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La bella addormentata nel tablet

Little Briar Rose dà vita a una fiaba in forma di avventura grafica

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   23/11/2016
Little Briar Rose
Little Briar Rose
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C'era una volta, è proprio il caso di dirlo, un'ottima idea per mettere in scena un'avventura grafica punta e clicca per dispositivi mobile e PC. Little Briar Rose nacque nel 2014, nel corso dell'Indie Game Maker Contest di tale anno, e da lì si è sviluppato ulteriormente diventando un vero e proprio titolo completo, giunto infine su App Store e Google Play e in procinto di arrivare anche su PC, con lancio previsto per i primi di dicembre.

La bella addormentata nel tablet

C'è un team indipendente italiano dietro a questa piccola perla di design, ovvero Elf Games Works, che è riuscito a portare a compimento quella particolare visione di gioco "artsy" che era emersa nel corso del Contest e tanta attenzione aveva già attirato all'epoca. L'aspetto più caratteristico di Little Briar Rose appare evidente a una prima occhiata: la grafica è fortemente ispirata alla tecnica delle vetrate gotiche, per cui i disegni risultano composti da un insieme di piani geometrici colorati e giustapposti, separati tra loro da linee scure che starebbero a riprodurre l'intelaiatura in metallo che veniva utilizzata nella struttura delle finestre così decorate, all'interno delle chiese dell'epoca. Il tratto qui appare più preciso e sinuoso, non avendo ovviamente il problema di adattare frammenti di materiali fisici alle esigenze figurative, e per molto aspetti, dato anche il tema fiabesco a trasognato, fa pensare più alla reinterpretazione successiva della tecnica della vetrata emersa tra Art Nouveau e Liberty, ma questo non cambia la forza evocativa con cui il gioco si presenta in mezzo ai numerosi titoli mobile, distinguendosi davvero come un titolo unico dal punto di vista stilistico. È questa visione artistica che eleva in maniera particolare tutto il prodotto, perché per il resto la sua struttura rientra piuttosto precisamente nei canoni dell'avventura grafica, mentre storia e puzzle design, pur non raggiungendo vette d'eccellenza assoluta, si attestano su ottimi livelli.

Little Briar Rose ci fa vivere una favola in vetro colorato col protagonista intercambiabile

C'era tante volte un principe

La storia è quella classica della Bella Addormentata, riproposta nelle premesse in maniera piuttosto fedele alla tradizione, ma le avventure del principe che si troverà a cercare di salvarla sono decisamente diverse da quelle riportate nella fiaba originale. Il protagonista deve cercare di liberare il bosco incantato dai rovi magici che ne rendono impossibile l'attraversamento, aiutando le popolazioni del luogo con i loro problemi tra gnomi, tritoni e fate. Parlando con i vari personaggi, raccogliendo oggetti e utilizzando questi nel migliore dei modi è possibile risolvere enigmi e liberare progressivamente il passaggio verso il castello dove giace l'agognata principessa. Se tutto questo può sembrare molto classico è perché in effetti vuole esserlo, trattandosi di un vero e proprio omaggio alle fiabe classiche di Perrault e dei Fratelli Grimm, ma non si può dire che Little Briar Rose non dimostri una certa personalità anche nell'adeguarsi alla forma standard della favola.

La bella addormentata nel tablet

I dialoghi con i personaggi in certi casi sono fortemente ironici e vivacizzano la lettura dei testi, mentre la diversità degli enigmi in certi casi è notevole, con la possibilità di dedicarsi a veri e propri mini-game o a puzzle che poco hanno a che fare con il normale svolgersi dell'azione. La progettazione degli enigmi non è particolarmente elaborata come accade nelle avventure grafiche classiche, con la soluzione che risulta spesso piuttosto guidata, ma una caratteristica molto interessante di questo gioco è che in certi casi ti consente di sbagliare e subirne le conseguenze. All'interno di questa meccanica tipica da adventure, infatti, Little Briar Rose inserisce quella che potrebbe essere definita una caratteristica da roguelike, ovvero la possibilità di perdere il protagonista a causa di scelte sbagliate e vederlo sostituito con un altro. Non si tratta semplicemente di trovare un game over andando a sbattere in qualche vicolo cieco come succede nella tradizione Sierra, per dire: in questo gioco è possibile risolvere alcuni enigmi nella maniera errata, per aver tralasciato degli elementi o utilizzato oggetti sbagliati, con conseguenze disastrose per il principe. Questo viene poi sostituito da un altro protagonista che eredita tutti gli oggetti del predecessore e prosegue la storia cercando di fare meglio, in una sorta di preservazione del ruolo "attanziale" del principe a prescindere dal personaggio stesso che si controlla, una soluzione decisamente originale che sembra anche prendersi gioco di alcune regole basilari della fiaba.

Conclusioni

Versione testata iPad 1.0
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo 2,99 €
Multiplayer.it
8.3
Lettori
ND
Il tuo voto

L'aspetto estetico di Little Briar Rose è probabilmente l'elemento che più colpisce, ed è un ottimo sistema per dare un carattere particolare a una produzione che per molti aspetti appare canonica, ma ci sono altri motivi per cui si dovrebbe prendere in considerazione questa fatica indie italiana. La reinterpretazione, a volte umoristica e in certi casi quasi assurda, del mondo fiabesco classico, oltre all'ottima idea dell'elemento "roguelike" che consente di esplorare anche i percorsi negativi, scardinando una caratteristica tradizionale dell'avventura grafica, contribuiscono a rendere questo un gioco particolare. La costruzione degli enigmi spesso non è troppo complessa e in certi casi ci si affida più al puzzle vero e proprio piuttosto che alle interazioni stratificate tra oggetti, scenario e personaggi, ma il fascino dell'ambientazione e delle sue bizzarrie rende Little Briar Rose un titolo da provare.

PRO

  • Stile grafico affascinante
  • Buona reinterpretazione delle tradizioni fiabesche
  • Bella l'idea dell'elemento "roguelike"

CONTRO

  • Enigmi non troppo elaborati
  • La storia non è delle più complesse e originali
  • Longevità piuttosto limitata