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Pyre è un'esperienza unica, tra alti e bassi

SuperGiant Games torna alla ribalta con un titolo decisamente particolare

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   24/07/2017
Pyre
Pyre
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Ai ragazzi di SuperGiant Games va dato il merito di aver sempre dato vita a opere particolarmente ispirate, create con un tratto distintivo unico e capaci soprattutto di trascinare il giocatore in un mondo fantastico intrappolandolo per tutta la durata dell'avventura. Solo a citare Bastion e Transistor piccoli brividi scorrono lungo la schiena e quando la società americana ha annunciato di essere al lavoro su un nuovo titolo i fan sono letteralmente impazziti. Pyre però è rimasto nascosto nell'ombra praticamente fino al lancio e le informazioni trapelate negli ultimi mesi non erano riuscite a diradare quell'aura di mistero che aleggiava attorno al titolo. Ci aspettavamo un gioco di ruolo diverso dal solito, questo è vero, ma mai avremmo previsto di trovarci per le mani un titolo che dietro la sua aura quasi mistica potesse nascondere un'anima da titolo sportivo, un gioco dove l'abilità con mouse e tastiera e i riflessi contano molto di più che le scelte morali fatte nel corso dell'avventura. Pyre risulta quindi essere un titolo molto personale e per questo estremamente difficile da giudicare, andiamo quindi ad aprire insieme il vaso di Pandora.

Pyre è un'esperienza unica, tra alti e bassi

Benvenuto, caro Lettore

Il Commonwealth è una nazione sorta dalle ceneri di un impero decaduto, che i racconti dipingono come un luogo paradisiaco dove tutte le creature vivono in pace tra loro, in una società multietnica che accoglie a braccia aperte qualsiasi forma di vita. Errare nel Commonwealth però, può anche significare essere esiliati per sempre nel Downside, una terra ricca di insidie e feroci nemici. È così che ci risvegliamo senza memoria in questa landa, sperduti alla ricerca di un modo per riagguantare la nostra libertà. La situazione precipita quando Hedwin, Jodariel e un cane parlante di nome Rukey (con degli splendidi baffi!) si avvicinano con la loro carovana e ci mostrano l'unico modo per fuggire da questo incubo. Il salvataggio non è casuale né tanto meno un atto di pura carità: I tre vedono nel protagonista alcune doti speciali, la possibilità ad esempio di leggere antichi testi e di accedere ai rituali di passaggio, l'unico modo conosciuto per purificare la propria anima e tornare nel Commonwealth. Uniti da interessi comuni i quattro si mettono così in cammino verso le stelle, attraversando un mondo unico, sapientemente tratteggiato e in grado di stupire per colori e ambientazioni, disegnate in due dimensioni ma non per questo povere o avare di panorami memorabili. Ci si muove così per una mappa piuttosto semplificata scegliendo di volta in volta quali bivi o strade percorrere, assecondando i desideri di uno dei nostri compagni di viaggio. La parte narrativa di Pyre è strutturata a mo' di libro game, laddove ogni singola scelta del giocatore potrebbe portare ad ottenere un aumento della fiducia dei propri compagni, una determinata ricompensa o più semplicemente delle merci di scambio. L'idea è buona, seppur non particolarmente originale, ma forse questo elemento viene troppo poco approfondito durante tutta la campagna, dando la sensazione che le decisioni del "Lettore" non siano mai particolarmente significative. Certamente possono dare qualche vantaggio in alcune circostanze ma la sensazione è quella di non avere pieno controllo degli accadimenti, pedine ininfluenti in una storia che ha già ben chiaro il suo cammino.

Canestro!

