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Istinto metallico

The Surge è il titolo della maturità di Deck13, capace di mostrare una sua identità

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   16/05/2017
The Surge
The Surge
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L'inizio di The Surge è di quelli che spiazzano: il protagonista è su una sedia a rotelle e si è proposto all'industria Creo per farsi impiantare degli arti meccanici così da poter tornare a camminare. Qui viene subito chiesto di fare una scelta fondamentale: agili o corazzati? È importante, perché determinerà il nostra approccio all'intero gioco. Dopo uno scioccante filmato in computer grafica ci ritroviamo in una specie di discarica di razzi, senza sapere cosa diavolo è successo nel mentre e perché alcuni droni ci attaccano senza troppi convenevoli.

Scintille, scintille ovunque!
Scintille, scintille ovunque!

L'importante è che possiamo camminare e, soprattutto, combattere. Li ammazziamo con un'arma di fortuna e notiamo subito un dettaglio che presto diventerà certezza: non sono carne da macello. Non sono difficilissimi, certo, ma non stanno nemmeno tanto per fare numero. Per passarli dobbiamo subito imparare a schivare i loro laser e a colpire al momento giusto. Essendo The Surge un soulslike il confronto con i titoli di From Software scatta immediato ma, nonostante le somiglianze (ritmo di gioco, mobilità del protagonista, aree mediche-falò per spendere i rottami-anime ottenuti combattendo e altro di cui parleremo), la prima cosa che salta agli occhi è una differenza macroscopica: qui anche i nemici comuni picchiano come dannati e, se non si sta attenti, possono ucciderci senza troppi complimenti. La fabbrica dove ci troviamo è impazzita e tutti gli operai dotati di arti robotici vogliono farci la pelle. Incontriamo il primo usciti dall'area medica, ancora non attiva a causa di un guasto. Il tutorial, ovvero delle scritte sui muri, ci spiega come mirare agli arti, invitandoci a colpire quelli non corazzati per fare più danni. Diamo una bastonata sulla testa del malcapitato, ma non siamo abbastanza veloci e subiamo il suo contrattacco, che ci toglie un terzo dell'energia. Lo abbattiamo alternando attacchi e schivate (avendo scelto un personaggio veloce possiamo contare meno sulle parate), quindi incameriamo i rottami che lascia a terra pensando che ci ha fatto faticare più di quanto ci aspettavamo.

Deck13 ha raggiunto From Software con The Surge? Scopritelo nella nostra recensione!

Nemici comuni, boss e personalizzazione

Ora, The Surge ha anche dei boss, alcuni dei quali sono davvero cattivi. Seguendo la formula classica del genere, certi li troviamo in mezzo ai livelli, messi a protezione di passaggi particolari o di bottino prezioso. Tipicamente sono troppo forti da affrontare quando li si incontra per la prima volta. Ad esempio solo per superare il primo boss, un mech mezzo rotto, abbiamo impiegato una moltitudine di tentativi e abbiamo dovuto imparare a 'ballare' con lui morte dopo morte.

Nelle fasi avanzate di gioco il protagonista diventa una corazzata
Nelle fasi avanzate di gioco il protagonista diventa una corazzata
Il sistema di mira
Il sistema di mira

Insomma, non temete, perché non mancano gli scontri contro degli immensi bestioni metallici che fanno sudare le letterali sette camicie. Detto questo però, confermiamo che il focus del gioco è un altro: Deck13 ha provato a rendere interessanti tutti i combattimenti, riuscendoci alla perfezione. Non solo, li ha resi anche particolarmente spettacolari. Immaginate di avanzare per un corridoio poco illuminato e di trovarvi di fronte un nemico pesantemente corazzato con in mano un gigantesco martello che inizia a caricarvi. Prova a colpirvi, ma voi schivate di lato e rispondete portando un primo colpo alla testa e infilando un secondo fendente al braccio in combo. Dopo un primo barcollamento, il bestione reagisce e inizia a far roteare il martello in modo minaccioso prendendovi di sorpresa con un colpo dal basso verso l'alto che vi fa volare in aria, quindi vi schiaccia mentre state cadendo a terra, riducendovi in fin di vita. Appassionante? Capitano spesso situazioni simili in The Surge, situazioni che risultano tanto più coinvolgenti tanta più è la pesantezza degli impatti, che come vedremo, sono il vero 'racconto' del gioco.Ma tanta brutale bellezza sarebbe nulla se non fosse accompagnata da un ricco sistema di personalizzazione del protagonista. Di base possiamo spendere gli scarti metallici di cui parlavamo sopra per costruire l'equipaggiamento di cui possediamo i progetti, potenziare quello che già possediamo e aumentare la nostra energia nucleare, fondamentale per diventare sempre più forti. All'energia nucleare non sono legate non solo alcune caratteristiche del personaggio, ma anche la quantità di innesti che può portarsi dietro. Questi ultimi sono sostanzialmente riducibili a dei poteri speciali, da cui imparare a trarre vantaggio. Ad esempio possiamo ci sono innesti che ci aiutano nell'esplorazione, altri che potenziano le armi, altri ancora che aumentano la salute e così via. Abbiamo finito qui con la personalizzazione? Non proprio, perché andando avanti nel gioco si sbloccheranno nuove capacità, come ad esempio quella di controllare un drone, che andranno gestite a parte, creando un insieme notevole di possibilità di sviluppo. Ovviamente tutti gli oggetti si trovano esplorando ogni anfratto dei livelli e massacrandone gli abitanti.

