Fusione di generi. È solo grazie a questo escamotage che gli sparatutto arena, in gran spolvero negli anni '90, hanno saputo reinventarsi e tornare ad essere appetibili per un pubblico che stava virando verso altri lidi e generi. Gli shooter competitivi hanno quindi subito un'evoluzione critica negli ultimi anni ispirati dai MOBA, ponendo l'accento su personaggi carismatici e sulla forte caratterizzazione degli stessi. Non parliamo certo di un mero lavoro estetico quanto di una vera e propria massiccia diversificazione ottenuta tramite armi particolari, abilità e mosse finali dal potere devastante. Se analizziamo gli ultimi titoli competitivi è facile guardare come il target di riferimento vada di pari passo proprio con la potenza delle abilità finali. Una ultimate in grado di obliterare un intero team, insomma, rende il gioco estremamente più spettacolare da vedere e sappiamo tutti che le uccisioni facili attirano il pubblico casual, una regola che Overwatch ha sfruttato in maniera eccellente ma che era già stata tracciata in passato dalle ricompense devastanti per le killstreak di Call of Duty e, più in generale, da un gameplay che garantiva sostanzialmente qualche uccisione. Lawbreakers, la nuova opera del buon Cliff Bleszinsky, fa invece un passo indietro cercando di allontanarsi dal caos generato dalla casualità, proponendo un sistema di gioco più meritocratico, con abilità meno potenti e in definitiva più indirizzato verso la rapidità dei movimenti e l'abilità nella mira. Il risultato? Un titolo indirizzato ad un pubblico spiccatamente hardcore ma non per questo da sottovalutare.
Niente storia, l’importante è ammazzarsi
Overwatch ha fatto del background dei suoi personaggi uno dei maggiori punti di forza. Le storie raccontate dai designer Blizzard hanno indubbiamente colpito nel segno e questo ha permesso al titolo di entrare nel cuore di tantissimi fan e sostenitori, persone non per forza appassionate al gaming ma che si sono affezionate ai loro alter ego virtuali per i più disparati motivi. Lawbreakers non è, e non sarà mai, in grado di arrivare a quel livello, a causa di un design dei personaggi molto più anonimo ma anche per l'assenza di una storia di fondo solida e capace di catturare l'attenzione dei non giocatori. Lawbreakers è essenza allo stato puro, è un gioco che ha deciso di scrollarsi di dosso tutte la paillettes mostrando solo la sua struttura da sparatutto vecchia scuola. E questo va benissimo se ci si vuole ritagliare una piccola fetta di mercato, un po' meno bene invece se l'obiettivo è quello di diventare uno dei punti di riferimento per il genere. Cliff Bleszinsky ha sempre ritenuto di essere uno dei designer più in gamba in questo ambito con Gears e Unreal pronti ad avallare completamente questa idea ma il peso delle due produzioni resta davvero distante anni luce dalla prima fatica di Boss Key Productions. Da un titolo "nudo" come Lawbreakers ci si aspetterebbe un gameplay unico, in grado di colpire e di tenere incollati allo schermo e invece, dopo un po' di pratica, ci si trova a vagare agilmente per mappe di buone dimensioni, ma senza giocare a nulla di realmente nuovo. Cerchiamo di essere più chiari: in Lawbreakers le novità non mancano di certo, ma non hanno un impatto abbastanza forte sul gameplay da allontanarlo velocemente da quanto già presente sul mercato.
Unicità
Il mondo di Lawbreakers è stato devastato da una catastrofe improvvisa, cosa che ha portato un'alterazione della gravità in alcune zone specifiche. Le mappe di gioco sfruttano questa idea per proporre scontri ancora più dinamici, dove i nemici possono sostanzialmente prendervi di mira a trecentosessanta gradi. Molte delle nove classi presenti possono sfruttare a proprio vantaggio alcuni colpi per continuare a rimanere sospesi in aria ma c'è anche un'altra novità, sottovalutata dai più, che consente di sparare all'indietro alla cieca per darsi un'ulteriore spinta. Ovviamente con i razzi si possono eseguire rocket jump strepitosi, ma anche le semplici mitragliette aumentano la vostra velocità a gravità zero. Purtroppo questa meccanica risulta molto meno efficace nelle zone normali, dove sparare all'indietro senza guardare non porta quasi mai i risultati desiderati, mancando completamente di efficacia. Usciti da queste aree speciali però, Lawbreakers si comporta come un qualsiasi altro shooter arena, ponendosi a metà tra la velocità di Quake Champions e i movimenti più compassati di Overwatch. È un titolo, come dicevamo in apertura, che fa comunque della bravura del giocatore la sua arma principale e, se la mira è importantissima, il vero livello di difficoltà lo si percepisce quando bisognerà abbinare salti e sprint ai colpi alla testa, unico modo per primeggiare e dominare qualsiasi tipo di match. Boss Key Productions ha poi ben pensato di rimuovere dai match la trinità composta da tank, curatore, e assassini, proponendo classi ibride con punti di forza e debolezza specifici ma non strettamente relazionate le une alle altre e tutte votate principalmente all'aggressività. La frenesia del gioco non permette infatti all'unico curatore al momento disponibile di essere così fondamentale, nonostante l'assenza della rigenerazione automatica della vita, tanto che risulta di maggior importanza conoscere a memoria l'ubicazione dei medikit sparsi per i corridoi e delle stazioni di salute nascoste nelle aree di gioco. A seconda delle modalità si può abusare di queste stazioni per ripristinare completamente la propria energia dopo ogni combattimento, cosa che rende il compito dei difensori decisamente più semplice, soprattutto quando a questo vantaggio si affiancano barriere e scudi che è possibile erigere sfruttando le abilità base di molti dei personaggi presenti nel roster. Restando in tema di armi e abilità scopriamo un nervo scoperto per la produzione che si appoggia a concept già visti in altri titoli senza provare a proporre qualcosa di veramente nuovo. Lawbreakers mischia le carte in tavola per ciò che concerne le armi equipaggiate dai vari combattenti ma il modo di sparare, il loro funzionamento e persino rinculo e rateo di fuoco non portano novità di rilievo, pur mantenendo un gunplay di altissima qualità.
