Annunciato ben quattro anni fa, What Remains of Edith Finch è il nuovo progetto di Giant Sparrow, il team autore di The Unfinished Swan. Si tratta di un'avventura in prima persona appartenente al sottogenere dei "walking simulator", dunque un vero e proprio racconto interattivo con elementi di gameplay blandi ed essenziali, inseriti esclusivamente in funzione della narrazione, sulla falsariga di quanto visto in Everybody's Gone to the Rapture, The Vanishing of Ethan Carter o Dear Esther. La protagonista della storia, Edith Finch, è una ragazza che torna dopo alcuni anni nella casa che appartiene alla sua famiglia da generazioni; per la precisione da quando suo bisnonno Odin l'ha costruita, in seguito a un disastroso trasferimento marittimo dalla Norvegia che ha lasciato su una secca i resti della loro precedente dimora. Quella dei Finch era una famiglia tormentata nell'800 e cambiare paese non ha purtroppo migliorato le cose, come testimonia l'affollato cimitero antistante la magione. Ogni persona scomparsa nasconde però una storia, come avremo modo di scoprire attraverso un affascinante viaggio fra i segreti dei nostri parenti.
What Remains of Edith Finch è un titolo unico, sorprendente, toccante
Affari di famiglia
What Remains of Edith Finch è stilisticamente meraviglioso: si tratta di un prodotto che poggia su solidissime basi di ricerca estetica e soluzioni visive innovative, il che magari spiega come mai ci sia voluto così tanto per completare il progetto. Ogni ambiente ha una sua personalità, un design caratteristico, tonalità differenti e una ricchezza di elementi che non appare però in alcun caso straripante.
Le primissime fasi ci vedono raggiungere la casa e scoprire che la chiave in nostro possesso non apre la porta d'entrata, bensì qualcos'altro: dopo esserci intrufolati a forza attraverso uno sportello per i gatti sul retro, scopriremo tutta una serie di fantasiosi passaggi segreti che si sbloccano appunto con la chiave che ci è stata donata, attraverso l'apertura di libri animati e diari che nascondono serrature e ante scorrevoli. Altri modi per visitare le tante stanze dei nostri cari estinti non ce ne sono, visto che tutte le porte sono state sigillate, forse per evitare che i ricordi prendessero il largo. L'esplorazione avviene in modo lento e non è possibile affrettarsi, ma raramente la cosa mette a disagio: il racconto procede di pari passo con i movimenti di Edith, dipingendo nell'aria e sulle superfici una narrazione testuale in italiano che accompagna quella orale, splendidamente interpretata in inglese. Una soluzione originale per com'è stata implementata dagli sviluppatori, che ci hanno giocato, hanno sperimentato e sono giunti a conclusioni di grande impatto, pur mantenendo sempre una raffinatezza di fondo che è arduo ritrovare in altri giochi, persino quelli che abbiamo citato in apertura. L'esperienza di Edith Finch si pone insomma come una sintesi degli altri walking simulator sotto molteplici aspetti: da un lato l'avventura non dura più di due ore, una tempistica effettivamente molto risicata se rapportata al prezzo di vendita; dall'altro non ci sono le lunghe, noiose pause che scandivano i pur validissimi dialoghi di Everybody's Gone to the Rapture, al netto tuttavia di una trama altrettanto densa.
Cosa rimane di noi
Le disavventure del bisnonno Odin, raccontate attraverso una semplice sequenza di fotogrammi, sono in effetti nulla rispetto a ciò che è accaduto ai suoi figli e ai suoi nipoti. Storie tristissime e misteriose, che Giant Sparrow ha avuto la capacità di raccontare in modo unico, attraverso una sequenza di minigame semplici ma ispirati e terribilmente originali, sebbene in alcuni casi il gameplay scopra le carte di una realizzazione approssimativa.
La cosa si nota in particolare proprio all'inizio dell'avventura, quando ripercorriamo le vicende della piccola Molly e del suo vivido sogno in cui diventa prima un gatto, poi un gufo, poi uno squalo e infine un enorme mostro marino, sempre in preda a una fame spaventosa. Spigoli che tuttavia risultano bene accetti se si considera la stravaganza di quanto viene mostrato sullo schermo: situazioni talvolta chiuse e brevi, talvolta più ampie e sfaccettate, con gradi di libertà e movimento variabili, ma mai punitive o frustranti; non a caso il game over è un concetto che non ha sfiorato minimamente gli autori. Ogni vicenda si pone dunque come un'esperienza a sé, e una volta completato il gioco, pur consapevoli di essere rimasti incollati allo schermo senza un attimo di noia o di titubanza, accompagnati da una colonna sonora davvero meravigliosa e ispiratissima, ci si chiede legittimamente se gli sviluppatori avrebbero potuto arricchire questi compartimenti stagni di ulteriori elementi, al fine di aumentare la durata globale del prodotto. Non conosceremo mai la risposta, consapevoli che di fronte a titoli del genere hanno ragione un po' tutti: sia quelli che da un videogame pretendono un minimo di gameplay, sia quelli che riterranno What Remains of Edith Finch un racconto troppo breve in relazione al prezzo, sia infine quelli che stenteranno a trattenere una lacrima una volta arrivati ai titoli di coda.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i5 6600K
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1070 Jetstream
- Memoria: 16 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core i3 2125
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 750, AMD Radeon 7790
- Memoria: 2 GB di RAM
- Hard disk: 5 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows Vista SP2 a 64 bit
Conclusioni
What Remains of Edith Finch è un titolo unico, sorprendente, toccante: un racconto interattivo dotato di una colonna sonora incredibilmente ispirata, uno script magistrale e scelte di design assolutamente convincenti, che per larga parte riescono a mascherare la realtà indipendente del progetto. È però anche un'esperienza molto breve, che si completa nell'arco di due ore e sulla base di tale limite risulta un po' troppo costosa. Gli sviluppatori avrebbero potuto inserire ulteriori elementi in ognuno dei "minigame" che compongono la storia, è vero, ma sarebbero stati in grado di garantire la stessa coerenza, l'eleganza e il ritmo che caratterizzano questa produzione? Impossibile rispondere, ma di una cosa siamo certi: le emozioni non hanno un listino prezzi, e se un videogame riesce a muovere qualcosa nel vostro cuore allora ci sembra fuori luogo fare i proverbiali conti della serva.
PRO
- Straordinariamente ispirato
- Scelte di design sorprendenti
- Storia toccante e coinvolgente
CONTRO
- Molto breve
- Minigame visivamente originali, ma talvolta grezzi
- Gameplay ridotto all'osso