Questa è solo una breve recensione su un piccolo videogioco mobile, ma consigliamo di soffermarvi pochi minuti su questo pezzo per prendere quantomeno conoscenza di Dandy Dungeon, perché meriterebbe spazi più ampi.
Siamo abituati a veder imperversare minestroni e scopiazzature nel gigantesco mercato mobile, novelli Special Program e simili rimpasti di epoca "sessantaquattresca" (nel senso del Commodore), proposti a prezzi miseri o completamente gratuiti ma che possono valere ancora meno. Non fate l'errore di catalogare questo gioco tra quei prodotti, perché sareste parecchio fuori strada. Qui troviamo il rigore dello sviluppo nipponico e la freschezza originaria della produzione indipendente vista nei titoli di Daisuke "Pixel" Amaya, ma ancora più di questo lo spirito dissacrante dell'indie fuori dagli schemi, e l'umorismo demenziale applicato ad elementi di critica sociale e dell'industria videoludica. Si tratta di un gioco che fa del "meta" la sua colonna portante, mettendo in scena la storia del Signor Yamada, un normale "salary man" trentaseienne giapponese, che decide di dare una svolta alla sua vita mettendosi a programmare un videogioco. E questo è proprio quello che dobbiamo giocare noi utenti, che da una parte ci ritroviamo a seguire le peripezie dalla vita "normale" di Yamada, alle prese con vari buffi personaggi e dall'altra prendiamo parte attiva al videogioco che il protagonista sta costruendo, provando via via le nuove introduzioni e idee dell'aspirante game designer e facendo evolvere contemporaneamente la storia completando i livelli di questo strano RPG in stile roguelike, con Yamada ovviamente protagonista. È dunque tutta una sorta di meta-videogioco, in cui un normale impiegato trova il proprio riscatto nelle avventurose gesta dello Yamada videoludico che lui stesso plasma notte dopo notte al computer, trasformandosi così in un eroe e cercando di conquistare la bella Maria, nuova vicina di appartamento nonché principessa del mondo digitale.
L'irresistibile doppia vita del Signor Yamada: modesto impiegato di notte ed eroe senza paura di notte
Avventuriero dandy
A questo punto è chiaro che l'impianto narrativo e la particolare ambientazione sono gli elementi portanti di Dandy Dungeon, ma vediamo anche in cosa consiste precisamente il gioco.
Può essere ascritto al genere degli RPG roguelike, anche se il taglio è alquanto originale: si tratta di completare i vari dungeon che Yamada sviluppa tracciando una traiettoria all'interno dei livelli in modo da attraversare ogni singola casella, raccogliendo i tesori e combattendo contro i nemici presenti in maniera automatica, con la possibilità di utilizzare oggetti per ricaricare energia o fornire ulteriori bonus. Gli incrementi applicati al personaggio, le armi e gli equipaggiamenti vengono mantenuti avanzando nel gioco, anche se ogni partita fa ripartire la progressione dall'inizio, nel classico stile dei roguelike, dunque l'evoluzione rimane costante. La meccanica è piacevole anche se ovviamente molto semplice e si adatta bene a partite brevi e immediate, sebbene il vero motore di tutta la questione sia rappresentato dalla storia di Yamada, con la spinta principale a completare i livelli fornita dal vedere come si evolve la storia e come le gesta del protagonista all'interno dell'RPG si riflettano nelle evoluzioni della vita "reale" del protagonista. È dunque questo l'elemento distintivo di Dandy Dungeon rispetto all'enorme massa di titoli similari presenti sul mercato mobile: un carattere unico, che al di là dell'assuefazione data dalla solita progressione del personaggio tra i livelli ci lega alla storia di Yamada con una sorta di affetto per questo buffo e romantico ragazzone alla ricerca di emozioni, avventura e ovviamente amore. Per quanto riguarda la struttura free-to-play, è presente un sistema di stamina che cala con l'avanzare nel gioco oltre all'energia che si perde negli scontri con i nemici. In entrambi i casi è possibile utilizzare oggetti che si conquistano (raramente) sul campo di battaglia oppure si comprano con denaro reale, ma segnaliamo la presenza di alcuni acquisti in-app praticamente indispensabili per poter godere appieno del gioco, come la Papera che elimina completamente il problema della stamina e delle sessioni a tempo determinato.
Conclusioni
Yoshiro Kimura non è certo uno che si adegua alle mode, pertanto da un roguelike su piattaforme mobile a suo nome, nonostante le apparenze, non ci si può aspettare che qualcosa di completamente fuori dagli schemi. L'autore di Little King's Story dimostra infatti, ancora una volta, una capacità tutta particolare di plasmare il medium videoludico per raccontare una storia e al contempo prendere un po' in giro il genere intrapreso, l'eroe protagonista e lo stesso sviluppatore, tutti interconnessi in questo strano meta-videogioco che, alla fine, risulta pure divertente. C'è insomma di che spassarsela in Dandy Dungeon, ma non solo: c'è un'anima in questo gioco, che spinge ad affezionarci e fare il tifo per il romantico, folle e coraggioso Signor Yamada.
PRO
- Ambientazione e storia molto particolari e coinvolgenti
- Bel collegamento tra la componente roguelike e quella narrativa
- Meccanica divertente nella fase ludica
CONTRO
- La sezione roguelike è piuttosto semplice
- Tutto rigorosamente in inglese
- Micro-transazioni che si fanno sentire