alla stessa altezza sia gli ostacoli che le ricompense e ci si sente spronati a completare ogni regione per il solo gusto di scoprire come prosegue la storia e quali premi ci spettano di volta in volta. In questo senso, l'inedita trovata degli artefatti si è rivelata vincente... anche se con qualche riserva. Ora i giocatori non trovano più armi ma guadagnano punti con cui potenziare i loro artefatti - armi iconiche legate alle varie specializzazioni di ogni classe - e sbloccare vari bonus senza essere costretti a seguire un ordine preciso: è un po' come avere un albero dei talenti vecchia scuola, cosa che rinforza il legame che si viene a creare tra il giocatore e la sua arma, grazie anche alla possibilità di cambiarne l'aspetto dopo aver raggiunto determinati traguardi. Se è vero che aumentare di livello l'arma e personalizzarla è un'idea che rinnova decisamente il leveling di World of Warcraft, lo è anche il fatto che il sistema rende particolarmente frustrante la crescita di una specializzazione secondaria dato che i punti artefatto sono preziosi ed è meglio infonderli tutti nell'arma della nostra specializzazione preferita. Forse Blizzard voleva fissare dei ruoli precisi per diversificare la comunità, tuttavia a risentirne sono soprattutto i giocatori che si trovano costretti dalle circostanze a cambiare specializzazione, impugnando un'arma molto meno sviluppata: chi gioca le incursioni in endgame avrà capito precisamente dove sorge il problema, ma gli sviluppatori hanno promesso che entro la fine dell'espansione i giocatori saranno riusciti a massimizzare almeno due armi senza troppi sforzi. Al momento questa promessa non aiuta granché, ma è già qualcosa.
Il futuro del PvE su Azeroth
Per quanto riguarda la varietà delle missioni, non ci possiamo certo lamentare. Oltre a sconfiggere i nemici e a raccogliere gli oggetti, come al solito, dovremo risolvere rompicapi, interpretare altri personaggi in veri e propri flashback interattivi, seminare distruzione dall'alto e chi più ne ha, più ne metta. La maggior parte delle missioni è strutturata in maniera ingegnosa e fa particolarmente leva sull'interazione ambientale e sulla sempre più sofisticata tecnologia di phasing che Blizzard sfrutta ormai a manetta da anni.
Esplorare le Isole Disperse è un piacere anche perché, al momento, bisogna farlo a piedi o cavalcando una creatura terrestre, navigando la complessa geometria di scenari che si estendono orizzontalmente e verticalmente tra grotte, pendii, gole, laghi e sotterranei. Gli sviluppatori hanno poi riempito ogni zona di tesori e di nemici rari cui dare la caccia, ripetendo con successo una delle caratteristiche più apprezzate di Warlords of Draenor. Una volta raggiunto il massimo livello, poi, si entra a Suramar e si sbloccano le missioni mondiali. La prima è la quinta regione delle Isole Disperse, un'antica città in cui si sono segregati gli elfi assuefatti alla magia del Pozzo Oscuro. Suramar funziona in modo leggermente diverso rispetto alle altre regioni delle Isole Disperse e di World of Warcraft tutto: in questa zona lo sviluppatore ha scelto un approccio vagamente sandbox, riempiendola di missioni in cui ci si imbatte solo esplorando liberamente ogni angolo (o seguendo qualche guida su Internet, benché sia molto meno divertente). La progressione a Suramar avviene per gradi e si intreccia con la storyline degli Esuli Oscuri, abitanti rinnegati che stanno cercando di riconquistare la capitale che è finita nelle grinfie della Legione: per questo motivo, molte missioni ci porteranno a esplorare un piccolo capolavoro di level design tra camuffamenti, omicidi che farebbero invidia a Ezio Auditore e fughe mozzafiato. È un peccato che Blizzard abbia vincolato la progressione nella storyline all'accumulo di reputazione, anche se è comprensibile la scelta di rallentare i giocatori più hardcore capaci di bruciarsi tutti i contenuti nel giro di pochi giorni. Questo non significa che, una volta raggiunto il massimo livello ed esaurite le missioni, si resti con le mani in mano: è esattamente lo scopo delle missioni mondiali, una serie di incarichi a tempo che ricordano moltissimo la modalità Avventura di Diablo III: Reaper of Souls. Una volta completata la missione che le sblocca, è possibile aprire la mappa e cercare le missioni mondiali di ogni regione: sono incarichi che si completano da soli o in gruppo in pochissimi minuti e che garantiscono una gran varietà di ricompense che scalano con l'equipaggiamento posseduto dal giocatore. In questo modo, finalmente, chi ha poco tempo da dedicare a World of Warcraft riuscirà comunque a impiegarlo produttivamente, senza restare indietro rispetto ai giocatori che possono trascorrere ore nelle varie spedizioni. Le missioni mondiali sono probabilmente una delle feature che più abbiamo apprezzato in Legion, grazie anche alla loro varietà e alla semplicità con cui è possibile completarle. In un certo senso, tra l'impostazione adottata per Suramar e la decisione di calcare meno la mano sul PvE istanziato, siamo abbastanza sicuri che Blizzard abbia inforcato la strada giusta per evolvere le dinamiche del suo MMORPG.