Almeno provaci!
Non è facile creare uno sparatutto competitivo e inventarsi di sana pianta nuove modalità di gioco e Lawbreakers fa giusto il minimo indispensabile per rinnovare le classiche cattura la bandiera e zone di controllo. I risultati sono modalità non molto dissimili dagli standard del genere ma che regalano qualche trovata interessante, lasciando comunque il Team Deathmatch a fare il grosso del lavoro. Il matchmaking al momento non è perfetto (e nemmeno troppo veloce) ma le cose andranno via via migliorando mano a mano che i giocatori arriveranno sui server. Il problema più grosso al momento è la community davvero risicata e lontana dai numeri probabilmente attesi da Boss Key. Il prezzo di ingresso di trenta euro probabilmente è un incentivo a stare lontano dal titolo, con Overwatch che domina la scena con i suoi oltre venticinque milioni di giocatori e Paladins che ha razzolato grazie al modello free to play il resto della community. Lawbreakers faticherà dunque a spiccare e il periodo d'uscita non è sicuramente il migliore con tanti, tantissimi, sparatutto di valore in arrivo nei prossimi mesi. Da Destiny 2 passando per Star Wars Battlefront II e Wolfenstein ma anche Quake Champions e Call of Duty WW II, tanto per citare i più forti, sicuramente distrarranno gli appassionati rischiando di lasciare semi deserti i server di Lawbreakers, pur non rappresentando una concorrenza diretta per la tipologia di gameplay offerta. Resta eccellente comunque la fluidità del titolo anche su PC di fascia bassa, così come la stabilità dei server, con la possibilità di saltare liberamente da una regione all'altra scegliendo di volta in volta quella con il ping migliore. Sarà dunque il supporto al titolo nei prossimi mesi da parte di Cliffy B e del suo team a fare la differenza, ma anche sotto questo punto di vista la volontà di non dare un piglio competitivo tramite tornei ufficiali o di non coinvolgere i proplayer direttamente sembrano più passi falsi che idee lungimiranti. Speriamo solo che Boss Key non pecchi di presunzione.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10
- Processore: Intel Core i7-3770K
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda Video: NVIDIA Geforce GTX 780 - SLI
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7, Windows 8.1, Windows 10 (64-bit versions only)
- Processore: Intel Core 2 Extreme CPU QX6850/AMD A8-3870k (Quad Core CPU's)
- Memoria: 6 GB di RAM
- Scheda video: Nvidia GTX 660, AMD Radeon 7870
- DirectX: Versione 11
- Rete: Connessione Internet a banda larga
- Memoria: 35 GB di spazio disponibile
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 7, Windows 8.1, Windows 10 (64-bit versions only)
- Processore: Intel Core i7 -4790
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda video: Nvidia GTX 970, AMD Radeon R9 290
- DirectX: Versione 11
- Rete: Connessione Internet a banda larga
- Memoria: 35 GB di spazio disponibile
Conclusioni
Lawbreakers è al momento uno dei titoli migliori per i lupi solitari del multiplayer, per chi ama poter fare la differenza nei match solo grazie alle proprie abilità. La velocità di reazione, la conoscenza delle mappe e la mira sono tutti elementi fondamentali per primeggiare in questo nuovo sparatutto competitivo. Uno shooter che prende le distanze dai casual player e si schiera apertamente con una nicchia di pubblico molto esigente, deludendola solo per il bilanciamento, al momento lontano dalla perfezione. La produzione Key Boss si presenta ai nastri di partenza in buona forma, carente però di quella scintilla che potrebbe farla emergere nei prossimi mesi dalla forte concorrenza in arrivo. La sensazione generale, comunque, è che se dietro a questo progetto non ci fosse il nome di Cliffy B le attenzioni sarebbero nettamente più contenute.
PRO
- Ottimo gunplay
- Nuove dinamiche interessanti relative alla gravità
- Richiede molta abilità
CONTRO
- Niente di particolarmente originale
- Community piuttosto risicata
- Solo nove classi disponibili