Mentre si iniziano a conoscere i personaggi, mentre ci si affeziona alle storie di ognuno dei protagonisti, il gioco rivela la sua vera essenza e si viene travolti da un moto di sorpresa. Pyre non presenta infatti combattimenti all'arma bianca o scontri di magia ma propone ai giocatori qualcosa di molto differente, diremmo quasi unico per i giochi di ruolo. Il fulcro dell'azione di Pyre è nascosto nei riti di passaggio, sfide tre contro tre in una sorta di pallacanestro fantasy dalle mille particolarità. Ai bordi del campo, al posto dei canestri, presenziano due pire e lo scopo ultimo del giocatore sarà quello di afferrare una sfera e lanciarla al loro interno fino a consumarle. La meccanica di base è estremamente semplice ma ad arricchire il gameplay intervengono diversi fattori, basati principalmente sulle diverse abilità dei personaggi. Il nostro compito durante questi riti sarà dunque quello di guidare i Nightwing alla vittoria, in un susseguirsi di partite che rendono l'avventura una sorta di campionato galattico tra fazioni ostili. Spiegare le meccaniche di gioco è piuttosto complesso, vista la quantità immensa di variabili. Ogni personaggio emette un'aura di dimensioni differenti e che può essere lanciata verso i nemici nel tentativo di bandirli temporaneamente dal match. Oltre a questa abilità base che hanno tutti i giocatori, intervengono poi teletrasporti, salti, la possibilità di volare e di effettuare stoppate a mezz'aria ma anche abilità speciali di evocazione. Tutta questa varietà non arriva ovviamente dai soli tre nostri compagni ma, proseguendo con l'avventura, la squadra dei Nightwing accoglierà mano a mano nuovi membri espandendo le sue fila e dando una gran varietà di opzioni per lo schieramento al Lettore. Senza entrare ulteriormente nelle specificità del gameplay sappiate che le partite sono sempre molto divertenti, merito anche di arene varie e mutevoli che richiedono adattamento e intelligenza per aggirare gli ostacoli che di volta in volta vengono proposti. Se tutto questo funziona egregiamente è l'intelligenza artificiale a destare qualche dubbio, spesso troppo passiva e capace raramente di difficoltà il giocatore. Noi ad esempio abbiamo finito la campagna in circa otto ore senza mai perdere un solo scontro, segno che in termini di bilanciamento qualcosa non ha funzionato a dovere. La curva di difficoltà estremamente bassa può essere però modificata nella seconda parte dell'avventura quando al lettore sarà data la facoltà di attivare tutta una serie di costellazioni extra per aumentare la difficoltà in gioco. Alcune aumentano i punti ferita delle pire, altre danno maggior velocità agli avversari e così via, una soluzione già vista e adottata da Halo, solo per citarne uno. Non abbiate comunque paura di sperimentare e spingere oltre i vostri limiti, la sconfitta è prevista e il game over non è contemplato.

Pyre è un'esperienza unica, tra alti e bassi

Vermi cavalieri e cani volanti

Come ogni buon gioco di ruolo che si rispetti i membri del nostro gruppo guadagnano poi esperienza alla fine di ogni match, possono essere equipaggiati con speciali talismani che ne modificano le abilità in maniera passiva e possiedono anche otto talenti che ne modificano leggermente le caratteristiche. Da questo punto di vista SuperGiant Games poteva fare molto di più e la sensazione che si ha durante l'evoluzione dei Nightwing è che non ci sia mai una vera e propria crescita del team, quanto piuttosto ritocchi impercettibili che modificano solo superficialmente l'esperienza generale. Eppure Pyre i suoi momenti incantevoli li ha, li nasconde bene ma li sa regalare a chi apprezza un tipo di racconto più profondo, che va scoperto leggendo le varie note sparse nei dialoghi, che va approfondito interagendo con ogni singolo elemento sullo schermo e che nasconde molte delle sue idee ad un occhio disattento e superficiale. Purtroppo quando la storia sta per esplodere e potrebbe ingranare alla grande (dopo circa cinque ore dall'inizio), il tutto si appiattisce, divenendo una mera rincorsa al duello successivo in una ciclicità che non fa assolutamente bene alla produzione e che stanca anche l'appassionato più devoto. Eccezionali invece come sempre le musiche, con una colonna sonora perfetta e da ascoltare più e più volte, così come le animazioni e le tinte che dipingono quadri affascinanti e meravigliosi da osservare. Pyre dal punto di vista artistico è quindi eccezionale, ma qualcosa in più sotto l'aspetto del gameplay era lecito aspettarselo. Non possiamo parlare di occasione mancata ma ci andiamo molto, molto vicini.

Pyre è un'esperienza unica, tra alti e bassi

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema operativo: Windows 10
  • Processore: Intel Core i7-3770K
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Scheda Video: NVIDIA Geforce GTX 780 - SLI

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows 7
  • Processore: Dual Core 3.0ghz
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Scheda video: 1GB VRAM / OpenGL 4.2+ support
  • Memoria: 7 GB di spazio disponibile

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (6)
8.3
Il tuo voto

Pyre è quel titolo che non ti aspetti. È un prodotto indipendente con valori artistici da tripla A, dotato di una narrazione importante e accompagnato da un gameplay tanto originale quanto unico. Tutti questi pregi vengono però offuscati da una evoluzione della storia che si blocca proprio sul più bello, che smette di crescere e si appiattisce fino a diventare fastidiosa e ripetitiva. Una modalità online, dove poter sfidare altri giocatori sarebbe stata oro per la longevità e la scelta di limitare il multiplayer alle semplici sfide in locale non possiamo proprio promuoverla. Alti e bassi quindi, come dicevamo in apertura, per un titolo che sa regalare forti emozioni ma anche momenti di stanca, difetti che non permettono di spiccare il volo come dovrebbe.

PRO

  • Personaggi carismatici e memorabili
  • Gameplay originale e ben architettato
  • La storia regala diversi spunti interessanti
  • Colonna sonora meravigliosa

CONTRO

  • L'intelligenza artificiale è parecchio deludente
  • Da metà in avanti diventa estremamente ripetitivo
  • La mancanza del multiplayer online si sente
  • Sviluppo dei personaggi poco approfondito