Mondo, tu mi decadi

Purtroppo The Surge ha anche la sua bella risma di problemi. Il più evidente riguarda parte del lato narrativo. La fabbrica Creo è affascinante e inquietante al tempo stesso, ma appena si entra in contatto con i primi frammenti della sua recente storia, quella che ha portato alla situazione che si vive nel gioco, inizia a perdere parte del suo potenziale narrativo. Il motivo è che la sceneggiatura è molto debole, a partire da come caratterizza il protagonista.

Si muore tanto
Si muore tanto

Ricapitoliamo: lo vediamo all'inizio del gioco su una sedia a rotelle che ha già scelto del suo destino, quindi lo ritroviamo con una serie di innesti cibernetici in una fabbrica dove ogni cosa che si muove vuole ucciderlo (e spesso ci riesce anche), eppure non sembra mai essere troppo partecipe della vicenda in cui è invischiato, ricordando i peggiori stereotipi del cinema d'azione USA; quello pieno di marine muscolosi con la battuta sempre pronta e personaggi secondari insulsi che fanno loro da spalla. Anche lo spunto di partenza, che è poi il suo lato più profondo, ossia il suo darsi alla Creo per poter tornare a camminare, si perde presto per strada, svanendo nei meandri di una trama piena di cliché. Purtroppo le cose peggiorano quando si entra in contatto con gli altri personaggi, complessivamente davvero poco interessanti. Vi facciamo un esempio: nella seconda area si incontra una tipa che, di fronte al nostro arrivo, non batte ciglio e inizia a flirtare prima e a commerciare poi. Ora, amica, ci siamo incontrati in una fabbrica piena di macchine impazzite e cadaveri e a te non interessa nulla di chi hai di fronte? Una domanda su come siamo arrivati lì vuoi farcela? Un aiuto su dove andare vuoi darcelo? Macché, niente di niente. Ma si tratta solo di un esempio tra i molti possibili. Per tutto il gioco i personaggi che si incontrano, tranne alcune eccezioni, servono solo per darci qualche missione aggiuntiva, con ricompense annesse.

In The Surge anche i nemici normali rappresentano una sfida
In The Surge anche i nemici normali rappresentano una sfida

Così si crea uno strano paradosso: The Surge è più interessante quando sembra non raccontare nulla: quando cioè si esplora senza sapere dove si sta andando e improvvisamente si scorge uno degli inquietanti nemici, pronto ad ammazzarci senza pietà. La vera narrazione non è nelle parole, ma nei pesanti e fisici impatti tra gli arti di metallo, che rendono spettacolari gli scontri, anche quelli più frequenti, riempendo lo schermo di scintille. È in quei momenti che ci si chiede del destino di quelle persone e, in un certo senso, si partecipa del loro dramma; non certo quando si parla con uno dei buzzurri impiegati della fabbrica. Fortunatamente si passa molto più tempo da soli a esplorare e a combattere che a chiacchierare con gli altri sopravvissuti, fatto che rende molto più digeribile la narrazione. Per il resto il titolo di Deck13 non ha altri grossi problemi. Capita che a volte l'intelligenza artificiale si dimostri un po' troppo ingenua, cadendo in qualche precipizio senza motivo, perdendo interesse nei nostri confronti in modo improvviso o rimanendo incastrata da forze misteriose; fortunatamente sono eventualità rare, che non compromettono l'esperienza di gioco e non rendono meno letali i nemici.