Il dramma degli "alt"
Il fatto che Legion sia così "story driven" e che Suramar sia vincolata alla reputazione del giocatore con gli Esuli Oscuri, tuttavia, getta un'ombra sui giocatori che amano crescere più personaggi. Abbiamo già detto che, al momento, migliorare una seconda arma (e specializzazione, quindi) è una vera e propria impresa perché all'inizio girano pochi punti artefatto ed è meglio concentrarsi su un'arma alla volta. Allo stesso modo, crescere un personaggio secondario è scoraggiante per gli stessi motivi, e soprattutto perché i traguardi raggiunti con le varie fazioni e con la riconquista di Suramar non sono condivisi nell'account: questo significa che un giocatore dovrebbe barcamenarsi con il doppio - o peggio - delle missioni mondiali, delle reputazioni e dei punti artefatto, in un "grind" veramente insostenibile.
Lo stesso vale per l'enclave di classe, la cosiddetta "guarnigione 2.0" che soppianta quella rimasta nel passato di Draenor. Le enclavi di classe sono caratteristiche e ricche di particolari accattivanti, coadiuvate da una lunga serie di missioni che scorre parallelamente alle nostre avventure sulle Isole Disperse, approfondendone certi aspetti o riportando in auge personaggi storici dell'universo di Warcraft che, nella maggior parte dei casi, diventeranno nostri seguaci. Diciamo che Blizzard ha calcato molto meno la mano sul sistema della guarnigione che in Warlords of Draenor era diventato la morte della community: adesso non possiamo più sfruttarla per accumulare risorse per l'artigianato e il numero ridotto di seguaci diminuisce la necessità di ricorrere al tabellone delle loro missioni grazie anche all'apporto della app ufficiale distribuita poco dopo il lancio del gioco, la quale permette di gestire seguaci e potenziamenti anche senza essere collegati a World of Warcraft. Il fatto che Blizzard abbia quasi completamente tagliato il collegamento tra l'enclave di classe e l'artigianato spiega forse perché quest'ultimo sia l'aspetto che gli sviluppatori hanno trascurato di più nella realizzazione di Legion. Nonostante il revamp delle varie professioni, alcune delle quali sono diventate pressoché irriconoscibili rispetto al passato, abbiamo faticato a trovare utile la maggior parte degli oggetti che si possono fabbricare, specie quando è possibile procurarsi equipaggiamenti di pari qualità, se non addirittura migliore, semplicemente affidandosi alle spedizioni o alle missioni mondiali. La colpa è probabilmente anche dell'economia, ormai irrimediabilmente distorta non solo dal rapporto tra guarnigioni e artigianato che si è instaurato durante Warlords of Draenor, ma anche dalla conseguente diffusione di denaro che si è perpetrata specie nell'anno in cui molti giocatori si giravano i pollici e passavano il tempo a mettere da parte gruzzoli da nababbi. Peccato, perché molte idee - come quella di affidare al completamento di missioni a tema la progressione nei nuovi livelli di ogni professione - erano davvero molto valide, nonostante la maldestra implementazione.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i7-2600k @ 3,4 GHz
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 780
- Memoria: 8 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10 64 bit
Requisiti minimi
- Processore: Intel® Core™ 2 Duo E8500 o AMD Phenom™ II X3 720
- Scheda video: NVIDIA® GeForce® GT 440 o AMD™ Radeon™ HD 5670 o Intel® HD Graphics 5000
- Memoria: 2 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows® XP / Windows Vista® / Windows® 7 / Windows® 8 / Windows® 10
Requisiti consigliati
- Processore: Intel® Core™ i5-3330, AMD™ FX-6300 o superiori
- Scheda video: NVIDIA® GeForce® GTX 750 Ti, AMD™ Radeon™ R7 260X o superiori
- Memoria: 4 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10
Un endgame in divenire
Raggiunto il livello massimo, World of Warcraft torna a essere il MMORPG che conosciamo da anni, nonostante le piccole rivoluzioni instauratesi con Legion. I giocatori sono spronati a completare le spedizioni e le incursioni per procacciarsi l'equipaggiamento migliore, scegliendo tra diversi livelli di difficoltà che garantiscono premi di qualità proporzionale. Dal punto di vista del game design in sé e per sé, alcune spedizioni ci sono sembrate assolutamente splendide pur nella loro semplicità: la nostra preferita è Fauci delle Anime, un'avventura ambientata interamente nell'oltretomba dei Valarjar con tanto di boss da affrontare a bordo di una nave in piena tempesta.
