È difficile parlare di Nintendo Classic Mini: Nintendo Entertainment System. E non lo è solo per via del suo nome, che per comodità abbrevieremo spesso in NES Mini nel corso del testo.
È difficile parlarne e, soprattutto, giudicarlo perché è una console che vive sulla nostalgia, una nostalgia che va oltre le generazioni ed esercita il suo fascino anche sui più giovani. Perché magari c'è sì il giocatore incallito che segue mamma Nintendo dagli anni '80 e guarda all'era 8-bit come si guarda a un'età dell'oro del proprio io più giovane e ottimista. Ma c'è anche il bambino degli anni '90 che ha conosciuto Super Mario dal cugino, o dallo zio, e da lì è poi nato come giocatore a tutti gli effetti. Anche se la sua prima vera console domestica magari è stata una console Sega, o Sony. Ma non dimentichiamo che la parola NES esercita la sua influenza anche sui più giovani, quei ragazzini cresciuti a pane e conta dei pixel che i giocatori di vecchia data guardano con sospetto e sufficienza, ma che oggi possono essere curiosi di vedere com'era quel gameplay tanto elogiato dai "vecchi". Ecco, per tutti loro il NES Mini può essere il modo più semplice per ritornare indietro nel tempo, a quel gaming spensierato fatto di televisori CRT di bassa qualità e partite seduti su una sedia a pochi centimetri dallo schermo.
Ecco il nostro giudizio sul nuovo Nintendo Classic Mini: Nintendo Entertainment System!
Mini-Me
Ciò che stupisce di NES Mini la prima volta che ci si mette le mani sopra è quanto sia più mini dell'originale. Si possono vedere unboxing con frutta di ogni tipo, ma fa davvero impressione vedere dal vivo la console degli anni ottanta vicino al suo clone più giovane e snello. Una volta appoggiata sul palmo della mano, poi, la sensazione è quella di avere a che fare con il primo modellino di una collana di retrogaming da edicola. Ad altissima fedeltà.
Ogni dettaglio è infatti riprodotto con dovizia di particolari, dalle scritte alle griglie di areazione, passando ovviamente per lo sportellino delle cartucce. Come già sapevamo, purtroppo si tratta di soluzioni puramente estetiche e non c'è un vano nascosto per una scheda SD, né tanto meno c'è lo spazio per inserire una cartuccia di gioco originale, che alla fin fine è grande quanto la console stessa. Altre differenze riguardano poi il collegamento, che ora avviene tramite una porta micro-USB per l'alimentazione e una HDMI per l'uscita audio-video. A tal proposito sul retro fa bella mostra di sé il logo dell'interfaccia a alta definizione. Entrambi i cavi, di circa 1,5m ciascuno, sono inclusi nella confezione. Ai collezionisti potrà interessare sapere che si tratta di una scatola unica per tutta Europa e, come accade spesso per le versioni limited dei giochi Nintendo, è identificabile come italiana solo grazie all'angolo azzurro sull'adesivo del codice a barre. Ipotizziamo che sia questo, tra l'altro, il motivo dell'assenza dell'adattatore per il collegamento alla presa di corrente, visto che i differenti standard europei avrebbero costretto a confezioni differenziate. Il Nintendo 3DS ci ha comunque ormai abituato a questa anomalia e, bene o male, un po' tutti abbiamo un dispositivo mobile che ci possa venire in soccorso con la sua presa. Chiudono il pacchetto un voucher per ottenere 300 punti platino MyNintendo, un piccolo manuale molto retrò, in bianco e nero con le informazioni essenziali di collegamento, e un controller in tutto e per tutto identico a quello della console originale. L'unica, e non trascurabile differenza riguarda però il cavo del pad: infatti si tratta di un filo che non arriva a 80 cm e che utilizza lo stesso attacco dei controller aggiuntivi di Nintendo Wii (come Nunchuck e Classic Controller, che a sua volta è perfettamente compatibile con NES Mini). Tra cavi in dotazione e controller la distanza massima dal televisore non raggiunge così i 3m, ammesso poi che si vogliano lasciare un paio di fili ad altezza "limbo" per un doppio divertimento durante le serate tra amici. La lunghezza del cavo controller è veramente troppo ridotta per le esigenze di un salotto e, in attesa di prolunghe e pad compatibili di terze parti, è evidente che il NES Mini si presti meglio ad essere utilizzato su una scrivania, collegato al monitor del pc, piuttosto che comodamente seduti sul divano. La console può essere alimentata anche tramite le porte USB del PC, del monitor stesso o, in caso di necessità, anche con una power bank. Per vedere tutti i contenuti della scatola potete fare riferimento al nostro unboxing qui sotto.
Prezzi, giochi e pad
Nintendo Classic Mini: Nintendo Entertainment System viene venduto a un prezzo consigliato di circa 60 euro. È poi possibile acquistare anche un secondo controller aggiuntivo, al costo circa 10 euro. Inoltre, i controller Wii possono essere utilizzati sulla console; lo stesso discorso ovviamente non vale per il controller Pro Wii U, il Wii Mote e le periferiche Wi-Fi e Bluetooth in generale. Infine, va ricordato che non c'è modo di aggiungere titoli ai trenta preinstallati.