E tecnicamente? Com’è tecnicamente?

Diciamo subito che The Surge non è il più bel gioco sul mercato, graficamente parlando, ma fa comunque il suo sporco lavoro, offrendo modelli tridimensionali dettagliati, ambienti convincenti e creature visivamente ben caratterizzate. Anche gli effetti speciali sono notevoli, in particolare quelli dei combattimenti, che non fanno rimpiangere produzioni molto più ricche.

Graficamente non fa urlare al miracolo, ma non è affatto brutto
Graficamente non fa urlare al miracolo, ma non è affatto brutto

Certo, va detto che i livelli non sono grandissimi e che alcune ambientazioni sanno di già visto, ma complessivamente non ci si può proprio lamentare del lavoro fatto dagli sviluppatori. In particolare va sottolineato come The Surge diventi sempre più spettacolare mano a mano che si avanza nell'avventura, con nemici sempre più grossi e un equipaggiamento sempre più cattivo. Senza svelarvi troppo, diciamo che verso la fine del gioco il protagonista diventa una specie di corazzata ambulante, con armi che fanno impressione anche solo a guardarle. Anche il lavoro fatto sulla colonna sonora è convincente. All'inizio strania un po' l'assenza di musiche nella maggior parte degli ambienti, ma presto si capisce che si tratta di una scelta precisa per dare più importanza ai suoni ambientali e ai rumori dei combattimenti, in modo da creare un'atmosfera particolare: immaginate il silenzio rotto dal solo rumore del vento, quindi lo stridore dell'acciaio e infine il suono di un corpo morto che brucia... Funziona davvero bene, c'è poco altro da dire. Parlando di longevità The Surge dura più o meno ore a seconda di quanto si è pratici con il genere. Per finirlo noi abbiamo impiegato una trentina d'ore, ma calcolate che non siamo particolarmente abili. Va anche detto che già conoscevamo la prima parte, che avevamo potuto provare nella versione preview, e il cui tempo ci è stato azzerato nella recensione. Diciamo che molto dipende dalla vostra abilità e da quanta voglia avete di esplorare tutti gli aspetti del gioco. Per il resto di modalità aggiuntive non ce ne sono molte: solo il classico New Game+ che si sblocca dopo il finale.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo Windows 7/8/10 (64-bit)
  • Processore AMD FX-8320 (3,5 GHz) / Intel i5-4690K (3,5 GHz)
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video 1 GB, AMD Radeon R7 360 / NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • DirectX 11
  • 15 GB di spazio su Hard Disk

Requisiti consigliati

  • Processore MD FX-8370 (4,0 GHz) / Intel Core i7-3820 (3,6 GHz)
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video 4 GB, AMD Radeon RX 480 / NVIDIA GeForce GTX 970

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 49,99 € / 59,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (30)
7.4
Il tuo voto

Il più grande complimento che si possa fare a The Surge è che ha una sua personalità, dato non scontato per quello che a più riprese è stato offerto come l'ennesimo clone di Demon's Souls e affini, realizzato da un team che aveva già provato a seguire la scia di From Software con Lords of the Fallen. Pensavamo che l'ambientazione fantascientifica pagasse poco rispetto al fantasy, soprattutto a livello di varietà, ma ci siamo dovuti ricredere. Soprattutto ci siamo dovuti ricredere sulla scelta di dare maggiore importanza agli scontri contro i nemici comuni rispetto ai boss, che invece in questo scenario si è rivelata vincente. Il risultato è che The Surge tiene sempre alta la tensione del giocatore, chiedendogli di non abbassare mai la guardia e ponendogli problemi ogni volta che incontra un nemico. Insomma, è sì un soulslike, ma riesce anche a essere qualcosa di diverso, che sarà gradito da chi cerca qualcosa di nuovo.

PRO

  • I combattimenti sono spettacolari, anche quelli contro i nemici comuni
  • Difficoltà molto alta, tensione sempre alle stelle
  • Tante opzioni di personalizzazione
  • Tecnicamente è meglio di quanto ci si potesse attendere

CONTRO

  • Narrativamente è davvero debole, con personaggi secondari insulsi
  • Qualche incertezza dell'intelligenza artificiale