Di ampio respiro anche l'Occhio di Azshara, Forte Corvonero e le Sale del Valore; un po' meno convincenti le fin troppo lineari Antro di Neltharion e Boschetto Cuortetro. Da dimenticare Assalto alla Fortezza Violacea, brutta e noiosa oggi come ai tempi di Wrath of the Lich King. Splendide, invece, le Segrete delle Custodi, Arcavia e la Corte delle Stelle: quest'ultima ci ha stupito per la scelta di affidare l'ultima parte della spedizione a una specie di partita a Indovina chi. Una trovata veramente originale, ma del resto la maggior parte dei boss propone quelle che sono effettivamente delle meccaniche da incursione in scala ridotta, congegnate per preparare i giocatori a sfide più avanzate. In questo senso, Blizzard ha avuto un occhio di riguardo anche per chi ha meno tempo da dedicare alle incursioni in grande stile, prendendo in prestito un'altra feature di Diablo III - quella dei Varchi Maggiori - per proporre le spedizioni Mitiche+: in buona sostanza, è possibile completare queste spedizioni a difficoltà crescente per mettere le mani su bottini che rivaleggiano tranquillamente con quelli che ci si può procacciare nelle spedizioni. In questo modo, la compagnia di Irvine non ha soltanto offerto ai giocatori a cui non piacciono le spedizioni una variante meno caotica, ma ha anche stimolato la competizione nella community in termini di PvE, con buona pace di un PvP che funziona sempre ma che ormai è finito nel dimenticatoio nonostante il revamp alla progressione, ora scandita attraverso una serie di ranghi che sbloccano ricompense e abilità utilizzabili soltanto in arena o nei campi di battaglia. L'idea delle Mitiche+ ci è piaciuta, anche perché offre ai giocatori una valida alternativa alle incursioni in termini di ricompense e di impegno, pur non premiando sempre tutti i partecipanti per i loro sforzi. A tal proposito, nonostante sia assolutamente normale ad appena un mese dal lancio, dobbiamo per forza lamentare un discreto sbilanciamento tra le classi, sul quale Blizzard pare stia già lavorando in vista del primo aggiornamento importante: alcune specializzazioni sono semplicemente molto più inefficaci di altre e questo, al momento, sta suscitando la prevedibile reazione di una community che preferisce portarsi nell'Incubo di Smeraldo, la prima incursione di Legion, le classi giuste invece che le persone giuste. È terribile, certo, ma i numeri parlano chiaro e gli sciamani elementali o i cavalieri della morte del gelo ne sanno qualcosa.
Conclusioni
Oggi non sappiamo se Blizzard sosterrà Legion fino alla fine come ha promesso negli ultimi tempi o se finirà come con Warlords of Draenor o Mists of Pandaria e i lunghi mesi di iato prima dell'espansione successiva. Detto ciò, il fatto è questo: erano anni che non ci divertivamo così in World of Warcraft. La fase di leveling è assolutamente strepitosa e i fan dell'universo di Warcraft gongoleranno nelle storyline imbastite per l'occasione. L'endgame, d'altro canto, offre contenuti per tutti i gusti, pur vincolandone alcuni a una progressione più cadenzata che potrebbe frustrare i giocatori veramente assidui. In poche parole, Legion è un'espansione in grande stile che ci ha ricordato i picchi di qualità del passato: è sempre World of Warcraft nel bene e nel male, solo più vario, più bello e più interessante che mai.
PRO
- Progressione, difficoltà e bottini che scalano col giocatore
- La storia, gli artefatti e le missioni mondiali
- Struttura, complessità e varietà delle Isole Disperse
- La regione di Suramar e le spedizioni più articolate
CONTRO
- Bilanciamento delle classi da migliorare
- Il nuovo sistema dell'artigianato non ci ha convinto
- Alcuni contenuti sono un po' troppo vincolati
- Non è facile gestire i personaggi e le specializzazioni secondarie