Ritorno al passato
All'interno di Nintendo Classic Mini: Nintendo Entertainment System sono preinstallati trenta classici giochi a 8-bit, che trovano spazio su una memoria flash da 512MB non espandibile (la lista completa la potete trovare qui). Senza tornare sui grandi esclusi, di cui abbiamo già parlato qualche mese fa, la selezione della versione europea ricalca quella americana, come dimostra la presenza di un titolo dedicato al football complicato come TECMO BOWL e la scritta Nintendo of America che campeggia all'avvio di ogni software. Ne deriva che i giochi sono tutti rigorosamente in lingua inglese. Il NES Mini si accende con il tasto Power esattamente come l'originale e, dopo una prima configurazione della lingua, dà subito accesso all'interfaccia di selezione dei giochi. Con uno stile che richiama forme e colori della console, qui si possono scorrere i titoli presenti, ordinandoli per nome, publisher, data di uscita o in base all'utilizzo. C'è anche una modalità demo che permette di vedere i giochi in azione, mentre va in scena una sfida senza esclusione di colpi tra i fratelli Mario per il controllo dello schermo. Nella parte superiore ci sono poi le diverse opzioni, il QR Code per accedere ai manuali (li trovate anche qui, incluso il pdf cartaceo degli originali, imprescindibile per titoli come The Legend of Zelda) e le informazioni legali sui giochi e sull'emulatore. Tra l'altro il codice sorgente delle parti open source dovrebbe essere pubblicato a breve sul sito Nintendo. Nella parte inferiore si ha infine accesso a quattro slot di salvataggio per ciascun titolo. Dopo aver selezionato un gioco, non c'è un tasto home, né una combinazione di tasti per tornare all'interfaccia utilizzando il controller NES; l'unica soluzione è premere il tasto "Reset" sulla console, o utilizzare un controller Wii. Ennesima dimostrazione che la console non si presta bene a rimanere troppo lontana dall'utente. A quel punto è possibile creare un nuovo punto di sospensione, oppure sovrascriverne uno già esistente con una simpatica animazione.
Emulazione perfetta
La riproduzione delle ROM su NES Mini è impeccabile, senza alcuna modifica rispetto agli originali. Fa eccezione un titolo come Punch-Out!!, che è proposto in versione Featuring Mr. Dream visto il mancato rinnovo degli accordi con Mike Tyson già nel lontano 1990. Ne consegue che sono presenti anche tutti i glitch a cui siamo abituati, compresi alcuni artefatti ai bordi dello schermo durante i movimenti laterali in Super Mario. Tra le opzioni spiccano le tre diverse modalità di visualizzazione dei giochi. Oltre alla classica visualizzazione in 4:3, i giochi NES possono essere riprodotti in risoluzione originale ("pixel perfect" in inglese) o con un filtro CRT che riproduce l'effetto linee di scansione ("scanlines") tipiche dei vecchi televisori. Quest'ultima è forse un po' troppo accentuata e rende l'immagine più scura di quella visibile su TV di media qualità, ma è comunque un'opzione carina. La cosiddetta modalità pixel perfect, invece, riproduce pixel quadrati della stessa dimensione di elaborazione del vecchio NES. Attenzione, perché così i giochi sembrano leggermente più lenti rispetto al 4:3, visto che le distanze da percorrere vengono inevitabilmente ridotte; si tratta però di una questione di abitudine ed entrambe le modalità rendono giustizia agli originali. L'output video di NES Mini è a 720p, una risoluzione più che sufficiente per i giochi da riprodurre. L'input lag dipende invece esclusivamente dal televisore e con un buon monitor da gioco non si notano ritardi nella risposta dei comandi.
Conclusioni
Comprare o non comprare Nintendo Classic Mini: Nintendo Entertainment System? La risposta non è univoca. Facendo un freddo calcolo matematico, con NES Mini si portano a casa trenta classici per meno di 2 euro a gioco, senza contare il costo della console o del controller. Ma mentre alcuni titoli della raccolta, come i Super Mario Bros. o Kirby sono ancora godibilissimi, altri sono invecchiati abbastanza male e ha senso giocarli solo per ampliare la propria cultura di giocatore. Il fascino della console 8-bit Nintendo in questa versione miniaturizzata è comunque molto elevato, mentre i discorsi sulla reperibilità più o meno legale delle ROM lasciano sempre il tempo che trovano. Un appassionato non ha quindi motivi validi per non aggiungere questa piccola console alla propria collezione; tutti gli altri dovrebbero fare invece una valutazione sui singoli giochi, per capire quanti di questi avrebbero interesse ad acquistare in versione Virtual Console, e sul valore che ognuno attribuisce a una console che replica perfettamente l'aspetto dell'originale e che, a parte alcuni piccoli difetti di progettazione, svolge il suo lavoro in maniera impeccabile.
PRO
- Eccezionale cura dei dettagli
- Tre diverse modalità di emulazione
- Trenta classici al prezzo di "uno"
CONTRO
- Lunghezza del cavo del pad insufficiente
- Non è possibile accedere all'eShop per altri giochi
- Il filtro CRT è forse un po' troppo pesante